Wedding
Giacca nera. Camicia bianca.
“ Oggi si che sei un gran bel pezzo
di uomo, fratello…” Sirius sogghignò, ammiccante.
Mi guardai. Gli rivolsi un’espressione molto
poco convinta.
“ Io mi sento un completo imbecille.”
“ Oh, lo sei, non ti preoccupare.” Rispose con noncuranza
mentre si apprestava ad indossare la sua giacca, anch’essa rigorosamente nera.
“ Ma se ci mettiamo tutti e due
jeans e maglietta prima di entrare in Chiesa?”
Gli proposi, con una buona dose di speranza. Era sempre
Sirius Black, no?
Mi guardò con le sopracciglia sollevate. Tutte e due. Non
siamo mai riusciti a sollevarne una sola, come Lily.
“Ehhh…. Temo
proprio di no!” Scosse il capo, con aria solenne. “Cioè,
io volendo potrei pure, ma tu sei lo sposo, sai com’è…” un espressione furba si
dipinse sul suo volto.
Lo guardai storto.
“ Se lo fai tu giuro che lo faccio
anche io…” protestai, facendo per togliermi quegli insopportabili vestiti di
dosso.
Sirius rise, apertamente, con quella sua risata un po’
sguaiata eppure estremamente coinvolgente.
Mi guardò in un misto di divertimento e tenerezza, mentre mi
rimetteva a posto gli abiti.
“ Allora facciamo una bella cosa… ci andiamo in giacca tutti e due e basta. Andiamo, dura poco! Non fare lamentare
la rossa anche oggi, ti prego!” alzò gli occhi al
cielo.
Si, Lily mi avrebbe odiato se mi fossi presentato con
abbigliamento assolutamente casual mentre
lei aveva perso mezza giornata per prepararsi. Per un attimo mi persi nei
pensieri.
“Sarà bella, vero?” chiesi, stupidamente.
Sirius sbuffò, dandomi le spalle e chinandosi per
allacciarsi le scarpe.
“ Ma se è uno schianto anche appena
sveglia, con quella chioma tutta arruffata! Può non essere
bella??” la voce era lievemente esasperata.
Mamma mia, quante storie per qualche domanda.
Vero anche che gli ripetevo le stesse frasi da due
settimane, ma quello era un giorno particolare!
“ E… e se mi dice di no?”
proseguii, imperterrito.
“ Non lo farà.”
“ E se l’anello non le sta bene?”
“ Avete già provato le misure.”
“ E se non le piace come sono
vestito?”
“ Se continui a togliere e mettere
quella giacca non le piacerà di sicuro, tanto è spiegazzata!” me la tolse
bruscamente dalle mani e la depose sul letto. Incredibile, quello era Sirius
Black?
Di solito ero io a dover rimettere in ordine le sue cose. Il
che è tutto dire.
“ Sei strano oggi.” Dichiarai, convinto.
Alzò di nuovo le sopracciglia, poi sospirò.
“ Fratello, forse non ti è chiaro. Aspetto questo giorno da
una vita. E’ il tuo giorno e te l’ho
augurato per anni…” mi guardò con aria di rimprovero,
quasi mi lasciai incantare dalle sue paroline. Poi proseguì. “ … e poi, insomma! Non ci ho provato con la Evans
solo per lasciarla a te! Se te la fai scappare ti picchio a sangue, fratello!”
Lo guardai esasperato.
“ Sirius?”
“ Eh?”
“ E se…”
“ No, basta << e se… >>!! E diavolo, sei James
Potter, sei Ramoso! Mi sembri una femminuccia!”
“ Ma…”
Non ebbi il tempo di proseguire le mie lamentele. Mi spinse fuori dalla porta, non prima di aver preso la mia povera
giacca, ancora abbandonata sul letto disordinato.
~
Abito bianco. Guanti bianchi. Era un po’ tutto bianco, in
realtà.
Remus si allontanò da me, indietreggiando di qualche passo.
Mi guardò per qualche istante, poi un dolce sorriso si aprì
sulle sue labbra sottili.
“ Sei bellissima.”
Arrossii. In altri momenti avrei risposto con un semplice
“lo so”, ma molta della mia spavalderia mi aveva abbandonata
quel giorno. Abbassai gli occhi con insolita modestia.
“ Grazie…”
Lui mi si avvicinò, scuotendo il capo. Sapeva esattamente
tutto quello che mi passava per la testa, come sempre. Senza perdere il sorriso
mi accarezzò la guancia destra.
“ Non essere nervosa. Andrà tutto benissimo, vedrai.”
“ Lo spero.” Sospirai, poi mi mossi, avvicinandomi allo
specchio per quella che doveva essere la dodicesima o tredicesima volta nel giro di un’ora.
Il riflesso di una donna giovane, quasi una ragazzina, mi
restituì lo sguardo, in un visetto un po’ troppo spaurito, due grandi occhi
verdi estremamente incerti e i capelli rosso scuro un pò arricciati in punta, decorati da delicati fili di
perline. Un sorrisetto istintivo,
mentre mi mordicchiavo il labbro inferiore. Si, ero bellissima, niente
da dire. La mia autostima ha sempre raggiunto livelli
piuttosto soddisfacenti, devo ammettere.
La figura del ragazzo magro, un po’ pallido e dai capelli
chiari comparve alle mie spalle. Aveva un’espressione estremamente
dolce. Mi guardava con tenerezza, quasi volesse
fissare bene in testa quel momento che tutti avevamo immaginato almeno una
volta.
“ E’ quasi ora…” prese la parola, posandomi un mano sulla spalla.
“ Lo so.” Annuii. “ Ma lo sposo si
deve fare aspettare almeno un po’, giusto?” Gli sorrisi. Era un po’ strano dire
“lo sposo”. James. Quella testa calda! Quel rompiscatole borioso e
assolutamente insopportabile! Lui era “lo sposo”, alla fine. Non riuscii a
trattenere una risatina sommessa a questi pensieri. Remus capì, naturalmente.
Sedette sul mio letto dalle lenzuola rosse.
“Chi l’avrebbe detto, eh?”
Mi girai verso di lui, che fissava
il soffitto con aria sognante. Capii che pensava ai nostri primi anni ad Hogwarts, ai litigi interminabili tra me e l’uomo che
stavo per sposare.
“ Tu, forse…” risposi guardandolo, un sopracciglio
sollevato. Lui era sempre stato un passo avanti a tutti noi. Aveva un talento
particolare per capire certe cose.
“ Si, forse solo io…” sorrise, alzandosi. Mi porse il
braccio, piegando lievemente il capo.
Era un cavaliere perfetto nell’abito grigio e la camicia
bianca. Gli regalai uno dei sorrisi più raggianti di sempre.
“ Allora, sorellina… andiamo o no?” attese, il braccio teso,
il volto sereno.
Annuii.
~
Ricordo ben poco della cerimonia. La lunga
camminata verso l’altare, a passo un po’ incerto, con Remus a rincuorarmi ad
ogni passo. L’intenso sguardo di James, che per
qualche attimo restò impalato senza dire una parola. Ricordo
Sirius alzare gli occhi al cielo, alle sue spalle, e spingerlo con una mano.
Rischiò seriamente di cadere. Molti in Chiesa non trattennero un risolino
divertito.
Lui era rosso, ma mi porse ugualmente il braccio, mentre
Remus raggiungeva Sirius.
Mi sussurrò qualcosa, probabilmente tentò di spiegarmi
quanto era emozionato, ma ottenne solo un lieve borbottio privo di senso. Non
capii e mi limitai a sorridergli. Potevo immaginare.
~
Era bella. Oh, se lo era! Con i suoi passi lenti e
tranquilli. Tremendamente tranquilli. Come faceva ad essere così rilassata??
Ecco, insopportabile fino all’altare! Ancora una volta superiore a me!
Mi stavo legando, lo stavo
facendo…incredibile ma vero. E mi stavo legando a lei, stavo realizzando il sogno di una
vita. Come facevo a non essere nervoso?? Quando lei mi
raggiunse ero troppo confuso per dire o anche solo
pensare qualcosa. Mi limitai a guardarla. Cristo.
Madre Natura avrebbe dovuto pensare alle conseguenze prima
di creare tali meraviglie…se allora fossi svenuto davanti all’altare l’avrebbe
retta Lei la vergogna??
Qualcuno mi diede uno spintone, sospetto
fosse Sirius. Per poco non caddi, ma quantomeno riuscii a condurla fino
al nostro posto, davanti all’altare. Le dissi che era meravigliosa. Ci tentai
perlomeno. Lei in tutta risposta mi sorrise. Ho sempre sospettato che non abbia
capito proprio nulla di quello che ho detto. Rimane un dubbio irrisolto, comunque.
~
“Eri un buffone!” Lily rise, la testa delicatamente poggiata
sulla spalla del marito. “ E lo sei tuttora!”
James le sorrise, chiudendo l’album fotografico del loro
matrimonio.
“Mai negato Evans… ma mi ami anche per questo, puoi ammetterlo…”
“ Pieno di te fino alla morte,
Potter…”
“ Anche oltre, ti assicuro…”
Lei sollevò la testa, fissò gli
occhi verdi in quelli nocciola.
“ Spero di non doverti sopportare anche dopo la morte,
allora!”
Il viso di lui non perse il
sorriso, ma acquistò una nuova ed infinita dolcezza. Le accarezzò la pelle
liscia della guancia.
“ Tu non vedrai mai la morte…è un diritto che voglio
arrogarmi fino in fondo, permettimi.”
“ Anche egoista?”
“ No. Ti amo troppo.” Le passò una mano tra i capelli rossi,
gli occhi ancora dentro i suoi.
Lei gli sorrise. Non uno dei soliti
sorrisetti furbi. Un sorriso tenero e innamorato. Che esisteva soltanto quando erano solo loro due. E il loro amore.
James la baciò in fronte, poi si
stiracchiò sul divano.
“Allora, mogliettina… mi accompagni a letto?”
Lei finse di riflettere. “ Potrei. Se mi porti
in braccio, si intende.” L’espressione furba tornò ad illuminare il volto apparentemente angelico.
Lui la guardò un po’ sconsolato, poi lo sguardo si spostò
sul pancione di lei, chiaro segno di una gravidanza
piuttosto avanzata.
“ Tesoro mio…” cominciò, esitante “… sei
una ragazza meravigliosa, assolutamente magra e leggiadra, però…” deglutì.
“ …il bimbo potrebbe scombussolarsi, sai, troppi movimenti…”
Lei inarcò un sopracciglio, poi scoppiò
a ridere.
“ Qualcuno dovrebbe insegnarti a mentire, Potter.”
“ Puoi farlo tu?”
“ Potrei. Ti assicuro che sono bravissima.”
Lo sguardo di lui si fece
d’improvviso sospettoso.
“Che mi nascondi, streghetta?”
“ Tu portami in braccio fino in camera,
poi ne parliamo…”
“ Ma che… sei un diavoletto
incarnato nel corpo di una Dea, te lo dico io…”
Lei sorrise, intrigante.
“ No, non direi.” Si alzò ed iniziò ad incamminarsi verso le
scale. “ Sono semplicemente una donna.”
Un sorrisetto, poi salì al piano
superiore.
James restò a fissare la sua schiena per un attimo,
interdetto. Poi il volto si piegò in una smorfia, si alzò e la seguì.
Lily avrebbe giurato di aver sentito un borbottio che
suonava tanto come “Donne…”
Ma anche questo rimane un dubbio
irrisolto.