Soli. Non potevano ancora
crederci: finalmente potevano respirare la libertà di godere un pomeriggio
da soli.
Mikoto aveva
approfittato della domenica e del bel tempo per passare un giorno insieme al
fratello, matricola all’università, che non poteva più usufruire degli
alloggi del Fuuka Gakuen. Shiho, invece, aveva dovuto seguire i suoi
genitori presso il datore di lavoro di suo padre, il quale aveva una villa
poco fuori città e aveva approfittato della bella giornata per invitare
alcuni dei suoi dipendenti per festeggiare la buona riuscita di un progetto
su cui l’azienda aveva lavorato strenuamente negli ultimi due mesi.
E loro? Erano liberi. Si
erano perciò dati appuntamento a Tsukimori, in una sala da tè molto graziosa
ma poco famosa, affinché potessero evitare incontri inaspettati. Fu lì
vicino che si ritrovarono alle due del pomeriggio. E sebbene stessero
insieme ormai da diversi mesi, Mai e Yuuichi non erano mai riusciti ad
organizzare un appuntamento vero e proprio, non senza terzi incomodi, tant’è
che nessuno dei due riusciva ancora a credere a quel miracolo domenicale. E
se anche la ragazza si sentiva un po’ in colpa verso Mikoto perché le aveva
tenuto nascosto che anche Shiho quel giorno aveva degli impegni che le
avrebbero impedito così di rompere loro le uova nel paniere, Yuuichi
continuava a tranquillizzarla e, a tratti, persino a rimproverarla di avere
troppi e superflui scrupoli: dopotutto era lui il suo ragazzo, no? Ed era
perciò loro sacrosanto diritto passare qualche ora insieme, soprattutto
senza essere disturbati.
Vestiti entrambi con una
certa cura, ed emozionatissimi per quel memorabile evento, entrarono nella
sala da tè e si accomodarono ad un tavolino lontano dalle vetrate che davano
sulla strada per evitare che qualche loro conoscente potesse scorgerli
dall’esterno ed avere così l’infelice idea di spiarli – e non sarebbe stata
la prima volta, dal momento che Chie aveva sul cellulare una bella
collezione di video che li ritraevano – o, peggio ancora, di unirsi a loro.
Il loro sguardo vagò
soddisfatto attorno al locale, e quando furono certi di essere realmente
da soli, decisero di dare un’occhiata al menù, chiacchierando su cosa
prendere o meno. Quando la cameriera arrivò, Mai ordinò subito, mentre
Yuuichi parve distratto da qualcosa. La ragazza se ne accorse, anche perché
quando la cameriera si allontanò, il giovane era ancora preso dal seguirla
con gli occhi.
«Yuuichi?»
«Uh?» mugugnò con scarso
interesse, cosa che innervosì la bella Tokiha.
«Cosa stai guardando?»
Quel tono di voce
lievemente alterato riuscì a far scattare un allarme nella testa del biondo,
tanto che questi subito tornò a dedicare tutta la sua attenzione alla
fidanzatina. «Nulla, nulla» si affrettò a tranquillizzarla, un sorriso
ipocrita sul viso. «Piuttosto, lo sai che sei bellissima, oggi?» corse
quindi ai ripari.
Tattica che funzionò
alla grande perché, per quanto intelligente possa essere una donna, la sua
vanità femminile, unita ad un cuore innamorato, riesce ad averla vinta nella
quasi totalità dei casi. Come da copione, dunque, Mai arrossì, chinò il capo
con fare vergognosetto e rispose con un risolino che poco faceva onore al
suo cervello.
Yuuichi fu libero di
tirare un sospiro di sollievo e si bagnò la gola con uno dei bicchieri
d’acqua che la cameriera aveva portato loro nel momento in cui aveva preso
le ordinazioni.
Solitamente, quando si
ritrovavano a scuola, i due avevano molto di che parlare, ridendo e
bisticciando di continuo, e seppur in compagnia di altre persone, stavano
bene. Adesso, però, erano senza terzo, quarto e quinto incomodo – alias
Mikoto, Shiho e Reito – e la cosa più tragica era che… non ci erano
abituati. Si guardavano attorno in silenzio, e quando gli occhi dell’uno
incrociavano quelli dell’altra, si scambiavano un sorriso timido ed
insicuro. Infine, preso coraggio, Yuuichi allungò un braccio sul tavolo ed
offrì alla fanciulla il palmo della propria mano. Felice per quella
intraprendenza, Mai unì subito le proprie dita alle sue, intrecciandole
dolcemente, mentre col pollice della mano lui le accarezzava con tenerezza.
«Senti, Mai…»
«Cosa?»
Il giovane si schiarì la
voce. «Visto che… sì, che finalmente non ci sono gli altri, che ne dici se
ne approfittiamo per…» e lasciò la frase in sospeso, fissandola con
reverenziale timore.
Lei capì al volo e le
guance le si imporporarono più di prima. Abbassò lo sguardo ed annuì.
Entrambi si fecero coraggio, forti dei propri sentimenti, e si sporsero in
avanti. Le loro fronti si sfiorarono, i loro nasi si toccarono, i loro
respiri si confusero, le loro bocche si schiusero, ed infine i due ragazzi
riuscirono nella titanica impresa di scambiarsi il loro primo bacio.
«E-Ehm…» si sentì
tossire con imbarazzo.
Sobbalzarono, spaventati
per l’esser stati colti in flagrante forse da chi avevano cercato di evitare
come la peste fino a quel momento. Subito si staccarono e le loro mani
schizzarono in direzioni opposte, il cuore che balzava in petto più di
quanto non avesse fatto durante il loro bacio. Nessuno dei due ebbe il
coraggio di alzare gli occhi se non quando fu messo sotto al loro naso una
tazza di tè alla cannella, un caffè e due fette di torta di mele.
«Per voi, e buon
appetito» augurò loro la cameriera con un sorriso che mandò in solluchero
Yuuichi, il quale, capito di aver scampato pericolo, aveva rialzato la
testa, puntando le pupille dapprima sul grazioso viso della ragazza, e poi
sul suo straripante decolté, che già alcuni minuti prima lo aveva distratto
non poco. La seguì con lo sguardo, e solo quando ella fu abbastanza lontana,
un urlo gli salì alle labbra, ed il giovane subito girò di scatto il capo
verso Mai che lo fissava con occhi fiammeggianti, il tacco della scarpa
ancora ben piantato nel dorso del piede di lui.
«Ahi! Ma che
accidenti…?!» esclamò, indispettito, per poi ammutolire quando si rese conto
di cosa aveva combinato seguendo l’istinto anziché il cervello. Coda di
paglia, deglutì ed abbozzò un sorriso. «Te l’ho già detto che oggi sei
bellissima?» ripeté nel disperato tentativo di salvare capra e cavoli.
Questa volta il trucco
non funzionò, e l’espressione della fanciulla si fece più grave. «Di’, mi
hai invitata fuori per stare con me o per guardare la scollatura delle
altre?» sibilò lei con fare minaccioso.
Yuuichi rabbrividì,
sentendo la morte ormai prossima, e prese nervosamente la sua tazzina di
caffè. «Ma che domande fai?» cercò di riparare con voce terribilmente
tremula, una risatina forzata per minimizzare l’accaduto. «Ti sembro davvero
il tipo?»
«Vuoi forse negare di
essere capace di fare lo scemo con le altre ragazze non appena giro gli
occhi?!»
«Non ho mai fatto niente
di male! Ci parlo soltanto!» mise le mani avanti, tornando a posare la
tazzina sul piattino.
«Non è né più né meno di
quello che fai con me!» ribatté Mai, picchiando il pugno sul tavolo con
enorme stizza.
Il giovane sospirò. «Ti
assicuro che se non venissimo disturbati di continuo, le cose fra di noi
andrebbero decisamente meglio, e non al rallentatore…» le fece notare con
aria rassegnata. «Roba che i ragazzini delle medie sono molto più avanti di
noi…»
Battendo il muso davanti
a quella triste realtà, anche lei fu costretta a sospirare mestamente. «In
effetti c’è davvero da impazzire…» Prese la forchettina ed iniziò quindi a
sfogare la frustrazione sulla sua fetta di dolce. «Voglio bene a Mikoto e
sono contenta che mi sia affezionata, ma… un minimo di privacy potrebbe
lasciarcela, di tanto in tanto!»
«Stesso discorso per
Shiho, che non si arrende e continua a gironzolarmi attorno senza sosta…» le
dette ragione Yuuichi, portandosi di nuovo il caffè alle labbra. «Ma quello
che mi fa incavolare di più è Kanzaki-senpai!» affermò un attimo dopo,
accigliato.
«Reito-san?» chiese Mai,
ingollando un boccone.
«Non chiamarlo per
nome!» si indispettì il ragazzo.
«Sei geloso?»
«Certo che sì» grugnì,
bevendo ancora.
«Suvvia, solo perché è
bello, intelligente e gentile, e cioè tutto il tuo opposto, non significa
certo ch’io debba per forza cadere ai suoi piedi, no?» lo prese in giro lei,
riprendendo una certa grazia nel mangiare.
Il giovane imprecò fra i
denti e la fissò con stizza. «Se è tanto migliore di me, perché non ti metti
con lui?»
Mai finse di pensarci
su, tanto per fargli ulteriore dispetto, ed infine scrollò le spalle. «Mah,
sto ancora cercando di capirlo anch’io, il perché mi sono innamorata di te»
prese allora a ragionare, tagliando con la forchettina un altro pezzetto di
torta. «Quindi, ti spiace se restiamo insieme fino a che non guarisco da
questa mia forma di masochismo?»
Le labbra di Yuuichi si
allargarono in un mezzo sorriso. «Credo che ci accomuni proprio questo, sai?
Anche perché neanch’io riesco ancora a spiegarmi il perché mi piaccia una
ragazza così rozza.»
«La cosa non mi tange»
replicò lei, seppure con una punta di stizza. «Fino a che avrò tanto seno,
so per certo che tornerai sempre all’ovile.»
«Eh…» sospirò di nuovo
il biondo, seguendo con lo sguardo ogni minimo movimento del petto della sua
bella, «…a poterlo avere…»
«Yuuichi!» strepitò Mai,
avvampando. «Pervertito!»
Lui sbuffò e scivolò
sulla sedia, allungando le gambe sotto al tavolo e ributtando il capo
all’indietro, le iridi nocciola al soffitto. «Prima si lamenta che non
succede nulla fra di noi, poi si lamenta se oso qualcosa…»
«E’ colpa tua che non
conosci mezze misure» gli rinfacciò la sua dolce metà, ostentando una certa
indignazione nel prendere la tazza di tè e nel bagnarsi la bocca.
Il giovane la scrutò in
silenzio per qualche attimo, un sopracciglio in su. «Te lo dissi già una
volta che sono un tipo freddo» annunciò con teatralità, riprendendo a bere
il suo caffè. Mai scoppiò a ridere, e fu costretta a mettere giù la tazza
per non rovesciarne il contenuto. «Ohi, perché ridi?» le domandò l’altro con
fare seccato.
«Niente, niente…»
rispose lei, asciugandosi una lacrima. «E’ un gran bugiardo, ma… Yuuichi mi
piace anche per questo suo modo di farsi grande» concluse con un dolce
sorriso.
Anche le labbra del
ragazzo si curvarono di nuovo all’insù. «Visto che hai capito il perché ti
piaccio, ci molliamo?» buttò lì all’improvviso, facendola cadere dalle
nuvole.
«Eh?! Perché?!» volle
sapere lei, sporgendosi di scatto in avanti.
«L’hai detto tu che
dovevamo rimanere insieme fino a che non avessi capito il perché ti sei
innamorata di me.»
Mai tornò a sedersi
compostamente. «Eh, no. Ho detto “fino a che non guarisco da questa mia
forma di masochismo”, il che è molto diverso» ribatté stizzita.
«Acc… peccato…»
«Perché?»
«Perché credo che quella
bella cameriera mi abbia preso in simpatia» la provocò il giovane, fingendo
di salutare qualcuno alle sue spalle con il più classico degli sguardi da
pesce lesso.
Piccata, la bella Tokiha
alzò il mento con fare altezzoso. «Se tu vai da lei, io vado da Reito-san.
Uomo avvisato…»
Yuuichi rise, piegò il
busto in avanti ed approfittò della sua distrazione per cogliere di nuovo le
sue labbra, lasciandola di sasso. «Quando siamo da soli, io e te non
sappiamo proprio andare d’accordo senza litigare, eh?» rifletté a mezza voce
un attimo dopo, la fronte poggiata contro quella di lei.
Mai sorrise,
imbarazzata. «Sai che noia, se no?»
Ho idea che questo breve
video mi frutterà molto, sorrise fra sé con aria soddisfatta una ragazza
dai capelli rossi che, richiudendo di scatto il cellulare e rimettendolo
nella tasca della gonna, uscì di soppiatto dal locale e riprese la via del
ritorno per il Gakuen, togliendosi il cappello e gli occhiali da sole dalle
lenti gialle e rotonde. Se non altro, Miss Perfezione e quell’allocco del
suo ragazzo dovranno sganciare parecchia grana se non vogliono che Mikoto e
gli altri lo vedano.
Confesso di essere tremendamente insicura su questa shot, vuoi perché scritta praticamente nei ritagli di tempo (ieri non ho avuto un secondo libero per poterle dedicare un minimo di attenzione), vuoi perché tratta di una coppia sulla quale avrei pagine di sospiri da scrivere... se ci fossero anche il terzo, quarto e quinto incomodo. XD
Chiedo scusa se dovessero esserci ripetizioni, sviste o incoerenze nello scritto, ma ci sto poco con la testa in questi giorni per via della stanchezza. Per questo vorrei invitarvi, qualora doveste notare qualcosa che non va, a farmi un appunto. E vi ringrazio già in anticipo, per questo. ^^
Come ringrazio anche NicoDevil, Hinata_chan, Atlantislux, Gufo_Tave, Chiarucciapucia e Solitaire per il continuo supporto che mi dànno. ^*^
Shainareth