Macerie
Prima Classificata al contest Missione: Babysitter indetto da Paprika.chan
Macerie
Così
l’Usignolo premette più forte sulla spina, e la spina gli toccò
il cuore,
e
un violento spasimo di dolore lo trafisse. Più e più penoso era il
dolore,
e
più e più selvaggio si faceva il canto, poiché ora cantava
dell’Amore
che
è reso perfetto dalla Morte, e dell’Amore che non muore nella
tomba.
L'Usignolo
e la Rosa, Oscar Wilde
Primo
frammento: Il Sonno
Il
fischio sordo e continuo che proviene dal frigo è l'unico rumore
udibile nell'appartamento. Sakura Haruno siede sul divano, lo sguardo
perso nel vuoto.
Un
passerotto si posa sul suo davanzale, muovendo la piccola testa a
scatti – cinguetta, poi se ne va in un frullio di ali. Lei non se
n'accorge. Sul tavolo, il vetro incolore di un bicchiere vuoto
riluce, un solitario raggio di sole si infrange sulla superficie
liscia e Sakura ne osserva i frammenti brillare sul muro.
È
notte. Sakura Haruno giace sul suo materasso, rannicchiata sotto le
coperte. Le artiglia con le unghie incrostate di vecchio smalto –
impossibile ormai indovinarne il colore originario.
Sono
lunghe, troppo lunghe per combattere. Ma Sakura ha smesso di
combattere.
Sul
comodino la sveglia non ticchetta: le pile gli sono state strappate e
sono rotolate sul pavimento. Accanto alla sveglia, una bottiglia di
vodka piena a metà. Il sapore di alcol le impasta la bocca, di prima
mattina. Vorrebbe alzarsi e prendere un bicchiere d'acqua, ma non ne
ha le forze.
Riprende
a dormire.
Sasuke
si volta verso di lei, sussurra qualcosa. Ma lei non capisce, gli
chiede di ripetere.
«
È ora di andare, vieni. » ripete lui. Sakura scuote la testa.
Naruto li raggiunge.
Sorride,
si volta verso Sasuke, lo prende per mano.
Intorno
a loro è tutto così dolorosamente bianco, abbacinante. Sakura si
copre gli occhi feriti dalla luce. Quando li riapre, è di nuovo
sola.
C'è
una bottiglia d'acqua accanto al bicchiere vuoto, sul tavolo. E c'è
una confezione di sonniferi. Sakura vomita le pasticche che ha
ingoiato nel lavandino della cucina, ficcandosi due dita in gola.
Anche la confezione di sonniferi è vuota.
I
mal di testa sono sempre più frequenti. Sakura sogna Sai, questa
volta. Lui non parla, come invece aveva fatto Sasuke... Non le
sorride col calore di Naruto. Sai non fa nessuna di queste cose, lui
piange.
Le
lacrime sono di sangue, e tracciano righe storte sulla sua pelle
bianca come carta. Sembrano inchiostro rosso, e Sakura crede di poter
leggere qualcosa in quell'intreccio. Una parola familiare... Che lei
conosce da una vita. E che però le sfugge.
L'acqua
gorgoglia, in bagno. I piedi bianchi della ragazza si muovono sul
piatto della doccia, e sembra che si spostino al ritmo di un valzer.
Sakura non toglie il coprifronte di Naruto neanche per lavarsi, lo
lascia legato alla coscia. L'acqua sporca cola lungo il suo corpo
magro: è più di un mese che evita di lavarsi, ma oggi è costretta
a farlo... Ino è gentile a farle la spesa, ma si rifiuta di
comprarle gli alcolici: perciò deve provvedere da sola. Si butta
addosso dei vecchi vestiti, non si trucca, non mette neanche le
scarpe. I capelli sono ancora bagnati, quando apre la porta per
uscire.
Secondo
frammento: La Vita
La
prima cosa che Kakashi Hatake nota sono le occhiaie scure. Poi i suoi
occhi si posano sul volto scavato, gli zigomi sporgenti, i vestiti
larghi: la sua allieva deve aver perso almeno dieci chili.
Dietro
di lei, il frigorifero ha lo sportello aperto ed espone con orgoglio
il nulla che lo riempe. Anche Kakashi si sente riempito di nulla. Un
rivolo d'acqua scongelata esce dal frigo e macchia la moquette.
Non
vuole ammetterlo a se stesso, ma non è nelle condizioni di criticare
l'altra: il suo appartamento non versa in condizioni migliori. Strati
di polvere ricoprono ogni cosa, persino i suoi libri preferiti. Non è
più riuscito a leggerli, dopo la morte di Jiraiya. Se da un lato
Sakura è rintanata nel proprio appartamento da quasi tre mesi,
Kakashi dall'altro non mette piede nel suo neanche per mangiare o
dormire; cerca di tenersi occupato come può, con la ricostruzione
del villaggio. Se si fermasse un solo attimo, ne è certo, morirebbe.
I
capelli di lei sono umidi, incollati alla fronte, al collo.
Il
respiro è lievemente irregolare, probabilmente per la sorpresa. Le
spalle si alzano e si abbassano in modo quasi impercettibile,
seguendone il ritmo. Sul braccio sinistro ci sono dei segni rossi,
sembrano graffi. Kakashi indovina che la sua allieva deve esserseli
fatti da sola.
Sakura
Haruno trova il suo maestro dietro la porta, in procinto di bussare.
I loro sguardi stanchi si incontrano e si intendono perfettamente.
Sakura osserva i vestiti macchiati del suo maestro, percepisce
l'odore pungente del sudore. La striscia di pelle libera dalla
maschera è lucida, e gli occhi sono arrossati. Il respiro regolare e
profondo. Tiene abbracciata a sé una sacca di carta da cui fuoriesce
del cibo in scatola: con gli occhi sembra implorare un permesso, che
lei non sa se concedere. Vuole chiedere a Kakashi cosa ci faccia lì.
Anzi, non vuole chiedere, vuole urlare. E tirargli contro degli
oggetti. Vuole distruggerlo, vuole distruggere tutto ciò che è
rimasto. Non ha senso che qualcosa continui ad esistere, che il mondo
creda di poter continuare, dopo la guerra.
La
verità è che lui è l'unico che le resta.
Il
volto del maestro Yamato si sovrappone alla maschera di Kakashi – è
un secondo, ma risveglia in lei tutto il dolore soffocato in quei
giorni grazie all'aiuto di alcol e medicinali. Le ginocchia cedono.
Cedono, ma lei è ancora in piedi: Sakura inizia a credere di non
essere più in grado di distinguere realtà e fantasia.
Kakashi
Hatake è il suo maestro. È anche l'unica persona che le è rimasta.
È là, di fronte a lei, e per qualche ragione anche lui sa che le
ginocchia di Sakura hanno ceduto, anche se lei è rimasta immobile.
Sakura
avverte la presenza di lui nella propria mente, è una presenza
invadente; capisce che a lui è concesso vedere quello che gli altri
non vedono, perché lui è come lei. Ha perso tutti, come lei. Ha
perso anche di più: sia i suoi allievi, che i suoi compagni. Ha
perso Obito due volte.
Il
dolore lega allieva e maestro, è la chiave per un linguaggio che
solo loro possono comprendere. Se ne rendono conto
contemporaneamente, ora che le debolezze dell'altro sono a nudo di
fronte a loro. Sakura non sente più il bisogno, che aveva
inizialmente avvertito, di chiedere perché non sia Ino a consegnare
la spesa: si fa da parte, liberando l'uscio, invitando il maestro ad
entrare.
Un
lampo arancione cattura i suoi occhi verde acqua: seguendolo Sakura
si ritrova a fissare una testolina fare capolino dietro al ginocchio
destro di Kakashi. Le piccole manine cingono la gamba di lui, bianche
dallo sforzo. Due grandi occhi color salmone la fissano, spaventati.
«
Ho bisogno del tuo aiuto. » La voce di Kakashi è stanca, ma grave.
Sakura
annuisce, ma sta pensando ad altro. La voce del maestro scava nella
sua anima e riporta alla luce momenti del passato: ricordi felici,
che ora sono peggio di una tortura. È difficile avere davanti lui,
senza pensare a loro.
La
porta dell'appartamento è chiusa, le tende spesse fanno entrare
pochissima luce, lasciando l'appartamento nella semioscurità. La
bambina dai capelli arancio dondola i piedi, seduta sul divano verde
oliva che occupa la parete più corta della stanza. Tamp, il
rumore sordo risuona ogni volta che i suoi piedi colpiscono il
divano. Tamp, Tamp.
È
in attesa. Osserva l'uomo e la donna scambiare qualche parola. Alcune
riguardano lei.
«
...l'ho salvata da quei bulletti, e da allora non si è più staccata
dalla mia gamba. Che sia seduta sul tuo divano è già un grosso
passo avanti... »
«
Dovresti parlarne con- »
Il
volto di Tsunade le aleggia in mente, sorridente. Sakura trema, in
preda a uno spasmo.
«
Sakura... »
Le
parole del suo maestro non possono raggiungerla, mentre le sue unghie
affondano di nuovo nella carne. Tsunade non c'è più, l'aveva
dimenticato. Non è più Hokage.
Diventerò
io Hokage! dice Naruto nella sua testa, sorridendole
rassicurante. Sakura sorride e allunga la mano verso il volto del suo
amico.
«
Sakura! »
Il
tono di Kakashi è allarmato, le sue mani calde le avvolgono i polsi
in una stretta decisa e le allontanano le mani dalle braccia che si
sta martoriando.
«
Naruto. » sussurra lei. Kakashi scuote la testa.
«
Sakura... Sono io. »
Lei
sbatte le ciglia e mette a fuoco il volto triste del suo maestro.
Sembra così lontano.
Kakashi
aiuta Sakura a rimettersi in piedi, poi si domanda chi sarà ad
aiutare lui. La fa sedere sul divano, con delicatezza. La bambina li
osserva in silenzio, incuriosita. Si avvicina lentamente a Sakura,
allunga la mano e si macchia di sangue, accarezzandole il braccio.
Poi
rivolge il suo sguardo innocente all'uomo che l'ha salvata,
aspettandosi che salvi anche la ragazza dai capelli rosa.
Il
bagno di Sakura Haruno è angusto, e l'aria è ancora umida per la
doccia appena fatta. Kakashi cerca il cassetto delle medicazioni. Il
rubinetto goccia. Plin, plin. È
un suono lieve, ma gli rimbomba nel cervello come un martello
pneumatico.
Kakashi
rigira tra le mani alcune scatole di farmaci: benzodiazepine,
barbiturici. Le rimette nel cassetto quasi lanciandole, poi prende un
respiro profondo cercando di calmarsi. Trova bende e disinfettante e
torna in cucina.
La
bambina osserva con curiosità le braccia mummificate dalle bende
della ragazza e Sakura pensa che forse deve smetterla di grattare il
fondo, in qualche modo. Deve smetterla subito o non riuscirà più a
risalire.
Kakashi
le offre dei fagioli in scatola, ma lei la rifiuta. Non ha fame.
«
Devi aiutarmi a prendermi cura di Momoka. Io non so dove mettere le
mani, con una bambina di quest'età. »
Sakura
si volta ad osservare l'oggetto del discorso, come se si accorgesse
per la prima volta di lei.
«
Momo-chan. » sussurra. Allunga la mano e le sfiora la chioma
soffice.
«
Come ti ho detto, quelli dell'orfanotrofio me l'hanno affidata. »
Momoka
si abitua lentamente al tocco di Sakura, e lentamente si
tranquillizza. Ma anche lei si rifiuta di mangiare.
Kakashi
Hatake vuole andarsene, avere Sakura di fronte troppo a lungo gli
provoca ancora dolore eccessivo. Credeva di averlo superato, credeva
di essere più forte. Ma è bastato vederla sull'uscio, smagrita, per
cambiare idea. Sakura le ricorda i suoi allievi morti, quindi non può
darsi pace finché è con lei. La osserva: si è addormentata sul
divano, abbracciata a Momoka. Dormono entrambe, scomposte. La gonna
di Sakura si è spostata, lascia intravedere parte della coscia...
Lascia intravedere un coprifronte che aveva un altro proprietario.
Kakashi ha un capogiro, e poi capisce.
I
suoi allievi sono morti, ed è rimasta solo Sakura. Almeno lei, deve
difenderla.
Quando
Sakura si sveglia, nel suo appartamento non è più il ronzio del
frigorifero ad essere protagonista. Il respiro soffice di Momoka e
quello regolare di Kakashi le ricordano della loro presenza.
Sakura
si alza e realizza che durante il sonno qualcuno l'ha coperta con una
trapunta. Osserva il suo maestro, addormentato su una sedia della
cucina, con la testa appoggiata su una mano.
Era
certa di aver sognato tutto, ma quei due sono là, non li ha
immaginati.
Hanno
bisogno di lei, realizza un secondo dopo.
Kakashi
viene svegliato dall'odore del latte che si riscalda sui fornelli.
Quel latte l'ha acquistato lui il pomeriggio precedente: ricorda dove
si trova, e apre gli occhi. La sua allieva indossa gli abiti
sgualciti con cui ha anche dormito, mentre prepara la colazione.
«
Non svegliare Momo-chan. » lo avverte.
Kakashi
si chiede quando Sakura è diventata capace di accorgersi che un uomo
si è svegliato pur dandogli le spalle. La bambina che era un tempo è
cresciuta, è un'altra persona, un ninja preparato e capace.
Quando
la colazione è pronta, Sakura sveglia Momoka. È più difficile di
quello che si aspetta: la bambina strepita e urla il suo desiderio di
restare a dormire, ma alla fine Sakura la convince.
Momoka
non vuole mangiare, così Sakura la imbocca, e mangia con lei. Il suo
stomaco protesta: è da molto tempo che non riceve cibo, non è più
abituato; ma sa di dover dare il buon esempio, non può sottrarsi.
Più tardi potrà vomitare tutto, in bagno.
Kakashi
sorseggia il suo latte e osserva le altre due interagire. Momoka sta
risvegliando in Sakura l'istinto materno, ora sembrano entrambe più
serene. Forse non è stata un'idea così stupida portare la bambina
lì. Lo pensa, osservando il timido sorriso che sta nascendo sulle
labbra di Sakura.
Kakashi
si alza, fa per andarsene: deve continuare ad aiutare con la
ricostruzione, spiega. Sarà di nuovo da loro per pranzo. Ma Momoka
spalanca gli occhi, atterrita, e ricomincia a piangere. Si aggancia
alla gamba di Kakashi e non vuole lasciarlo andare.
Momoka
gioca con i lacci delle scarpe di Kakashi.
«
Mi dispiace... Ieri volevo solamente una mano, non credevo che
avremmo finito per stabilirci qui. »
«
Restate pure quanto volete. »
Sakura
è comprensiva, ma si vede bene che desidera la solitudine. Non è
abituata al contatto umano, non più. Ed è rincorsa dagli incubi.
Anche
Kakashi è rincorso dagli incubi, i suoi riguardano soprattutto
Obito: Obito, che non è riuscito a salvare per ben due volte; Obito,
che ha ucciso i suoi allievi: li ha spenti come fossero fiammelle,
cancellando con un gesto il loro futuro e tutti i loro sogni. I sogni
che facevano brillare gli occhi di Naruto in quel modo tutto
particolare...
Sakura
pensa che Kakashi abbia l'aria sempre più stanca. Si siede sul
divano, accanto a lui.
«
Si è addormentata. »
Il
suo maestro le fa un cenno con la testa, per chiarire di aver capito.
O forse è un modo per ringraziarla. Estrae da una delle tasche un
sigaro, lo taglia e poi inizia a riscaldarlo, per accederlo.
Passa
un po' di tempo prima che sia acceso, e alla fine Kakashi prende una
boccata e assapora l'aroma del tabacco.
Per
fumare ha fatto scorrere la maschera, liberando il viso. Sakura lo
osserva con distacco: quel viso che tante volte aveva immaginato è
lì, di fronte a lei. Un tempo il suo primo impulso sarebbe stato
quello di raccontarlo a Naruto e Sasuke, ma questo ora non è
possibile. Non sarà mai più possibile. Quindi lo osserva: ma senza
emozioni, senza trasporto.
«
Fumi? »
«
Ho ricominciato da poco. Per molti anni avevo smesso. Ma... Mi calma.
»
Lei
si chiude nel suo silenzio per un po', ma osserva attenta,
registrando ogni movimento.
«
Mi fai provare? »
Kakashi
non risponde, si limita a passargli il sigaro. Meglio il fumo degli
ansiolitici, si dice. In realtà non ha la forza di negarle nulla, ha
bisogno di una scusa. Ma questo non può ammetterlo.
«
Non respirarlo, tieni il fumo in bocca. » l'avverte.
Sakura
esegue le sue istruzioni. Tossisce, quando nonostante le buone
intenzioni il fumo sfugge al suo controllo. Le fa girare la testa.
Kakashi
riprende il sigaro. Aspira. Passa un'eternità, poi dischiude
lentamente le labbra, senza soffiare: il fumo fuoriesce lentamente.
Sakura
osserva rapita. « Continuiamo ad essere il maestro e l'allieva. »
commenta, senza aspettarsi una risposta. Che infatti non arriva.
Più
tardi Sakura si sveglia sul divano, sola. Si deve essere assopita,
non è più abituata a stare in piedi ormai e si affatica facilmente.
È quasi sera, così decide di svegliare Momoka: già così sarà
difficile farle prendere sonno, dopo cena. Sul tavolo della cucina
campeggiano i tre piatti sporchi che hanno usato a pranzo... È una
vista inusuale che cattura la sua attenzione, dopo mesi di solitari
bicchieri vuoti. Si avvicina, al punto di notare un biglietto che
prima non aveva visto, vergato dalla mano sicura del suo maestro:
Siamo usciti a cercare qualcosa che non siano minestre in scatola,
torniamo presto.
È
tutto così strano. Mentre lava i piatti sporchi, la sua mente si
concentra sul biglietto: è qualcosa di troppo intimo, troppo
confidenziale, un biglietto che non ha bisogno di una firma, lasciato
sul tavolo della cucina. Sa di famiglia in un modo che la spaventa, e
che la riporta all'infanzia, a momenti felici che credeva sarebbero
rimasti solo un ricordo.
Soprattutto
però, le tiene impegnato il cervello. Realizza che, per la prima
volta, si è concessa una pausa dagli orribili pensieri di morte che
la tormentano da mesi. Può contare sulle dita delle mani le persone
che sono rimaste in vita: il team di Ino, ad esempio. L'invidia per
l'amica a volte la fa impazzire. Altri non sono stati così
fortunati... La famiglia Hyuga ha dovuto piangere ben più di un
cadavere. Tutti morti per difendere Naruto: loro unica, grande,
speranza. E allora perché lei, sua compagna di squadra, la prima a
doverlo proteggere, la prima a dover morire per lui, è ancora in
vita? Perché non l'ha salvato?
Il
sacrificio di Hinata è ancora uno dei più vividi, nella sua mente.
Per Naruto era stato terribile perderla... I suoi compagni
continuavano a cadere e lui non era in grado di fermare quella scia
di morte. Ma almeno Sakura, almeno lei era riuscito a salvarla.
Perché Naruto amava Sakura, e aveva continuato ad amarla fino alla
morte. Proprio questo le aveva detto, con le sue ultime parole.
Sakura
si è sempre chiesta il perché. Cosa ha scatenato un amore così
forte? Lei non lo ha mai meritato.
Kakashi
nota le lacrime che riempono gli occhi di Sakura, anche se lei cerca
di scacciarle col dorso della mano quando li sente rientrare.
«
Vai a salutare Sakura, Momoka. » incoraggia la bambina con una pacca
sulle spalle.
Mentre
lei si avvicina quieta alla sua allieva, Kakashi approfitta per
posare l'incarto di pesce fresco che ha acquistato. Momoka saluta
Sakura e le stringe l'orlo della veste, aggrappandovisi.
«
Va fatto alla griglia. » precisa Kakashi, cercando del sale in una
credenza.
Sakura
nota che non ha chiesto il permesso di frugare nella sua cucina, ma
in fondo non le importa. « L'accendo immediatamente. » risponde
pronta.
Kakashi
si volta verso di lei, lanciandole una delle sue occhiate storte e
indecifrabili. Sakura lo fissa di rimando, per la prima volta si
sente in grado di sostenere il suo sguardo. La finta timidezza dietro
cui si nascondeva è parte di una persona che ha cessato di esistere.
«
Farò io il pesce, è la mia specialità. Non preoccuparti di questo.
Perché tu e Momoka non apparecchiate, invece? Non so dove tu tenga i
piatti. »
Il
solo fatto che Kakashi possa avere una specialità è strano,
ma Sakura non pensa un attimo di obiettare. Si china, per essere
all'altezza di Momoka, e la chiama.
«
Momo-chan. Vieni a darmi una mano. »
La
bambina sta correndo nella stanza, impegnata con un gioco che
probabilmente le è stato comprato al mercato poco prima. Un pupazzo,
registra Sakura... Sembra un uccello. Quale uccello? Un uccello... È
strano che ce ne siano così tanti. Ma non è un passero, no...
Momoka
la raggiunge ubbidiente, le tende le manine di porcellana.
Sakura
la guarda accigliata.
«
Vuole che tu la prenda in braccio. »
«
Cosa!? »
«
Se non ce la fai, non ti preoccupare... »
«
Certo che ce la faccio. »
Momoka
si aggancia a Sakura come una scimmietta – invece di aiutarla
finisce per limitarle i movimenti. La giovane donna però non sembra
infastidita, sostiene la bambina come se fosse un tesoro prezioso,
con reverenza verso quel piccolo germoglio pulsante di vita.
Improvvisamente si sente vecchia, ma in pace. Kakashi la sente
mormorare sottovoce una melodia, mentre sposta piatti e posate con
una sola mano. Così si distrae, e al momento della cena è riuscito
a bruciare il pesce su entrambi i lati. Momoka ride quando sono
costretti a buttarne via una buona parte, ma in seguito non c'è
bisogno di pregarla per farla mangiare: la passeggiata al mercato
l'ha davvero sfiancata e sta morendo di fame. Concludono la cena con
delle mele che Kakashi ha portato il giorno precedente, lui si occupa
personalmente di tagliare in piccoli pezzi quella di Momoka e di
imboccarla. Quando lei afferma di sentirsi piena, decidono di buttare
il resto nella spazzatura. Sakura ha ripreso a mangiare, ma non è
ancora al punto in cui finisce gli avanzi degli altri. E Kakashi...
Non sta così bene come cerca di far credere. Ma deve mostrarsi
forte, sa di essere il loro punto di riferimento.
Kakashi
si è offerto di lavare i piatti, e Sakura se n'è andata a dormire
nella sua camera con Momoka, lasciandogli il divano.
Ma
Kakashi non ha sonno, non ha mai sonno. Si affaccia sulla porta della
camera di Sakura e muove un paio di passi incerti all'interno. Lei si
volta e gli fa cenno di fare silenzio: sta raccontando una fiaba.
Kakashi
si appoggia al muro, in un angolo, e ascolta. È giunto in tempo per
poter ascoltare solo il finale: un ragazzo trova una rosa rossa sul
suo davanzale, una rosa del colore del sangue, e vorrebbe regalarla
alla ragazza di cui s'è invaghito; ma lei la rifiuta senza neanche
considerarla. C'è qualcosa di così triste in quella rosa...
Qualcosa che Kakashi non riesce a cogliere, ma che lo spinge a
ricacciare indietro un paio di lacrime.
Sakura
s'interrompe. Kakashi non sa se la storia finisca lì o se la ragione
per cui si è interrotta è che ormai Momoka dorme. Non lo domanda.
«
Vai a dormire? »
Sakura
scuote la testa. « Vengo un po' di là con te. Non mi va di dormire.
»
«
Hai paura? »
«
Di cosa? »
«
Di dormire... »
Per
Kakashi è una certezza, non ha bisogno di chiederglielo. Lo fa
solamente per ricordarle che lui sa, e quando sono insieme lei
può sfogarsi. Sakura capisce, e nessuno dei due deve aggiungere
altro.
«
Andiamo. »
Per
qualche ragione Kakashi le prende la mano e lei in qualche modo si
sente al sicuro, mentre si lascia guidare da lui. Per un momento si
può abbandonare, per un momento non deve sapere dove sta andando. Ha
bisogno di qualcosa di reale, dopo tanto nulla. Qualcosa che le
ricordi di essere ancora viva. E la mano di Kakashi lo è.
Si
siedono sul divano, Sakura appoggia la testa sulla spalla di lui.
Kakashi si accende di nuovo il sigaro. Sakura un tempo odiava l'odore
del fumo, ma ora non è più così. Perché quell'odore riempe il
silenzio nella sua testa, riempe il vuoto. È come un tracciato
d'elettrocardiogramma piatto, in cui dal nulla compare un battito. E
poi un altro, e un altro ancora. È come tornare alla vita, le sembra
quasi di sentire il rumore elettronico dei beep ogni volta che
il suo cuore pompa sangue.
E
mentre sono entrambi in silenzio, tutto sembra perfetto.
Sakura
si sveglia nel suo letto, abbracciata a Momoka: in un momento
imprecisato della serata dev'essere caduta addormentata, colta dalla
stanchezza. Ha consumato un sonno breve e senza sogni... Una rarità
preziosa, che ha la fortuna di accadere per due giorni di fila.
Da
quando loro sono lì.
Ino
non è più venuta a portarle la spesa, forse ha parlato con Kakashi
della cosa. La cosa non è poi tanto questione di chi si
occupi della spesa, quanto di chi controlli che Sakura sia viva.
E
dire che è stato lui a presentarsi chiedendole aiuto...! Invece è
in cucina a friggere delle uova per colazione, in una casa non sua.
Senza contare che la notte prima deve averla trasportata dalla cucina
al letto... Sakura realizza di indossare gli stessi vestiti da due
giorni – non se li è tolti neanche per dormire – e decide di
farsi una doccia.
Esce
dalla doccia avvolta nell'accappatoio e trova i suoi due nuovi
coinquilini già a tavola, ad aspettarla per mangiare.
«
Buongiorno, Kakashi-sensei. Buongiorno, Momo-chan! » Un sorriso si
allarga sul suo volto e non è finto.
«
'Nee-san! » la saluta Momoka.
Le
uova di Kakashi sono decisamente meglio del suo pesce, e Sakura le
mangia con appetito. Ogni tanto sente i suoi occhi addosso, ma quando
si volta lui ha distolto lo sguardo, perciò non può esserne certa.
«
Oggi Momoka mi ha promesso che se ne starà buona, anche se la lascio
sola con te. Vado a dare una mano giù al villaggio, ok? »
Sakura
acconsente e scompiglia i capelli alla bambina in un gesto
affettuoso. Kakashi le saluta e se ne va, lasciandole intente a
sparecchiare.
Sakura
non pulisce più il suo appartamento da molto tempo, perciò decide
di dedicare quel giorno alle pulizie, con l'aiuto di Momoka. La
bambina reagisce con entusiasmo alla proposta, pregando che le venga
assegnato un compito da fare da sola. Sakura la fa sedere sul divano
e le dà dei soprammobili da spolverare, mentre lei prende per sé
una scopa per pulire il pavimento. Passa lo straccio, lucida il piano
della cucina e spalanca le finestre per cambiare aria.
Il
sole non entra lì dentro da molto tempo e sembra che la sua casa
torni a respirare: di nuovo quel beep si fa strada nella sua
testa, come se l'appartamento avesse un cuore pulsante. Beep,
beep, ogni suono un battito.
Per
la prima volta, Sakura Haruno si permette di avere fiducia nel
domani. Almeno un po'.
Mentre
puliscono, Momoka inizia a cantare una melodia struggente... Sakura
si chiede dove abbia imparato quella canzone, e chi fossero i suoi
genitori.
Ricorda
le parole di Kakashi, il giorno che quei due arrivarono da lei.
Si
stava nascondendo dietro una siepe, era fuggita dal giardino
dell'orfanotrofio. Tre ragazzini la stavano cercando, e quando
l'hanno trovata l'hanno aggredita, perciò sono intervenuto.
All'orfanotrofio mi hanno spiegato di averla trovata dentro una casa
distrutta... Stringeva la mano del cadavere di sua madre. Non diceva
niente, all'inizio... Anzi non ha mai detto nulla, fino a quando non
ha incontrato me. Per questa ragione mi hanno pregato di adottarla:
Momoka apparentemente ha avuto un incredibile miglioramento,
incontrandomi. Non me la sono sentita di tirarmi indietro.
Sakura
sorride amaramente, osservandola mentre pulisce con cura un
fermacarte. Sembra così serena, ora. Anche lei ha perso le persone
che amava, e questo in qualche modo lega tutti e tre in modo
indissolubile. Ora Sakura si spiega quella strana sensazione di
famiglia che l'ha avvolta e non se n'è più andata.
«
Chi sono questi? »
Momoka
ha iniziato a spolverare una vecchia foto del Team 7. Il cuore di
Sakura fa una capriola nel vuoto.
«
Sakura... » questa volta è di nuovo la voce di Naruto a torturarla.
« Non ti manco, Sakura? Non vuoi rivedermi? È ora, Sakura... »
«
No... » mormora lei.
«
Troppa gente è morta. Troppa. » la voce di Hinata, rotta dal
pianto.
«
Basta! » grida Sakura.
Momoka
comincia a piangere, sconvolta. No, devo essere forte. Devo
esserlo per lei. Sakura si schiaffeggia, per tornare in sé. Poi
corre dalla bambina e l'abbraccia.
«
Scusami, Momo-chan. Non volevo spaventarti. Ti prometto che non lo
farò più. »
La
bimba si lascia abbracciare e si quieta. Per la prima volta, Sakura è
riuscita a tenere a bada quei terribili incubi senza l'aiuto di altre
persone o di qualche farmaco. E l'ha fatto per Momoka.
La
tiene stretta e non ha idea di quanto tempo passi.
Quando
Kakashi rientra nota una nuova luce negli occhi di Sakura: è
l'appartamento ad essere cambiato, pulito e preciso, ma lui vede solo
le differenze in lei, la sua determinazione.
Momoka
le gravita attorno come un satellite, ormai non cerca più Kakashi
con lo sguardo – anzi quasi non lo vede –, sembra quasi
un'emanazione dell'altra, un pensiero che le gira intorno alla testa.
Lei è li perché Sakura è lì, la sua unica funzione è trascinarla
via dal baratro. È quasi sinistro.
Kakashi
viene notato e Sakura lo raggiunge e sorride, sorride con gli occhi,
e poi parla, racconta la sua giornata e chiede di quella dell'altro.
I suoi occhi sorridono di nuovo, quando racconta della bambina; e si
oscurano solo quando giunge alla sua crisi, anche se è orgogliosa di
essere riuscita a gestirla meglio dal solito. Kakashi Hatake ascolta
in silenzio ogni parola, si lascia attraversare dai suoni,
imperturbabile. Ma ha paura.
Terzo
frammento: La Morte
Quello
appena trascorso è stato del tempo – forse un mese, Sakura non
riesce ad avere una precisa percezione dei giorni che passano –
pieno. Pieno di cose da fare, pieno di vita, pieno di amore, pieno di
emozioni, pieno di Kakashi e Momoka. Sakura si sente riempita
completamente, e sa che è giunto il momento di rimettersi in piedi.
Ma
è proprio allora che le crisi ritornano, più forti di prima. E
fanno paura.
Sakura
fissa Kakashi e Momoka, intenti a rifare il letto della sua camera.
«
Cosa ci fate voi due, qui? » domanda, dopo averli osservati a lungo.
Kakashi si immobilizza, ma la bambina pare non notarla e continua ad
infilare la federa al cuscino.
Lui
invece le viene incontro, le posa una mano sulla spalla e la trascina
fuori.
«
Che significa? » le sussurra. Sakura scuote la testa.
«
Non lo so. » spiega « Ricordo che eravate usciti a comprare del
cibo. Io stavo facendo una doccia, era mattina. Ed improvvisamente è
sera, e voi state rifacendo il letto. »
Kakashi
allontana lo sguardo da lei e percorre l'angusto corridoio in cui
l'ha trascinata, meditando.
«
Hai avuto un attacco? » domanda piano, per non farsi sentire da
Momoka.
Sakura
esita, prima di rispondere. Si morde le labbra. « Non riesco a
ricordare. »
Cenano
tutti e tre insieme con insalata di polpo. Kakashi chiede a Sakura di
lavare i piatti, e si offre di mettere a dormire Momoka. Solitamente
questi compiti sono invertiti, e Sakura si chiede se Kakashi si fidi
a lasciarla sola nella stanza di una bambina. Rischia di perdere la
sua lucidità per sempre? È questo che il suo maestro teme?
Per
Momoka hanno acquistato una culla, ora dorme in una piccola stanza
che si affaccia sul salotto. Ma quando è successo? Quando è stato
che hanno comprato una culla?
Sakura
si preme una mano sulla fronte, non riesce a ricordare. Chiude gli
occhi e li stringe fino a sentire dolore, al contempo si tappa le
orecchie con le mani, isolandosi da ogni rumore.
Il
volto di Naruto emerge lentamente dall'oscurità: sembra inquieto.
Sta parlando con lei, ma non la guarda in faccia. « Perché mi stai
facendo questo? » sussurra. Sakura vorrebbe allungare una mano verso
di lui, ma sembra che il suo corpo non reagisca. I suoi arti sembrano
pietra, troppo pesanti per essere sollevati. È un'atmosfera
irreale... Nessun rumore, solo un fischio ritmico. E il colore bianco
che mano a mano si irradia dalla testa bionda del suo compagno, fino
ad avvolgerla in un mare candido.
Tutto
finisce, come tutto è iniziato: improvvisamente. Sakura è
inginocchiata in un angolo e trema convulsamente, in preda al
terrore. Sente l'alito gelido della morte su di sé.
Kakashi
la trova nell'angolo, mentre singhiozza scuse a persone che non
esistono (almeno non in quell'universo). La avvolge con le braccia
calde e lascia che prenda tutto il suo calore, permettendo che
defluisca dritto nel suo sangue.
È
pomeriggio. Sakura e Momoka sono sole, e Sakura non sa come sia
successo. L'ultima cosa che ricorda è il volto di Naruto che le
chiede di raggiungerla dove lei non può andare.
Sakura
saggia la tenerezza di pesco delle guance di Momoka sotto i
polpastrelli, mentre accarezza il suo volto addormentato. Ama quella
bambina più della sua stessa vita, ma si accorge di non riuscire a
comprenderne il motivo. Tutto quell'amore non ha una ragione
d'essere: cosa le sta succedendo? Quanto tempo è passato da quando
ha conosciuto quella bambina? Dove si trova il suo maestro?
Si
alza lentamente dal divano su cui Momoka dorme, avendo cura di non
svegliarla.
Deve
cercare di capire cosa stia succedendo: incontrerà Ino e le chiederà
come stia andando giù al villaggio (e cercherà di capire che giorno
sia, senza domandarlo direttamente).
La
sua mano si stringe convulsamente intorno alla maniglia, mentre la
ragazza cerca il coraggio di incontrare il mondo esterno.
Il
bianco l'acceca improvvisamente e la voce di Sasuke le riempe le
orecchie e il cuore, tutto succede in un secondo: Sasuke si scusa, le
dice di essere dispiaciuto per quello che è successo. Troppa
morte, aggiunge. Mi dispiace che tu abbia perso tutte queste
persone. Ma Sakura non vuole
impazzire, ne ha abbastanza di queste visioni. Ricorda dove si trova
e preme sulla maniglia con tutte le sue forze, pronta a incontrare il
calore del sole sulla pelle.
La
porta si apre, ma è di nuovo notte. Sakura è in piedi, la mano
ancorata ad una maniglia che non è la stessa di poco prima: di
fronte a lei la propria camera da letto. Non ha idea di quello che le
stia succedendo, né di come sia arrivata lì, né di quanti giorni
siano passati: Kakashi è di fronte a lei, senza maschera, e la barba
è cresciuta troppo perché sia possibile che si siano lasciati solo
quella mattina. Le afferra il polso e la costringe a lasciare la
maniglia, fissandola dritta negli occhi.
«
Resta con me. » chiede. « Non lasciarmi di nuovo, Sakura. Non
separiamoci nuovamente. Resta lucida. »
Sakura
annuisce, senza capire davvero cosa stia succedendo. Probabilmente le
sue crisi sono aumentate, lo legge negli occhi di lui:
consapevolezza. Sembra che lui sia capace di gestirle, che abbia
imparato. C'è qualcosa di consolidato nel modo in cui lui le
abbraccia il viso con le mani e fa incontrare le loro labbra, nel
modo in cui il corpo di Sakura risponde al bacio come se vi fosse
abituato. Lui la trascina a letto e sa esattamente in che modo
trattarla, come se fossero stati amanti per anni... Sa quali punti
sensibili deve baciare, sa come mordicchiare le sue orecchie e
accarezzarle delicatamente la nuca. C'è qualcosa, nel modo in cui
Kakashi fa l'amore con lei, che fa credere a Sakura di avere un buco
nella memoria che le nasconde qualche anno di vita.
In
effetti, quando si staccano e Kakashi si addormenta accarezzandola,
Sakura non può fare a meno di sentire gelare il sangue quando nota
sul comodino una foto incorniciata che raffigura una ragazza
tredicenne identica a Momoka.
Quarto
frammento: Risveglio
Sakura
ha smesso di cercare di capire il flusso del tempo, vive di frammento
in frammento senza farsi domande, lasciandosi cullare dalla corrente.
Momoka è una delle ragazze più dotate che lei abbia mai conosciuto:
ha dovuto accettare che divenisse un ninja, nonostante ogni fibra del
suo corpo urlasse pericolo.
Quando
si sente lucida, Sakura scrive gli avvenimenti più importanti su un
diario che tiene in camera da letto. Le cose fondamentali: chi è
vivo, chi è morto, dove si trovano Momoka e Kakashi. Ha molto tempo
libero, dal momento che non è il caso che esca di casa. Non esce più
dai tempi della guerra, probabilmente.
Quella
mattina, però, Sakura non trova nessun diario. Nessun segno che
indichi che Kakashi e Momoka siano mai stati là. Il suo cuore inizia
a battere ad un ritmo sempre più sostenuto e il rumore fastidioso di
un beep elettronico
accompagna ogni suo battito, facendosi sempre più forte.
Nella
camera di Momoka c'è solo una scrivania che era di sua madre e un
vecchio divano. La foto di Momoka che era sul suo comodino sembra non
essere lì da molto tempo: la polvere ricopre il legno in modo
uniforme. In tutto l'appartamento non ci sono vestiti che non siano
di Sakura.
Beep
Beep Beep.
Qualcuno
bussa alla porta, ma non ci sono maniglie per poterla aprire. Sakura
è troppo lontana, in ogni caso: stesa nel suo letto, in un'altra
stanza, gli arti pesanti come piombo, incollati al materasso. Gli
occhi sono chiusi, e non intende aprirli, perché sa bene ciò che
troverebbe se li aprisse: bianco accecante. Ma le orecchie non può
chiuderle, ed è impossibile ignorare Naruto che le parla.
Vorrebbe
chiedergli pietà, vorrebbe chiedergli di smetterla di farla soffrire
e permetterle di vivere, ma è chiaro che Naruto non si arrenderà
finché non la riavrà al suo fianco. Lui non si arrende mai, è
nella sua natura.
Sakura
sa che nel momento in cui avrà aperto gli occhi, non potrà più
tornare indietro. La sua decisione sarà irrevocabile, e dovrà dire
addio a Kakashi e Momoka per sempre.
«
Stanno riducendo le medicine. » sente la voce di Naruto spiegare a
qualcuno. Hinata, probabilmente. « Avevano indotto il coma
farmacologico, ma Tsunade dice che non è più necessario tenerla
sotto sedativi. Ora sta a lei, decidere se svegliarsi oppure... »
fece una pausa, incapace di continuare.
«
Oppure restare in coma. » conclude Sasuke per lui, teso a sua volta.
Ma
Sasuke non era mai stato teso per lei, e quel sogno è un inganno
crudele per trascinarla nell'aldilà.
«
Decidere? Tornerà da noi, non è così? »
Sì,
si trattava di Hinata.
«
Certamente! » commenta Naruto.
«
Non possiamo saperlo. » interviene Yamato « La morte di Kakashi è
stata un duro colpo, per lei. Si erano sposati poco prima della
guerra. E inoltre, quell'aborto spontaneo... Deve averla spenta
definitivamente. Aveva già scelto il nome per la bambina, Kakashi
voleva che si chiamasse Momoka, sarebbe stata il ricordo vivente di
lui... Perderla ancora prima che nascesse... »
Naruto
sospira. « Shikamaru, Ino, Choji... Ho perso troppi compagni. Sakura
non può... Non lei. Non posso credere che voglia restare
addormentata. Io... » cerca di nascondere un singhiozzo.
Continuano
a parlare tra loro, in attesa della decisione della ragazza in coma.
Ormai alle sue orecchie sono un mormorio indistinto.
Sakura
ascolta attenta il beep fastidioso dell'elettrocardiogramma.
Sa che se deciderà di aprire gli occhi, Momoka e Kakashi
scompariranno per sempre, sostituiti dal bianco accecante di una
stanza d'ospedale e dai suoi amici ancora vivi. Sa che dovrebbe
dimenticarli, per poter continuare a vivere.
I
beep sono assordanti.
Prende
la sua decisione.
Fine.
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