Bianca come il latte, rossa come il sangue. di cartabianca (/viewuser.php?uid=612616)
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Bianca come il latte,rossa come il sangue.
Per Lucas, marinare la
scuola era uno
stile di vita. Erano settimane che non si presentava in quel vecchio
edificio che odorava di inchiostro e fogli.
Lui era il classico ragazzo "figo" ed "in" della scuola, colui che con
un solo schiocco di dita oppure un semplice sorriso faceva cadere tutte
ai suoi piedi.
La sua aria da tenebroso, la pelle leggermente ambrata, quei suoi occhi
del colore
dell'oro, il ciuffo biondo che gli ricadeva sulla fronte, ed il suo
sorriso
perfetto, lo rendevano irresistibile per chiunque, ragazzi compresi.
Eppure, per Lucas, le ragazze non avevano mai avuto importanza
nella
sua vita, per lui, erano solo oggetti da utilizzare per soddisfare i
propri piaceri.
Però, oltre quella maschera da duro e puttaniere che si era
creato, lui era un ragazzo sensibile e generoso.
Mai che avesse fatto mancare qualcosa alla sorella, alla sua famiglia,
ai
suoi più stretti amici. A Sebastian, Noah, Marcus e Harry.
Amava leggere romanzi, ed infatti, quando marinava la scuola -cosa che
succedeva spesso ultimamente-, si rintanava in una biblioteca molto
distante dal centro e vi ci rimaneva per ore.
Ed era lì che ora Lucas si trovava, immerso nella lettura de
"L'ombra del vento" di Carlos Ruìz Zafon.
Il tintinnio della porta d'ingresso fece alzare lo sguardo al biondo,
curioso di sapere chi potesse venire in un posto del genere.
Una ragazza non molto alta apparve alla sua vista e sul suo volto
comparve un ghigno soddisfatto.
Aveva trovato la sua prossima vittima.
Lei non era niente male: i lunghi capelli mossi e rossi che le
ricadevano sulle spalle, un fisico minuto, la sua pelle candida e degli
occhi blu, più profondi del mare.
Si guardava attorno spaesata, probabilmente alla ricerca di qualcuno
che la
potesse aiutare, così lui lasciò perdere la
lettura e
prese l'iniziativa, avvicinandosi con passo sicuro alla bella rossa.
Lei si accorse della sua presenza e lo guardò scetticamente.
In tutta risposta, lui sfoderò uno dei suoi sorrisi
affascinanti, ma la ragazza sembrò non farci caso.
-E tu sei?-chiese lei, con un tono altamente scocciato.
-Chiunque vuoi che io sia.-rispose prontamente, sfoderando un altro dei
suoi sorrisi.
Lei sbuffò sonoramente, prima di guardarlo negli occhi
alzando di molto il viso, visto che era più alto di lui.
-Mi sono persa.-confessò, guardandosi attorno alla ricerca
di qualcuno che le potesse essere più utile.
-Ti posso aiutare?-chiese cortesemente, parandosi davanti alla
rossa.-Io sono di qui.-continuò, ammiccando. Lei
roteò gli
occhi, per poi ripuntare il suo sguardo glaciale in quello scuro di lui.
-Se proprio insisti.-rispose lei, facendo spallucce.
-Piacere, sono Lucas.-si presentò, allungando una mano verso
di lei.
-Violet.-rispose lei, stringendo la mano del moro.
-Dove devi andare?-si interessò, prendendo il suo zaino ed
avviandosi verso l'uscita. Lei estrasse un foglietto dalla sua borsa.
-Sunset Street.-esordì lei, tenendo ancora lo sguardo fisso
sul foglietto.
-E' poco distante,ti ci accompagno.-propose, aprendole la porta
della biblioteca da vero gentiluomo. Violet annuii,per poi uscire
dall'edificio malandato.
L'aria fredda di Londra colpì Lucas in pieno viso, infatti,
fu
costretto a mettersi la sciarpa che poco prima aveva tolto. Raggiunse
la
ragazza che lo stava aspettando sopra degli scalini e silenziosamente
si avviarono verso Sunset Street.
-Come mai sei qui?-chiese, smorzando il silenzio che si era creato.
-Per scuola, io sono italiana.-rispose lei, guardandolo di sottecchi.
-Puoi guardarmi, comunque.-la rassicurò, ridendo. Lei
arrossì leggermente, nascondendosi ancora di più
nella sua
sciarpa.
-Anch'io, comunque, non ho origini inglesi. Sono spagnolo.-
-Bene.-
Girarono l'angolo ed arrivarono in una stradina poco affollata.
-Beh, questa è Sunset Street.-annunciò, facendo
ampi gesti con le braccia.
-Grazie mille, Lucas.-lo ringraziò lei, avviandosi poi
più avanti continuando a guardare il suo foglietto.
-Violet?-la chiamò, facendola girare.
-Sì?-rispose lei.
-Quando posso rivederti?-chiese lui, sfoderando un altro dei suoi
sorrisi.
-Quando vuoi, sono a Sunset Street.- E poi sparì dietro una
curva.
Un altro ghigno soddisfatto occupò il volto di Lucas: aveva
abbindolato un'altra ragazza.
Non una ragazza qualsiasi, una ragazza bianca come il latte, rossa come
il sangue.
*****
-Violet,vuoi scendere? Si sta facendo tardi, i ragazzi ci
aspettano!-urlò Lucas dal piano inferiore della loro casa,
mentre
tamburellava il piede freneticamente sul parquet del salotto.
-Arrivo, arrivo.-rispose lei frettolosamente, mentre scendeva
le
scale, stando attenta a non cadere, data l'altezza dei suoi
tacchi.
A Lucas si illuminarono gli occhi vedendo la sua fidanzata, l'unica
persona che era riuscita a conquistargli cuore.
La persona che l'aveva fatto innamorare per la prima volta, la sua
Violet.
Ricordò che la prima volta che l'aveva vista aveva pensato
che non fosse una ragazza qualsiasi, era speciale, dal colore dei suoi
capelli alla carnagione color latte.
Lei lo raggiunse e gli mostrò il suo splendido
sorriso,incorniciato dai suoi fantastici boccoli rossi.
-Violet, sei bellissima.-le sussurrò in un orecchio, quasi
come se fosse un segreto di stato.
Lei arrossì leggermente, proprio come la prima volta che si
erano visti, e a lui scappò un sorriso divertito.
-Andiamo?-propose lei, andando a prendere la sua porchette, poggiata
sul
tavolino in vetro del salotto. Lucas annuì e si avviarono
verso la
loro macchina.
Le aprì lo sportello, proprio come aveva fatto la prima
volta con la porta della biblioteca e la fece salire in macchina.
Mise in moto, e partirono verso la casa di Sebastian, uno dei suoi
migliori amici dai tempi del liceo.
-Tutto bene?-le chiese lui, guardandola di sottecchi per fare
attenzione
alla strada.
Lei annuì distattamente, per poi puntare il suo
sguardo fuori dal finestrino.
-Sicura?-chiese conferma.
Lei sbuffò, non spostando il suo sguardo dal paesaggio
circostante.
Erano giorni che Lucas non riusciva ad avere una conversazione normale
con Violet, era strana, scostante e spesso si rintanava in bagno e non
ne usciva se non dopo due ore.
Mentre si perdeva in questi discorsi, non si accorse che erano arrivati
estava quasi per superare la casa.
Parcheggiò
appena trovò un posto libero ed entrambi si avviarono alla
viletta, dove ogni settimana si riunivano.
L'unico rumore udibile era il ticchettio dei tacchi di Violet sul
vialetto che conduceva alla graziosa abitazione dell'amico.
Bussarono alla porta attendendo una risposta.
-Ragazzi!-urlò Sebastian, aprendo la porta e facendoli
entrare.
-Come facevi a sapere che eravamo noi?-chiese Lucas sorpreso, mentre
faceva il suo ingresso nella casa dell'amico, mano nella mano con
Violet.
-Intuito.-
-Ma guarda, i nostri due piccioncini!- esclamò Harry appena
entrarono. Violet e Zayn risero per il nomignolo dato dall'amico e gli
andarono incontro.
-Ciao Harry!-rispose divertita Violet, alzandosi in punta dei
piedi, nonostante i tacchi, per scoccargli un sonoro bacio sulla
guancia.
-Sono geloso, eh.-si intromise Lucas, incrociando le braccia al petto e
sbuffando come un bambino di tre anni a cui viene sottratto il proprio
giocattolo preferito.
Lei gli rivolse un sorriso e gli
lasciò un bacio a stampo sulle labbra.
-Così va meglio.-rispose, prendendola per la vita, ma lei lo
scostò facendo qualche passo all'indietro.
Lui la guardò confuso, ma lei si girò per andare
a salutare Noah e Marcus.
La serata proseguì per il meglio, come ogni sabato trascorso
in
loro compagnia d'altronde, e verso mezzanotte, uscirono da casa di
Sebastian.
Andarono verso la macchina, e poi si avviarono verso casa.
-Violet, sei strana.- disse Lucas.
-No, non è vero.-rispose piccata lei, appoggiandosi su un
gomito.
-E invece sì!-ribatté lui. -C'è
qualcosa che non mi vuoi dire?-.
Lei fece un sospiro.
-Spegni la macchina.-gli ordinò pacatamente.
Lui obbedì
senza chiedere niente, ormai aveva imparato che era inutile discutere
con lei.
Lo guardò negli occhi e gli prese le mani. Emise un altro
sospiro e chiuse gli occhi.
Lui le accarezzò il palmo della mano con un pollice, come ad
infondergli coraggio.
-Lucas, sono incinta.-sputò alla fine, facendo spalancare i
suoi
occhi. Lei si stacco dalla presa di lui irritata dalla sua reazione e
si buttò a peso
morto sul sedile.
-Davvero?-balbettò lui.
-Sì..però se non lo vuoi, se non sei pronto, io
potrei..-tentò di spiegare, ma lui non la lasciò
finire che la zittì con un bacio.
-Voglio avere una famiglia con te,voglio passare con te il resto della
mia vita,tu sei il mio tutto,Violet.-concluse,guardando negli occhi
lucidi di lei.
-Ti amo..-sussurrò lei, ad un soffio dalle sue soffici
labbra.
-Ti amo anch'io.-
*****
L'orchestra aveva iniziato a suonare e nella navata della chiesa era
quello l'unico suono udibile, a parte il battito cardiaco di Lucas a
mille.
Violet fece il suo ingresso in un vestito bianco che Harry la portava
all'altare.
Violet aveva interrotto i contatti con la sua famiglia quando si era
trasferita in Inghilterra, non aveva voluto nessuno dei suoi familiari
al matrimonio; si era limitata a mandargli una lettera con su scritto
che si erano sposati.
Ovviamente sarebbero arrivate in Italia solo dopo il matrimonio.
Si fermò davanti allo sposo, e poi diede un bacio sulla
fronte di Violet, spostandole il velo.
-Prenditene cura, Lucas.-disse Harry, prima di andarsi a sedere poco
più in là. Lei gli sorrise felicemente, e
intrecciò
la mano di lui con la sua.
Mai avrebbe pensato di arrivare a questo punto, la chiesa era piena dei
loro più stretti amici, familiari di Lucas.
La mamma di Lucas era in prima fila, mentre due lacrime le rigavano il
viso.
Le era sempre piaciuta Violet,d alla prima volta che l'aveva vista le
era andata a genio.
Alla notizia della gravidanza e del matrimonio ,aveva fatto gli urli di
gioia.
E come non si poteva non amarla?
Lei era perfetta.
Anche se Lucas non aveva mai creduto nella perfezione, si era dovuto
ricredere vedendo la sua futura moglie.
Il prete inziò il suo cerimoniale che a Lucas
sembrò quasi
infinito per l'estrema lentezza con cui pronunciava ogni singola
parola, lui la voleva adesso.
-Ed ora vi dichiaro: marito e moglie. Può baciare la
sposa.-annunciò finalmente l'uomo.
Lui le prese il viso tra le mani e le diede un passionale bacio, per
poi posare le sue mani sul suo ventre e dare un bacio anche
lì.
Lei rise, anche se le lacrime le innondavano il viso.
Questo, però, non fu il giorno più bello della
vita di Lucas
Il giorno più bello, per lui, fu quando la
incontrò per la prima volta.
*****
-Vuoi
andare dallo zio Harry, Rebecca?-chiese Lucas felicemente alla sua
adorata bambina.
-Zio Harry, zio Harry.-rispose lei,battendo le mani felici.
-Oh, la mia piccola fragola!-esordì,prendendo tra le sue
braccia la
bambina. Lei gli sorrise mostrando le sue genigive ancora mancanti di
qualche dentino.
-Vado sopra da Violet, questa notte non ha
dormito. State attenti ragazzi!-annunciò lui ai suoi
migliori
amici, mentre si avviava al piano di sopra.
La trovò seduta a terra vicino alla porta della cameretta
della bimba.
-Dov'è Rebecca?-chiese stancamente lei, accorgendosi della
presenza di suo marito.
-Con zio Harry.-rispose semplicemente lui sedendosi vicino alla rossa.
Lei rise e poggiò la sua testa sul suo petto muscoloso che
le cinse la vita con un braccio.
-Da quand'è che non stiamo un po' soli, io e te?-chiese
mailiziosamente lei iniziandogli a baciare il collo.
-Da troppo, troppo tempo.-rispose,mordendosi il labbro.
La prese in braccio e lei intrecciò le sue gambe alla sua
schiena, lui chiuse la porta con un calcio e si posarono sul mini
lettino della piccola.
-Non pensi che stiamo un po' troppo stetti?-chiese lei, tra un bacio ed
un altro.
-Ci basterà.- le rispose,mettendosi a cavalcioni sopra di
lei e riprendendo a baciarla con foga.
Le slacciò la felpa e poi le tolse anche la maglia
gettandola a terra al letto.
Lei gli slacciò la cintura e iniziò a
sbottonargli il jeans.
I loro vestiti presto fecero compagnia al pavimento.
-E' arrivato lo zio Harry!-urlò spalancando la porta.
Lucas si accasciò dalla parte opposta del mini letto ridendo
e Violet lo imitò.
-Qualcosa mi dice che vi ho interrotti.- scherzò Harry.
-Ma che intuito!-rispose Lucas sarcasticamente.
-Vi lascio concludere.-annunciò, prima di chiudersi la porta
alle spalle.
Lucas sbuffò guardando la sua amata Violet nei suoi profondi
occhi blu.
-Ti amo.- le sussurrò in un orecchio. Lei sorrise.
-Ti amo anch'io.-rispose lanciandogli la sua maglia con su scritto
"sono il papà più bello del mondo".
-Non credi che questa maglia esprima una grande
verità?-scherzò lui, indicandogli la sua t-shirt.
-Sì, lo credo anch'io.-gli rispose ridendo mentre usciva
dalla stanza.
*****
-Rebecca,a che ora sei tornata ieri sera?-urlò
Lucas furioso.
-Papà, non fare il melodrammatico, sono
grande!-ribatté lei puntando i piedi.
Incredibile quanto somigliasse alla madre, con i suoi capelli rossi e
la sua carnagione candida.
Ma aveva gli occhi color oro di Lucas che la rendevano ancor
più bella.
-Cosa succede?-chiese Violet, scendendo dalle scale facendo uno
sbadiglio.
-Nostra figlia è tornata alle quattro
stamattina!-spiegò
lui voltandosi verso sua moglie per ricevere il suo appoggio.
-Quante volte ti devo ripetere che non puoi stare fuori fino a
tardi!-rispose lei alterata guardando la figlia severamente e
incrociando le braccia al petto.
Lei sbuffò sonoramente,per poi girare lo sguardo da un'altra
parte.
-Sei in punizione, fila di sopra!-urlò Lucas indicandogli le
scale.
Lei strinse i pugni con forza per poi andare verso le scale sbattendo i
piedi come una bambina.
-Le passerà.-cercò di rassicurarlo Violet,
guardandolo dolcemente.
Sapeva che Lucas odiava sgridare sua figlia, si sentiva sempre
terribilmente in colpa.
Lui puntò il suo sguardo verso i suoi piedi poggiando il
peso sui talloni.
Lei gli diede un bacio a fior di labbra e si diresse in cucina.
-Cosa vuoi per colazione,tesoro?-chiese lei dolcemente sporgendosi
dalla cucina.
-Te.-rispose lui, avvicinandosi e baciandola passionalmente.
*****
Lucas e Violet erano sdraiati comodamente sul dondolo della
loro
casa in montagna, acquistata dopo che Rebecca aveva deciso di
trasferirsi in Francia.
Lui le accarezzava dolcemente i capelli, ormai non più rossi
e
lei aveva la testa poggiata sul suo petto, non più muscoloso
come
una volta.
-Ti ricordi quando ci siamo incontrati?-chiese lui di punto in
bianco. Lei annuì sorridendo, e ricordando quel freddo
giorno
d'inverno.
-Io avevo marinato la scuola e mi trovavo in un biblioteca..-
-Ed io mi ero persa e quindi sono entrata..-
-E poi m sono presentato, ma a te non andavo tanto a genio..- disse
ridendo.
-Però poi ho cambiato idea.-rispose girando la faccia verso
di lui.
-Per fortuna.-commentò Lucas, lasciandole un bacio sulle
labbra. Lei sospirò.
-Non siamo più giovani come una volta.-esordì
lei, malinconicamente.
-Ma sei sempre bellissima.-le sussurrò lui,ad un orecchio.
-E tu sei sempre il papà più bello del
mondo.-rispose
lei facendosi scappare una lacrima che prontamente lui
asciugò
con un pollice.
-Ti amerò sempre, Lucas.-
-Anch'io,Violet.-rispose lui, prima di baciarlo.
Hei! Questa è
la mia prima one shot in questo campo, spero vi piaccia
perché è stata rivisionata tantissime volte per
darle l'aspetto che volevo.
Diciamo che rispecchia
la mia ideale storia d'amore, quindi è tutto frutto del mio
cervello che cerca il suo principe azzurro!
Se vi è
piaciuta almeno un pochettino, potreste dirmelo con una recensione? ne
sarei felicissima.
baci,
cartabianca.
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