Battere
le parole a tempo di mimo.
Harry aveva delle brutte sensazioni;
che il suo mondo
potesse sgretolarsi in mille pezzi, che la sua casa potesse svanire
nell'attimo in cui l'avvesse fissata solo un attimino di più
e che persino la sua pelle sarebbe andata a bruciare.
Eppure la notte dopo
aver pianto gli sembrava tutto così...
Surreale.
E allora si fermava a
fissare quello scorcio di cielo notturno che si faceva strada tra le
sue serrande abbassate e si addormentava supino,
abbracciato al cuscino,
in attesa che un
detestabile ed orribile momento di difesa giungesse a fargli visita,
invano.
La sua protezione non
arrivava mai ed ogni giorno le gambe finivano per tremare stramazzate
al suolo.
Ogni giorno qualcuno
le rincorreva nei suoi pensieri senza giunger a consegna,
ogni giorno
finiva nel falso mondo di un destino già scritto,
che lui
stesso voleva riscrivere.
Ma aveva le mani
incrociate,
aveva le
mani incrociate e non sapeva più tenere una matita in mano.
Puff,
era un insignificante umano in un mondo di umani.
Cosa
poteva mai avere di diverso?
Il dolore in fondo lo
hanno tutti,
la felicità
la hanno tutti,
la discordia,
la miseria,
la rabbia,
le hanno
tutti.
Sì, ma la sua tristezza?
Era
davvero triste in un mondo di tristi?
Avrebbe voluto mimarla quella sua sensazione,
come fanno i mimi da circo, essere uno di loro, non parlare e starsene
zitto e forse, forse stava già abbastanza zitto.
Zayn lo osservava ogni
giorno incastrare le dita tra i capelli e fondere quelle mani nivee con
essi.
Movimento di rabbia e
di collo.
Era forte, deciso,
dava vigore e vapore a quella capigliatura così...
Appicicosa.
Il moro si chiedeva se
quei bellissimi occhi avessero mai visto uno sciampo,
perchè
sembrava ne vedesseeo impregnarsi tra le loro pieghe ogni giorno da
quanto fossero rossi,
eppure i capelli
dicevano tutto il contrario.
Avrebbe avuto persino
paura di sfiorarli con le dita, col rischio che gli potessero rimanere
appiccicate, eppure sapeva che lo avrebbe fatto volenteri.
Harry Styles era di
certo sporco, sudicio, un riccone senza precedenti, ma era umile, dava
il denaro ai poveri, si sedeva sui cigli della strada a
pensare e l'unico sorriso che velava quel volto marmoreo apparteneva ad
un passante,
il primo,
che gli si
fermava accanto.
Qualcuno gli aveva
persino lasciato qualche moneta nel baratrolo di ricordi che corrompe i
suoi riccioli, senza un vero perchè o bisogno.
Già,
Harry Styles
sembrava proprio un barbone in abito lungo.
Nei suoi appena
vent'anni, forse ventitrè, aveva il viso di un neonato e si
ostinava a nasconderlo in quel barattolo di pelle marrone che lui,
gentilmente, avrebbe definito "cappello",
ma che per
Zayn era propriamente un barattolo vecchio e di cattivo gusto.
Cionostante,
forse sapeva di un padre vecchio e malandato,
di un ricordo soffuso e raggomitolato nel pelo del gatto la
notte,
ogni notte,
che sapeva di lui.
E allora arrivava la curiosità di sapere e la paura di
parlare
e
forse
anche Zayn sarebbe stato un mimo perfetto, ma chi mai lo avrebbe saputo?
Un biondo che nella
piramide alimentare era il primo a sorridere al nuovo giorno, si
accaparrava sempre l'ultima fetta di pane col latte,
in casa Payne.
Zayn lo aveva
incontrato una mattina mentre faceva il giro di pulizie delle case a
lui assegnate e ne era rimasto subito colpito.
Non aveva la pancia o
altro, ma quel suo gusto nel mangiare gli aveva immancabilmente fatto
sorgere un instancabile sorriso.
Lo aveva sentito dire
che fosse un'arte che va adocchiata nel silenzio della giornata ed
assaporata nel frastuono della notte e si chiedeva come potesse esserci
silenzio di giorno e frastuono di notte,
ma poi capì.
Zayn
capì che era tutta colpa del vento.
Perchè se
mangi nel silenzio,
di giorno,
il vento
porterà via ogni dolce o sgradevole suono,
perchè sei
concentrato su quello e solo su quello,
mentre la notte,
la notte
porta consiglio e si sente in dovere di parlare e di chiacchierare e il
vento mormora come la musica da discoteca alla quale nemmeno un
orecchio giovanile si abitua mai.
Niall Horan sarebbe di
certo morto soffocato,
un giorno o l'altro,
ma un
castano dalle sottili gambe e lo sguardo indeciso e frastagliato
sperava vivamente che non sarebbe mai successo.
Il moro lo aveva visto,
anche lui,
portare al
biondino il giornale ogni mattina,
guardarlo con sguardo
mogio ed abbracciarlo inconsapevole che un diabete da mille giri gli
stesse crescendo dentro giorno per giorno.
E di sicuro quel
martedì mattina si sarebbe suicidato se qualcuno non lo
avesse preso per il braccio e riportato alla realtà:
era
il giovane Harry.
Zayn aveva assistito a
tutta la scena;
al laghetto in cui
stava amorevolmente dando da mangiare ad una piccola oca indifesa,
il giovane dai
riflessi biondi e lo sguardo castano si era affrettato a prendere una
corda e legarla al primo albero lì vicino.
Zayn ricorda ancora
quello sbirlluccichio e quel naso che colava in attesa di essere
smorzato e poi, poi ricorda quegli occhi.
Erano...Potevano
mai avere un colore?
Lui che lo osservava da tanto, tantissimo tempo, al
supermercato, ogni volta che passava vicino alla chiesa, per sino al
suo pub preferito, dopo che ne era stato affascinato quel giorno a
quella strana e misteriosa edicola,ora era certo che non avesse mai
visto ed osservato attentamente quei suoi occhi dai riflessi di
diamante.
Solitudine si schiariva tra le gemme verdastre di quel mattino che
ormai era sorto sul giovane del barattolo di ricordi,giunto proprio al
sereno istante in cui l'ultimo soffio vitale stava per essere spento
nel giovane Payne.
Il moro se ne stava ormai accostato tra i cespugli, immobile come non
mai,
solo
ed alibito alla scena.
Pensava
che non ce l'avrebbe mai fatta, che nessuno lo avrebbe mai salvato,
eppure, eppure chi era lui per dire che tutto quello fosse sbagliato?
Un adito di vento gli
ricordò il giovane biondo dalle striature ramate che di
improvviso apparve,
anche lui,
sornione,
con gli occhi chiusi che quasi parevano delle ali pronte a portarlo
ovunque, un cucchiaio di gelato al fior di latte tra i denti ed un
piede sull'entrata principale del parco.
Che fosse destino o
reale casualità, al moro sembrava che fossero arrivati
lì tutti per lui: l'impiccato, lo strampalato ed il malato
di lussorioso cibo, per rompere i margini del suo modo di vedere.
Il primo aveva visto
la fine, l'aveva sfiorata a suon di gola che raschia, prima che con un
semplice portachiavi il riccio avesse spezzato la corda tirandolo
giù ed abbracciandolo;
Il secondo che con
quell'aria da morto aveva finalmente capito cosa fosse la vita, vedendo
qualcuno che desiderava ardentemente negarla a se stesso;
ed il terzo
stava per apprendere quanto avrebbe perso perchè troppo
preso dai suoi vizi.
Ognuno
imparava ed insegnava qualcosa all'altro,
ognuno
era l'acquila che riempiva il deserto dell'altro,
o
forse ognuno di loro era semplicemente un pezzettino dell'altro?
Da questa esperienza
Zayn aveva imparato che forse anche un ragazzo sporco gli avrebbe
portato fortuna e forse sì, era pronto ad amarlo.
Mimo tra i mimi,
sarebbe rinato anche lui a nuova vita.
Un adito di vento si
sparse tra gli alberi ed un ultima figura apparve.Nel suo trench lungo
e leggero, li osservava.
Forse, che fosse il re
dei mimi?
Zayn lo guardava
inconsapevole di quello che sarebbe accaduto, eppure, eppure ancora
sentiva il benessere pervaderlo.
Un fischio acuto nelle
orecchie, chiuse gli occhi,
svanì.
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Buondì!
Scusatemi se pubblico così a random e senza html, ma ne
avevo voglia ed essendo dal cell mi viene difficile xD
Spero
che a qualcuno possa piacere e dirmi la sua opinione.
Scrivere
qualcosa in una mezz'oretta e senza impegno non mi capitava da tanto,
c______________c
enjoy
and relax yourself.
Bye
^^
Un
bacione
F.
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