Don't worry, be different!

di LunaMag
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I giorni passarono, e in men che non si dica dovetti dire addio alla Russia e, con mio grande dispiacere dovetti salutare Jack, Nate ed Andrew.

Non sapevo come sarei riuscita ad andare avanti senza avere la sua stretta di mano calda e confortante, o come sarei riuscita a rivederlo. Tutto per me sarebbe stato nuovo. 

La casa famiglia, non era un gran che, ma avevo tutte le libertà che volevo. Avevo solo una regola; entro le dodici i minori dovevano partecipare al coprifuoco, perchè le porte sarebbero state chiuse. Ovviamente io trovai una mia via d'uscita, scappando dalla finestra.

Riuscii così a passare sempre più tempo con i miei amici, e a diventare sempre più la ragazza che sarei voluta essere. Stavo iniziando persino a piacermi. 

Continuavo a sentirmi con Jack,all'inizio fu più che difficile, ma dopo divenne sempre più facile, qualche volta riuscimmo persino a vederci. 

Sono sempre più convinta che il nostro rapporto sia riuscito ad andare avanti grazie alla fiducia che provavamo l'uno per l'altra.
Ora sono certa che vi starete chiedendo: "E ora? Com'è andata a finire?" 

Bene, vi rispondo subito. Ora io ho 27 anni. All'età di 18 anni, sono andata a vivere con Jack, seguendo il loro gruppo ovunque. Circa 5 anni fa ci siamo sposati, e ora abbiamo due bellissimi figli: Janette di 6 anni e Freddy di 3 anni. 

Sono due bambini bellissimi, e hanno, per fortuna, il carattere dolce e malleabile del loro bellissimo padre e non il mio, testardo e duro come una pietra.
Syria, invece, ha detto all'età di 19 anni ai suoi genitori di essere fidanzata con Nate Ruess, e fra quasi un mese si sposano. Inizialmente il padre non aveva visto per niente bene questa notizia, ma alla fine, tra le suppliche di Syria e quelle di sua madre, è stato convinto ad accogliere Nate in famiglia.

I miei genitori non li ho più rivisti. Ormai la mia famiglia sono i Fun, la mia famiglia e composta da quei stupidi, ma divertenti ragazzi, e ovviamente da Jack e i miei amati figli.

E a voi dico le stesse parole che i ragazzi mi dicevano nei periodi più bui: carry on. Perchè alla fine, se solo lo vuoi, il tuo sogno potrà diventare realtà, proprio come il mio.





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