Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community ’10
pokes’. I personaggi di Harry
Potter appartengono a J.K. Rowling.
A Vale
Crayons
Sabato pomeriggio alla Tana.
Una volta Victoire lo adorava:
nonno Arthur le faceva vedere gli ultimi marchingegni
babbani che era riuscito a portare a casa
dall’ufficio, nonna Molly le faceva provare vestitini
su vestitini, continuando a ripetere con le lacrime agli occhi quanto
assomigliasse al ‘suo bellissimo Bill’;
mentre tutti gli altri adulti la riempivano di sorrisi e complimenti.
Insomma, non avevano occhi che per lei.
Ma ora…
La piccola Dominique emise un
gorgoglio divertito mentre nonno Arthur
lo faceva volteggiare come un aeropanino babbano. Nel frattempo
nonna Molly e i nonni Delacour
(arrivati da Marsiglia qualche giorno prima) facevano
un mucchio di versetti stupidi. Zio Ron faceva delle
smorfie strane, che l’avrebbero anche fatta ridere se
non fossero state rivolte alla sua nuova sorellina. Zia Hermione
sospirava intenerita, mentre zia Ginny era impegnata
in una discussione con zio Harry. Victoire
colse le parole “bambini”, “famiglia” e “sarebbe anche ora!”.
Batté un piedino a terra con fare stizzito. Insomma!
Perché non la degnavano di uno sguardo?!
“Nonnino!” lo chiamò, tirandogli una manica. “Fai fare l’aeropanino anche
a me?”
“Oh, tesoro mio! Temo che la schiena di tuo nonno non sia
più resistente come una volta.” si
intromise nonna Molly, carezzandole con tenerezza il
lucido caschetto di capelli rosso dorato.
Victoire si imbronciò. Se ci fosse stato
il suo papà l’avrebbe messa a cavalcioni sulle spalle
e avrebbero giocato alla principessa e il suo cavallino. Ma il suo meraviglioso
papà dalla faccia sfregiata era stato chiamato d’urgenza a spezzare un
incantesimo in Cornovaglia…
Forse poteva provare con maman…
“Maman?
Mi prendi in braccio?” chiese, sforzandosi di apparire il più adorabile
possibile, imbronciando la bocca, proprio come faceva
quando voleva farsi comprare un gioco dal papà, ed estendendo le piccole
braccia verso la sua incantevole madre.
Peccato che maman fosse immune al suo fascino.
“Più tordi, ma p’tite.
Adesso devo dare da mongiare a Dominique.
Perché non voi a disegnore qualcosina,
mm?” le suggerì Fleur, prendendo tra le braccia il
suo piccolo frugoletto.
Zia Ginny le sorrise, facendole
un buffetto. “Sì, Vicky: perché non vai a fare compagnia
a Teddy, che è di là da solo?”
Victoire gonfiò le guance, irritata.
Teddy Lupin.
Ecco un altro motivo per cui il
sabato pomeriggio dai nonni non era più lo stesso. Insieme alla nuova sorellina
e ai cuginetti Fred e Molly, era comparso quello strano bambino con i capelli
turchini. Era più grande di lei ed aveva l’inquietante facoltà di poter
cambiare in un battito di ciglia i propri connotati. E, come se tutto questo
non bastasse, con i suoi spettacolini aveva contribuito ulteriormente a rubarle
l’attenzione.
Le stava decisamente antipatico. Forse non quanto i tre
mostriciattoli, ma ci andava vicino.
Con un broncio da primato (ormai aveva capito che gli
adulti quel giorno non le avrebbero dato retta), Victoire
prese il suo blocco da disegno e le matite colorate e si sedette di malavoglia
sul tappeto, dove Teddy disegnava a pancia in giù.
Gli lanciò un’occhiata seccata. Nel vedere il disegno del
bambino, arricciò il nasino lievemente lentigginoso: come tutti i maschi, stava
ritraendo troll di montagna e altri animali
dall’aspetto orribile.
Scostandosi i capelli dal volto con un gesto sprezzante,
come aveva visto fare a maman,
prese la matita rosa dal suo astuccio. Lingua tra i denti per la
concentrazione, cominciò a ritrarre una stupenda (almeno secondo il suo modesto
parere artistico) principessa.
Il disegno, comunque, non la distrasse dalle sue
considerazioni furenti. Perché nessuno giocava più con lei? Quando erano
comparsi Fred e Molly era
già stato abbastanza duro dover condividere l’attenzione dei nonni, ma da
quando c’era quel mostriciattolo in casa i suoi genitori non avevano occhi che
per lei! Persino il suo fantastico papà l’aveva un pochino
tradita… Forse aveva fatto qualcosa di male? Forse i suoi genitori volevano
più bene alla nuova sorellina?
Con la bocca piegata in una smorfia, disegnò due grandi
occhi azzurri ed una fluente chioma giallo fosforescente.
“Perché non le fai i capelli verdi?” chiese Teddy all’improvviso, facendola sobbalzare. Per un attimo
dimentico del proprio disegno, il bimbo stava sbirciando il foglio di Victoire.
“Non esistono principesse con i capelli verdi.” dichiarò infastidita per essere
stata disturbata.
“E perché no, scusa?”
“Perché non esistono e basta.”
“Ma i capelli verdi sono più belli di quelli gialli.”
“E chi te l’ha detto?”
“Guarda!”
E così, davanti agli occhi di Victoire,
i capelli di Teddy cambiarono colore. La bambina
rimase a bocca aperta per lo stupore. Cioè, non è che non lo avesse
mai visto mettersi in mostra davanti agli adulti, ma era sempre stata
più impegnata a cercare di riguadagnare l’attenzione perduta. Così, non è che
lo avesse mai visto veramente bene.
E ora… Beh…
“Wow…” mormorò, incredula. “E quali altri colori sai
fare?” chiese, mettendo da parte il proprio disegno e squadrando il bambino con
malcelata curiosità.
Teddy scrollò le spalle. “Boh, tutti.”
Lei si corrucciò. “Non ci credo.”
Anche lui aggrottò le sopracciglia. “Ti dico di sì!”
“Sai fare questo?” lo sfidò Victoire,
mostrandogli una matita fucsia.
“Facilissimo.” si vantò Teddy, mentre la sua chioma replicava l’esatto tono della
matita.
Victoire cercò di non sembrare
impressionata, mentre raccoglieva una matita color terra di siena
bruciata. “E questo?”
Man mano che la zazzera scompigliata di Teddy riproduceva l’intero spettro di colori, l’antipatia
che la bambina provava nei suoi confronti pian piano
impallidiva. Di fronte a quell’avvicendarsi di
sfumature, quello che era cominciato come sfida diventò ben presto un gioco,
durante il quale entrambi scoprirono che l’altro era più simpatico di quanto
non fosse apparso a prima vista. Teddy, addirittura,
si scoprì a pensare che Victoire non era per niente
male, per essere una femmina ovviamente.
Victoire, a sua volta, era stata così
presa dal gioco da non essersi accorta che erano arrivati anche i terribili cuginetti, Fred e Molly. Non se ne rese conto almeno finché non volle
riprendere a disegnare e scoprì, con suo sommo orrore, che le sue matite
colorate erano finite in bocca ai due piccoli Weasley,
impegnati a masticarle per bene.
Li fissò a bocca aperta, assolutamente sbigottita per la
scena che le si parava davanti. Poi, il labbro
inferiore cominciò a tremarle pericolosamente ed il naso a pruderle. Sentì le
lacrime raggrupparsi agli angoli degli occhi ed era pronta ad esibirsi in un
pianto à la Victoire,
quando una matita turchese le si parò di fronte al
naso.
Perplessa, si voltò verso Teddy.
Lui la fissava compunto, forse timoroso che scoppiasse
veramente in lacrime. “Visto che non ti piace il verde, perché non fai una
principessa dai capelli azzurri?” le chiese, riprendendo la loro discussione
interrotta.
Victoire, distratta, tirò su col naso. “Se
le facessi i capelli azzurri, diventerebbe una Fata Turchina e non una
Principessa!” protestò.
Lui storse il naso. “Non tutti quelli che hanno i capelli
azzurri sono Fate Turchine!”
Lei ci pensò un po’ su. “È vero! Ci sono anche i Principi
Azzurri!”
Contento di aver evitato la catastrofe, Teddy si alzò in piedi.
“Dove vai?” domandò Victoire,
non rendendosi conto della lieve nota di panico nella sua voce.
Teddy tirò su col naso con aria di
importanza. “Fred si è infilato una matita nel naso.
Vado a togliergliela.” Con un piede le avvicinò la propria scatola di matite
colorate. “Puoi usare le mie. Tanto non mi va più di disegnare.”
Victoire lo guardò togliere la matita
dalla narice di Fred e poi sedersi a fianco dei cuginetti, controllando che non si facessero male con
un’aria seria e composta sul viso.
Spostò lo sguardo sulle matite colorate e si disse che,
forse, aveva trovato un alleato in quel campo di nemici. Così, dopo qualche
incertezza, cambiò il colore dei capelli della principessa in un bel rosso
dorato e le disegnò accanto un bel principe dai
capelli turchini…
Commenti:
Innanzitutto volevo chiarire l’età di Vic
e Teddy: dall’epilogo sappiamo che hanno circa due
anni di differenza (avendo Teddy diciannove anni ed
essendo venuto a salutare Vic in partenza per Hogwarts, è presumibile che lei sia all’ultimo anno),
quindi in questa one-shot hanno rispettivamente
quattro e sei anni.
Per quanto riguarda fratelli, sorelle e cugini vari,
navigando su Internet ho scoperto che:
- Bill e Fleur hanno avuto altri
due figli dopo Victoire: prima una figlia (Dominique) e poi un figlio (Louis)
- Percy si è sposato con una certa Audrey
e da lei ha avuto due figlie: prima Molly
(chiamata così in onore della nonna) e poi Lucy
- George si è sposato con la ex-fidanzata
di Fred, Angelina, e da lei ha avuto un figlio (Fred) ed una figlia (Roxanne)
N.B. A parte le età di Teddy
e Vic, le età della nuova generazione di cui sopra
sono una mia iniziativa: non so chi sia nato prima o dopo!
Victoire: ho voluto darle i classici
atteggiamenti di una bambina di quattro anni abituata ai complimenti e
all’attenzione indiscussa, che si ritrova detronizzata
dall’arrivo di una sorellina. Mostra il classico maggior attaccamento alla
figura paterna, ma imita inconsciamente il modo di fare della madre (in parte a
causa del sangue Veela che le scorre nelle vene, in
parte perché sa che piace a suo padre: insomma, è un modo distorto per attirare
l’attenzione del suo papà!). Detesta tutti coloro che le rubano la scena e
possiamo dire che è una bambina un po’ capricciosa. Come tutti i piccoli a quell’età, quando sta per mettersi a piangere è facile
indurla a cambiare idea se si è abbastanza abili (e veloci!) a distrarla con
qualcosa che attiri la sua attenzione. Ha i capelli rosso
dorati (il gene Weasley non è così facile da
debellare!), gli occhi azzurri (questi sono di Fleur),
la pelle chiara e il nasino alla francese (ma dai?! ^_^) spruzzato di
lentiggini.
Teddy: forse è un po’
troppo maturo per la sua età, ma ho pensato: buon sangue non mente! ^_^ Comunque, è un bambino
tranquillo, dal carattere gentile. Uno di quei bambini che fa quello che gli si
dice senza protestare troppo. Nonostante ciò, ha uno spiccato talento da
leader: nel quartiere babbano dove vive con la nonna Andromeda, è a capo di un piccolo gruppetto di bambini.
Unico problema: siccome i suoi amichetti sono babbani,
deve sforzarsi di mantenere un colore di capelli normale (cosa che gli risulta difficile quando è in preda alle forti emozioni: il colore
dei suoi capelli mostra il suo stato d’animo. Un po’ come la sua mamma!). Harry lo porta alla Tana per farlo
stare un po’ con i bambini dai poteri magici. Come tutti i bambini della sua
età guarda con sospetto le bimbe, ma il fascino (per ora inconsapevole) di Vic
ha la meglio su di lui! È responsabile e, siccome non ha fratelli, gli
piacciono i piccoli Weasley e i piccoli Potter. Ha (solitamente) i capelli turchini, gli occhi
(solitamente) grigi e la pelle chiara.
AGGIORNAMENTO: sabato prossimo.
Infine, volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto le
mie precedenti storie, in particolar modo quelli che hanno trovato il tempo di
lasciarmi una recensione: i vostri commenti sono sempre una ventata d’aria
fresca per la mia auto-stima! ^_^ Vi ringrazio di cuore. E spero che anche
questo mio nuovo lavoro vi piaccia.
Alla prossima settimana.
Ale