Diario ironico di una Sfigata.

di WordsEnchantress
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Libreria Mondadori.
Entro, vago per gli scaffali, chiedo di un libro che non arriverà mai.
Ovviamente non c’è, ma, prima che possa ringraziare la commessa, vengo letteralmente scavalcata da una coppietta. Avranno all’incirca la mia età.
Scocciata mi sposto verso il ripiano più vicino e guardo ancora un po’ di titoli, ascoltando la conversazione peggiore che orecchio umano abbia mai udito.
 
“Buongiorno, volevo chiedere se avevate tipo dei libri.”
A parte che una frase formulata in cotale modo è da schiaffi per tutti i secoli dei secoli amen, ma soprattutto: per esserci i libri, ci sono, poco ma sicuro, non sei mica entrata in farmacia. Quali ci siano, poi, è un’altra storia.
La commessa annuisce.
La tipa sta zitta.
“Quali?”
“Ah sì, giusto, i titoli.”
Quella cosa totalmente inutile. Che gente pretenziosa, ‘nvedi questa, non ha nemmeno imparato a leggermi nel pensiero.
“Mi dica...”
“Allora: mia sorella cercava un libro… aspetti che me lo sono scritta… Novecento di…”
La povera commessa non fa in tempo a dire “Baricco” che la tipa la interrompe.
“Guardi non ho segnato l’autore, ma sarà uno di quelli lì famosi. Boh, tipo, cioè, Moccia… presente?”
 
COLPO APOPLETTICO.
OH AMANTI DELLA LETTERATURA DI TUTTO IL MONDO UNITEVI.
ECLISSATI ESSERE IMMONDO!
 
La commessa sbianca, suda e poi mormora: “Alessandro Baricco.”
“Sì, quello”.
 
Q. U. E. L. L. O.
 
“Poi, boh, per un regalo mi avevano consigliato un libro fantasy, di fantascienza.”
“Fantasy o di fantascienza?”
“Beh – aria saccente – è la stessa cosa.”
 
NO, NON LO È.
 
“Non proprio. Ha un autore in mente?”
“Mmm, sì. Ma non so se lo avete, che non è famoso. Tipo, Martino. Una cosa così.”
“George Martin?”
“Sì, quello.”
 
Q. U. E. L. L. O.
 
L’accompagna a prendere i libri. Lei va, torna e sussurra al ragazzo.
“Oh, al giorno d’oggi scrive chiunque.”
 
No, al giorno d’oggi parla chiunque, che è anche peggio.
Credevo che persone come lei, in posti sacri come le librerie, si sciogliessero come i vampiri alla luce del sole, come le streghe nell’acqua, come Berlusconi alla parola “galera”.
E invece no.
Persistono nella loro inutile esistenza.
Vorrei poi sottolineare il ruolo cruciale del suo ragazzo.
Lui… ANNUIVA.
Tutto, ma dico tutto, il tempo. A caso, sempre, a ogni stramaledetta eresia uscita dalla bocca della sua dolce metà.
Per un attimo ho creduto che gli si staccasse la testa dal collo.
 
Pagano e poi si aggirano ancora un po’ tra gli scaffali.
“Certo che mia sorella dice di amare i libri ma gli autori italiani fanno proprio schifo. Poi non è vero che legge tanto, guarda sto librettino – sventolando Novecento – è minuscolo. Neanche i bambini delle elementari. Mi prende sempre in giro ma io almeno mi sono letta un’intera trilogia.”
“Ah-ah.” Risponde, miracolosamente il ragazzo. Annuendo, s’intende.
“Fanno anche il film. Che figo l’attore! Scusa amò, ma è proprio figo. Poi recita praticamente n-u-d-o.”
“Ah-ah. Quale film?” DUE PAROLE, sono sconvolta.
“Daii, te ne avevo già parlato. 50 sfumature di grigio.”
 
Ah, ecco.
Allora scusa.




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