Angela
Angela stava uscendo da scuola come al solito di
fretta nel tentativo di non perdere il tram. Aveva appena smesso di piovere e
le pozzanghere rendevano accidentata la corsa verso la fermata; fermata che
Angela non avrebbe raggiunto in tempo per prendere la 3. E così, anche quel
giorno da quando avevano cambiato gli orari, perse l’unico mezzo che le avrebbe
potuto risparmiare una lunga passeggiata.
Sarebbe arrivata a casa tardi, il padre l’avrebbe
rimproverata per il ritardo e la nonna per i capelli troppo
lunghi o troppo corti. E se non erano i capelli avrebbe trovato qualcos’altro
da criticare nell’abbigliamento.
Il pranzo passò lentamente con il padre che cercava di
comunicare con la domestica russa (che di italiano diceva e capiva solo “Buongiorno”
e “Buonasera”) e la nonna che blaterava del problema della maleducazione degli
adolescenti gettando sguardi provocatori verso
Angela.
Ma ormai Angela non rispondeva più a quelle
provocazioni e teneva lo sguardo fisso sul piatto di minestra con la ricotta
che aveva davanti. Contava i cucchiai che impiegava per finire la minestra,
cercava di sentire nella testa un motivetto rock per non sentire gli sproloqui
della nonna e contava i secondi aspettando la fine del pranzo. Fu dura resistere
tre quarti d’ora seduta a tavola, ma alla fine poté
sgattaiolare in camera sua e chiudere fuori il resto del mondo.
La sua camera, il suo rifugio a cui nessuno poteva
avere accesso, oggi le sembrava particolarmente bella. La scrivania era in
disordine come al solito con astucci, colori e fogli che aspettavano solo di
essere utilizzati; album e cartelle piene di disegni e scarabocchi (più
scarabocchi che disegni). La sua libreria non era messa meglio: due piani erano
dedicati ai libri e ai quaderni di scuola, il resto straripava di manga e
fumetti di ogni genere. Collezioni, numeri singoli, quadernini con appunti di
futuri acuisti. Angela avrebbe potuto aprire una fumetteria.
Era quello il suo mondo. Creato dalla sua fantasia,
lontano dal modo reale, inesistente agli occhi degli altri ma vicinissimo per lei.
Era così Angela: sognatrice e nemica del reale. Aveva pochi amici e la classe
in cui si trovava non la considerava. Anzi, la ignorava proprio. Si sentiva
trasparente, e l’unica con cui scambiasse qualche parola era solo la sua
compagna di banco Margherita, una ragazza antipatica e anche un po’ oca. Era
sempre stato così in tutte le classi, era sempre stata più o meno sola.
Quell’anno le era andata anche peggio rispetto ai precedenti, poiché odiava sinceramente
quasi tutti i componenti della sua classe. Ragazzi snob, volgari, ubriaconi;
compagne pettegole, “puttane” e altrettanto insopportabili, troppo comode sul
loro piedistallo per poter considerare alla loro altezza chi non vestiva
firmato. E Angela non badava troppo al vestire. Portava sempre i soliti jeans,
varie magliette tutte anonime e per nulla vistose. I soliti capelli castano
scuro alle spalle e gli occhiali bianchi e neri che incorniciavano gli occhi a
mandorla. Sempre la stessa, anonima ragazza che non si nota e non si fa sentire;
sempre la stessa, goffa ragazza che si imbarazza per le cose più sciocche ma
non diventa mai rossa. Sempre in cerca di un cantuccio nel quale nascondersi,
sempre in cerca di nuove storie da immaginare e di speranze che i suoi sogni
sarebbero un giorno divenuti realtà. Forse è proprio questa speranza che avrebbe
fatto avverare il suo desiderio. Una speranza che ardeva forte e vera che le
avrebbe regalato un “sogno”.
Abbiamo lasciato Angela in camera sua sopravissuta ad
un pranzo da dimenticare ma ora finalmente da sola. Appoggiò il cappotto e la
borsa e si sedette alla scrivania con l’ultimo numero de “I cavalieri dello
zodiaco episodi G”. L’aveva comperato il giorno prima e aveva resistito
faticosamente alla tentazione di leggerlo per lasciarselo così all’indomani.
23° volume, finalmente, dopo mesi di attesa. Era il suo manga preferito in
assoluto, lo adorava quasi quanto il suo creatore (Masami Kurumada). Il suo
sogno era diventare una grande disegnatrice e creare una storia più avvincente
di quella dei Cavalieri, ma ormai lo vedeva come un sogno impossibile. Non
poteva competere con il genio e il fascino della storia di Kurumada, era
impossibile. E così si ritrovava a “sognare di realizzare il suo
sogno”…patetico.
Aprì il volumetto e cominciò a leggere. Episode G
(ovvero Gold poiché parla dei cavalieri d’oro) le aveva fatto sempre una strana
sensazione, probabilmente per il tratto ipercinetico ma non sgradito del
disegnatore Okada. Non poteva mai fare a meno di ricordarsi i disegni
dell’anime, che ammirava sempre, o di pensare invece al diverso stile della
Teshirogi (I cavalieri dello zodiaco “the lost canvas” il mito di Ade) che
sentiva più vicino al suo. Si chiedeva sempre se un giorno sarebbe riuscita a
disegnare così e sempre una vocina dentro di lei le rispondeva acida - No,
nemmeno tra tre secoli. -
Se Angela avesse saputo che una storia
“da raccontare” la stava per vivere…altro che disegno!
Note d’Autrice
Eccomiiiiiiiiiiii, con un’altra fan fiction!
Mi serviva questo capitolo come introduzione, per parlare un po’ della
protagonista. Devo ammettere che un po’ la invidio, con quello che ho in
programma per lei…no, non posso dire niente! Devo controllarmi!!!
Ho fatto a cazzotti con me stessa prima di
mettere la fic su efp…avevo idee e non sapevo come fare a scegliere! Alla fine
ho optato per una, ma…è stata davvero dura!
Ma stavo dicendo, questo capitolo mi serviva
per parlare un po’ della protagonista; cosa fa, la sua famiglia, il suo essere
sognatrice. Si, l’Angela che vi ho cominciato a descrivere è una ragazza
apparentemente semplice ma in fondo molto complicata. E in questa avventura
scoprirà dei nuovi lati di se stessa, imparerà…no, mi sto sbottonando troppo!
Dovrete aspettare i capitoli che verranno! Io ADORO i Cavalieri dello Zodiaco e
mi farò in quattro per cercare di soddisfarvi! Al prossimo incontro!!
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