Canto di Natale di Forum Anime Manga (e Biankateneve)
CANTO DI NATALE
(e BIANKATENEVE)
Era giorno di festa nel simpatico paese di MoltoMoltoLontano.
La campanella della scuola annunciò il tanto sospirato epilogo della
prigionia dentro quelle quattro grigie mura.
La neve di fronte all'uscita, caduta di fresco, venne calpestata da sei
piccoli piedi che si agitavano in allegria.
Tre simpatiche sorelle, nel calore dei loro cappotti imbottiti e le
soffici sciarpe, congedati i loro compagni di scuola, erano impegnate
in una frenetica corsa.
Avevano atteso quel momento davvero a lungo: ma finalmente ora le
vacanze natalizie erano cominciate!
Niente più grigi libri, niente più noiose ore di lezione,
niente più odiose mattinate dedicate al dovere: finalmente
avevano a loro disposizione tantissimo tempo libero per potersi
dedicare al loro passatempo preferito.
Le tre vispe creature, in tutta fretta, arrivarono infine alla tanto
attesa destinazione: lo Studio di CineNarrazione AudioVisiva Fiabesca
Scrooge.
La porta del locale si aprì, e le ragazzine invasero la stanza
con tutto il loro entusiasmo. In fondo alla stanza vi era una poltrona
girevole, e su di essa, la figura china di un uomo anziano.
Le bambine riconobbero l'uomo, e furono prese da un'ondata di
entusiasmo: allargarono le braccia e si lanciarono verso la familiare
figura. Il tutto, cantando:
(su note di Papà Castoro)
Zio Blackuccino, leggici un racconto
Anche due, anche tre, anche quindici!
Zio Blackuccino, mettiti gli occhiali
altrimenti non guardi dove vai!
Vieni qui, Zio Blackuccino
noi vogliam, fin dal mattino
"Animesports", o "Ledotales"
sentir due storie o meglio tre.
Siamo tre, bellissime bambine
tutte e tre, amanti degli anime
noi, Katrìne, Tessàige e Devilfére*
ascolteremo
te...
Zio Blackuccino, metti gli occhiali
l'ultima volta hai centrato la parete!
Se nelle storie lette insieme a noi
in parodie vi vedrete voi,
In gattabuia March rinchiuderemo,
e Fubo cureremo.
* (leggere alla francese)
A un tratto un tuono interruppe la canzoncina delle sorelline. Un grido
gutturale, quasi animalesco, vomitato dalle profondità
dell'inferno, si levò.
La poltrona si girò lentamente, rivelando quello che agli occhi
delle bambine apparve come a uno spettacolo raccapricciante.
Sulla sedia si era un grottesco essere gobbo,con la pelle
incartapecorita e selvaggi tratti anatomici che aveva solo qualcosa di
vagamente umano. Una smorfia di disgusto per la vita rigò il
già orribile mento di quella disgustosa creatura. Le ciglia
dell'essere, incredibilmente pelose, si aggrottarono in una
terrificante espressione di minaccia, mentre dalle orbite del naso
aquilino, sbuffavano ritmicamente nubi di vapore, che avevano un vago
odore di zolfo.
Le voci delle tre sorelle morirono nelle loro gole, ed esse,
terrorizzate, si strinsero in un unico abbraccio, cercando conforto
l'una con le altre, di fronte a quella paurosa visione.
Le minuscole pupille di quella creatura viaggiavano impazzite, quasi
indipendenti, da un lato all'altro di quei bulbi infossati dentro
quelle innaturali cavità. Una fitta capigliatura grigia regnava
incolta sul cranio e ai lati della testa, come il colore della cenere,
o come i capelli di una strega.
Il mostruoso essere ripeté quel suo orribile grido.
Questa volta le bambine colsero nel suono, un messaggio di senso
compiuto, a dispetto dell'inumanità di quell'essere.
- Chi osa disturbarmi?
I fragili corpicini delle bambine si misero a tremare ancora di
più, come se la stanza fosse stata pervasa da una raggelante
corrente artica.
Le pupille di quell'essere smisero di traballare, e come una preda
catturata, individuarono le loro prede.
Le bambine si sentirono morire.
L'essere allora, aprì di nuovo le sue fauci per un nuovo, inquietante
suono.....
- Ah, siete voi, nipotine. Non disturbatemi, sto lavorando!
Le sorelline,nel riconoscere il loro zio, tirarono all'unisono un gran
sospiro di sollievo.
Katrìne azzardò a una domanda.
- Z-Zio?
Un'occhiata dello Zio la raggelò. Ma quel che uscì dal suo parente fu
solo un commento severo.
- Ho detto che non voglio essere disturbato!
- Ma Zio, abbiamo aspettato tanto la fine della scuola per poter
sentire una tua storia!
Era Tessàige a protestare energicamente.
Lo Zio tuttavia, si girò di nuovo insieme alla poltrona verso il suo
lavoro, e fu irremovibile.
- Andate, ho detto! Ora sono occupato!
- Ma Zio, domani è festa! E' Natale! - Tentò timidamente di approcciare
Devilfére, la minore delle tre.
Lo Zio a quelle parole rigirò di scatto la sedia e fulminò con lo
sguardo la povera bambina.
Alla piccolina tremavano le gambe e con le lacrime agli occhi, cominciò
a balbettare qualche scusa.
- D-domani è f-festa! E-era l'occasione per una t-tua storia....
Lo Zio la squadrò da capo a piedi, poi si rigirò insieme alla poltrona
verso la sua scrivania.
- Natale! Festa! Puah! Fandonie! Andate, nipoti. Non disturbatemi più
per alcuno di questi triviali motivi.
Le tre nipotine abbassarono le testoline, deluse, e mogie mogie, si
avviarono verso l'uscita.
Un uomo di buon cuore, intento anch'esso in un frenetico lavoro, non
poté fare a meno di alzare la testa, per notare la triste
processione minorile che si trascinava tra lacrime e musi lunghi verso
l'uscita.
Roger, questo il nome del giovanotto, fu combattuto tra i tempi
ristretti del lavoro che stava facendo, e lo straziante spettacolo di
tre bambine disperate. Il suo cuore ebbe la meglio sul senso del
dovere, e quindi, abbandonò la sua postazione, per andare a
sentire i problemi del trio.
- Lo Zio! Lo Zio! Non vuole raccontarci alcuna storia! - Singhiozzava
tra le lacrime la piccola Devifére.
- E' uno Zio cattivo. - Si lamentò Tessaigé.
- Nostro Zio ci odia! disse con voce rotta Katrìne.
- Non siate così cattive con lui - Fu la calma e benevola risposta
dell'ometto.
- Padron Blackie, ehm, Vostro Zio, intendi, è un uomo molto
impegnato, ed essendo sotto Natale, siamo pieni di lavoro, e non
possiamo permetterci di poter rallentare i ritmi.
- Si, ma lui ci aveva promesso una storia" protestò Katrìne.
Roger, che era un uomo di buon cuore ma anche molto intelligente, ci
pensò su un attimo.
- Uhm, una storia, dite? - Concluse. - Forse ho ciò che fa per voi.
Detto questo, si fiondò al tavolo da lavoro, lo sgomberò
con un gesto del braccio dalla pila di materiale sistemato alla
rinfusa, e vi piazzò su un proiettore a bobine.
- Attualmente stiamo lavorando su una favola" disse Roger, "e dobbiamo
finirla entro Natale. E' ancora in produzione, però. Volete
vederla lo stesso?
"SIII!!" fu l'urlo collettivo di gioia delle tre bambine, che corsero
tutte ad abbracciare il prode uomo (che arrossì per
l'imbarazzo). Dopodiché, si sedettero tutte diligentemente su
degli sgabelli di fortuna rimediati da Roger.
Le luci si spensero, e le bobine cominciarono a girare, proiettando il
filmato sul muro.
*Assolo di chitarra elettrica lungo e
articolato*
"Che ci fa quel dannato topo che fa
il pagliaccio con la chitarra elettrica? Roger togli subito di lì!"
Sigh, pensavo che un assolo di chitarra come sigla iniziale avrebbe
reso la fiaba più attuale! Peccato: vieni via, Impesquitteri, lo
so che sei bravo, purtroppo Padron Blackie non vuole....
*Il triste topo Impesquitteri, Guitar
Mouse di fama mondiale (topina) se ne va trascinando con se la sua
chitarra*
Beh, allora, partiamo subito con il
titolo!
- Lo
studio LedoLawless presenta -
- Biankateneve -
- con Roger come voce narrante
-
- (che emozione! by Roger) -
Signore e signori, eccoci qua! Questo
filmato l'ho montato io, e racconta della fiaba di Biankateneve!
Parapparà...
"Roger, smettila di canticchiare, razza di
sprecapellicola a ufo, non bastava il topo? Continua a narrare!"
Ehm, si, subito capo! Allora, siamo
nella foresta, e uno splendido sole è alto nel cielo!
"Narratore! Che voce profonda che
hai!"
E' per mangiarti meglio! Aehm, no!
Che mi fate dire? Togliete quella
bambina con il cappuccio rosso dalla scena, non c entra nulla! Allora
dicevamo....
La scena si apre sul cortile di un
magnifico castello, una graziosa
fanciulla vestita di stracci è intenta a spazzare il pavimento
mentre colombe e topolini le danzano intorno.
Gioiosamente si avvicina ad un pozzo
e vi si affaccia con aria sognante.
"Vedete miei piccoli amici, le
leggende dicono che questo sia un pozzo
incantato. Pare che se griderai il tuo desiderio verso il fondo, l'eco
ti porterà una risposta." Disse mentre colombe e topini si
posavano sul bordo.
Squitty e Squotty, i suoi più fidati
roditori, scostarono le erbacce alla base del pozzo, mostrando
un'antica iscrizione mentre Biankateneve si chinava per leggerla meglio.
Grida forte
ciò che desideri, baby, ed io ti soddisferò.
Ingenuamente Biankateneve guardò ai suoi animaletti.
"E' davvero
strana come incisione, ma dopotutto mi pare di ricordare che questo
castello fu costruito dai nani, i migliori artigiani e scultori del
mondo, forse è per questo che la scritta è così
inconsueta. Che ne dite, piccoli amici, proviamo ad esprimere un
desiderio?"
Le creature presero a saltellare felici, incitando Biankateneve, che
timidamente si sporse verso il pozzo.
"Heylà?" Gridò.
"Heylàaaa" Rispose l'eco.
"C'é nessuno?" Chiese ancora lei.
"C'é nessunoooooo?" Rispose
l'eco.
"Posso esprimere il
desiderio?" Chiese Biankateneve.
"Ma certo, baby!" Fu la risposta.
Biankateneve rimase lievemente stupita ma dopotutto da un pozzo magico
ce
lo si poteva anche aspettare, decise di andare avanti.
"Vorrei trovare
il vero amore!" Espresse.
"Vorrei, vorrei, un amore che
sia tutto, sia tutto, per me." Gridò
verso il fondo del pozzo, quindi attese la risposta.
"Mia cara, mia cara, ciò che vuoi tu
avrai,
soltanto se me la daraaai.".
Biankateneve si ritrasse alquanto
stupita, chiedendosi varie cose, tra cui:
come mai quell'eco funzionava a tratti? E perché invece di
riportare la sua voce ne aveva una bassa e maschile? E soprattutto,
cos'avrebbe dovuto dare perché il suo desiderio si avverasse?
I topini sembravano aver compreso più
di lei, e specialmente i
conigli ed i ricci, esperti in tali affari di cuore, cominciarono a
tirare il bordo della gonna di Biankateneve, spingendola ad
allontanarsi da
quel pozzo pervertito.
Lei decise di seguire i consigli dei
propri amici animali e
lasciò perdere il pozzo, continuando con le sue faccende e
pulizie.
Nel frattempo, qualche metro più in
alto, la matrigna Devil
(rinomata per i propri ruoli di matrigna interpretati magistralmente in
varie pellicole) osservava la scena con rabbia, il pozzo aveva fatto
proposte oscene a Biankateneve, le aveva fatte alla sua figliastra e
non a
lei! Quante volte si era affacciata guardando il fondo del pozzo nella
speranza di sentire quella profonda e sensuale voce maschile... ed
invece nulla! Nulla di nulla!
Arrabbiata si recò dal suo unico e
fidato consigliere, che si trovava nella stanza accanto.
Una voce profonda risuonò sulla
scena, ma non era quella del pozzo, bensì quella del narratore, (cioè, la mia).
E fu così che la matrigna raggiunse Tessaiga, chiamata anche 'Lo
Specchio', perché era l'unica in quel castello capace di
riflettere, per porle la sua solita domanda.
"Specchio-Tessa di questo mio forum,
chi della beltà ha ormai raggiunto il
quorum?"
(Risatina di sottofondo del
narratore, che non avrebbe mai creduto di trovare una rima per forum)
Lo specchio rispose senza indugio:
"Esclusa me, modestia a parte,
la tua beltà, Devil, è rinomata fin
su Marte,
ma se permetti, mia cara regina,
rimane Biankateneve in bellezza la
prima!"
A questo punto Devil s'infuriò, se
solo non ci fosse stata
quella guastafeste sarebbe stata lei la più bella del reame!
Mandò a chiamare il più esperto dei suoi cacciatori e lo
convocò al castello, il suo nome era Junta e nel giro di pochi
minuti si presentò a rapporto.
"Mi hanno detto che sei il più famoso
cacciatore di taglie del regno, è vero?" Chiese la regina.
"Certamente mia signora, anche se solitamente prediligo le prede che
abbiano almeno la quarta..." Disse con sincerità Junta.
Devil non fece caso a questa specificazione e continuò "Ho un
lavoro per te, trova Biankateneve e portami il suo cuore in questo
cofanetto!"
Junta prese lo scrigno, quella era una richiesta insolita ma dopotutto
era colpa dell'annuncio che aveva appeso per il regno, che diceva:
Junta, grande esperto di taglie e rubacuori.
Non credeva che lo avrebbero preso
tanto alla lettera... Ma il lavoro
era lavoro e così si mise in viaggio, scoprendo di dover fare
solo quattro passi perché Biankateneve si trovava nel cortile
proprio lì sotto.
Si avvicinò di soppiatto e le
comparve davanti, sbarrandole la strada e perquisendola con i suoi
occhi indagatori.
Lo sconforto s'impossessò di lui
notando che quella non era
certo una quarta, come poteva fare un siffatto dono alla regina che lo
aveva assoldato? Avrebbe provveduto a farci una figura ben migliore.
"Senti ragazzina, forse non hai bevuto abbastanza schiuma della birra
in questi anni... Fammi un favore, vai a farti un giro nelle terre dei
nani, dove si beve un sacco di birra e non tornare finché non
avrai almeno una taglia in più!" Consigliò seccato.
Biankateneve era costernata e decise di ascoltare il consiglio del
cacciatore di taglie, quindi lasciò il palazzo dirigendosi verso
le terre dei nani, mentre il cacciatore andava alla ricerca di qualche
nuova preda.
Cammina e cammina, raggiunse la
propria meta, ma era talmente stanca
che s'infilò nella prima casetta che trovò lungo la
strada, l'arredamento era tutto molto piccolo e dovette mettere insieme
più di un letto per potersi coricare.
Calò la sera e Biankateneve stava
ancora dormendo profondamente, un
canto corale risuonò nella valle anche se non svegliò la
ragazza, i padroni di casa stavano tornando.
Fu il nano Gokyolo ad accorgersi per
primo che c'era qualcuno nel suo letto, terrorizzato corse ad avvisare
gli altri.
"Cualqosa non và! cè cualquno nei nostri lettì!" esclamò nella sua
sgrammaticità (o comunque si scriva).
"Davvero? Ho sempre sognato di trovarmi una bella ragazza nel letto..."
Disse il nano Marchignolo, strofinandosi le mani.
"E come facciamo a sapere che si tratta proprio di una ragazza?"
Domandò Fubolo.
"Ha ragione, prendiamo le asce bipenne ed attacchiamolo!" Disse
risoluto Carloloc, il nano armato di ascia e ricoperto di armatura
pesante, il classico nano alla Dungeons&Dragons, prima edizione.
"Aspettate, facciamo cercare al più
saggio di noi,
Blackie-Googolo!" Consigliò Raistlignolo.
Il nano chiamato in
causa si addentrò nella casetta e quando raggiunse i vari letti
sui quali Biankateneve era addormentata, capì che non c'era alcun
pericolo, tranne quello che poteva comportare il fatto che Marchignolo
ed una ragazza fossero sotto lo stesso tetto.
"Vi prego, possiamo tenerla?" chiese Marchignolo.
"E cosa ce ne facciamo di una donna?" obiettò il burbero Carloloc.
Non fecero in tempo a discutere più
di così,
perché Biankateneve si svegliò e trovandosi attorno i sette
nanetti si sentì in dovere di fornire spiegazioni ai padroni di
casa, raccontò del consiglio di Junta, che le aveva chiesto di
tornare a palazzo solo una volta avuta almeno una taglia in più.
Il nano Marchignolo prese
Biankateneve per mano e la portò con
sé in un lungo corridoio scuro che si inabissava, "Ho io quel
che fa per te, birra nanica schiumosa di prima qualità, vedrai
che con qualche sorso ti ritroverai almeno una quinta!"
Biankateneve lo seguì e si ritrovò in una zona che le era
vagamente familiare, nella stanza in cui si trovavano si apriva una
finestrella che dava su di un lungo tubo di pietra circolare che saliva
verso l'alto, dove si vedeva in lontananza il cielo, mentre verso il
basso c'era un liquido spumeggiante.
"Questo è il calderone dove fabbrico la birra, baby"
spiegò Marchignolo.
Biankateneve riconobbe solo allora la voce del
nano.
"Ma allora eri tu che mi parlavi dal fondo del pozzo!"
realizzò, il nano però non rispose, le fece cenno di
tacere perché lungo il bordo del pozzo si intravedeva una sagoma
scura.
"Pozzo incantato, perché non mi parli
più? Un tempo
trascorrevamo ore assieme parlando di pratiche orientali, da quando
c'è Biankateneve non sei più lo stesso, perché?" Chiese disperata la
regina.
Il nano non rispose ma l'eco delle parole che lui e la ragazza si erano
detti poco prima raggiunse l'orecchio di Devil, che capì che i
due erano insieme nelle terre naniche.
Ancor più infuriata chiamò a rapporto
Junta, che
arrivò rapidissimo, pronto al rapporto, di qualsiasi tipo esso
fosse.
"Sei sicuro di aver svolto bene il tuo lavoro? Dov'è ciò che ti ho
chiesto?" lo sgridò.
Junta era trionfante ed aiutò gesticolando un autotreno a fare
la retromarcia, quindi mostrò alla regina il grosso carico.
"Quello che voleva si trova qui dentro, una taglia davvero esplosiva!"
"Ti avevo detto di usare un cofanetto, non un tir... e quelle cose
lì dentro di chi sarebbero?" chiese Devil, assai scontenta.
Junta capì solo allora di non aver reso felice la regina, quindi passò
al piano B.
"Mi dispiace che la merce che non vi ho portato non vi soddisfi, da
contratto è previsto un risarcimento in natura... cogli la prima
mela..." Cominciò a canticchiare mentre si sbottonava la camicia.
Questo diede alla regina un'ottima idea, anzi, due ottime idee.
La prima fu quella di fuggire dal
cacciatore chiudendosi nelle sue
stanze, la seconda fu quella di consultare il suo fedele specchio.
"Tessa, oh mia Tessa, ormai mi
sovviene
che il pozzo più non mi fa proposte
oscene,
quel cacciatore non era normale
e non mi ha portato il cuore della
mia rivale,
bensì il seno prorompente di qualcuna
che forse di nome richiama la luna.
Orsù specchio, mi dovrai aiutare
a trovare un piano che possa
funzionare!"
Lo specchio sospirò e quindi diede la
sua risposta:
"L'unica soluzione che ho al momento
ha a che vedere con un travestimento,
perciò se quel pozzo non è proprio gay
non potrà resisterti in versione
cosplay!"
Devil trovò fantastica questa
soluzione e si applicò per
ore con l'aiuto di Tessa che cercava invano di insegnarle le arti del
cosplay, la matrigna però non sembrava capirci un granché
e per non deludere il prezioso Specchio, chiese l'aiuto di una vecchia
che passava di lì per caso.
La pagò per fingersi lei e la
mandò a parlare con Lo Specchio, raccomandando di farlo in rima.
"Ma chi è quella vecchia laggiù?
Devil, mia cara, quella non sei tu"
disse Lo Specchio.
"Ti sbagli di grosso, mio fedele
Specchio
con il tuo aiuto ho un aspetto più
vecchio,
conciata così non sarò riconosciuta
e potrò raggiungere i nani nella loro
tenuta,
i nostri problemi non ci assilleranno
più
non appena Biankateneve morderà
questa mela blu!"
Spiegò la vecchia, mostrando una mela blu che aveva in tasca.
Tessa pensò che in fondo poteva
funzionare anche quel piano
diverso dal suo, invece di sedurre la voce in fondo al pozzo, avrebbero
tolto di mezzo direttamente la rivale. Acconsentì al piano della
vecchia, complimentandosi con l'amica per la bravura dimostrata con
quel travestimento che sembrava proprio vero. La vecchia armata di mela
blu si mise in viaggio verso la casetta dei nani, dove Biankateneve
cominciava ad ambientarsi.
"Resterai qui per molto?" Chiese Fubolo.
"Marchignolo mi ha detto che posso restare finché voglio se in
cambio vi faccio dei... ehm... cos'aveva detto? Non ricordo, era una
parola strana, cominciava con la P..." Spiegò Biankateneve.
"Cosa potrebbe fare una donna per contraccambiare un favore e che inizi
con la lettera P?" Chiese Rogiolo a Blackie-Googolo, che non fece in
tempo a cercare.
"Ma è ovvio, Pulizie!" disse secco Carloloc.
"Non mi sembrava che fosse quella la parola, ma se lo dite voi... In
effetti mi sembrava che Marchignolo mi avesse chiesto di scopare..."
Ammise Biankateneve, afferrando una scopa e cominciando a pulire la
casa,
che era davvero malridotta.
Quando Marchignolo tornò a casa e
scoprì che il suo piano
era stato sabotato, cercò almeno di far indossare alla sua nuova
cameriera un vestitino sexy e le spiegò che se voleva restare,
avrebbe dovuto fare le pulizie in un modo particolare, che lui stesso
le avrebbe insegnato.
Impara
a sculettar
vedrai che il fondoschiena
più armonioso sembrerà.
Impara a sculettar
e vedi che il bacino
più carino diverrà.
Il culo è un elisir
che mi fa impazzir
su muovi quel sedere
è un bel vedere, simbolo d'amor
Impara a sculettar
Biankateneve accettò di buon grado
tali consigli e subito si mise
d'impegno per assecondare i propri benefattori, Marchignolo soprattutto
non smetteva di fissarla con la sua solita risata maniacale e dovettero
trascinarlo in miniera con la forza quando, il giorno seguente, fu ora
di andare a lavorare.
Biankateneve stava spolverando le
mensole della credenza quando si rese conto che qualcuno era entrato in
casa senza bussare.
"Marchignolo, sei tu? Ti ho detto
cento volte che non ci vengo con te
nella stanza con il letto a forma di cuore quindi..." Disse esasperata
la ragazza, ma voltandosi si rese conto che non si trattava del nano
pervertito, davanti a lei c'era una misteriosa vecchina.
"Mia cara bambina, mi sembri un po'
troppo magrolina, mangi abbastanza?" chiese la vecchia.
Biankateneve non era una sprovveduta
e conosceva quelle fiabe dove le
vecchie nutrivano i bambini con la speranza di mangiarseli, quindi
cercò di stare attenta alle proprie parole.
"Ma certo, cara
vecchietta, mangio sempre in abbondanza".
"Davvero? A me sembri un po' carente
qui sul davanti..." Spiegò ancora la vecchia.
"Quello non dipende dal cibo, ma
dalla schiuma della birra che finora
non ho mai bevuto" Si giustificò la povera Biankateneve.
"Ti sbagli, credo invece che per
rimediare al tuo povero davanzale
dovresti mangiare uno dei frutti provenienti della zolla tettonica e si
dà il caso che io ne abbia uno proprio qui con me" disse
lucidando una mela di colore blu.
Biankateneve prese il frutto che le
era stato offerto e riconoscente le diede un morso.
Subito cadde a terra mentre la
vecchia gridava trionfante "Ed ora la
più bella sono io!", quindi si
ricordò che c'era ancora Devil prima di lei, e Tessa, e tante
altre ancora, allora pianse una trista lacrima e lasciò la
casetta dei nani, pensando ad un piano per avvelenare tutte le sue
rivali in un sol colpo.
I sette nani tornarono dalla miniera
e per loro fu tragica la scena che videro una volta a casa.
"Oh no, Biankateneve è distesa a terra!" gridò impaurito Fubolo.
"Dobbiamo rianimarla, massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca!"
Urlava Marchignolo mentre palpeggiava un po' tutto quello che trovava a
portata di mano.
"Se solo trovo il responsabile, gli pianterò la mia ascia critico x3
nella nuca!" continuò Carloloc.
Nel frattempo, incurante di quella confusione, Blackie-Googolo stava
cercando spasmodicamente informazioni per salvare la bella Biankateneve.
"Ci vorrà molto?" chiese Rogiolo, ma non ottenne risposta, erano
troppi i siti che il nano motore-di-ricerca stava sfogliando nel
medesimo istante.
"Nel frattempo che faremo di lei?" si rattristò il buon Fubolo.
"Beh, finché il corpo è ancora caldo potremmo..."
"Zitto, pervertito di un Marchignolo!" lo minacciò Carloloc
mostrandogli il pugno ben serrato.
"Beh, forse dovremmo darle una degna sepoltura" intervenne Rogiolo.
"Che dici? Non è morta, ha solo perso i sensi. Nell'attesa che
Blackie-Googolo non avrà trovato un rimedio per aiutarla, la
terremo nei nostri letti" Spiegò Fubolo.
"Oh si, avanti che aspettiamo? Propongo di fare dei turni di guardia
nel caso si svegliasse, io farò il primo... ed anche il
secondo!" esclamò Marchignolo con la bava alla bocca.
"Io propongo invece di metterla in un'apposita teca antistupro in
giardino, così sarà lontana da Marchignolo e dai suoi
oscuri propositi... e poi con il freddo che c'è in questa
stagione, dubito che a qualcuno possa venire il desiderio di
approfittarsi di lei" decise Carloloc.
I nani approvarono questa proposta e tristemente condussero
Biankateneve in
giardino, dove venne deposta in una teca trasparente, dove il ricordo
di tanta beltà ormai perduta avrebbe reso ancor più
gelido e mesto l'inverno.
- Basta così, Roger, interrompi subito!
- C-Capo?
Lo sguardo sorpreso di Roger, insieme a quello delle nipotine sorprese,
si andò a indirizzare sulla figura curva e austera di Blackie
Scrooge.
Tessàige protestò a pieno titolo
- Ma siamo sul più bello! Vogliamo sapere come finisce la storia!
L'arido Zio non la degnò neppure di un'occhiataccia severa, e,
anzi, sordo alle proteste delle altre nipoti e le scuse balbettate
all'assistente, saltò subito al punto, irremovibile.
- Questa storia finirà così, a finale aperto. Così ho deciso!
Roger era incredulo.
- M-ma capo! Ogni storia per bambini che si rispetti deve avere almeno
un lieto fine, non può interromp...
- Mi stai contraddicendo, Roger?
Davanti all'interruzione velata di minaccia da parte del Padrone, il
timido assistente poté solamente ammutolirsi, e chinare il capo.
- Ma noi vogliamo sapere che fine fa Biankateneve! - Obiettò Katrìne.
- Silenzio! Portare avanti questa storia sarebbe solo uno spreco di
denaro. La lasceremo così com è, e non voglio sentire
obiezioni!
- Co-come desidera, Padron Scrooge. - Si arrese Roger.
Un coro di "Nooo Non è giusto" si sollevò come un vespaio
dal trio di nipotine, ma il vecchio le ignorò, e
sottolineò la sua decisione sbattendo la porta durante la sua
uscita di scena.
Il rumore della porta zittì il coro di proteste, e fece calare
un gelido silenzio su tutti quanti. Lo stesso silenzio venne interrotto
qualche istante dopo dalla porta che si riaprì di scatto,
guidata dalla mano dello zio.
L'improvvisa riapparizione di Mr. Scrooge fece scattare le nipotine,
combattute tra lo spavento dovuto dalla sorpresa, e la speranza che
quello fosse il segnale di un improvviso ripensamento.
Le loro aspettative vennero deluse dal gelido annuncio che il vecchio
aveva in serbo per Roger.
- E domani, Roger, ti aspetto al lavoro come al solito!
- M-ma Padron Scrooge, domani sarebbe Natale!
- Natale! Bah, ricorrenza disgustosa di sfaccendati che non hanno di
meglio da fare che fare perdere tempo prezioso a chi lavora con la
scusa dei buoni sentimenti e altre sciocchezze del genere! Domani
è un giorno di lavoro come tutti, e non voglio sentire altre
scuse, Roger!
E un altro sbattimento di porta si pose come un grosso punto
esclamativo a conferma della decisione del capo.
Roger abbassò il capo rassegnato, Devilfére si mise a
piangere, e Tessàige comincio a strillare di rabbia e a
scalciare.
- Lo Zio è un mostro! Lo Zio è un mostro! - Erano le urla rabbiose di
Tessàige.
- Uhé!! Voglio
sapere se alla fine la Matrigna diventa felice! - Piagnucolava
Devilfère.
- E che dobbiamo dire di Kateneve, che è morta? - Borbottava Katrìne.
- Lo Zio non ha cuore! - Rimarcò Tessàige.
- No, no, bambine, no! Vostro Zio è un uomo buono...solo, non
crede molto nel Natale... - cercò, nella sua infinita
bontà, di giustificare Roger.
Quella sera, il vecchio Scrooge in vestaglia si stava preparando a
infilarsi nel suo bel letto. E stava ancora maledicendo Roger per
avergli ricordato quella odiosissima parola.
- Natale! Natale! Ahhh! Io odio il Natale! Filastrocche, regali, baci
sotto il vischio! Puah! Per me Natale è produttività!
Soldi! Vendere le storie di Natale ai babbei che le comprano! Ma sono
tutte fandonie! Il NAtale non è esiste è solo....yawn...
Uno sbadiglio aveva cominciato a scardinare il suo monologo rabbioso, e
in Scrooge stava cominciando a farsi strada una beata sonnolenza,
- Non esiste, dicevo, il Natale, è solo, un'invenzione ....
commerciale...... zzzZZZZZz -
Il vecchio aveva ormai chiuso gli occhi, al calduccio del suo bel
piumone imbottito. Un sonno ristoratore era quello che ci voleva per
scacciare pensieri odiosi, futili e improduttivi come il Natale, e la
giornata successiva, sarebbe stata solo un'altra normale giornata di
lavoro, ma ora, era il momento di godersi il riposo.....
....
"Squit".
Uhmmm...
"Squit Squit..."
- Mh?
Il Vecchio si svegliò, irritato.
- Topi in casa! Proprio adesso??
Accese la luce e si guardò attorno. Niente.
"Squit! Squit! Squit!"
- I topi! Ci sono i topi! Maledetti, dove siete??
E così dicendo Scrooge si armò di scopa, e guardava il
terreno, in attesa servire la dovuta lezione a quei piccoli intrusi.
"Pronti ragazzi?"
Una strana voce era appena risuonata alle orecchi di Scrooge. Come se
qualcuno avesse appena respirato dell'elio, e ora stesse parlando con
timbro di voce altissimo.
"Sì, Boss!"
"E, Uan, E ciù, E Una Ciù Tri FoR"
*Canto di Natale intonato alla Chipmunks*
Blackie Scrooge si girò in direzione di quella strana, squallida
e mielosa musichetta, e con orrore vive un gruppo di topi intento a
cantare beatamente.
- Ah! Siete qui, maledetti!
E così facendo alzò la scopa e la calò come
un'ascia sul gruppo di topi. Fu grande la sua sorpresa nello scoprire
che la scopa si era schiantata sul terreno, ma aveva letteralmente
attraversato i roditori, come se questi fossero intangibili!
- C-Come è possibile? - Si domandò incredulo il vecchio.
A un certo punto uno dei topini si voltò verso di lui e gli disse
semplicemente:
- Semplice: siamo fantasmi!
L'urlo di spavento del vecchio riecheggiò per tutta la casa. Era
ancora lì, a terra, e con una mano premuta sul cuore
palpiteggiante. E ancora che balbettava incredulo.
- Topi parlanti?
Fantasmi? Dev'essere un incubo, sì certo, un incubo!
A stroncare le rassicuranti ipotesi di Scrooge ci pensò il topino.
- No, Mr. Scrooge. Siamo davvero fantasmi. Non si ricorda? Fummo
schiacciati a scarpettati da Katerella
nell'altra favola.
- V-voi non potete esistere! Cosa volete? Siete venuti a tormentarme la
mia povera anima?
Il povero topino comprendeva lo spavento del vecchio avaro.
- Non si spaventi, Mr. Scrooge, non vogliamo farle del male. Anzi,
siamo stati mandati qui per salvargliela, l'anima -
Il vecchio a quelle parole, si calmò, e si incuriosì.
- Salvare la mia anima? In che senso?
- Vede Mr. Scrooge, questa notte per lei sarà davvero speciale.
Riceverà la visita di tre fantasmi. Beh, tecnicamente di
più, visto che noi topini siamo un gruppetto, ma tutti insieme
rappresentiamo il primo fantasma. -
- Ma perchè? Chi siete? Cosa volete da me?
- Io sono Squitty, e loro Squotty e Squincy
- M-ma avete i nomi uguali a quelli della favola a cui sto lavorando! -
- Beh, sì, Mr. Scrooge, siamo fantasmi, e possiamo solo vivere nella
fantasia e nelle favole, esattamente come quella che state girando.
- N-no, non è possibile, ma insomma, cosa volete da me. -
Il topino assumette un'espressione grave e proclamò:
- Noi siamo i fantasmini del Natale Passato, e siamo qui per insegnarle
il vero valore del Natale, prima che la sua anima venga perduta per
sempre nell'aridità.
Alla parola 'Natale' a Mr. Scrooge passò la paura, e gli venne
su un moto di indignazione. Natale? Era chiaro che questo era uno
stupido scherzo ai suoi danni, solo perchè, a differenza degli
altri, non credeva alle sciocchezze di quella stupida festa.
- Basta! Basta! Fuori! Non voglio sentire altre sciocchezze, sciò! sciò!
E così dicendo sbatte ripetutamente la scopa sui topini, ma
ahimé, essendo degli spiriti, riusciva solo a passarci
attraverso. Squitty scosse la testa, e commentò.
- E' inutile Mr. Scrooge. Volente o nolente, questa notte affronterà il
suo passato!
E dopo queste parole, un vortice di luce apparì al centro della
stanza, e la gigantesca forza centrifuga attirò a sè il
povero Blackie, senza che questi potesse neppure aprir bocca per urlare.
Scrooge si svegliò, era in vestaglia, in mezzo a una strada nel
gelo della neve, ma non aveva freddo. Accanto a lui vi erano i topini.
Si stupì del fatto che non sentiva il minimo freddo.
Squitty rispose al suo interrogativo.
- Siamo nel passato, ma siamo come presenze incorporee, e né noi
né te possiamo interagire con fatti già accaduti ormai
tempo fa.
Scrooge venne investito da un deja vu: quella strada la conosceva.
Arrancò qualche passo più avanti, e vide davanti a
sè un bambino, dai lineamenti simili ai suoi, con in mano dei
volantini.
Il ragazzino tremava tutto, perchè non aveva niente di caldo da
mettersi. Il poveretto era intento urlare messaggi pubblicitari, e a
consegnare volantini: la temperatura era talmente rigida che i
volantini erano duri come marmo, e il bambino tremava così forte
che quello che urlava si capiva a malapena, talmente vibrava.
- V-v-v-v-enite tu-tu-tu-tutti all'Ani-ani-animesports di
sta-sta-sta-stasera! Sta-sta-sta-staser c'è Ba-ba-ba-babbo
Na-ta-ta-ta-le contro Il Co-co-co-coniglio pasquale! Ve-ve-venite! -
Il vecchio Scrooge si avvicinò per controllare e trasalì nel
riconoscere se stesso!
Squitty commentò commosso sbattendo le innocenti palpebrine.
- Oh povero bambino, così roso dal freddo!
Squotty aggiunse: - Era davvero un brutto Natale quello che hai passato
quella volta -
Scrooge arricciò il naso.
- Era naturale! Dovevo guadagnarmi da vivere, altrimenti sarei morto di
fame.
Squincy rispose:
- Però così hai rischiato di morire dal freddo!
Squitty aggiunse.
- E guarda tutti quei passanti che si fanno i fatti loro! Tutti a passo
affrettato, mentre ti ignorano intenzionalmente, lasciandoti a morire!
Rivedere quel ricordo fece serrare i pugni a Mr. Scrooge.
Aggrottò le sopracciglia, e gli vennero le lacrime agli occhi.
Scosse violentemente la testa per ricacciarle, e borbottò alcuni
amari commenti.
- Proprio così. Luride Canaglie! Nessuno di loro mi degnava di
un calore, di niente! Io soffrivo in mezzo al gelo, e loro niente!
Squitty commentò. - E' da allora, giusto, che hai deciso che il Natale
era solo una balla
per ipocriti, e che i soldi erano gli amici che non ti avrebbero mai
abbandonato?
Scrooge abbozzò un ghigno, e commentò:
- Proprio così! I soldi non ti abbandonano, non ti tradiscono!
Ed è per quello che li voglio, ne voglio sempre di più! E
non li sacrificherò mai in sacrificio a quella melensa farsa che
è il Natale!
Squincy obiettò: - Però quando nacquero le tre nipotine, fosti felice
non è vero?
Scrooge ammorbidì i lineamente del suo viso, mentre rivedeva la
scena di sè stesso, mentre teneva in braccio le sue tre
'monetine d'oro', così amava chiamarle, e orgogliosamente
raccontava loro i frutti delle sue fatiche lavorative sotto forma di
racconti e fiabe.
Squitty sbattè di nuovo le palpebrine.
- Allora è vero, che i soldi non sono tutto, per te.
Il vecchio fulminò Squitty con un'occhiataccia, e assunse la sua solita
espressione severa.
- Cosa diavolo dici? Quello era orgoglio professionale, tutto qui,
quella professione che mi ha permesso di accumulare tanti, e tanti
soldi, così da non dover soffrire mai più!
Squitty capì di aver detto una parola di troppo, e si rassegnò.
- Mr. Scrooge, il nostro compito è terminato. Torni al presente,
e si aspetti ancora le visite dei fantasmi dei Natali presente e
futuro. Addio!
Un altro vortice di luce apparso dal nulla inghiottì Blackie, e lo
riportò nella sua solita stanza.
Il vecchio si alzò da terra, e si guardò attorno. Nessun
topino, nessuna visione del passato, nessuna voce squittante. Aveva
dunque sognato? Ma si, sicuramente! Era davvero troppo assurdo che dei
topi cercassero addirittura di insegnargli insulsi significati natalizi.
- Serve aiuto, signore?
Una frase calorosa, e una mano tesa verso di lui. Ecco qualcosa che non
si aspettava. Istintivamente Scrooge rispose alla cortesia con una
risposta secca, mentre scostava con un gesto la mano tesa per lui.
- No, grazie, signor, anzi signorina....?
In effetti la voce era femminile. Incuriosito, alzò lo sguardo
verso la persona a fianco a sè, e non potè trattenere un
altro urlo.
- Chiedo venia se l'ho spaventata, gentil signore!
Il vecchio non credeva ai suoi occhi. Quella donna... quella donna...
No, non poteva essere proprio lei!
- Il mio nome è Biankateneve, e son qui in veste di fantasma del
Natal presente. Venga con me, o gentil messere, a veder ciò che
lei ha lasciato in sospeso, con il suo cuore arido.
Il vecchio non fece in tempo ad alzare una obiezione che un altro
vortice di luce lo spedì in altro tempo e luogo.
- Dove diavolo mi hai portato? - Protestò Scrooge, sempre più stravolto
da quei continui spostamenti.
- Siamo nel luogo ove tu hai messo la parola 'fine', in tal modo che
ogni cosa lasciata in sospeso venga destinata a fato non lieto.
- Cosa diavolo stai dicendo, ragazza? - protestò Scrooge, che ancora
non capiva.
- Guarda avanti, o autore, e l'arcano svelerai e il dubbio toglierai
dalla tua mente.
Scrooge aveva ancora qualcosa da ridire, ma decise di obbedire al
consiglio, ed ebbe un attimo di smarrimento, quando si rese conto di
trovarsi davanti nientemeno che al pozzo della fiaba.
- Ma è assurdo! Sto forse sognando? Che cosa ci faccio dentro
una storia di fantasia? - Protestò esterrefatto il vecchio avaro.
- La fantasia nasce dalla mente e dallo spirito dell'uman essere, e
ciò che produce che sia pur su un piano irreale, ciò non
vuol dire che non esiste.
- Andiamo! Queste sono tutte fandonie. Sciocchezze inventate! -
- Eppur, signor mio, che lei non creda, non vuol certo dir che qualcun
altro creder non possa.
Il vecchio Scrooge era sempre più confuso.
- Gentil signore, la storia senza lieto fine è stata lasciata a
sé stessa, in balia di tempesta, e le bambine sue nipoti,
divorate da dubbi atroci, senza saper com è andata a finire,
solo il peggio son riuscite a immaginare.
- Mi stai dicendo che quelle ingenue si stanno davvero preoccupando per
le sorti di personaggi che non esistono?
Il fantasma di Kateneve scrollò le spalle.
- Per lei non esistiamo, gentil signore, a cui dobbiam in fondo la
vita, ma se a noi non pensa nessuno, è per certo che noi
soffriamo. Qua ci troviamo, dentro la fiaba, dopo che la fine
improvvisata, è stata da lei dichiarata!
Con un gesto della mano, si aprì una visione, dei sette nani chiusi in
casa, visibilmente invecchiati.
Tutti imbronciati, e ogni tanto qualcuno che sospirava. E a volte
qualcuno borbottava.
- Accidenti, che musi lunghi, hanno un mento che gli arriva ai piedi! -
Osservò Scrooge.
- Stanno passando il Natale da soli, senza Biankateneve, cioè,
me, perchè sono defunta e nessuno mi ha offerto neppure una coda
di fenice.
Il silenzio intanto regnava tra i nani, e fu un commento solitario di
Locarloc che mise alla luce il problema generale.
- Un natale tra soli maschi fa SCHIFO! -
Tutti annuirono sconsolatamente.
- Non vedo tra loro, il nano Marchignolo - notò Scrooge.
Biankateneve sbiancò, come se qualche terribile presentimento
l'avesse colta. Scosse la testa per scacciare idee nefaste, e con un
cenno della mano la visione dei nani sparì, facendo tornare il
consueto paesaggio del pozzo.
Davanti al pozzo era apparsa intanto la matrigna, che con aria
abbattuta, stava immobile, a fissare verso il basso.
- Beh, non capisco, dovrebbe essere lei, felice più di tutti, ora che
Bianakateneve è tolta di mezzo.
La matrigna Devil, intanto, riempì i polmoni, e urlò.
- Senza Kateneve son la più bella ora
Adorato mio pozzo, ma perchè allora
Imperterrito e spietato, Continui a non parlare?
le tue proposte oscene mi facevano eccitare
Eri scurrile sì, ma senza esagerare
Se sarà necessario, alzerò anche la gonna
ma voglio ancor lodata, la mia figura di donna
a che serve, esser la donna più fica
se poi c'é nessuno, che tosto me lo dica?
- La Matrigna nella sua solitudine avea scoperto di amare la voce del
pozzo, e che una stupida questione di vanità non giel'aveva aveva
riportata, ma anzi, strappata per sempre. In un
impeto di rabbia licenziò lo Specchio Tessa, per poi scoprire di essere
rimasta davvero sola.
- Questo si ricollega alla domanda precedente: dov è il nano
Marchignolo?
Kateneve impallidì ancora, e con un cenno della mano fece apparire la
fonte delle sue preoccupazioni.
Davanti a Kateneve e Scrooge apparve innanzi la teca entro la quale vi
era ancora il corpo di Kateneve. Vi era davanti, il nano Marchignolo,
armato di un piccone e un candelotto di dinamite, intento a scassinare
il coperchio di vetro.
- E' successo ciò che temevo - Si disperò Kateneve. -
Marchignolo si è abbandonato all'ossessione del corpo mio
esanime a disposizione, abbandonando il pozzo e la sua professione, e
colpo dopo colpo ahimè e orsù, presto verrà
violata la mia virtù.
Detto questo Kateneve scoppiò a piangere per l'infame destino e
all'idea dello scempio che stava per essere perpetrato.
Senza contare che dietro Marchignolo si era radunata un bel pò
di gente, tutti aspiranti 'principi azzurri', molti fasulli, deliziati
all idea di un corpo femminile praticamente pronto all'uso, anzi,
all'abuso, e senza resistenza né mal di testa: diciamo che non
tutti quei principi erano venuti solo per .... baciare.
- Saranno almeno duemila ad occhio - Commentò stupefatto il
vecchio, mentre lo spirito della ragazza singhiozzava ancora più
forte.
Era ormai venuto il tempo degli addii, e lo spirito della ragazza si
congedò al vecchio con un'ultima preghiera.
- Or come ora, Scrooge,la sua fine improvvisata
comporta a me una sorte segnata.
Addio signore, possa il presente consigliarle,
col mio corpo sfiorato da mille mani
di non lasciarmi alla loro balia,
come un osso spolpato da una muta di cani,
come un monumento alla necrofilia.-
Fu un attimo, e Scrooge si ritrovò di nuovo nella sua casa, solo.
- Ohi chico... - Disse una voce appena sussurrata.
Mr Scrooge si guardò intorno terrorizzato, e così era arrivato anche il
terzo spirito, quello del futuro.
Una bella donna sudamericana apparve in un angolo della stanza, Scrooge
non poté fare a meno di indugiare con lo sguardo su quelle curve
seminude e lasciate in bell'esposizione senza alcuna timidezza.
- Non capisco, tu dovresti essere uno spirito legato al mio futuro... -
Mormorò incredulo Mr Scrooge.
- Yo soy el fantasma de tu futuro, chico, vamos, yo te farò veder
quelo che averrà tra qualches agnos! - Spiegò lei,
prendendolo per un braccio e trascinandolo al piano di sopra, in quella
stessa casa, che invece di essere spoglia ed oscura, era piena di
mobilia pregiata e vari suppellettili inutili e costosi.
- Chi ha speso del denaro per tutte queste inutilità? - Si
domandò Scrooge con disappunto, vedendo la collezione di
cagnolini di cristallo di varie forme e dimensioni, dovevano essere
costati una fortuna.
- Ma como? Sei stato tu, chico. Da quando estas con migo no tiene più
todos los risparmios soto lo materasso!
-Ah no, e perché mai? Non credo proprio che il me del futuro si
farà abbindolare tanto facilmente da una donna! - Cominciò
ad agitarsi Mr Scrooge.
- Alora mira con tos oyos! - Disse stizzita, svanendo nel nulla e
lasciandolo solo in quella che riconosceva come la sua camera da letto.
La posizione della stanza gli era familiare, ma i mobili ed il grosso
letto matrimoniale non gli sembravano poter far parte della sua vita.
Un sussurro, quasi un gemito morente, gli fece accapponare la pelle,
c'era qualcuno sotto le coperte!
Terrorizzato Mr Scrooge trovò il coraggio di avvicinarsi al
capezzale del moribondo, provando una fitta al cuore quando si
riconobbe nel pover'uomo consunto e dagli occhi scavati ed imploranti.
- Devo cercare aiuto! - Si disse, - Se mi sono sposato ed ho
usato tutti i
miei soldi avrò di sicuro una moglie e dei domestici, loro mi
aiuteranno!
Cominciò a cercare di stanza in stanza, sperando di
trovare qualcuno per soccorrere il povero lui-stesso-del-futuro, ma
oltre a molti costosi ninnoli, la casa era vuota.
Quando ormai non sapeva più come fare, sentì delle risate
provenire dal giardino, dove uscì di corsa trovando la stessa
donna che gli era apparsa poco prima, ma stavolta in carne e ossa,
stava sguazzando in una bella piscina assieme ad un macho palestrato e
depilato.
- Oh RRRamon, como me gusti! - Diceva lei, stringendosi al torace
muscoloso di lui.
- Mi querida, no star cossì vicina, tu marito
potrebbe vederci - Spiegò lui allarmato.
Lei rispose con una risatina.
- Quel vecchio no può uscir da solo
dal letto, estas tuto el tiempo lassù, da solo, mentre noi ci
gustiamo el suo dinero! Piensa que l'aveva risparrrmiato da
cossì tanto tiempo... Ed ora è tutto por nos otros!
I due scoppiarono in una risata complice e sudamericana, che si
riconosce perché invece di avere le h, ha le j, una cosa tipo:
ajajajajajaja!
Scrooge non ebbe il tempo di elaborare quanto aveva sentito, gli
bastava sapere che al piano di sopra lo Scrooge del futuro aveva
bisogno d'aiuto e che quei due erano gli unici a poter fare qualcosa.
- Hey voi, dovete correre al secondo piano! - Gridò rivolto agli
amanti in piscina, che si stavano scambiando baci appassionati e
roventi, stile telenovelas argentine.
- Mi sentite??? - Gridò ancora con tutto il fiato che aveva in corpo.
La donna si staccò per un attimo dal muscoloso compagno.
- RRRRamon, entiendes? Siento como una voce que me hllama.
I due
rimasero per un attimo in ascolto, mentre Scrooge si sgolava, urlando
che al piano di sopra Scrooge aveva bisogno di soccorso.
RRRamon strinse più forte la donna sudamericana.
- No es nada,
solo el viento! - Disse prima di riprendere le sue occupazioni
multilinguistiche.
Scrooge non si era mai sentito tanto impotente, aveva sposato quella
donna che ora, invece di correre al suo capezzale se la stava spassando
in piscina, nella piscina che aveva pagato con i soldi duramente
guadagnati e risparmiati per anni, con un amante portoricano. Smise di
agitarsi, sapeva che non sarebbe servito a nulla, la sua era una
presenza in più, non poteva realmente interagire con le persone
del suo futuro. Guardò con le lacrime agli occhi la finestra
della sua camera da letto, provando una rabbia indicibile, non avrebbe
permesso che quella sgualdrina formosa si prendesse tutti i suoi soldi,
non aveva senso risparmiare tanto facendo soffire le tre nipotine ed i
fedeli dipendenti solo perché una donnaccia li dilapidasse con
il suo RRRamon!
Decise che da quel giorno le cose sarebbero state diverse, Scrooge
avrebbe smesso di essere avaro!
Quella mattina Scrooge si svegliò di botto, in un impeto di entusiasmo
che mai si era sentito in tutta la sua vita!
Si guardò attorno, e vide che era nel suo letto, il sole era
entrato dalla finestra, e gli uccellini picchettavano il davanzale
coperto di neve. Era dunque stato un sogno? Un solo, semplice sogno?
Eppure il cuore del vecchio batteva ancora forte, lo spavento era stato
davvero tremendo. I suoi soldi dilapidati, la sua vita finita, e anche
i personaggi della fiaba non se la passavano bene. La fiaba!
Verrà distribuita oggi!
- Non posso lasciarla così com è! Bisogna assolutamente aggiungere un
lieto fine!
Così dicendo il vecchio saltò giù dal letto, e si
vestì alla veloce e si fiondò fuori di casa.
La porta dello Studio di CineNarrazione AudioVisiva Fiabesca Scrooge si
aprì di scatto, e Roger sobbalzò nel trovare il suo
principale con il fiaton.
L'assistente balzò in piedi dallo spavento e tutto tremante
allungò le braccia con la bobina della fiaba impacchettata.
- E-ecco capo! La fiaba pronta per essere distribuita.
- Disimpacchettala subito, dannato Roger! Manca il lieto fine! - tuonò
Scrooge.
Roger sobbalzò: non credeva alle sue orecchie.
- M-ma ieri avevate detto... -
- Ieri era Ieri! OGGI, anzi, ORA voglio che metti la cinepresa in
azione, mentre io scrivo il finale, e vai SUBITO a prendere le mie
adorate nipotine! Voglio che tu e loro siate i primi a sentire la fine
di questa storia! -
Roger continuava a non capire, ma preferì non discutere:
già credeva che fosse un sogno quell'improvviso ripensamento di
Scrooge, preferì non forzare la fortuna nel cercare una
spiegazione all'evento. Tuttavia, si concese un sorriso e disse:
- Buon Natale, Mr. Scrooge.
Scrooge non lo stava ascoltando. Era tutto occupato nel creare.
Un pò di tempo dopo, la porta dello studio di riaprì, e
Katrìne, Tessàige e Devilfère entrarono, ansimando.
- Ma è vero, Zio Blackie, quello che ha detto Roger? - chiese
timidamente Devilfère.
- Tempismo perfetto, care nipoti. E' pronto! - Si girò Blackie con il
foglio pronto e la sedia.
Fu assalito in un poderoso abbraccio dalle tre ragazzine festanti, con
tale foga quasi da fare ribaltare la sedia.
Roger battè le mani dall'entusiasmo e commentò:
- E' il miracolo del Natale.
Alla parola 'Natale' Scrooge ebbe un moto di nervosismo: ormai era
abituato a disprezzare quella parola, ma aveva fatto una promessa, e
ricacciò tutto dentro.
Zio Scrooge infilò gli occhiali, e le nipotine si sciolsero in
un coro di acclamazione: era il momento che avevano tanto atteso.
Con la cinepresa pronta, le nipotine sulle loro seggioline in
trepitante attesa, Roger pronto a narrare e Mr. Scrooge a vegliare su
tutti.
- Ciak! Roger, scena finale!
Biankateneve nel cristallo, cadaverico pallore
assistita dai nani, e passavan
le ore
Googolo intanto, avea decretato
che soltanto un principe
avrebbe svegliato
con un bacio sulle labbra
sfiorato
Il prode Marchingnolo offreasi
candidato
ma tempestivamente dai compagni
fermato
"Manco sei un principe,
debosciato arrapato"
tuonò Carloloc "Mi fai sempre
gran rabbia,
e ricorda che il bacio, non va
su *quelle altre* labbra."
Ma fortuna volle che da li a
poco,
nuovo di pacca
si presentò un principe...
... "Il Principe Cacca"
In realtà era 'Arcanic' ma poi
il soprannome
che gli venne dato, per lo
sproloquione
che usava parlare.
"Ma pork.. Ma caz... Ma Vaffa
mi petasse una giraffa
lei non voglio, è pure cessa
a me piace solo, lo mio
specchio Tessa.
Son tornato dalla Spagna
Vili figli di una Cagna
Pensavo di trovar cuccagna
e invece mi ritrovo sta lagna"
Per risposta, nella teca la
Gnocca
mosse in disgusto la sua bocca.
"Neanche lei ti vuole pare"
disse Googolo-tuttofare
"Ma anche se parli da buzzurro
a noi servi come
principe azzurro"
Quel principe era
blasfemo
ma di certo non uno scemo
e pensa, pensa e
bestemmione
ecco che arriva la
soluzione!
"Porco qui e Porco Zio
Vi presento il
cugino mio
che anch'egli
principe è
nomato Sephiroth,
va beh
forse c è qualche
problema di fondo
che non è un
principe azzurro a tutto tondo?"
Giacchè la ragazza
per tutta risposta
dentro la teca
applaudiva senza sosta
I nani conclusero:
"E' la persona giusta".
E così al posto di
un principe azzurro
su di cavalli
bianchi
Arrivò il nemico
di uno spadaccino azzurro
con i
capelli,lunghi e bianchi
Convolarono a
nozze, e un saluto ai nani
Lasciamo
Biankateneve, con Sephiroth per le mani.
E' arrivato Natale
intanto
i soliti nani,
insieme, ma non per vanto
stanno ancora mogi
mogi, e il solito canto
"Un Natale tra
soli maschi fa SCHIFO!"
E tutti annuirono
afflitti
Ma con loro
Marchingnolo che si ricordò
E per appianare i
conflitti
Con i suoi
compagni e con Carlolòc
confidò a tutti
quanti
che in effetti una
donna vi era
e in mezzo a mille
vanti
con Biankateneve
via per nozze, ora la più bella lei era
E anche il Natale
al castello felice fu
Matrigna Devil
ammirata da tutta la tribù
con l'ego alle
stelle, e le proposte sconce
arrossiva anche un
poco, che dolce, sulle guance!
E anche Tessa
Specchio risplendeva
dei sorrisi che la
gente gli mostrava.
Che fine fece Junta? Ovviamente,
viste le misure grosse che era
riuscito a racimolare con l'ultima caccia, andò a fare i Safari,
a cacciare pachidermiche poppe. Tali che tra quarta, quinta o sesta,
era sempre su di giri, e non ebbe problemi a innestare la leva del
cambio.
Qui finisce il canto di Natale, mentre vediamo Scrooge a festeggiare,
con le adorate nipotine, simpatiche e carine, con Roger loquace dallo
spirito sagace. E qua vi salutiamo, con buon Natale e un simpatico Buon
anno.
E la morale del giorno è:
"A stare con Marchingnolo sotto il vischio,
lo fai esclusivamente a tuo rischio".
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