Memorie
d'incontri.
La
giornata
iniziò presto, più presto di quanto avesse
pensato.
Quando fu svegliata dal richiamo di Caspian la prima cosa che
notò fu che, alzando lo sguardo al cielo, l'alba era appena
sorta, e i deboli raggi ancora faticavano per farsi spazio tra la
vegetazione.
Avrebbe preferito recuperare qualche ora di sonno in
più, dato che, grazie all'accampamento e le sentinelle, la
casa di Aslan era un luogo sicuro in cui riposare. Forse il
più sicuro da dopo secoli di vagabondaggio che le capitava
tra le mani.
Ma sapeva che seguire i suoi desideri in quel momento non
era possibile: avevano del lavoro da fare e, date le condizioni in cui
si trovavano, perdere tempo dormendo non rientrava tra le
possibilità a cui attingere.
Se le sarebbe andata bene e
fossero tornati in fretta dal giro di ronda poteva sperare di
concedersi un sonnellino pomeridiano.
Sospirò, raccattando
le proprie cose e sistemandosi in modo sbrigativo: una lavata al viso
con l'acqua ancora ghiacciata, infilare i calzari, sistemarsi la spada
in vita, lisciare velocemente i capelli... Le mancavano così
tanto le comodità del castello! Una stanza personale al
riparo dal sole cocente dell'estate e dalle fredde ventate invernali,
in cui potersi cambiare tranquillamente e senza preoccuparsi di agguati
nemici.
Erano milletrecento anni che vagava come un'ombra notturna, una
ladra nella foresta; le poche volte che si era avvicinata alla
cittadina di Telmar, era durato giusto il tempo per comprarsi qualche
vivero con i soldi rubati ai soldati e concedersi una tazza delle loro
strane bevande nel caldo di una taverna.
Poi aveva preferito scappare,
rifugiandosi nuovamente nei boschi che le avevano fatto da madre e da
casa, prima di attirare attenzioni particolari su di se.
Cambiare vita,
trovarsene una completamente nuova perché quella prima era
stata totalmente stravolta, non era stato per nulla facile.
Alla fine
si era arresta, prendendo le cose come venivano ed imparando a non
badare più al resto.
Forse era per quello che, nonostante i
sentimenti di rivalsa e vendetta che percepiva scorrere dentro di se,
si
sentiva come distaccata.
Distaccata da se stessa, da ciò che
stava accadendo.
-Noi siamo pronti- comunicò Glenstorm, il
centauro che per primo aveva donato la propria spada al Principe.
Grazie al suo gesto e a lui, creatura saggia che leggeva le stelle, era
come se si fosse rotto un argine: vedere il resto dei Narniani che
seguiva il suo esempio dando la propria fiducia ad un Caspian in
tensione per la situazione in cui si trovava era stato alquanto
emozionante e commuovente.
-E' un onore riaverti tra noi- le
mormorò, quando Senelia lo raggiunse per unirsi con lui agli
altri che aspettavano in uno spiazzo erboso poco lontano dall'ingresso.
Avevano riunito un piccolo gruppo di Narniani, tra cui fauni, centauri,
nani e qualche felino parlante. Era una ronda che facevano non aveva
ascoltato bene Caspian per quale motivo, ma sapeva che ogni passo fatto
necessitava di concentrazione.
Gli occhi della ragazza soppesarono la
figura del Narniano velocemente, scorgendo il viso del centauro che
continuava a guardare avanti; non si era voltato verso di lei seppur le
avesse parlato.
Sorrise tra se, sfiorando l'elsa della spada e
ingoiando un groppo che le era salito in gola.
-Ti ringrazio-.
Quando
si
svegliò Lucy si rese conto che stava semplicemente sognando.
Aveva toccato Aslan e lo aveva abbracciato, affondando il viso nella
folta criniera dorata e baciata dai raggi del sole, assaporando l'odore
selvatico e facendosi cullare.
Si era sentita al sicuro e con un senso
di positività quasi immenso, perché finalmente il
leone era li, per aiutarli e rassicurarli rispondendo ai loro dubbi.
E,
invece, era stato solo un sogno.
Provò una fitta di
delusione che le oscurò gli occhi, mentre si alzava
guardandosi intorno cercando di capire. L'ambiente circostante era
perfettamente uguale a quello che aveva percorso nel sogno, e Lucy si
chiese tanto se fosse solo una coincidenza.
La sola cosa differente era
che gli alberi e Narnia stessa, però, erano avvolti nel
silenzio come i giorni precedenti.
Studiò gli altri,
rendendosi conto che continuavano a dormire, poi rivolse nuovamente lo
sguardo al sentiero: si vedeva percorrerlo, poteva udire nella testa il
rumore dei tronchi che si spostavano per lasciarla passare, le driadi
che leggiadre le mostravano la via.
Seguì l'istinto,
accompagnata dal battito speranzoso del cuore.
Era un richiamo troppo
forte per non essere ascoltato.
Avevano
marciato per
vario tempo, fermandosi di tanto in tanto per osservare se ci fossero
cambiamenti o impronte esterne a quelle conosciute e che avrebbero
segnalato la presenza di soggetti esterni ai Narniani.
Il tempo era
trascorso in modo tranquillo, e le luci dell'alba avevano iniziato a
prendere il sopravvento. Quando erano partiti era ancora abbastanza
buio e spirava una brezza fresca che aveva costretto gli esploratori
più freddolosi, come fauni o i due ragazzi, a coprirsi
maggiormente.
Si erano fermati in uno spiazzo erboso per riposare
qualche minuto, e Caspian aveva dato l'ordine a due minotauri di
controllare il circondario. I Narniani erano così scomparsi
in due direzioni opposte tra la vegetazione Narniana, armati e
silenziosi.
-Glenstorm, tu controlla da quella parte con un tuo compagno- disse
Caspian,
alzandosi in piedi e indicando al centauro di seguire la direzione
presa da uno dei due minotauri.
-Io andrò da questa. Tu, vieni con me-
spiegò poi, scegliendo l'altro sentiero e facendo un cenno
ad un fauno.
Pensandoci, credeva
che nonostante la stazza e la tranquillità del luogo
già controllato non era sicuro che stessero così,
da soli, a vagare tra la boscaglia.
-Aspettate qui- ordinò
poi a tutti, lanciando uno sguardo a Senelia e incamminandosi.
La
ragazza, semplicemente, annuì.
-Intrusi,
intrusi!- Fu
il grido dall'allarme che precedette l'arrivo del fauno che era sparito
con Caspian, comparso tra
la vegetazione con il fiatone.
La truppa d'istinto si
allertò ed i membri si misero sulla difensiva, estraendo le
proprie armi.
-Il Principe Caspian necessita di supporto!-
Continuò, sparendo nella direzione in cui era arrivato per
farsi seguire.
Senelia non seppe, mentre impugnava la spada e precedeva
gli altri aiutandosi a recuperare terreno usando i rami degli alberi,
come non aveva fatto a collegare le possibili alternative a cui
andavano incontro.
Eppure si sapeva che nelle foreste potevano
aggirarsi nuovamente loro...
L'aiuto di cui avrebbe potuto necessitare
Caspian fu un richiamo più forte del fermarsi a pensare e
chiedere chi fosse il nemico da battere. E poi, il fauno sembrava in
uno
stato di ansia così forte, che pensare al peggio fu
inevitabile per tutti.
Sentì il clangore delle spade ancor
prima di avere la scena davanti agli occhi, e automaticamente si
preparò per attaccare, mentre dietro di lei giungevano in
aiuto anche gli altri Narniani.
-Cosa sta succ-... Oh- Si
fermò con la mano a mezz'aria e la frase gridata a
metà, completamente spiazzata dalla scena che si trovava
davanti, totalmente bloccata, mentre una sensazione di gelo le correva
lungo la schiena.
Non è... possibile?
Osservò tutto,
osservò i loro volti, le loro espressioni e il modo in cui
la guardavano. Li guardò e li riguardò, come se
fossero un miraggio, per imprimersi nella mente quella scena che aveva
così tanto desiderato da così tanto tempo.
-Non
ci posso credere...- Sentì mormorare da se stessa,
portandosi una mano alla bocca che trovò improvvisamente
troppo secca.
Dov'era l'aria quando
serviva?
-Senelia!-
Noticina:
L'idea per
questa storia è nata dal progetto di una shot con
un personaggio che ripercorresse a tratti i momenti vissuti durante il
Principe Caspian. Ma sarebbe stata una cosa troppo lunga nel complesso.
Ecco perché l'idea della storia “corta”,
e perché certi pezzi sono trattati come se fossero
“ricordi”.
Ultimo aggiornamento dell'anno. E'
strano, non so ancora come passerò capodanno. Che bello
:'D:
Si incontrano i Pevensie e Senelia. Doveva pur accadere, no?
Ringrazio per le letture e l'attenzione. Vi auguro una buona serata e
ne approfitto per farvi i miei migliori auguri per il 2014. :)
Love you
all
Dhi.
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