Mondo che vai, malocchio che trovi di sailor star lights (/viewuser.php?uid=29580)
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mondo che vai, malocchio che trovi 2
Kurogane si stava dirigendo verso casa a passo svelto;
qualche ora prima era uscito sbattendo la porta dopo l’ennesimo scontro con
Fay, lui aveva imprecato mentre lo stupido mago se la rideva alla grande. Ma
adesso non era quello il problema; era da un po’ che sentiva un campanello di
allarme nella testa che gli imponeva di correre a casa. Aveva cercato di
ignorarlo per qualche minuto, ma la sensazione di angoscia si faceva sempre più
forte e pensando al fatto che il mago fosse rimasto solo a casa visto che
Mokona e Shaoran erano usciti, non poté più far finta di nulla; conoscendo
l’idiota e il suo talento a far danni, si era affrettato verso casa,
abbandonando il villaggio più vicino alla loro casa.
Scorse la semplice costruzione da lontano ed affrettò il passo,
c’era un silenzio inquietate nell’aria, qualcosa che non presagiva nulla di
buono. Non poteva più stare calmo; fece uno scatto di corsa e ancora prima di
varcare la soglia aveva cominciato a gridare «
Oi, stupido mago! » nessuna
risposta. « Idiota, dove sei?! »
nella sala non aveva visto nulla, nessun rumore, così era corso al pieno
di sopra - accidenti Fay, rispondimi se ci sei - e intanto continuava la sua
folle corsa da una stanza all’altra – se mi stai facendo un altro scherzo,
giuro che sarò io a farti sparire - . Nelle orecchie aveva solo il rimbombo del
proprio cuore che, nella foga, nella fretta, nell’affanno, nell’ansia, batteva
senza tregua; i propri passi erano solo un rumore sordo, lontano. Quando
veramente stava per perdere la pazienza, udì un verso provenire dal piano di
sotto, poi dei rumori. Kurogane estrasse la spada – se sei tu mago, giuro sulla
mia stessa vita che ti taglierò in quei tanti pezzi in cui non ti ho tagliato
stamattina – pensò in preda al nervosismo e scese le scale lentamente, fino ad
arrivare alla soglia del salone; non c’era nessuno. Poi un altro rumore, e il
suo sguardo seguì il suono verso il pavimento. Fu allora che notò un ammasso di
vestiti per terra che prima gli era sfuggito e, in cima al mucchio, una cosa
alquanto bizzarra. Si avvicinò con cautela, la spada sempre in mano, pronto a
qualsiasi movimento improvviso. Intanto l’esserino si mosse, girandosi
lentamente, facendo grandi sforzi. Ormai Kurogane era a poco più di un metro di
distanza da lui quando la visione dei capelli biondi fu sostituita da quella di
un visino. Il ninja lo squadrò attentamente, e quando arrivò agli occhi,
occhioni enormi che lo stavano fissando, sobbalzò, una delle poche volte in
vita sua. « oh accidenti… » mormorò mentre i suoi occhi si specchiavano
in quelli del bambino « Fay… » aggiunse. Quegli occhi azzurri potevano
essere solo i suoi, non li avrebbe mai scordati, né confusi con altri, era
impossibile per il bruno sbagliarsi, li aveva studiati per troppo tempo,
cercando di coglierne le verità e le paure celate dietro ad un sorriso.
Possibile che con quel mago non si potesse mai stare tranquilli? E adesso?
Flashback di qualche ora prima
Kurogane si era rigirato nel letto per un po’, il rumore
prodotto da Fay che stava spadellando in cucina per la colazione e il profumo
che a breve ne seguì, gli avevano causato la nausea e non riusciva a risolversi
ad alzarsi – quel maledetto mago sta preparando quelle cose che lui definisce
“delizie”, io odio i dolci – pensò dopo che l’ennesima ondata di croissants
appena sfornati invase la sua stanza. Si tirò le coperte sopra la testa e si
girò verso il muro, cercando di non badarci. Intanto sentì un « buongiorno
Fay-san » di Shaoran seguito da « buongiorno, mammina! Papino non si è ancora
alzato? » di Mokona. Odiava quella polpettina, se l’avesse avuta per le mani
l’avrebbe stritolata ben bene, per poi lanciarla contro un muro, o fuori dalla
finestra. Represse un’imprecazione mentre sentiva Fay ridere. Li sentì
chiacchierare per un bel po’, finché Shaoran disse che sarebbe andato al
villaggio più lontano con Mokona anche quel giorno per continuare a leggere
libri. Lo sentì salutare e poco dopo percepì il chiudersi della porta. A questo
punto in ninja non poteva continuare a stare a letto « tsk, stupido mago…» e si
alzò per scendere al piano di sotto.
Appena finì di scendere le scale, si guardò in giro circospetto; nessun
rumore, nessuna traccia di Fay. Aveva qualcosa in mente, sentiva i brividi
lungo la schiena. Volse la testa a destra, poi a sinistra, avanzò lentamente
verso la cucina. « oi mago, do… » ma non riuscì a terminare la frase che il
biondo gli si parò improvvisamente davanti, una forchetta con sopra un pezzo di
torta al cioccolato. – oh no, oh no, no! – pensò il moro disperato, ma non ebbe
tempo di reagire, era troppo scioccato e disgustato, fu una questione di un
secondo e la forchetta sparì nella sua bocca ancora spalancata, per la frase
rimasta in sospeso e per lo stupore. Lui ringhi, « ih ih ih ih » faceva l’altro
sfuggendo alle mani che avevano tentato di afferrarlo, era peggio di un
anguilla quell’idiota. A Kurogane non restò che mandare giù, a fatica, il
cioccolato. Uno sguardo truce negli occhi e la mandibola serrata. Fay lo guardò
e rise ancora più forte « kuro-baubau è sporco di cioccolata… » e detto questo,
allungò un braccio verso l’altro che, per la seconda volta rimase pietrificato
per lo shock, e con il pollice gli pulì l’angolo destro della bocca. Kurogane
rimase interdetto per qualche secondo, analizzando quanto accaduto, mentre un
ghigno sornione regnava sulla faccia del mago. Arrossì, divenne bordeaux, dalla
rabbia e dall’imbarazzo. Avrebbe voluto strangolarlo, avrebbe voluto farlo a
pezzettini piccoli piccoli con la proprio katana e per un momento ci pensò
seriamente, sfiorandone l’elsa all’altezza della vita. Poi decise che era
meglio lasciar perdere, per l’incolumità di entrambi. Si limitò a guardarlo con
uno sguardo assassino, digrignò tra i denti un « stupido mago » e prese la
porta di casa, allontanandosi di là prima di fare una strage. « oh oh,
Kuro-sama è arrabbiato… » mormorò Fay, un tono che non si capiva cosa
esprimesse.
E così se n’era andato, e se ne pentì tenendo fisso a terra lo sguardo;
il bimbo aveva la testa sollevata verso di lui, labbra piegate in quello che doveva
essere il suo solito sorriso e che invece risultava essere solo una smorfia su
una boccuccia senza denti, o quasi, non poteva dirlo con certezza. Si
guardavano, il mago quasi divertito, lui sulla soglia della disperazione –
accidenti, e adesso?! -.
Eccomi qua ragazzi con una nuova fic la cui idea mi è venuta qualche giorno fa, quando non potevo dormire xD
Spero possa interessarvi come trama, ho già cominciato il
secondo capitolo e spero davvero di riuscire a portare a termine il
lavoro. Desidererei tanto che mi diceste cosa ne pensate, anche se fa
schifo, così magari levo quello che viene considerato un
obbrobrio da internet :P
Amo Kurogane, con tutta me stessa <3
Mi auguro di non andare OOC o
almeno non troppo, e siate clementi con me, a me piace scrivere, ma non
sono portata particolarmente, soprattutto nella struttura dei dialoghi
:'( Non sono un granché neanche dal punto di vista della
lunghezza dei capitoli, non me ne vogliate!
Grazie ancora dell'attenzione, a presto! :)
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