Buttò
un'occhiata veloce ai piatti nel lavello, aveva tutto il tempo del
mondo non poteva smettere di cantare.
Lasciò
andare la chitarra
per prendere il microfono.
Ovvero
le sue scarpe col tacco abbandonate in salotto alcune sere prima,
constatò velocemente che era ora di riordinare, ma dopo il
concerto ovviamente.
Con
un piede urtò
contro una lampada che dondolò pericolosamente prima di
tornare
alla sua posizione originale, in quel frangente trattenne il respiro,
per poi ignorare il tutto e tornare a cose più serie.
Molto
silenziosamente si diresse alla fonte di quel baccano infernale, e la
trovò in salotto che stava armeggiando con scopa e tacco 12 mentre
saltellava a desta e sinistra per la stanza. Avrebbe mai potuto sperare
in spettacolo migliore?
Una
coppia di loro amici
sapevano stuzzicarsi a vicenda con spogliarelli in camera da letto, ma
questo era molto meglio, si appollaiò sui gradini che
portavano
alle camere da letto.
Quella
canzone non la
conosceva, e nemmeno lei a sentire da come cantava le parole, va bene
che aveva fatto informatica ma dannazione un po' di inglese doveva
averlo studiato!
Sgranò
gli occhi
quando vide la sua lampada dondolare pericolosamente e vide lei fare
altrettanto per poi incurante continuare quel pandemonio.
Un
assolo di batteria
interruppe il suo acuto così cacciò via il tacco
e prese
a bacchettare in giro per casa con due spilloni da capelli, tu-tum, tu-tum, crash!
Voltò
lo sguardo
verso la fonte del rumore, un vaso di vetro era appena caduto a terra
frantumandosi in mille pezzi, dilemma, raccogliere il tutto o
continuare, guardò il video era ormai alla fine, decide di
vedere tutto il dvd così infilò i tacchi ai
piedi, le
ciabatte erano in camera da letto. Troppo
lontane.
Quando
la vide iniziare a picchiettare qua e là gli vennero i
sudori freddi, e come volevasi dimostrare: tu-tum, tu-tum, crash!
Un
vaso da spolverare in meno, anzi meglio, non gli era mai piaciuto quel
soprammobile pacchiano di vetro, loro di fiori recisi non ne tenevano.
Si diede mentalmente dello stupido, ovvio lui non gliene aveva mai
regalati, si fece un appunto mentale su cosa fare prossimamente.
Fiutò
l'aria per
paura che si fosse fatta male, ma la cosa che vide lo lasciò
più perplesso, notò che si era fermata a guardare
il
danno e la tv e infine prendere il microfono, scosse la testa,
i tacchi 12 e metterseli ai piedi.
Alzò
un sopracciglio vedendo come si era alzata dal letto. Se un anno prima
era sexy, ora era sexyssima.
I
lunghi capelli neri le ciondolavano ai fianchi, da quando le aveva
fatto notare quanto gli piacessero sciolti li legava di rado. Una
vecchia maglia che sua madre aveva invano tentato di buttarle, da tanto
che era lisa ormai faceva effetto vedo non vedo.
Le
immancabili culottes con
la faccetta del micio. Le gambe che adorava tanto scoperte, e a
completare il tutto, uno splendido tacco 12 leopardato. In una parola
fantastica.
Il
concerto era quasi agli
sgoccioli ma lei non se ne curava saltando di qua e di là
come
una matta. Iniziò a fare head-banging con la testa con i
capelli
che svolazzavano qua e là.
Riprese
in mano la chitarra per
l'assolo finale, mosse le dita velocemente imitando gli arpeggi del
chitarrista, per poi dare delle profonde pennate sulle corde.
Iniziò
a volteggiare nella stanza tenendo la chitarra in mano,
poi ad un tratto la mollò e salto sul divano con le mani
chiuse a corna in alto.
Per
fortuna se non
ricordava male quella tortura stava per finire, la vide girare per la
stanza con quella povera scopa muccata, che lei tanto aveva insistito
di comprare. "E'
Kitschosissima" fu l'unica spiegazione che ebbe quando le
chiese disperato: perché?
Poi
vide la scopa volare
contro una cesta di panni da piegare, sospirò non si era
rotto
nulla, ma quando tornò con lo sguardo sulla sua donna si
corresse, non si è rotto nulla per il momento.
Era
saltata sul divano, con un'agilità sconosciuta a lei in
prima persona molto probabilmente, si mise all'erta sapeva che stava
per succedere qualcosa. Se
lo sentiva nelle viscere, e infatti non era in errore nemmeno questa
volta.
Quando
il concerto
finì si calmò e saltò giù
dal divano,
peccato che quel maledetto tacco 12 si fosse impigliato nella fodera e
lei sentì il vuoto sotto di se. "Stupida se raccoglievi i vetri"
Cercò di parare una caduta che non avvenne.
Sentì
due forti braccia tenerla da sotto le gambe e dalla schiena.
Aprì gli occhi. -Inuchan!-
Era
contentissima di
vederlo e gli buttò le braccia al collo. -Aspetta, ma tu
non dovevi rientrare nel pomeriggio?-
Lo
vide scossare la testa
trattenendo una risata. -Avrei dovuto, mi ero scordato
che oggi
gli uffici erano chiusi per una assemblea dei dirigenti.-
Lei
sorrise a trentadue denti -Che bello! Così mi
aiuterai a finire le faccende!!-
L'aveva
presa appena in tempo e lei ora era di nuovo lì che rideva
tra
le sue braccia, gli stava chiedendo tra le righe di aiutarla con le
faccende domestiche, fece scorrere lo sguardo sul piccolo salotto.
-Perché
le avevi iniziate?- Chiese il ragazzo curioso. -Bè
sì- disse lei guardando il lavandino e la
scopa sui panni
da piegare -Perché non si
vede?!- Disse gonfiando
le guance ancora rosse per tutti i salti di prima.
Lui
si fece serio -E poi, tacco 12? Chi stavi
aspettando?- Disse vedendola arrossire.
-Nessuno!-
Lei fece un breve calcolo mentale ripensando al perché li
aveva
ai piedi, doveva raccontagli tutto?
Lui
non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere
-Tranquilla, ho visto tutto!-
Lei
arrossì all'inverosimile, se aveva visto tutto era davvero
imbarazzante.
-Ehm
posso spiegare!- Lo vide ridere di gusto e poi baciarla
dolcemente. -Sono contento che sei ancora
tu- poi
continuò -Avevo paura di non riuscire a
vedere scene come
quella di anno scorso, ma questa se possibile è anche
meglio!-
Lei
emise un sonoro -Tsk, e io che pensavo di aver fatto un
favore
alle tue orecchie aspettando che fossi a lavoro-
Lui
la mise a terra e la trascinò con se sul divano ormai da
risistemare. -Certo avresti fatto un favore alle mie
orecchie ma
se io non fossi stato qui avresti fatto un torto ai miei
occhi-
Concluse lui tirandole l'elastico delle culottes.
-Ahio!
Ma ti sembra modo?- Disse lei facendo il viso
finto
crucciato -Vogliamo stare qui tutto il giorno o pensi
che potrei
riprendere almeno oggi le faccende?- Lo
rimbeccò lei
facendo roteare un dito a indicare tutta la stanza.
-Domani
hai mica giorno libero?- Chiese lui sarcastico.
-No! E ho intenzione di finire tutto oggi! Per cui se
vuoi puoi aiutarmi volontariamente
oppure...- assottigliò gli occhi
minacciosa -ti obbligherò!-
A
quella minaccia rise
di gusto e se la caricò in spalla e la portò in
camera gettandola malamente sul letto.
-Ma
come ti permetti?- Lei si alzò brandendo un
cuscino e iniziando a picchiarlo selvaggiamente -Me la
pagherai!!- Lui evitò la cuscinata
riprendendo a farle il solletico.
-Aspetta...
- lei faticò a riprendere il fiato, poi d'un
tratto sentirono raspare alla porta -Kuroro!!-
La
vide correre alla porta di ingresso.
-Povera
la mia micina! Entra ti ho dimenticata fuori tutta la
notte!- Quando si voltò verso l'ingresso vide
due sporte demolite. -Inuyasha?-
Lui
arrivò subito. -Scusa caro, ma quelle
sporte?-
Lo
vide rimanere pietrificato davanti alla sorpresa per Kagome -Maledetto
gattaccio!-
Kagome
prontamente prese in mano la gatta -Come
prego?-
Lui
si grattò il capo -Quella era la tua sorpresa
per il pranzo-
Kagome
uscì curiosa e trovò un paio di sporte con delle
confezioni ormai vuote di quello che doveva essere tanto ottimo sushi.
-Ooh no, mi dispiace Inu! Ma come mai le sporte erano
qui fuori?-
Sbuffò
dalla rabbia, quel gatto prima o poi gliele avrebbe pagate tutte!
Nessuna esclusa.
-Volevo
levarti l'impiccio di altri piatti da lavare! Dai andiamo fuori a
pranzo, sistemeremo tutto quando torneremo a casa-
Kagome
sospirò sconsolata, sapeva benissimo che le faccende
domestiche erano rimandate a data da destinarsi.
La
ragazza corse a sistemarsi mentre lui la osservava con un sorriso
inebetito sulla faccia, la adorava.
La
sentì urlare dalla camera -A casa
riprenderemo la lotta da dove l'avevamo iniziata-
La
vide scendere sorridente con un abito blu svolazzante e ai piedi dei
sandali.
-Forza
andiamo sennò non finirò mai di lavare i
piatti!-
-Mi
sa che appena riesco ti regalo una lavastoviglie, Miroku mi ha
convinto- Disse sovrappensiero -Come
prego?-
-Ehm
no nulla dicevo per le posiz... ehm programmazioni!-
Lei
avvampò e prese la borsa, sussurrò un semplice
-Perché? con la ripromessa di
fare due chiacchiere con i suoi amici.
**Fine**
Rieccomi
qua con una shot, ho la stramba abitudine di riprendere a scrivere
sempre con una shot, questa può considerarsi il seguito di
An irresistable fault. Per chi la conosce, in questi giorni
probabilmente aggiornerò anche Kuroi Namida.
Un
saluto a tutti e commentate numerosi! ^^
Kirarachan