Alma
desnuda.
«Soy
un alma desnuda en estos versos,
Alma
desnuda que angustiada y sola
Va
dejando sus pétalos dispersos.
Alma
que puede ser una amapola,
Que
puede ser un lirio, una violeta,
Un
peñasco, una selva y una ola.
Alma
que como el viento vaga inquieta
Y
ruge cuando está sobre los mares,
Y
duerme dulcemente en una grieta.
Alma
que adora sobre sus altares,
Dioses
que no se bajan a cegarla;
Alma
que no conoce valladares.
Alma
que fuera fácil dominarla
Con
sólo un corazón que se partiera
Para
en su sangre cálida regarla.
Alma
que cuando está en la primavera
Dice
al invierno que demora: vuelve,
Caiga
tu nieve sobre la pradera.
Alma
que cuando nieva se disuelve
En
tristezas, clamando por las rosas
con
que la primavera nos envuelve.
Alma
que a ratos suelta mariposas
A
campo abierto, sin fijar distancia,
Y
les dice: libad sobre las cosas.
Alma
que ha de morir de una fragancia
De
un suspiro, de un verso en que se ruega,
Sin
perder, a poderlo, su elegancia.
Alma
que nada sabe y todo niega
Y
negando lo bueno el bien propicia
Porque
es negando como más se entrega.
Alma
que suele haber como delicia
Palpar
las almas, despreciar la huella,
Y
sentir en la mano una caricia.
Alma
que siempre disconforme de ella,
Como
los vientos vaga, corre y gira;
Alma
que sangra y sin cesar delira
Por
ser el buque en marcha de la estrella.»
Alma
desnuda, Alfonsina Storni.
La vita per molti individui
è un continuo susseguirsi di incessanti passi verso una via
che
conducono spesso a un vagare negli oblianti meandri della lussuria,
forse il più viscerale dei peccati umani.
Così terreno, così
impulsivo, spesso passionale al punto da permettere la collisione di
sensi appagati come mai erano stati fino a quel momento.
Tutto può diventare parte
di un turbinio, anzi, un vortice dal quale si veniva risucchiati
dapprima grazie a felpati passi sinuosi, come quelli di un gatto, per
poi risvegliarsi come una fiera capace di appagarsi appieno delle
anime che le vengono porte come pasto quotidiano.
La linea del corpo umano,
definita, marcata e impressa in ogni morbida curva femminile o in
quelle a volte più spigolose di un uomo – anche se
questa non è
da considerarsi come una regola effettiva – come anche in uno
scintillio di iridi colorate e delle armoniche palpebre,
un'increspatura di labbra di ogni seducente sorriso, sa come essere
un perfetto velo avvolgente lo spirito degli esseri umani.
Esseri umani che si lasciano
avvincere dai loro istinti, di natura animalesca, capaci di annullare
in un istante una volontà non già molto forte di
per sé e ancora
più indebolita da quel senso di dominazione dei loro innati
impulsi.
Tornando alla sua agenzia,
con passo sicuro e deciso, Dante rifletteva su come lo spirito
potesse essere così vacillante e pieno di incertezze, e, in
alcuni
casi conducente a un famoso punto di non ritorno, che coincideva al
non sapersi più dominare e diventare alla fine schiavi di un
qualcosa che aveva avuto ormai la meglio sulla ragione, prerogativa
del tutto umana.
Si era appostato all'angolo
di un night-club, dove supponeva che un demone potesse agire
indisturbato quella sera.
Le sue congetture si erano
rivelate giuste, così anche come l'ipotesi di un modus
operandi.
Lo
aveva detto alcune ore prima a Lucia
«Per
questo lavoro non c'è bisogno che venga anche tu, ho
già immaginato
tutto. Questo tizio agisce secondo alcune determinate fasi: osservare
le ballerine e le spogliarelliste del locale, puntarne una, offrirle
da bere, usare modi affabili e gentili per abbassare la guardia della
donna, fare da accompagnatore, portarle a casa per poi violentarle e,
nel caso, ucciderle o nutrirsene.»
La
replica sarcastica della ragazza, che lo accusava bonariamente di
essere un fan più sfegatato di lei di romanzi thriller e
polizieschi
dandogli del detective Bosch, non si fece attendere più di
tanto; il
cacciatore di demone la ricordava bene, ma quello che aveva
maggiormente impresso nella mente e sotto la pelle erano stati il
morbido abbraccio di Lucia e le sue parole: «Torna presto e,
mi
raccomando, stai attento.»
Dante,
in tutta la sua vita, aveva avuto modo di conoscere più
realtà,
varie e molteplici.
Aveva
fatto molte esperienze e aveva imparato che le persone possono essere
nude in più modi, per la precisione due, del tutto
dissonanti e
opposte.
La più ovvia e facile
rispondeva alla categoria di quella fisica; anche in quel locale non
mancavano di certo donne procaci e provocanti che sapevano bene come
irretire qualcuno con movenze e atteggiamenti.
Aveva conosciuto donne molto
belle e vestite solo della loro cute, anche colleghe che facevano
girare la testa a ogni uomo che incrociava anche solo il loro
sguardo, in un attimo che durava un battito di ciglia.
Ma nessuna di esse aveva
fatto capitolare lui, figuriamoci se avevano scosso le corde del suo
cuore.
Invece quando egli vide una
nervosa Lucia che lo aspettava sulla soglia della Devil May Cry, non
poté fare a meno di stupirsi di lei, che lo
abbracciò per poi
lasciarsi andare a un pianto liberatorio, di sollievo, di gioia.
Ricambiò la stretta in modo
saldo, forte, con tutto che le sue mani all'inizio tremarono, e
sentì
la sua anima stretta a quella della giovane, mentre lei sollevava un
lembo di cuore tale da permettergli di scorgere in quel frangente una
donna fragile, delicata e forte al tempo stesso; un'anima nuda che
non desiderava altro che sentirsi quelle parole: «Lucia,
resta con
me.»
Lucia gli aveva mostrato una
cosa così importante e profonda da sgretolarlo, ancora e
ancora,
come nessuna aveva mai fatto prima d'ora per farlo morire dentro,
come nessuna era mai riuscita.
La stessa cosa avveniva
ogniqualvolta il suo sguardo si posava sugli occhi di lei, sulle sue
labbra, ascoltando la sua voce, assaporando la sua pelle e quel
girotondo di emozioni era un moto perpetuo che gli ricordava che il
suo animo si era infranto e aveva trovato quello che coincideva col
suo.
Anime che hanno vissuto
battaglie, materiali e immateriali, in un cammino contrassegnato da
perdite, sofferenze, stanchezza.
La stessa stanchezza che
prima faceva pensare all'uomo di non voler più cercare
qualcosa o
qualcuno da difendere e da proteggere, per cui “valesse la
pena
vivere e anche morire”, come recitava uno dei romanzi
preferiti
della donna dai capelli rossi che ora lo stava aspettando, magari
alla penombra, intenta a leggere.
Non sarebbe stata serena
almeno fino al suo ritorno.
Dante sorrise, mentre girava
il pomello della porta.
Non ci aveva messo molto,
non era molto tardi.
Aveva promesso e la sua
promessa albergava tra quelle mura, nel corpo e nell'anima di Lucia.
L'angolo di Layla.
Eh... vi propino
troppa roba, perdonatemi!
Scritta in venti
minuti, di getto, di cuore, leggendo la poesia della Storni.
Vorrei dedicarla a LilythArdat, perché
sì, è grazie a lei se io ho amato sempre
più questa coppia.
Vi ringrazio in
anticipo per ogni lettura e per ogni recensione, semmai ve ne saranno.
Spero vi piaccia e vi
emozioni.
Un abbraccio,
Barbara.
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