Quasi
non credeva a tutto ciò che le era successo. Lei era
lì a Konoha per portare
dei documenti eccessivamente top secret all’Hokage ed era
rimasta lì tre giorni
per godersi una meritata vacanza dopo una missione impegnativa.
Ovviamente per
un assurdo scherzo del fato o dell’Hokage, si era ritrovata
nuovamente quel
marmocchio a farle da balia, come se lei non fosse capace di
autogestirsi in
una città grande. Dopo tutto ci era già stata
lì e non avrebbe avuto tanti
problemi e soprattutto non si sarebbe persa. Era riuscita a convincere
l’Hokage
a lasciarla sola e anche a trovare una camera per la prima notte,
perché
purtroppo le camere per il giorno dopo erano già state
prenotate con un largo
margine di anticipo. Il secondo giorno si perse.
Flashback
Era
già pomeriggio inoltrato, verso le sette, e dalla colazione
non aveva mangiato
nulla. Era alla disperata ricerca di un albergo, ma quei bastardi erano
tutti
pieni. Ora, dopo aver rigirato la cartina più volte,
concluse che si era persa.
Ripose la cartina nello zaino e s’incammino in quelle strade,
dove tante volte
aveva litigato con lui. Non sapeva perché ma dopo aver
picchiato l’ennesimo
studente in attacco d’ira, il fratello decise che lei aveva
bisogno di una
pausa e che sarebbe dovuta rimanere in quella città dove si
situava la persona
che più non sopportava al mondo. Lei non poteva sopportare
che quel bambino che
la batte al concorso per diventare chunin si mettesse a piangere per
quelle
stupidate. Proprio non le andava giù.
Alzò
la testa e poté costatare che il cielo era nuvoloso e ben
presto ne vide le
conseguenze. Goccia dopo goccia la tranquilla pioggia primaverile si
trasformò
in un vero e proprio temporale. Si mise a correre ma si
fermò di colpo non
appena vide una casa. La casa di Shikamaru Nara. Non sapeva che fare,
ma le
gambe si mossero da sole. Si trovò di fronte alla porta e
busso. La pioggia
continuava indisturbata il suo cammino rendendola fradicia. Passarono
parecchi
minuti e proprio quando aveva girato i tacchi per andarsene la porta si
aprì
pigramente.
S-
Si?
Shikamaru
piego la testa da un lato per focalizzare meglio la figura dinanzi a
lui appena
giratosi.
S-
E tu che ci fai qui?
T-
Sono in vacanza. Mi puoi dire dove trovo un posto dove dormire?
S-
In questa stagione non troverai niente. Ciao.
T-
Sei uno stronzo! Mi lasci così sotto la pioggia?
S-
Che dovrei fare secondo te? Hm aspetta.
Un
pensiero alquanto strano gli precipitò nella testa. Comunque
continuò per non
dover subire le ire di quella ragazza che già si preparava a
distruggergli la
casa se non trovava una soluzione.
T-
Allora?
S-
Sai cucinare?
T-
Tsk. Ovvio che io sappia cucinare. Una brava jonin
sa fare tutto. Comunque
non capisco dove vuoi arrivare.
S-
Se tu mi lasciassi finire magari. Potresti dormire in camera mia,
però in
cambio dovresti cucinarci la cena, parchè i miei tornano
solo più tardi ed io
non ne ho né la voglia né le capacità.
T-
Dormire in camera tua?
Temari
rimase piuttosto allibita, non sapeva se considerarlo un pervertito o
semplicemente pazzo. Comunque se avrebbe dovuto scegliere se rimanere a
dormire
su un cartone sotto la pioggia o nel letto di Shikamaru (senza di lui
ovviamente) avrebbe scelto sicuramente la seconda ipotesi.
S-
Aspetta, non ho ancora finito.
Che
cosa poteva aspettarsi di peggio la nostra povera Temari? Doveva
passare una
notte nel letto di una delle persone che più odiava,
con il suo profumo che l’avrebbe inevitabilmente torturata per tutta la notte. E non
finiva qui, infatti...
S-
I miei tornano tra un po’, quindi per evitare di ascoltare
degli assurdi
discorsi prima che rientrino ti dovrai chiudere in camera mia e poco
dopo ti
raggiungerò io...
T-
Ehi Shika, ma che strane idee ti sei fatto in testa, Cry-baby?
S-
Non fraintendere... solo che i miei si insospettirebbero se dormissi in
salotto
sul divano.
T-
Mhm? Vabbè mettendo caso che io voglia fidarmi,
perché diavolo devo nascondermi
dai tuoi?
S-
Perché si farebbero strane idee e porrebbero domande ambigue
a me oltre che a
te. Allora che fai entri o ti vuoi prendere un raffreddore?
T-
Entro, entro... carina casa tua.
S-
Ascolta io stavo per andarmi a fare una doccia... ti lavi prima tu?
T-
Come sei galante Nara. Dove lascio questa roba?
S-
Vieni su che ti mostro la mia camera, io intanto ti esco un asciugamano
e il
bagno schiuma.
T-
Ho il mio bagno schiuma, però mi servirebbe un pigiama. Qui
dentro è tutto
zuppo.
S-
Ti do una mia tuta. Probabilmente ti andrà un po’
lunga.
T-
Va bene lo stesso.
Shikamaru
e Temari si avviarono nel piano superiore. Le passo le robe e subito
dopo si
butto pesantemente sul letto pensando alla grande cazzata fatta
invitandola a
casa sua. Ogni volta che la vedeva gli mancava il fiato e sentiva il
suo cuore
accelerare ma in realtà non sapeva se
quell’effetto fosse provocato dal
testosterone o se se ne fosse innamorato sul serio. E certo ora dover
stare da
solo con lei in casa e poi dormire nella stessa stanza non lo aiutava a
chiarirsi le idee bensì a far crescere
l’eccitazione in lui e mandare in tilt
il cervello.
Temari
si stava riposando sotto il rilassante scorrere dell’acqua
calda sulla sua
pelle. Chiuse il
rubinetto e si asciugò
indifferente lasciando che i capelli e ricadessero sciolti e bagnati
sulle
spalle. Infine mise la biancheria e quella tuta eccessivamente larga ,
così
tanto da farle arrivare la maglia appena sopra il ginocchio.
Entrò
in camera di Shika e vedendolo con gli occhi chiusi non poté
resistere. Prese un
cuscino e glielo butto con forza in faccia. Shikamaru scattò
in piedi di
soprassalto, fece una finta aria imbronciata. Prese un altro cuscino e
reagì,
però con meno forza, per non farle
male.
La
ragione in lui si stava diradando lasciando spazio solo
all’assurda illusione
che un giorno sarebbero stati insieme. Notò che con i
capelli sciolti era molto
più... molto più rilassante. Si quello era il
termine giusto. Anche se in quel
momento si il suo corpo chiedeva tutt’altro che rilassarsi.
Era dannatamente
bella così. I capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle
e l’ancor umido
corpo facevano aderirle la maglietta al corpo facendogli
così immaginare ancor
di più le sue candide forme.
Fra
una cuscinata e l’altra Shikamaru la afferrò da
dietro stringendole le proprie
braccia sull’addome dell’altra e butto entrambi sul
letto. Si rialzò
velocemente e salì a cavalcioni su di lei bloccandole le
braccia. Poteva
sentire il dolce profumo del suo bagnoschiuma alla vaniglia che gli
inebriava i
sensi.
Avevano
entrambi il fiatone; si avvicinò a pochi centimetri dalla
sua bocca e le
sorrise sornione.
S-
E ora?
Temari
non capiva che stesse succedendo. Quel marmocchio la stava
sottomettendo ancora
una volta e lei non poteva fare altro che sorridergli, stare al gioco e
vedere
fin dove sarebbe arrivato.
T-
E ora?
Si
avvicinarono ancor più, ora a divederli solo i loro respiri
che si facevano
ancor più affannosi per via dell’imbarazzo e per
la paura di soffocare nel
contrastare lo sguardo dell’altro. Nessuno azzardava troncare
quelle distanze,
quindi Temari prese parola per rompere l’imbarazzo che le
stava per far
commettere una scemenza.
T-
Shi-Shika non d-dovevi... andare a la-lavarti?
S-
Ehm, s-si... hai ragione.
Shikamaru
si alzò lasciandole finalmente libera la via.
T-
Nara?
S-
Hmh?
T-
Che ti cucino?
S-
Fai tu. Comunque fa come se fossi a casa tua.
Temari
scese in cucina e aprì il frigo e cerco le pentole ovunque,
non appena trovate
si mise all’opera ai fornelli. Passò
mezz’ora e Temari aveva quasi finito.
Shikamaru non era ancora sceso così decise di andare a
infastidirlo un po’. Si
avvicinò e posò l’orecchio sulla porta.
Sentiva il fruscio interrotto
dell’acqua più un altro rumore non identificato.
Busso alla porta e urlò per
farsi sentire dal ragazzo.
T-
Nara! Quanto tempo ci metti? Sei peggiore di una ragazzina al suo primo
appuntamento!
S-
Hmh? Si scusa arrivo.
Shikamaru
uscì ancor bagnato con solo un corto asciugamano in vita e
un altro dietro al
collo. Temari avvampò, la visione di quel fisico scolpito
dai duri allenamenti
(sicuramente fatti contro voglia) le faceva dimenticare chi aveva di
fronte. Ma
come resistere a quelle gocce che seguivano i tratti degli addominali e
a quei
capelli arruffati? Scacciò quei pensieri dalla mente e
quando stava per
ribattere, Shikamaru la precedette.
S- Scusa, mi ero
addormentato sotto la doccia.
Temari
per poco non cadde. Come aveva fatto a innamorarsi di un tipo
così? OPS... ho
detto innamorarsi? Beh l’importante è che Temari
non sappia che voi lo sappiate
siccome lei, per ora, non sa ciò (scusate il gioco di
parole).
Ritorniamo
alla storia.
T-
Su scendiamo che è pronto.
S-
Mi vesto ed arrivo.
Temari
mise tutto in tavola. Aspettando che quello svogliato scendesse.
Arrivò con
indosso solo i pantaloni e
i capelli li
aveva legati un modo malandato. Temari lo guardò con fare
beffardo.
T-
Come sei sexy Cry-baby
S-
Tem fa caldo.
T- Da quando mi chiami Tem?-
gli chiese
parecchio stupita. Adorava quel nomignolo, però non le si
addiceva perché le
sembrava più adatto ad una persona dolce, infatti nessuno si
azzardava
chiamarla così.
S-
Da quando hai i capelli sciolti.
Temari
cercò di ignorare la risposta che la fece rimanere perplessa.
Si
sedette l’uno di fronte all’altro. Shikamaru
fissava il piatto. Temari guardava
Shikamaru per capire se avesse fatto un buon lavoro. Era la prima volta
che
cucinava per qualcuno che non fossero i suoi fratelli, e loro mangiano
di
tutto, quindi era ansiosa del suo giudizio, non che gliene interessasse
qualcosa, sia chiaro.
S-
Mi hai avvelenato?
T-
Non fare il bambino e mangia Cry-baby.
S-
Tsk.
Shikamaru
avvicinò lentamente il cucchiaio alla bocca, dovendo
ammettere che qualsiasi
cosa fosse aveva un buon profumo. L’inghiotti mentre Temari
aspettava ansiosa.
T-
Allora?
Shika
le sorrise. Odiava ammetterlo ma doveva per tenersela buona.
S-
Ottimo.
Temari
gli sorrise di risposta e iniziò a mangiare.
Finirono
di mangiare e Temari andò di sopra nell’attesa
dell’arrivo dei genitori di
Shika. Non sapendo che fare iniziò a mettere a posto. Lei
odiava il disordine,
mentre lui sembrava il caos fatto uomo.
Poco
dopo Yoshino e Shikaku arrivarono e la prima
s’iniziò a lamentare che del
perché il ragazzo non avesse lavato il piatto e le pentole.
Già lavare ciò che
aveva usato Temari era stato stancante, chiedergli anche ciò
non era
plausibile, ovviamente lui non poteva dirglielo. La tortura della madre
non era
finita perché voleva vedere se il ragazzo avesse messo in
ordine camera sua.
S-
Mamma non puoi entrare!
Y-
NON HAI ANCORA MESSO IN ORDINE?
S-
No Mamma, ma...
Y-
Niente ma! Se trovo una sola cosa fuori posto, ti sbatto ai lavori
forzati per
tre anni!
Shikamaru
non poté far altro che arrendersi e prepararsi alla solita
furia omicida della
madre, però questa volta sia per il caos sia per Temari...
Infatti...
Y-
È tutto in ordine? Com’è possibile?
Shikamaru
mezzo stordito spalancò gli occhi e si affacciò
in camera sua... si ricordava
perfettamente del disordine lì dentro. Non vide Temari,
bensì l’ordine più
assoluto.
Y-
Hai buttato tutto nell’armadio?
Ecco
dove poteva essere Temari!
S-
No, no mamma! Non è così! Fidati!
Y-
Non sono stupida Shikamaru.
Sua
madre dopo aver aperto l’armadio gli sorrise e si
incamminò giù in cucina.
Shikamaru non capiva dove fosse quella ragazza, fin quando non
notò la finestra
semi aperta. Spostò un quadro che copriva un buco ed
estrasse un paio di birre
e prese un pacco di sigarette. Urlo una buonanotte ai suoi, chiuse la
porta a
chiave e salì sul tetto. Era stata furba Temari.
T-
Ce ne hai messo di tempo.
S-
Grazie per la camera. Vuoi?- disse porgendole la birra. Temari gliela
strappo
di mano e Shikamaru si sdraiò a fissare il cielo. La ragazza
lo imitò. Rimasero
un po’ in silenzio in contemplazione di quello spettacolo di
piccole luci.
Shika si accese una sigaretta e dopo un po’ gliela porse. Lui
non aveva mai
offerto una sigaretta a nessuno, ma per lei si poteva fare
un’eccezione.
T-
Io non fumo.
S-
Non importa. Aspira e basta.
Lui
aveva voglia di sentire il sapore delle sue labbra sulle proprie e
quello
poteva essere un metodo più tosto strano, almeno evitava uno
schiaffo sulla
guancia. Infatti senza aspettare che lei la prendesse gliela mise lui
in bocca
facendole aspirare l’odore acre del fumo.
T-
Perché guardi il cielo?
S-
Io adoro il cielo e le nuvole.
T-
Perché?
S-
Sei proprio una seccatura! A tutti bastava la prima risposta ma a te
no.
Comunque perché mi piace perdermi
nell’immensità del cielo, nelle sue
sfumature, nella sua profondità... il cielo unisce tutti e
divide tutti,
racchiude in se i mille desideri delle persone e racchiude anche la
voglia di volare,
di libertà, di non dover affrontare tutte le guerre che
toccano a noi...
Temari
si addolcì nel notare la profondità di quel
ragazzo. L’immaginazione stava
vagando chissà dove quando notò che quel ragazzo
la stava fissando.
T-
Mi hai lasciato senza parole.
L’uno
perso negli occhi dell’altro si avvicinarono pericolosamente.
Sarebbe stato per
entrambi il primo bacio. Shika le accarezzo il mento e chiusero
entrambi gli
occhi. Temari non sentendo le sue labbra si diede mentalmente della
stupida.
Mentre stava per allontanarsi...
S-
Posso baciarti?
T-
Non potevi farlo e basta? Al massimo avrei detto che si era trattato di
uno
sbaglio, ora non posso più perché sembrerebbe che
io lo voglia sul serio. Io
non posso volerti baciare.
S-
Basta complessi Tem. Guarda quante splendide stelle ci fissano.
Vorresti
davvero non lasciarti andare per il tuo stupido orgoglio? Domani ci
rifileremo
una stupida scusa, che ne so. Ci diremo che era colpa
dell’alcol e nessun altro
saprà niente.
Temari
sorrise. Stava per baciarsi con lui e non vedeva l’ora. Non
doveva ma voleva.
Quindi decise lei di chiudere le distanze. Iniziò come un
bacio lento, leggero, una
volta sparito l’imbarazzo entrambi
pretendevano di più le loro lingue danzavano in ballo
segreto. Si staccarono
ansimanti e si fissavano.
T-
Scendiamo?
S-
Scendiamo.
Shikamaru
prese un cuscino e si buttò a terra, Temari salì
sul letto e chiuse gli occhi.
Sentiva l’odore del ragazzo che stava baciando poco prima. Il
suo sonno era
turbato, si rigirava nel letto senza trovare una posizione che avrebbe
potuto
favorirle la caduta nelle braccia di Morfeo.
Si affaccio dal letto e vide Shika con gli occhi aperti.
T-
Shika perché non dormi?
Shikamaru
non poteva di certo dirle che era per bacio di prima, quindi
inventò la scusa
più plausibile.
S-
È scomodo a terra.
T-
È più comodo dormire in piedi vero?
Per
una volta aveva sbagliato i calcoli. Ma era colpa della ragazza che
aveva
vicino se i suoi neuroni non rispondevano più. Lei comunque
gli sorrise
premurosamente.
T- Sali dai. Entriamo
entrambi.
Shikamaru
non se lo fece ripetere due volte. Temari stava sdraiata su un fianco
di fronte
a lui e gli sorrise maliziosa. Shikamaru fece per girarsi quando Temari
lo fece
rigirare verso di se con impeto e gli serrò le labbra con un
bacio più sicuro
di quello precedente. Shikamaru all’inizio un po’
stordito non rispose, poi
prese possesso della situazione salendo a cavalcioni sulla ragazza.
Scese a
baciarla lungo il collo...
Continuarono
fin ad arrivare a unire i loro corpi in uno unico. Senza risentimenti,
senza
rimpianti con la sola paura che al risveglio il sogno sarebbe finito.
Temari
si svegliò prima del ragazzo, ma poco le importava. Poteva
guardare il suo
amore dormire. Lo baciò a fior di labbra e lui
aprì leggermente gli occhi e le
sorrise.
T-
‘Giorno, vado a fare la doccia.
Shika
stava pensando a cosa fosse successo quella notte. Lui adorava stare
con lei.
Ma una domanda gli attanagliò la testa. E se lei avrebbe
preteso di più? Decise
di non pensarci e godersi per gli ultimi attimi il suo profumo intriso
nelle
lenzuola.
T-
Shika io vado. Tra mezz’ora ti fai trovare giù?
S-
Farò del mio meglio.
Temari
non sapeva se dirglielo o meno. Aveva come un groppo in gola.
Dicendoglielo
avrebbe rinunciato a essere una perfetta ninja però il suo
cuore non voleva
altro.
T-
Shika, ti amo.
Shikamaru
abbassò la testa non sapendo che dire.
T-
Shika?
Shikamaru
chiuse gli occhi.
Quasi
non credeva a tutto ciò che le era successo. Lei era
lì a Konoha per portare
dei documenti eccessivamente top secret all’Hokage ed era
rimasta lì tre giorni
per godersi una meritata vacanza dopo una missione impegnativa.
Ovviamente per
un assurdo scherzo del fato o dell’Hokage, si era ritrovata
nuovamente quel
marmocchio a farle da balia, come se lei non fosse capace di
autogestirsi in
una città grande. Dopo tutto ci era già stata
lì e non avrebbe avuto tanti
problemi e soprattutto non si sarebbe persa. Era riuscita a convincere
l’Hokage
a lasciarla sola e anche a trovare una camera per la prima notte,
perché
purtroppo le camere per il giorno dopo erano già state
prenotate con un largo
margine di anticipo. Il secondo giorno si perse.
Flashback
Era
già pomeriggio inoltrato, verso le sette, e dalla colazione
non aveva mangiato
nulla. Era alla disperata ricerca di un albergo, ma quei bastardi erano
tutti
pieni. Ora, dopo aver rigirato la cartina più volte,
concluse che si era persa.
Ripose la cartina nello zaino e s’incammino in quelle strade,
dove tante volte
aveva litigato con lui. Non sapeva perché ma dopo aver
picchiato l’ennesimo
studente in attacco d’ira, il fratello decise che lei aveva
bisogno di una
pausa e che sarebbe dovuta rimanere in quella città dove si
situava la persona
che più non sopportava al mondo. Lei non poteva sopportare
che quel bambino che
la batte al concorso per diventare chunin si mettesse a piangere per
quelle
stupidate. Proprio non le andava giù.
Alzò
la testa e poté costatare che il cielo era nuvoloso e ben
presto ne vide le
conseguenze. Goccia dopo goccia la tranquilla pioggia primaverile si
trasformò
in un vero e proprio temporale. Si mise a correre ma si
fermò di colpo non
appena vide una casa. La casa di Shikamaru Nara. Non sapeva che fare,
ma le
gambe si mossero da sole. Si trovò di fronte alla porta e
busso. La pioggia
continuava indisturbata il suo cammino rendendola fradicia. Passarono
parecchi
minuti e proprio quando aveva girato i tacchi per andarsene la porta si
aprì
pigramente.
S-
Si?
Shikamaru
piego la testa da un lato per focalizzare meglio la figura dinanzi a
lui appena
giratosi.
S-
E tu che ci fai qui?
T-
Sono in vacanza. Mi puoi dire dove trovo un posto dove dormire?
S-
In questa stagione non troverai niente. Ciao.
T-
Sei uno stronzo! Mi lasci così sotto la pioggia?
S-
Che dovrei fare secondo te? Hm aspetta.
Un
pensiero alquanto strano gli precipitò nella testa. Comunque
continuò per non
dover subire le ire di quella ragazza che già si preparava a
distruggergli la
casa se non trovava una soluzione.
T-
Allora?
S-
Sai cucinare?
T-
Tsk. Ovvio che io sappia cucinare. Una brava jonin
sa fare tutto. Comunque
non capisco dove vuoi arrivare.
S-
Se tu mi lasciassi finire magari. Potresti dormire in camera mia,
però in
cambio dovresti cucinarci la cena, parchè i miei tornano
solo più tardi ed io
non ne ho né la voglia né le capacità.
T-
Dormire in camera tua?
Temari
rimase piuttosto allibita, non sapeva se considerarlo un pervertito o
semplicemente pazzo. Comunque se avrebbe dovuto scegliere se rimanere a
dormire
su un cartone sotto la pioggia o nel letto di Shikamaru (senza di lui
ovviamente) avrebbe scelto sicuramente la seconda ipotesi.
S-
Aspetta, non ho ancora finito.
Che
cosa poteva aspettarsi di peggio la nostra povera Temari? Doveva
passare una
notte nel letto di una delle persone che più odiava,
con il suo profumo che l’avrebbe inevitabilmente torturata per tutta la notte. E non
finiva qui, infatti...
S-
I miei tornano tra un po’, quindi per evitare di ascoltare
degli assurdi
discorsi prima che rientrino ti dovrai chiudere in camera mia e poco
dopo ti
raggiungerò io...
T-
Ehi Shika, ma che strane idee ti sei fatto in testa, Cry-baby?
S-
Non fraintendere... solo che i miei si insospettirebbero se dormissi in
salotto
sul divano.
T-
Mhm? Vabbè mettendo caso che io voglia fidarmi,
perché diavolo devo nascondermi
dai tuoi?
S-
Perché si farebbero strane idee e porrebbero domande ambigue
a me oltre che a
te. Allora che fai entri o ti vuoi prendere un raffreddore?
T-
Entro, entro... carina casa tua.
S-
Ascolta io stavo per andarmi a fare una doccia... ti lavi prima tu?
T-
Come sei galante Nara. Dove lascio questa roba?
S-
Vieni su che ti mostro la mia camera, io intanto ti esco un asciugamano
e il
bagno schiuma.
T-
Ho il mio bagno schiuma, però mi servirebbe un pigiama. Qui
dentro è tutto
zuppo.
S-
Ti do una mia tuta. Probabilmente ti andrà un po’
lunga.
T-
Va bene lo stesso.
Shikamaru
e Temari si avviarono nel piano superiore. Le passo le robe e subito
dopo si
butto pesantemente sul letto pensando alla grande cazzata fatta
invitandola a
casa sua. Ogni volta che la vedeva gli mancava il fiato e sentiva il
suo cuore
accelerare ma in realtà non sapeva se
quell’effetto fosse provocato dal
testosterone o se se ne fosse innamorato sul serio. E certo ora dover
stare da
solo con lei in casa e poi dormire nella stessa stanza non lo aiutava a
chiarirsi le idee bensì a far crescere
l’eccitazione in lui e mandare in tilt
il cervello.
Temari
si stava riposando sotto il rilassante scorrere dell’acqua
calda sulla sua
pelle. Chiuse il
rubinetto e si asciugò
indifferente lasciando che i capelli e ricadessero sciolti e bagnati
sulle
spalle. Infine mise la biancheria e quella tuta eccessivamente larga ,
così
tanto da farle arrivare la maglia appena sopra il ginocchio.
Entrò
in camera di Shika e vedendolo con gli occhi chiusi non poté
resistere. Prese un
cuscino e glielo butto con forza in faccia. Shikamaru scattò
in piedi di
soprassalto, fece una finta aria imbronciata. Prese un altro cuscino e
reagì,
però con meno forza, per non farle
male.
La
ragione in lui si stava diradando lasciando spazio solo
all’assurda illusione
che un giorno sarebbero stati insieme. Notò che con i
capelli sciolti era molto
più... molto più rilassante. Si quello era il
termine giusto. Anche se in quel
momento si il suo corpo chiedeva tutt’altro che rilassarsi.
Era dannatamente
bella così. I capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle
e l’ancor umido
corpo facevano aderirle la maglietta al corpo facendogli
così immaginare ancor
di più le sue candide forme.
Fra
una cuscinata e l’altra Shikamaru la afferrò da
dietro stringendole le proprie
braccia sull’addome dell’altra e butto entrambi sul
letto. Si rialzò
velocemente e salì a cavalcioni su di lei bloccandole le
braccia. Poteva
sentire il dolce profumo del suo bagnoschiuma alla vaniglia che gli
inebriava i
sensi.
Avevano
entrambi il fiatone; si avvicinò a pochi centimetri dalla
sua bocca e le
sorrise sornione.
S-
E ora?
Temari
non capiva che stesse succedendo. Quel marmocchio la stava
sottomettendo ancora
una volta e lei non poteva fare altro che sorridergli, stare al gioco e
vedere
fin dove sarebbe arrivato.
T-
E ora?
Si
avvicinarono ancor più, ora a divederli solo i loro respiri
che si facevano
ancor più affannosi per via dell’imbarazzo e per
la paura di soffocare nel
contrastare lo sguardo dell’altro. Nessuno azzardava troncare
quelle distanze,
quindi Temari prese parola per rompere l’imbarazzo che le
stava per far
commettere una scemenza.
T-
Shi-Shika non d-dovevi... andare a la-lavarti?
S-
Ehm, s-si... hai ragione.
Shikamaru
si alzò lasciandole finalmente libera la via.
T-
Nara?
S-
Hmh?
T-
Che ti cucino?
S-
Fai tu. Comunque fa come se fossi a casa tua.
Temari
scese in cucina e aprì il frigo e cerco le pentole ovunque,
non appena trovate
si mise all’opera ai fornelli. Passò
mezz’ora e Temari aveva quasi finito.
Shikamaru non era ancora sceso così decise di andare a
infastidirlo un po’. Si
avvicinò e posò l’orecchio sulla porta.
Sentiva il fruscio interrotto
dell’acqua più un altro rumore non identificato.
Busso alla porta e urlò per
farsi sentire dal ragazzo.
T-
Nara! Quanto tempo ci metti? Sei peggiore di una ragazzina al suo primo
appuntamento!
S-
Hmh? Si scusa arrivo.
Shikamaru
uscì ancor bagnato con solo un corto asciugamano in vita e
un altro dietro al
collo. Temari avvampò, la visione di quel fisico scolpito
dai duri allenamenti
(sicuramente fatti contro voglia) le faceva dimenticare chi aveva di
fronte. Ma
come resistere a quelle gocce che seguivano i tratti degli addominali e
a quei
capelli arruffati? Scacciò quei pensieri dalla mente e
quando stava per
ribattere, Shikamaru la precedette.
S- Scusa, mi ero
addormentato sotto la doccia.
Temari
per poco non cadde. Come aveva fatto a innamorarsi di un tipo
così? OPS... ho
detto innamorarsi? Beh l’importante è che Temari
non sappia che voi lo sappiate
siccome lei, per ora, non sa ciò (scusate il gioco di
parole).
Ritorniamo
alla storia.
T-
Su scendiamo che è pronto.
S-
Mi vesto ed arrivo.
Temari
mise tutto in tavola. Aspettando che quello svogliato scendesse.
Arrivò con
indosso solo i pantaloni e
i capelli li
aveva legati un modo malandato. Temari lo guardò con fare
beffardo.
T-
Come sei sexy Cry-baby
S-
Tem fa caldo.
T- Da quando mi chiami Tem?-
gli chiese
parecchio stupita. Adorava quel nomignolo, però non le si
addiceva perché le
sembrava più adatto ad una persona dolce, infatti nessuno si
azzardava
chiamarla così.
S-
Da quando hai i capelli sciolti.
Temari
cercò di ignorare la risposta che la fece rimanere perplessa.
Si
sedette l’uno di fronte all’altro. Shikamaru
fissava il piatto. Temari guardava
Shikamaru per capire se avesse fatto un buon lavoro. Era la prima volta
che
cucinava per qualcuno che non fossero i suoi fratelli, e loro mangiano
di
tutto, quindi era ansiosa del suo giudizio, non che gliene interessasse
qualcosa, sia chiaro.
S-
Mi hai avvelenato?
T-
Non fare il bambino e mangia Cry-baby.
S-
Tsk.
Shikamaru
avvicinò lentamente il cucchiaio alla bocca, dovendo
ammettere che qualsiasi
cosa fosse aveva un buon profumo. L’inghiotti mentre Temari
aspettava ansiosa.
T-
Allora?
Shika
le sorrise. Odiava ammetterlo ma doveva per tenersela buona.
S-
Ottimo.
Temari
gli sorrise di risposta e iniziò a mangiare.
Finirono
di mangiare e Temari andò di sopra nell’attesa
dell’arrivo dei genitori di
Shika. Non sapendo che fare iniziò a mettere a posto. Lei
odiava il disordine,
mentre lui sembrava il caos fatto uomo.
Poco
dopo Yoshino e Shikaku arrivarono e la prima
s’iniziò a lamentare che del
perché il ragazzo non avesse lavato il piatto e le pentole.
Già lavare ciò che
aveva usato Temari era stato stancante, chiedergli anche ciò
non era
plausibile, ovviamente lui non poteva dirglielo. La tortura della madre
non era
finita perché voleva vedere se il ragazzo avesse messo in
ordine camera sua.
S-
Mamma non puoi entrare!
Y-
NON HAI ANCORA MESSO IN ORDINE?
S-
No Mamma, ma...
Y-
Niente ma! Se trovo una sola cosa fuori posto, ti sbatto ai lavori
forzati per
tre anni!
Shikamaru
non poté far altro che arrendersi e prepararsi alla solita
furia omicida della
madre, però questa volta sia per il caos sia per Temari...
Infatti...
Y-
È tutto in ordine? Com’è possibile?
Shikamaru
mezzo stordito spalancò gli occhi e si affacciò
in camera sua... si ricordava
perfettamente del disordine lì dentro. Non vide Temari,
bensì l’ordine più
assoluto.
Y-
Hai buttato tutto nell’armadio?
Ecco
dove poteva essere Temari!
S-
No, no mamma! Non è così! Fidati!
Y-
Non sono stupida Shikamaru.
Sua
madre dopo aver aperto l’armadio gli sorrise e si
incamminò giù in cucina.
Shikamaru non capiva dove fosse quella ragazza, fin quando non
notò la finestra
semi aperta. Spostò un quadro che copriva un buco ed
estrasse un paio di birre
e prese un pacco di sigarette. Urlo una buonanotte ai suoi, chiuse la
porta a
chiave e salì sul tetto. Era stata furba Temari.
T-
Ce ne hai messo di tempo.
S-
Grazie per la camera. Vuoi?- disse porgendole la birra. Temari gliela
strappo
di mano e Shikamaru si sdraiò a fissare il cielo. La ragazza
lo imitò. Rimasero
un po’ in silenzio in contemplazione di quello spettacolo di
piccole luci.
Shika si accese una sigaretta e dopo un po’ gliela porse. Lui
non aveva mai
offerto una sigaretta a nessuno, ma per lei si poteva fare
un’eccezione.
T-
Io non fumo.
S-
Non importa. Aspira e basta.
Lui
aveva voglia di sentire il sapore delle sue labbra sulle proprie e
quello
poteva essere un metodo più tosto strano, almeno evitava uno
schiaffo sulla
guancia. Infatti senza aspettare che lei la prendesse gliela mise lui
in bocca
facendole aspirare l’odore acre del fumo.
T-
Perché guardi il cielo?
S-
Io adoro il cielo e le nuvole.
T-
Perché?
S-
Sei proprio una seccatura! A tutti bastava la prima risposta ma a te
no.
Comunque perché mi piace perdermi
nell’immensità del cielo, nelle sue
sfumature, nella sua profondità... il cielo unisce tutti e
divide tutti,
racchiude in se i mille desideri delle persone e racchiude anche la
voglia di volare,
di libertà, di non dover affrontare tutte le guerre che
toccano a noi...
Temari
si addolcì nel notare la profondità di quel
ragazzo. L’immaginazione stava
vagando chissà dove quando notò che quel ragazzo
la stava fissando.
T-
Mi hai lasciato senza parole.
L’uno
perso negli occhi dell’altro si avvicinarono pericolosamente.
Sarebbe stato per
entrambi il primo bacio. Shika le accarezzo il mento e chiusero
entrambi gli
occhi. Temari non sentendo le sue labbra si diede mentalmente della
stupida.
Mentre stava per allontanarsi...
S-
Posso baciarti?
T-
Non potevi farlo e basta? Al massimo avrei detto che si era trattato di
uno
sbaglio, ora non posso più perché sembrerebbe che
io lo voglia sul serio. Io
non posso volerti baciare.
S-
Basta complessi Tem. Guarda quante splendide stelle ci fissano.
Vorresti
davvero non lasciarti andare per il tuo stupido orgoglio? Domani ci
rifileremo
una stupida scusa, che ne so. Ci diremo che era colpa
dell’alcol e nessun altro
saprà niente.
Temari
sorrise. Stava per baciarsi con lui e non vedeva l’ora. Non
doveva ma voleva.
Quindi decise lei di chiudere le distanze. Iniziò come un
bacio lento, leggero, una
volta sparito l’imbarazzo entrambi
pretendevano di più le loro lingue danzavano in ballo
segreto. Si staccarono
ansimanti e si fissavano.
T-
Scendiamo?
S-
Scendiamo.
Shikamaru
prese un cuscino e si buttò a terra, Temari salì
sul letto e chiuse gli occhi.
Sentiva l’odore del ragazzo che stava baciando poco prima. Il
suo sonno era
turbato, si rigirava nel letto senza trovare una posizione che avrebbe
potuto
favorirle la caduta nelle braccia di Morfeo.
Si affaccio dal letto e vide Shika con gli occhi aperti.
T-
Shika perché non dormi?
Shikamaru
non poteva di certo dirle che era per bacio di prima, quindi
inventò la scusa
più plausibile.
S-
È scomodo a terra.
T-
È più comodo dormire in piedi vero?
Per
una volta aveva sbagliato i calcoli. Ma era colpa della ragazza che
aveva
vicino se i suoi neuroni non rispondevano più. Lei comunque
gli sorrise
premurosamente.
T- Sali dai. Entriamo
entrambi.
Shikamaru
non se lo fece ripetere due volte. Temari stava sdraiata su un fianco
di fronte
a lui e gli sorrise maliziosa. Shikamaru fece per girarsi quando Temari
lo fece
rigirare verso di se con impeto e gli serrò le labbra con un
bacio più sicuro
di quello precedente. Shikamaru all’inizio un po’
stordito non rispose, poi
prese possesso della situazione salendo a cavalcioni sulla ragazza.
Scese a
baciarla lungo il collo...
Continuarono
fin ad arrivare a unire i loro corpi in uno unico. Senza risentimenti,
senza
rimpianti con la sola paura che al risveglio il sogno sarebbe finito.
Temari
si svegliò prima del ragazzo, ma poco le importava. Poteva
guardare il suo
amore dormire. Lo baciò a fior di labbra e lui
aprì leggermente gli occhi e le
sorrise.
T-
‘Giorno, vado a fare la doccia.
Shika
stava pensando a cosa fosse successo quella notte. Lui adorava stare
con lei.
Ma una domanda gli attanagliò la testa. E se lei avrebbe
preteso di più? Decise
di non pensarci e godersi per gli ultimi attimi il suo profumo intriso
nelle
lenzuola.
T-
Shika io vado. Tra mezz’ora ti fai trovare giù?
S-
Farò del mio meglio.
Temari
non sapeva se dirglielo o meno. Aveva come un groppo in gola.
Dicendoglielo
avrebbe rinunciato a essere una perfetta ninja però il suo
cuore non voleva
altro.
T-
Shika, ti amo.
Shikamaru
abbassò la testa non sapendo che dire.
T-
Shika?
Shikamaru
chiuse gli occhi.
T-
Shika?!
S-
Tem, io non so...
CIAF!
Temari
stava per piangere per quel bastardo di un bambino viziato per cui
aveva dato
tutta se stessa. E ora lui come ricambiava? Dicendo che non sapeva se
l’amava.
Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere. Quindi
ricacciò le
lacrime dentro e mantenne una voce stabile.
T-
Nara solo tre parole. Sei uno stronzo.
Temari
uscì e andò a correre nella foresta per sfogarsi
un po’. Shikamaru si butto a
peso morto sul letto. Temari trovò sistemazione a casa di
Tenten mentre
Shikamaru non uscì da casa per 3 giorni.
Fine
Flashback
Erano
passati cinque giorni da quando era tornata a Suna e lei non faceva
altro che
allenarsi. Ora dopo una breve pausa sentì il campanello
suonare. Andò ad aprire
e trovò di fronte a lei uno Shikamaru alquanto sudato. Stava
per chiudere la
porta, ma volle sentire cos’avesse da dire chi in un giorno
le aveva dato tutto
e anche tolto tutto.
T-
Che vuoi?
S-
Temari ho pensato molto, però appena ho capito cosa fare son
venuto qui di
corsa. Tem tu sei il mio cielo.
Per
Temari questa frase valse molto più di qualsiasi ti amo. Gli
cinse le braccia
in torno al collo e lo baciò teneramente.
T-
Grazie Shika.
T-
Shika?!
S-
Tem, io non so...
CIAF!
Temari
stava per piangere per quel bastardo di un bambino viziato per cui
aveva dato
tutta se stessa. E ora lui come ricambiava? Dicendo che non sapeva se
l’amava.
Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere. Quindi
ricacciò le
lacrime dentro e mantenne una voce stabile.
T-
Nara solo tre parole. Sei uno stronzo.
Temari
uscì e andò a correre nella foresta per sfogarsi
un po’. Shikamaru si butto a
peso morto sul letto. Temari trovò sistemazione a casa di
Tenten mentre
Shikamaru non uscì da casa per 3 giorni.
Fine
Flashback
Erano
passati cinque giorni da quando era tornata a Suna e lei non faceva
altro che
allenarsi. Ora dopo una breve pausa sentì il campanello
suonare. Andò ad aprire
e trovò di fronte a lei uno Shikamaru alquanto sudato. Stava
per chiudere la
porta, ma volle sentire cos’avesse da dire chi in un giorno
le aveva dato tutto
e anche tolto tutto.
T-
Che vuoi?
S-
Temari ho pensato molto, però appena ho capito cosa fare son
venuto qui di
corsa. Tem tu sei il mio cielo.
Per
Temari questa frase valse molto più di qualsiasi ti amo. Gli
cinse le braccia
in torno al collo e lo baciò teneramente.
T-
Grazie Shika.
Chiedo perdono per l'assurdità di questa ff! Non riuscivo a
scrivere niente di decente ed infatti mi sono classificata penultima.
Ho fatto qualche piccola correzione. Cmq dopo un ritardo assurdo eccola
qui.
P.S. se a qualcuno possa interessare, " This is my
real life?" la continuerò o sta sera o la
settimana prossima, visto che finisce la scuola.
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