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Nome autore: Kira 16
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Titolo della fic: Twenty
seconds. Five
seconds. Three
seconds. I give you a slice of cake, but you give me something of
sweet…
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Fandom: Death
Note
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Personaggi: Misa Amane, L Lawliet, Light Yagami
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Rating: verde
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Genere: Fluff, commedia,
introspettivo
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Avvertimenti
:
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Riassunto: I
nostri tre protagonisti si ritroveranno ad
affrontare un pomeriggio nella stessa stanza, meritato riposo visto il
lavoro
condotto sul caso Kira, ma questo premio potrà mai essere
rilassante e,
soprattutto, sfruttato in pacifica convivenza?
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Eventuali note/allegati
vari: Spero
che questa one shot possa
piacere, mi sono divertita molto nella sua stesura. Vi auguro una buona
lettura!
Twenty seconds
Five seconds
Three
seconds
I
give you a slice of cake, but you
give me something of sweet…
Dopo
venti secondi passati a contemplare l'adone con il quale le era stato
concesso
di passare un intero giorno, Misa Misa arrivò ad un'unica e
clamorosa
conclusione: adorava tutto di lui.
Sembrava
che la perfezione si fosse imbattuta un giorno - così, per
caso - in Light
Yagami e avesse deciso di renderne il proprio maggior esponente.
Un
modello irraggiungibile, elevato a tal punto,
che lo sguardo dei comuni mortali non poteva ambire ad
osservare, nemmeno
di sfuggita.
La
ragazza annuì tra sé e sé; ecco chi il
fato aveva deciso di donarle in sposo,
perché chiunque avrebbe sfigurato accanto ad una bellezza
come lei, ma non lo
studente migliore del Giappone.
Eh
sì! Entrambi componevano la coppia ideale.
Senza
ombra di dubbio.
Dopo
cinque secondi passati a contemplare la propria torta, L decise che
così non si
poteva continuare.
Gli
sembrava di giocare ad una stupida partita, dove l'evidenza dei fatti
era
soffocata e corrosa dai loschi ragionamenti e dalle imprevedibili
strategie di
Light Yagami.
Non
c'era dubbio che lui fosse Kira, bastava guardarlo.
Un
portamento costantemente elegante, evidenziato da piccoli dettagli: il
taglio
ordinato dei capelli, il colletto della camicia privo di qualsivoglia
piega,
un’attenzione morbosa in ogni singola azione; persino il
portare una tazza di
tè alle labbra - se fatta da Light Yagami - appariva
aggraziata.
Ogni
atteggiamento, ogni mossa, ogni parola: tutto calcolato alla
perfezione.
La
forchettina giaceva accanto alla torta tagliata in modo impeccabile e
il tovagliolo
era ripiegato e posizionato tre centimetri esatti alla destra del
piattino.
Ogni
serial killer degno di quel nome aveva un modus operandi preciso: nella
maggior
parte dei casi, poteva essere caratterizzato da una pulizia talmente
ben curata
da risultare spasmodica; ad L tormentava e al tempo stesso allettava
tale
dettaglio.
Il
modus operandi di Kira rasentava anch'esso la perfezione; il fulminante
e
implacabile arresto cardiaco, la firma dell'assassino.
Era
così vicina una simile personalità a quella di
Light Yagami: non trovava
differenza tra le due, così infantili, così
precise, così pulite...
Dopo
tre secondi passati a dare un'occhiata a quei due mostri - che tra
l'altro lo
stavano fissando da ore, mangiandoselo con gli occhi - Light Yagami
decise di
prendere parola, ma giusto mentre stava per aprire bocca,
serrò per bene la
mascella.
No,
se avesse chiesto a Ryuzaki di tenere lontano da lui quegli occhi
insistenti,
il detective avrebbe certamente posto questioni e non avrebbe esitato
ad
insinuare che avesse avuto qualcosa da nascondere a sguardi indiscreti.
Meglio
evitare quel dialogo che avrebbe portato entrambi all'ennesima e
inutile lite.
Dunque
osservò la sua presunta fidanzata, almeno lei l'avrebbe
ascoltato.
"Misa,
sai che mi da fastidio quando mi guardi in quel modo, perché
non la
smetti?" Chiese prendendo il proprio piatto e iniziando a mangiare
tranquillamente.
La
modella quasi ululò dalla gioia: il suo Light le stava
dicendo che si sentiva a
disagio con i suoi occhi puntati addosso?
Magari,
il suo amoruccio credeva di poter fare qualcosa che l'avrebbe
indisposta!
Quanto
era tenero!
"Ma,
Light, sai che non devi provare imbarazzo quando..."
"Ti
da fastidio che la tua fidanzata ti guardi, Light?" La interruppe L,
saggiando poi con la punta della lingua la fragola del suo dolce.
"Eppure
avevi anche il mio, di sguardo, puntato addosso: posso presumere che lo
preferisci? In fondo, non hai rimproverato me".
Light
fulminò L col suo, di sguardo, stava per replicare, ma Misa
lo interruppe con voce
stridula.
"Tu
non ne sai proprio niente di fidanzati, Ryuzaki!" Poi si
avviluppò al
braccio non vincolato dalla catena del suo diletto e iniziò
la lezioncina.
"Light è tanto innamorato di me, ma così tanto
che ha paura io possa
scoprirlo in atteggiamenti sbagliati, ma Misa Misa sa che il suo
Lightuccio è
perfetto, non dovresti darti certe pene, amore mio!"
Il
detective aggrottò le sopracciglia, seriamente scettico
all'idea. "Ti
chiedo perdono, signorina Amane, ma se il tuo presunto spasimante
ricoprisse
davvero tale ruolo, non dovrebbe esser felice di ricevere le tue
attenzioni?"
E
fu il silenzio.
Poi
un urlo squarciò l'aria; l'idol si aggrappò di
più all'arto del suo unico vero
amore, quest'ultimo si sbatté una mano sulla fronte,
guardando male Ryuzaki che
-
con aria l’aria di chi non aveva nulla a che
vedere con questo mondo –
si portò un dito alle labbra e chiese: "Ho detto qualcosa di
sbagliato?"
Ancora
una volta, Light schiuse le labbra per far udire il suo disappunto, ma
Misa
scosse forte la testa e strattonò più verso di
sé la luce dei suoi occhi.
"Certo
che sì, stai insinuando che l’unico uomo che abbia
mai avuto la possibilità di
conquistare il mio cuore sia gay".
Tralasciando
l’assurdo collegamento che la testolina della modella doveva
aver fatto per
giungere a tale conclusione, L guardò entrambi, per un
attimo parve ponderare
l'idea, poi annunciò con la sua solita flemma: "Potrebbe
esserlo".
Il
castano sgranò gli occhi e osservò inorridito il
collega: si stavano dirigendo
verso una direzione pericolosa, meglio mettere un punto fermo a quella
conversazione.
"Misa,
è ovvio che Ryuzaki stia solo sche..." ma la sua frase venne
interrotta
ancora.
La
biondina, infuriata e con l'aria di chi prometteva tempesta, si
avvicinò al
detective con passo svelto e urlò al suo orecchio: "Come ti
permetti?! Tu
non sai quello che abbiamo fatto io e Light ieri sera nella nostra
camera".
Ryuzaki
sospirò e fece tentennare la catena che lo univa al ragazzo.
"Ovvio che lo
so: tu eri nell'appartamento del ventesimo piano del grattacielo,
mentre io ero
a letto con il mio indiziato". Disse semplicemente, scatenando la
gelosia
dell'altra.
"Allora
è vero che voi due fate cose tra maschietti! Light! Potevi
dirmelo prima!"
L'interpellato
si alzò di scatto dal divano e lanciò uno sguardo
di fuoco a quei due.
"Punto
uno: non sono gay. Punto due: Misa, anche se ti dicessi che
c'è l'edificio in
fiamme, tu non mi ascolteresti. Punto tre: Ryuzaki, sei un gran
maleducato, non
è modo di porre determinate questioni, il tuo. Punto
quattro: è ora di
lavorare, quindi, Misa - per favore - va fuori di qui!”
"M...
ma... tesoro!”
Il
ragazzo sospirò e le sorrise: "M'infastidisce il fatto che
tu riponga così
poca fiducia in me. Stiamo assieme adesso," sussurrò
suadente, cercando di
convincerla a lasciare la camera.
La
modella mise il broncio e incrociò le braccia. "Voglio
almeno un regalo
d'addio".
Light
fece finta di non sentire, prevedendo già in cosa sarebbe
dovuto consistere il
suo dono, e si sedette accanto a Ryuzaki, accavallando le gambe.
"Hai
sentito, Light-Kun? La signorina Amane vuole che il suo ragazzo le dia
un bacio
d'addio," ripeté il moro e il giapponese fu sicuro d'udire
almeno un
flebile tentennamento nel tono del detective, ma era difficile dargli
un
significato visto la breve lunghezza del suono, mal
celato sarcasmo, probabilmente.
"Allora?”
Chiese la ventenne porgendo la guancia al suo adorato, “me lo
dai un..."
gli sussurrò all'orecchio, "bacino? Non me ne
andrò di qui
senza". Gli occhi
dell'idol
giunsero, dal volto dell’angelo che le si stagliava di fronte
come una mistica
apparizione, al piatto che quella divinità aveva affianco.
"Oh,
ma guarda,” continuò cinguettando,
“allora eri solo un bel bambino capriccioso,
scommetto che volevi finire la tua torta per darmi un bacio, in modo da
costringermi ad imboccarti".
Light,
ormai sul punto di rottura, stava imponendosi torture sia psicologiche
che
fisiche, tenendo le braccia ben salde sul proprio petto per non alzarsi
e
picchiare la bionda.
Già
la ragazza era entrata in azione però, e, sprezzante del
pericolo, infilò a forza
la posata nella boccuccia di rose del suo zuccherino, che
annaspò all'indietro
nel tentativo di liberarsi.
L studiò
la scenetta e sospirò: "A mio parere, riuscirei a cibare
Yagami senza che
quel povero dolce subisca ancora maltrattamenti da parte tua".
L'altra
con un moto d'infantilismo - l'ennesimo - gli fece il verso, poi
domandò (
visto che solo in seguito il suo cervello aveva
elaborato l’informazione) inarcando un sopracciglio: "E come?
Voglio
proprio vederlo se un gobbo come te riesce a far smuovere l'appetito
del consorte
di MisaMisa".
L
si avvicinò al più piccolo, che era diventato
improvvisamente pallido a quel
nuovo e orribile nomignolo che quella lì gli aveva
affibbiato e intanto teneva appoggiata
una mano sul viso, come a porsi da solo conforto.
"Yagami,
mi stai facendo insospettire e al tempo stesso incuriosire," disse in
un
sussurro, accarezzando le labbra del diciottenne. "Perché
mai non vuoi
concedere alla tua ragazza un bacio d'addio?"
Light
guardò con odio profondo Ryuzaki, ma non riuscì a
restare indifferente a quel
tocco, dunque schiuse le labbra, quasi senza rendersene conto, e
lasciò che il venticinquenne
lo imboccasse, sotto lo sguardo allibito del terzo incomodo.
"Visto,
Amane?” Sussurrò ancora, fissando lo sguardo in
quello del suo
collega, con una sfumatura
vittoriosa nella voce altrimenti apatica che, tuttavia, la modella non
colse. “Ha
finito la torta, ma non mi sembra voglia concederti ciò che
desideri: magari è
timido e lo irrita scendere in atteggiamenti intimi di fronte ad
estranei".
E
in quell'istante la sospettata fu folgorata da un'illuminazione divina,
non le
passò per la mente che quell’ultima frase potesse
essere riferita proprio a lei
e non al detective stesso.
Ma
certo! Come aveva fatto a non pensarci prima?
La
perfezione qual era Light non poteva - certamente - mostrare debolezze
come l'amore!
Almeno,
non in pubblico!
"Ryuzaki!"
Detto questo, abbracciò forte colui che le aveva aperto
nuovi orizzonti con
un'unica frase, "grazie, grazie, grazie!" Poi lo spintonò
via per
fare altrettanto con Light.
"Perdonami
tesoro, quel brutto cattivone ha perfettamente ragione, non appena
finirai le
indagini recupereremo tutto il tempo perso". Lo strinse ancora per un
po'
a sé, poi tornò nelle proprie stanze, non senza
prima avergli elargito un bacio
volante.
L,
una volta liberato dall’estenuante presenza della modella,
tirò a sé per la
catena il proprio collaboratore e fissò lo sguardo
sull’angolo della bocca,
ancora sporco di panna, di quest’ultimo.
"Allora,
Light-Kun?" Lo canzonò.
L'altro
lo fulminò con un occhiata. "Allora cosa?"
"Ti
ho fatto finire la torta, dov'è il mio bacio?"
"Ryuzaki..."
Un
lieve contatto a fior di labbra, così delicato, ma al tempo
stesso tanto
intenso da risultare paradisiaco; poi il chiaro suono delle nocche che
colpiscono la carne e un corpo ritrovatosi misteriosamente in terra.
"Eravamo
concordi sul fatto che Misa restasse all’oscuro della nostra
relazione!”
L
ghignò e con uno scatto repentino del polso costrinse il
giovane tra le sue
braccia.
“Me
ne ricorderò la prossima volta, Yagami”. Poi lo
zittì e con quale modo migliore
se non tappargli la bocca con la propria?
In
fondo, Ryuzaki gli aveva dato una fetta di torta, adesso toccava a
Light dargli
qualcosa di dolce.
Fine
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