Salve a tutti. Innanzi
tutto volevo ringraziare chiunque abbia avuto il
coraggio di leggere questa mia fanfic!!! Davvero grazie di cuore!!! Ho pensato
a un seguito di Escaflowne perché mi è un po’ rimasto sullo stomaco la
separazione tra Van e Hitomi. Ho intenzione di farlo a più capitoli, ancora non
so quanti, e non ho ben chiare le idee dello svolgimento…verranno da sé come
sempre. Mi piacerebbe che mi lasciaste un segno del vostro passaggio con dei
consigli su come migliorare…Spero di aggiornare presto…Bè adesso basta parlare,
lasciamo spazio alla storia…passo e chiudo.
Un abbraccio! ^^
Per non lasciarti
più
Cap 1-
Inaspettatamente su Gaea
Il vento le
scompigliava i capelli corti mentre era assorta nei suoi pensieri.
-Ehi, senpai Kanzaki! Tu sei brava a leggere i tarocchi,
perché non le predici il futuro?- la ragazza smise per
un istante di guardare il mare. Sorrise all’amica.
-Ho
deciso di smettere di leggere le carte- le disse – Mi dispiace molto-
dopodiché tornò con lo sguardo fisso sugli scogli davanti a sé. Le onde
s’infrangevano su di essi dando sostanza a della
candida spuma di mare. Sembrava così attenta a guardare. Ma in realtà i suoi
pensieri erano ben più lontani di quanto chiunque potesse
immaginare…
-Come invidio senpai
Yukari- stava dicendo la ragazza di prima –Forma una
coppia perfetta con senpai Amano!- ma le parole giungevano a Hitomi lontane,
ovattate.
Improvvisamente
davanti a lei, su quegli scogli che fissava con tanta intensità ma anche così
distrattamente, comparve lui. Il suo angelo dalle iridi
scure, i capelli scompigliati e due ali di piume candide. Al collo
portava il suo ciondolo. Quello che lei gli aveva lasciato nella speranza di
poterlo rivedere ancora. Brillava alla luce del
tramonto. Lei lo guardò incantata e stupita per un istante. Lui le sorrise. Il
suo sorriso così dolce e sereno.
-Van…- mormorò. La
vista le si annebbiò per un istante a causa di alcune
lacrime che tentava ormai da giorni di nascondere. Chiuse gli occhi e ingoiò il
magone che le era salito alla gola. Scacciò le lacrime
e riaprì gli occhi. Verdi, limpidi -…non preoccuparti…sto bene.- disse
sorridendo, ma ormai l’immagine di quell’angelo era già svanita.
- Hitomi Kanzaki!!!- urlò furiosa Yukari alla sua amica che stava
tranquillamente studiando china sul suo libro di letteratura. Alzò di scatto la
testa e si scusò immediatamente.
- Perdonami
Yukari…hai ragione stavo sonnecchiando…scusami, so che
devo impegnarmi, giuro che…- ma l’amica la zittì con l’indice alzato.
- No, no…non si
tratta di questo.-
- E
di cosa allora?- si stupì l’altra.
Per tutta risposta Yukari, le puntò l’indice contro – Si può sapere come ti è venuto in mente di respingere il senpai
Hiroshi? Perché si è dichiarato a te ieri giusto, ti ha chiesto di uscire no?-
- E
tu come fai a saperlo?- le chiese Hitomi tornando a sedersi.
- Ho le mie fonti.-
rivelò saccente l’altra.
- Te l’ha detto il senpai Amano vero?-
- Bè…si!- ammise.
- Altro che fonti e
fonti…per forza…il senpai Hirosi e il senpai Amano sono migliori amici.-
Yukari si alzò di scatto dalla sedia, e per l’ennesima volta
le puntò l’indice sul naso – E non cambiare discorso con me signorinella…ora
esigo delle spiegazioni, sono la tua migliore amica no?-
Hitomi sospirò ed
iniziò a sfogliare il libro. Quell’anno avevano gli esami di fine liceo e lei
non aveva affatto voglia di studiare – Bè, perché no.- disse semplicemente.
- Che razza di
risposta è “ perché no” ? Cosa
non va in Hiroshi? E’ semplicemente perfetto, è bello, è un ottimo studente, è
simpatico, atletico…- ed iniziò ad elencare una bella lista dei suoi pregi
passando senza accorgersene a quelli del senpai Amano -…che ovviamente non può
essere brillante quanto Susumu e…- Hitomi la interruppe – Ma non stavi parlando del senpai Hiroshi? Perché ti sei messa a
farmi l’elenco dei pregi del tuo ragazzo?-
L’amica arrossì e si
scusò subito – Mi spiace Hitomi, mi lascio trascinare facilmente.-
Hitomi si stiracchiò la schiena mandando indietro la testa –
Adesso che non potete vedervi a scuola sarà dura per
voi…o no?-
- Oh no, in qualche
modo riusciamo sempre a vederci almeno una volta alla
settimana…ma qua non stiamo parlando di me…-
La ragazza sospirò
rumorosamente. Capì di non avere scampo. – Non lo so Yukari…il senpai Hiroshi è
molto simpatico e tutto il resto…però…- si fermò un istante - …non voglio
uscire con un ragazzo solo perché lui prova un po’ d’interesse nei miei
confronti.-
Yukari si sporse sul banco – Dimmi la verità Hitomi…c’è già qualcun
altro di cui sei innamorata? Sai che a me puoi dirlo…-
Hitomi si alzò dalla
sedia e si diresse alla finestra. Era il tramonto e il sole brillava d’un rosso acceso rispecchiandosi e rifrangendo i suoi raggi
sul mare. Guardò più in alto, dove il cielo si stava facendo già scuro, e vide
la luna seppur ancora lieve e poco visibile.
- Si Yukari…scusami
se non te ne ho mai parlato…- ammise infine.
L’amica spalancò gli
occhi per la sorpresa – E chi è?-
- Mi spiace, ma non
posso dirtelo…perdonami…-
Stavano camminando
verso la stazione. Ormai era quasi buio e l’autunno iniziava a farsi sentire
con il suo vento freddo che scompigliava i capelli di Hitomi, adesso lunghi fin
sotto le spalle.
Aveva deciso di
farseli crescere per poter dimenticare più facilmente ciò che le era accaduto 3
anni prima. I primi tempi, tutte le volte che si guardava allo specchio, le
tornavano alla mente ricordi troppo dolorosi e per
questo decise di farseli crescere. Ormai aveva perso le speranze e ricordare le
faceva troppo male.
- Ehi Hitomi! Ma dove hai la testa?- si sentì una pacca improvvisa sulla
spalla. Guardò Yukari che la fissava di traverso e si sentì morire per
l’imbarazzo nel trovarsi Hiroshi davanti.
- Cos’è adesso eviti anche di parlarmi dopo quanto successo ieri?-
chiese lui sorridendo.
Hitomi arrossì ancora di più – Mi…mi
dispiace molto…- balbettò imbarazzata chinando la testa. Per tutta
risposta Hiroshi scoppiò in una risata compiaciuta –
Accidenti mi hai preso sul serio? Io scherzavo…evidentemente devi essere
molto affaticata per via del troppo studio Hitomi!- la guardò divertito, come
sempre faceva lo sbruffone – Ehi ragazze, vi va di andare in un bar a bere
qualcosa?-
Yukari, che si era
messa a ridere anche lei, s’interruppe guardando l’orologio – Ah mi fermerei volentieri ma devo correre o perderò il treno.
Andate voi due tanto credo che avrete da chiarire.- salutò con un cenno della
mano e schizzò via correndo urlando i saluti a
entrambi.
Dopo qualche secondo
di silenzio imbarazzato i due decisero per una bibita nel bar dove andavano di
solito tutti assieme.
Per tutto il
tragitto non articolarono parola e quando entrarono
nel bar la ragazza andò a sedersi mentre lui ordinava da bere al bancone. Quando la raggiunse, la trovò assorta nel guardare la luna
piena, come se il suo spirito fosse altrove.
- Tieni Hitomi – le
porse la lattina mettendogliela sotto al naso. Lei
mormorò un piccolo “grazie” e tornò a guardare fuori dalla
finestra.
Hiroshi decise
d’interrompere quel silenzio snervante. Era sempre andato tutto bene fra di loro, Si conoscevano fin dalle medie ma la loro
amicizia si era approfondita nel corso di quei 3 anni grazie all’amico che
avevano in comune, Susumu Amano. Era stato talmente sicuro che Hitomi corrispondesse i suoi sentimenti che non ci aveva riflettuto
troppo nel confessarglieli. E invece era rimasto sconvolto dalla reazione di lei. Un inchino col capo,
com’era solita fare quando chiedeva scusa, e un lieve “mi dispiace” appena
udibile alle sue orecchie. Poi era corsa via lasciandolo lì come una
statuetta di cera a chiedersi il motivo di quel rifiuto.
Ci aveva riflettuto
tutta la notte ed infine era giunto alla conclusione
che mostrarsi a lei mesto e triste non avrebbe migliorato le cose, anzi con
ogni probabilità le avrebbe peggiorate. Però voleva
una spiegazione plausibile su quel “no”.
- Hitomi, puoi
ascoltarmi per dieci secondi?- più che una domanda sembrava un ordine e la
ragazza lo guardò sgranando gli occhi.
- C-certo…- rispose
e si chiese se infine, era riuscita a farsi odiare anche da lui.
Come se gli avesse
letto nel pensiero lui iniziò a parlare – Hitomi, io
non ti odio per quello che è successo ieri e non lo farò mai. Sei mia amica da
molti anni, ormai ti conosco bene e so che ti senti in colpa, ma non devi. So,
che se hai rifiutato, sicuramente è stato per un buon motivo. Però…- esitò un attimo -…però vorrei solamente che tu mi
dicessi quale sia questo motivo. Credo di avere il diritto di sapere, per quale
ragione tu non abbia accettato di uscire con me. Non
voglio obbligarti in nessun modo, sai che non lo farei mai…voglio solo…-
s’interruppe di nuovo come per cercare le parole adatte -…ho bisogno di
saperlo, anche per potermi mettere il cuore in pace, capisci? Per poter
smettere di provare quello che provo…senza diventare assillante per
te…qualsiasi…- Hitomi vide che iniziava a incespicare
per trovare le parole -…qualsiasi esso sia, per me andrà bene, non ti reputerò
una ragazza superficiale…e non lo rivelerò se è questo che…-
Ma
Hitomi fu più svelta -…scusami…- bisbigliò -…hai ragione, il mio comportamento
non è stato corretto nei tuoi confronti, che invece sei stato così sincero con
me. Adesso anche io sarò sincera e ti dirò tutto…- sorrise gentilmente -…vedi
Hiroshi, io ti sono molto affezionata. Sei il mio migliore amico, mi ascolti,
mi consoli, mi fai ridere…davvero ti voglio molto bene, credimi…- si fermò un
attimo -…però, non posso corrispondere quello che provi…-
- Sei
innamorata di un altro? E’ questo il motivo?- disse
lui all’improvviso. Lei riuscì solo ad annuire
lievemente abbassando lo sguardo, come se avesse il timore di parlarne. Hiroshi
si appoggiò allo schienale della sedia e bevve un sorso dalla sua lattina.
Aveva la gola riarsa.
- Ti ricordi, 3 anni
fa, che a scuola si parlò di un lampo di luce azzurro nel campo sportivo?- gli chiese Hitomi senza alzare lo sguardo
Lui si sorprese di
quella domanda improvvisa – Quello che video Yukari e Susumu?- le chiese a sua
volta. Hitomi annuì di nuovo.
- E
ti ricordi del mio improvviso allontanamento da scuola per un lungo periodo?-
chiese ancora Hitomi.
- Certo…tua madre
disse che eri andata all’estero da alcuni parenti, per alcuni problemi
familiari…- non riusciva proprio a capire cosa c’entrassero adesso eventi di 3
anni prima. Insomma, stavano parlando di loro, non gli importava nulla di 3
anni prima – Perché tutte questa domande adesso?-
Lei finalmente alzò lo sguardo – Non sono affatto andata all’estero…- lui
non riusciva proprio a capire. Ma prima che potesse dire qualcosa la ragazza continuò -…3 anni fa…io…-
Improvvisamente
davanti a lei Hiroshi svanì. Tutto divenne buio. Si trovava in un luogo che non
conosceva…o forse si? Possibile che si trovasse su Gaea?
Non riusciva a
capirlo. Il cielo era scuro e non si vedevano né la luna né nient’altro. Ma era veramente il cielo quello sopra di lei?
Tutta quell’oscurità le causava un forte senso d’angoscia,
come se da un momento all’altro dovesse accadere qualcosa di terribile. Sentì
un rumore assordante alle sue spalle, come di qualcosa che si sgretola,
qualcosa di molto grande, come una montagna seguito da
un boato terribile. Hitomi iniziò a cadere, a cadere, a cadere…quando una mano
salda l’afferrò. Aprì gli occhi e vide davanti a lei una splendida figura con
le ali d’angelo che la teneva dolcemente per mano. Lei non poté fare a meno di
sorridere nel vederlo.
L’aveva
di nuovo salvata…per l’ennesima volta lui l’aveva salvata!
Tese l’altra mano verso di lui, a sfiorargli il viso, per
sentire che era vivo, che era davvero davanti a lei, ma non appena lo toccò
l’angelo lasciò la presa e scomparve. Attorno a lei l’oscurità prese
improvvisamente un colore che la ragazza conosceva fin troppo bene.
Rosso.
Rosso come il sangue.
Hitomi cadde
precipitosamente. Una caduta che sembrava non avere mai fine.
Dov’era? Cosa
stava succedendo? Non riusciva a capirlo…Poi la sua caduta
ebbe fine.
Quando aprì gli occhi si trovava in
una vasta landa. Era immensa. Lei stava sulla cime di
una collina e poteva vedere con chiarezza cosa accadeva nella distesa.
Decine e decine di
Guymelef. Si, quelli erano proprio i guymelef di Gaea.
Combattevano fra di loro, si
uccidevano a vicenda. E lo stesso facevano gli uomini.
Si trafiggevano con le spade, arti che si staccavano dai loro corpi, urla di
dolore…era un’altra guerra!
Hitomi si coprì le orecchie per non sentire quei gridi disperati, serrò
gli occhi. Non poteva accadere di nuovo, non voleva
avere queste visioni di morte.
All’improvviso una mano le si appoggiò
forte sulla spalla. Lei si spaventò e tento di
liberarsi dalla presa, ma era troppo forte per lei. Quando
si voltò non riuscì a credere ai propri occhi.
- Signor Folken!!!- gridò guardandolo stupefatta – Ma voi siete morto…com’è
possibile? Cosa sta accadendo?-
Folken la guardò
negli occhi, con tristezza.
- Solo tu puoi aiutarlo – disse semplicemente – Nessun altro può
salvarlo…solo tu, ragazza della Luna
dell’Illusione…fa presto…- la strinse con una tale forza per le spalle che
sentì un dolore lancinante. Poi Folken scomparve. Lei cadde a terra, stremata.
Al suo fianco
comparvero due figure. Stavano combattendo con la spada. Poi una delle due si
librò in volo lasciando dietro di sé una scia di piume candide.
Non poteva che essere lui.
- Van!!!- urlò Hitomi. Lui si voltò a guardarla e dopo un attimo
il suo viso si trasfigurò in un urlo disumano. C’era anche del sangue su tutto
il suo corpo.
- Hi…Hitomi…- riuscì
appena a dire, prima di iniziare una lunga caduta verso la terra, esanime.
La ragazza urlò.
Urlò di disperazione, con tutto il fiato che aveva in corpo…
Quando
Hitomi, dopo che sembrava aver perso conoscenza per avariati minuti, iniziò a
gridare a Hiroshi prese il panico.
- Hitomi!- le
gridava nel tentativo di farla tornare in se – Hitomi che ti succede?- sembrava
impazzita. Improvvisamente tornò in sé e lo guardò con aria stralunata ma
soprattutto terrorizzata.
Continuava a tremare, ma non per il freddo, bensì per la
paura.
- Hitomi? Mi
riconosci?- le chiese stupidamente, quando si accorse che la ragazza stava
mormorando qualcosa – Cosa stai dicendo?-
Lei si alzò in piedi
e uscì fuori dal locale urlando solo – Devo andare da
lui!-
Hiroshi le corse dietro, preso dal
panico, ma lei correva troppo veloce. Per un attimo credette di
averla perduta, quando con la coda dell’occhio, vide la sua figura
salire le scale che portavano al tempio li vicino. Prese fiato
e la rincorse fin in cima.
Hitomi era al centro
del piazzale e guardava la luna assorta. Sembrava stesse
pregando, invocando qualche spirito.
- Discendenti del
popolo di Atlantide, vi scongiuro. Donatemi un
briciolo dei vostri poteri e realizzate questo mio desiderio…- si fermò per
riprendere fiato -…fatemi tornare sul pianeta di Gaea!-
Una colonna di luce
azzurra l’avvolse. Hiroshi sembrò sconvolto nel vedere quello spettacolo. La
colonna arrivava fno alla luna, anzi, vi andava dietro.
Hitomi iniziò a fluttuare nell’aria e lui, senza pensarci
due volte, le andò dietro, buttandosi nella colonna di luce…
Freddo. Sentiva
freddo, e fu questo a svegliarlo. Aprì gli occhi e lentamente mise a fuoco la
figura in piedi davanti a lui.
- Hitomi!- esclamò
alzandosi. La testa gli girò e perse per un attimo l’equilibrio. La ragazza fu
svelta a sorreggerlo. Piangeva.
- Perdonami
Hiroshi…ti ho trascinato con me…-
Ma lui non capiva. Allora Hitomi continuò la frase interrotta al bar -…io 3 anni fa, sono
stata trasportata in un altro mondo da un fascio di luce azzurra…- Hiroshi
sembrava ancora non comprendere -…sul mondo di Gaea…- continuò lei -…un mondo
dove la luna e la Terra si stagliano nel cielo costantemente.-
Solo allora lui
guardò il cielo.
Nell’oscurità della
notte,la luna e la Terra brillavano di una luce
intensa che quasi lo accecava.