Chi è 2P!Italia?

di TonyCocchi
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2p italia hetalia

Salve a tutti, cari lettori, e buon 2014!

Anno nuovo, fic nuove, e si spera ce ne saranno parecchie! XD
Intanto eccovi questa, su un argomento che volevo scrivere da parecchio tempo e finalmente ci sono riuscito ^__^

I 2P! sono certo interessanti, il lato sinistro, il rovescio della medaglia, ha sempre un certo fascino, anche se l’immagine del rovescio di Feli come fascista cattivo o sadico sociopatico l’ho sempre trovata un po’ riduttiva e ancorata al passato (e poi, diciamolo, non basta mica prendere un personaggio, renderlo violento e cattivo per farne un 2P!).

Ecco quindi che mi propongo di farvi conoscere chi dovrebbe essere in realtà la parte oscura della nostra Italia, che cosa incarna di noi…

Buona lettura, e anche buone riflessioni dopo, perché sono certo vi darà di che pensare.

 

 

 

Se ne sta seduto dietro una scrivania di legno pregiato, un oggetto costoso e di ottimo gusto.

Entrambe le mani sono poggiate sul piano in bella vista, e sorride apertamente.

Ma qualcosa, in quell’innocente sguardo, al centro di un viso giovane e pulito, fa presagire, dietro la schiena, una terza mano che stringe il coltello con cui ti scannerà. E non si limiterà a quello: il tuo sangue, si avventerà su quello, né è bramoso, come di molte altre cose.

Prenderà tutto e prenderà te, ecco cosa pensi appena lo guardi.

“Chi sono io?”

Lancia il suo indovinello.

“Semplice.”

Incrocia le mani con fare soddisfatto e vanesio, ansioso di definirsi.

Quanti epiteti e cantici gloriosi su di sé gli venivano in mente, tanti da fargli mancare il fiato.

 

Sono colui che rideva al telefono mentre L’Aquila tremava e piangeva.

Solo colui che ha lasciato esplodere l’autostrada e nascondere l’agendina rossa.

Sono colui che deruba, corrompe, ricatta, e viene sempre perdonato o dimenticato.

Sono colui a cui non fa schifo baciare scarpe se può farmi comodo, e ti insegna a fare lo stesso.

Sono colui che si indigna con te e ti offre la mano: tu me la dai, e io con l’altra sono già nella tua tasca, quando non mi va di trapassarti il petto.

Cuore, polmoni, stomaco. Cibo, aria, sangue. Prendo quel che mi aggrada.

Me lo prendo da te, da loro, da tutti quelli che voglio.

Sono colui che fa i tuoi figli ignoranti o delusi, perché non si immischino dove potrebbero per impedirmi di fare i miei porci comodi.

Sono colui che affama per mostrarsi generoso a lanciarvi briciole, e poi si inchina a raccogliere gli applausi.

Sono colui che tiene nella melma il suo stesso fratello, perché conviene che non stia al mio passo: tanto l’inno lo cantiamo lo stesso.

Sono colui che di rossi, neri, gialli e arlecchini non mi importa nulla: tanto sono io dietro a tutti loro!

Sono colui che se le parti finalmente si mettono d’accordo ti fa trovare il corpo nel bagagliaio in Via Caetani.

E se un aereo cade non è un danno se l’hanno abbattuto i tipi giusti.

Sono colui che seppellisce ciò che vuole, e poi te lo restituisce quando vuole lui e come vuole lui: rifiuti e processi, stragi e inciuci.

 

In altre parole, sono colui che può.

Posso e posso tutto, perché sono qualcuno, e tutti sono nessuno.

Il re agnello di un gregge di leoni troppo stupidi per sbranarmi.

Ecco perché sono qui e qui resto, finché non imputridirò insieme a voi, ma almeno, io, imputridirò bene.

 

Io sono questo, e a voi sta bene, vostro tiranno e vostro figlio.

Voi e nulla di più.

 

Alla fine disse solo: “Io sono l’Italia.”





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