Ti odio perchè ti amo

di Sere_Swag
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Sono appena arrivata a casa, ma sono solo le 10pm e non so che fare, dato che non ho sonno. Justin è stato per tutto il tempo in silenzio, dopo che gli ho risposto in quel modo. Ho una specie di garza sopra il tatuaggio, hanno detto che potrò toglierla domani sera, nel frattempo devo evitare il più possibile di toccare quel punto. Mi tolgo le scarpe che lo stesso pomeriggio mi hanno ucciso i piedi e le lascio all'entrata. Vado in cucina per farmi un pò di cioccolata calda e trovo Justin seduto che beve del latte freddo. Appena entro alza subito lo sguardo, poi lo riabbassa e continua a fissare quel bicchiere mezzo pieno. Prendo della cioccolata in polvere nella dispensa e la metto in un pentolino insieme ad un pò d'acqua aspettando che diventi cioccolata calda. Mi siedo difronte a Justin aspettando che la cioccolata sia pronta. Lui per un momento alza la testa dal suo bicchiere, posandolo su di me. Apre la bocca per dire qualcosa, ma poi scuote la testa, richiude la bocca e si rimette a fissare il suo bicchiere. 
Mi ricordo che i miei zii sono tornati dalla loro mini-vacanza, anche se sarebbero dovuti tornare ieri, e non li ho ancora salutati come si deve, anche se ho parlato cinque minuti con mio zio poche ore fa. Mi alzo dalla sedia e salgo le scale, dirigendomi in camera loro. Li trovo sdraiati nel letto che guardano uno di quegli Show stupidi.

"Buonasera! Siete in ritardo di un giorno" dico incrociando le braccia sotto il petto, con aria superiore.
"Oh, abbiamo avuto un imprevisto con il volo. C'era mal tempo e ci hanno consigliato di partire oggi anzichè ieri" si giustifica mio zio.
"Zio, sai che sto scherzando" gli dico per poi salire sul letto con loro ed abbracciarli.
"Come stai, tesoro?" mi chiede mia zia, accarezzandomi i capelli.
"Bene" dico fingendo un sorriso. Se solo sapessero. Caccierebbero immediatamente Justin da qui, perciò decido di non dire nulla. "Voi? Vi siete divertiti?" chiedo poi di rimando.
"Sisi, anche se è stata una vacanza breve" dice un pò dispiaciuta mia zia.
"Oh, fra circa due mesi ci saranno le vacanze di Natale! Potremmo andare tutti insieme a fare una vacanza per due settimane" dico sorridendo.
"Poi vediamo Hilary. Sai che devo vedere se mi danno le ferie" mi dice mio zio.
"Oh, già. Mi dimentico sempre il lavoro che fai" dico triste, abbassando la testa.
"E' proprio grazie a questo lavoro che stiamo economicamente bene, Hilary. Lo sai" mi dice mio zio.
Annuisco, rialzando la testa. "Lo so." mia zia mi bacia una guancia, consolandomi.
"Dov'è Justin?" mi chiede poi mio zio.
"E' di sotto in cucina..Oddio! La mia cioccolata. Me la sono dimenticata sul fuoco, a dopo" dico saltando giù dal letto, correndo in cucina.
Entro in cucina trovandola vuota. Ma noto che è sparita anche la cioccolata. 
"Dov'è la mia cioccolata?" chiedo, senza aspettarmi realmente una risposta da qualcuno.
"E' qui. Appena te ne sei andata avevo già capito che te la saresti dimenticata sul fuoco, così ci ho pensato io" dice Justin comparendo alle mie spalle con una tazza di cioccolata. "Ti ho già messo lo zucchero, non è tanto calda." dice poi, porgendomi la tazza.
"Grazie" sussurro prendendo la tazza dalle sue mani. Le mie dita sfiorano involontariamente le sue e una scossa, come quella provata la prima volta che ci siamo stretti la mano, mi invade il corpo. Lo sorpasso e vado in sala, sedendomi sul divano.
Justin fa lo stesso e si siede accanto a me. Sta per dirmi qualcosa ma mio zio scende di corsa le scale, con un espressione felice in viso.

"Hilary! Hilary! Scooter mi ha chiamato poco fa, e indovina?" mi chiede con un sorriso enorme.
"Andremo in vacanza!" esclamiamo io e mio zio all'unisono. "Oh, che bello! Come l'hai convinto?" chiedo io, posando la tazza di cioccolata sul tavolino li di fronte e balzando in piedi, per stringerlo in un abbraccio.
"Sinceramente è stato lui a proporlo" dice ricambiando l'abbraccio.
Io sciolgo l'abbraccio leggermente stupita, poi capisco. "Oh..lavoro" dico io, andandomi a sedere.
"Esatto! Justin dovrai fare un concerto alle Hawaii e dato che è sotto il periodo di Natale possiamo anche prenderci una vacanza" spiega a Justin, mentre io bevo la mia cioccolata che, ormai, di caldo non ha più niente. 
"Ma non avevo finito con i concerti, io?" chiede Justin impassibile.
"Bhe, per ora. Ne avrai uno extra per i tuoi fan Hawaiani, come regalo di Natale per loro." dice mio zio, facendo spallucce.
Justin annuisce. "D'accordo, poi andrò da Scooter per fare le prove" dice.
"Bene. Ora vado a dormire, buonanotte ragazzi, a domani" ci saluta mio zio.
"Notte" rispondiamo in coro io e Justin. 
"Avanti, cos'hai?" gli chiedo una volta soli.
Lui mi guarda confuso. "Cosa vuoi dire?"
"E' da quando mi sono seduta difronte a te in cucina che mi stai per dire qualcosa, ma poi ti blocchi e non mi dici più niente. Voglio sapere che hai" dico, andando in cucina pe riporre la tazza vuota. Mi giro e me lo trovo davanti. In pochi secondi mi ritrovo stretta tra le sue braccia. Rimango allibita, non me lo aspettavo. Mi mancavano così tanto le sue braccia strette intorno a me, anche se è passato solo un giorno dal nostro ultimo abbraccio. Ma se ora lo abbraccio, penserà che io l'abbia perdonato, e anche se vorrei perdonarlo, non riesco. Non posso permettermi di ricadere di nuovo nella sua trappola. Non devo. Lo stacco da me e gli punto un dito contro. "Non farlo mai più. Non ti permettere più ne di toccarmi e ne di parlarmi, ne tantomeno di abbracciarmi. Fa finta che io non esista, come hai fatto fin'ora, fregandotene del fatto che ero la tua migliore amica e scommettendo su di me, per più di una settimana." gli dico con rabbia, per poi superarlo e salire in camera mia, cercando di addormentarmi.

23 Settembre 2013 h. 6.00am

Sono passati tre giorni da quando ho scoperto della scommessa. Sono sveglia dalle 5.00am, ma poco importa.
Ho già la divisa addosso e sono seduta sul davanzale della mia finestra. In questi tre giorni non è successo molto, se non il fatto che ho dovuto rinunciare al mio ruolo da giornalista, dato che non trovo più la cartellina che avevo fatto su Justin.
Una cosa positiva c'è. Ieri ho finalmente tolto la benda dal tatuaggio ed oggi posso metterlo in mostra, poi oggi è anche venerdì. Cio significa: Week-end. 
Scendo dal davanzale e mi faccio velocemente la cartella mettendo dentro i libri e i quaderni delle lezioni per oggi.
Scendo di sotto per preparare la colazione, portandomi dietro la cartella.
L'appoggio sul divano e vado in cucina, notando la luce accesa.
Entro e trovo Justin seduto che mangia una ciambella. Vicino a lui, sul tavolo, ci sono due scatole rosa con sopra la scritta dorata "Starbucks's Donuts". Una scatola è chiusa mentre l'altra è aperta e mezza vuota. 

"Buongiorno" mi dice sorridendo.
"Ciao" gli rispondo fredda. 

Da quando mi ha abbracciato quella sera, fà di tutto per il mio perdono. Gli ho detto di smetterla, perchè tanto è inutile, ma lui continua a fare di testa sua. Prendo del latte dal frigorifero, ma mi sento afferare un polso prima che io possa versarlo nel pentolino.

"Credi che l'altra confezione di ciambelle sia per me? Perchè se è così, credi male" dice facendo spallucce, prendendo la scatola del latte dalle mie mani e rimettendola nel frigorifero.
"Non voglio le ciambelle" dico voltandomi verso di lui, fulminandolo con lo sguardo.
"Ma io le ho prese per te" dice facendo la faccia da cucciolo.
"Non funziona con me, smettila" gli dico per poi andarmi a sedere e mangiare quelle ciambelle.
"Lo sapevo che le avresti mangiate" dice sorridendo, sedendosi difronte a me.
"Le mangio solo perchè sono della Starbucks" dico facendo spallucce, iniziando a mangiare.
"Hai tolto la benda dal tatuaggio?" mi chiede dopo pochi minuti di silenzio.
Io annuisco. "No, non te lo faccio vedere" dico rispondendo alla sua domanda muta.
Alzo il viso e vedo che ha uno sguardo sconvolto. "Come hai fatto a sapere cosa ti stavo per chiedere?" 
"Ti conosco" sbuffo. 

Ci sono altre tre ciambelle, ma ora non mi vanno. Le mangierò dopo. Chiudo la scatola e ci attacco sopra un post-it: "Queste ciambelle sono mie. Mangiale e te la vedrai con me. Con amore, Hilary", poi le metto nella dispensa e salgo di sopra per lavarmi i denti. Una volta finito scendo di sotto e trovo Justin fermo all'entrata, pronto per uscire. Non me ne curo più di tanto e mi metto la mia giacca in pelle che amo tanto, per poi mettermi sulle spalle lo zaino, prendere le chiavi e il cellulare ed uscire. Justin esce insieme a me, ma non ci faccio caso. Usciamo dal cancelletto del giardino e appena inizio ad incamminarmi, Justin mi tira indietro per un braccio. 

"Dove vai? Hai la macchina e non la usi?" mi chiede sorridendo, indicandomi la sua macchina parcheggiata li davanti.
"Non è mia l'auto e non ho la patente. Non potrei usarla comunque" dico facendo spallucce, cercando di togliere il mio braccio dalla sua presa, con scarsi risultati, dato che lui è più forte di me.
"Dai, hai capito cosa intendo!" dice guardandomi. In effetti non mi va di fare la strada a piedi. 
Mi avvio verso il lato del passeggero e salgo sopra, buttando lo zaino nei sedili dietro. Lui mi raggiunge poco dopo e mette in moto la macchina, con un sorriso trionfante sul viso. 
"Togliti quel sorriso dalla faccia, ho accetato solo perchè non mi va di farmi tutta quella strada a piedi" dico sbuffando, guardando fuori dal finestrino.
"Non mi interessa il motivo per cui hai accettato. L'importante è che ora sei qui" mi dice sorridendo.
"Aspetta. Questa non è la strada che faccio per andare a scuola" dico guardandolo.
"Scorciatoia" dice sfoggiando un sorriso, mentre continua a tenere lo sguardo fisso sulla strada.

Non mi convince affatto quel sorriso che ha da quando siamo partiti.
Continuano a passare i minuti e man mano che la macchina va, le case ai lati della strada lasciano posto a tanti alberi.
Sbuffo, ho capito che oggi salterò scuola, ma poteva almeno avvisarmi, mi vestivo più decentemente.

"Che hai?" mi chiede Justin continuando a guidare.
"Potevi dirmi che non mi avresti accompagnata a scuola, evitavo di indossare la divisa" dico sbuffando una seconda volta.
"Se te lo dicevo, non avresti mai accettato" dice facendo spallucce.

Non ha tutti i torti, in fin dei conti.

"Dove stiamo andando?" chiedo poi distogliendo lo sguardo dal finestrino per posarlo su lui.
"Aspettavo questa domanda" dice sorridendo, tenendo però lo sguardo ancora sulla strada.
"Bene, io sto aspettando la risposta" dico.
"Bene, continuerai ad aspettare" dice, imitandomi, per poi guardare la mia espressione e subito dopo continuare a guardare la strada.

Mi lascio andare sul sedile. Inizio a perdere la pazienza e mi sto anche annoiando. Decido di prendere il cellulare di Justin, dato che ha delle applicazioni carine. Peccato che io non sappia dove sia. Guardo nei sedili posteriori e noto che non ha la giacca, quindi sarà di sicuro nelle tasche dei pantaloni. Metto la mano dentro la tsca destra e lo trovo. Justin fa un piccolo salto, mentre io mi prendo il suo cellulare e inizio a giocare, come se niente fosse.

"Che c'è?" chiedo a Justin, dato che mi guardava 'impaurito'.

Noto che siamo entrati in una città, ma non riconosco quale sia. Justin si ferma ad un semaforo e mi guarda con gli occhi semi aperti.

"Che diavolo stavi facendo?" 
Lo guardo confusa. Oh, si riferisce al fatto del cellulare. "Niente" dico sorridendogli.
"Niente? Ti rendi conto di cosa hai toccato per cercare quel coso?" dice indicando il cellulare che ho in mano.
"La tua gamba?!" chiedo ironicamente.
"No" mi risponde duramente.
Lo guardo di nuovo confusa, cosa sta farneticando? "Che diavolo stai dicendo?" chiedo.
Lui riparte con la macchina e si concentra di nuovo sulla strada. "Non hai toccato la gamba, hai toccato ciò che ci sta in mezzo" dice con un filo di voce, diventando leggermente rosso in viso.
Merda. Abbasso la testa, io sono completamente rossa in viso, sento le guance andare a fuoco. Credevo di aver toccato solo la gamba. Dio, che imbarazzo.
Continuo a giocare con il telefono, non avendo il coraggio di guardarlo nemmeno per un secondo in viso.


E' da circa un'ora che stiamo viaggiando, ma non siamo ancora arrivati. Vuole portarmi dall'altra parte del mondo in auto?
Noto che devia e si ferma in un benzinaio. Oh, allora anche la sua macchina va a benzina. 
Mi metto comoda sul sedile e seguo Justin con lo sguardo, mentre fa il pieno. 
Alza il viso e nota che lo sto fissando, io abbasso velocemente la testa e mi rimetto seduta composta sul sedile aspettando che finisca. 
Dopo poco sale in auto e un brivido di freddo, dovuto all'aria che è entrata insieme a lui, mi percorre tutto il corpo.

"Hai freddo?" mi chiede. Sento il suo sguardo su di me, ma non riesco a guardarlo in faccia. Non dopo l'episodio successo prima.
Scuoto la testa, ma lui sembra non vedermi dato che poco dopo mi porge la mia giacca, precedentemente messa nei sedili posteriori.
La prendo e sibilo un 'Grazie', per poi indossarla.

Lui riprende il viaggio, mentre le mie palpebre si appesantiscono sempre di più, finchè non si chiudono definitivamente.

-20 minuti (o poco più) dopo-

Sento freddo e sento la presa di qualcuno su di me.
Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo il viso di Justin a pochi centimetri dal mio. Distolgo subito lo sguardo da lui e guardo dove siamo. Stiamo entranto in una casa.

"Sono sveglia, mettimi giù. So camminare" gli dico, cercando di 'liberarmi' dalla sua presa. 
Lui mi mette giù e poi suona la porta.

Mi metto apposto e noto che ho difronte una casetta carina, bianca, semplice, contornata da un giardinetto non tanto grande, con qualche fiore qua e là. Il tutto è circondato da un cancelletto rivestito con della pittura argentata. 
Sento aprirsi la porta e subito poso lo sguardo su quest'ultima. Noto una donna molto bella e giovane aprire apparire dietro la porta. Appena vede Justin, un grande sorriso si apre sul suo volto. 
La riconosco, è la mamma di Justin. L'ho vista qualche volta in qualche show o programma. 

"Justin, tesoro, come stai?" gli chiede, abbracciandolo.
"Bene, mamma. Tu?" dice ricambiando l'abbraccio.
"Anche io" dice Pattie sciogliendo l'abbraccio. "Chi è questa bellissima ragazza?" chiede poi a Justin, guardandomi sorridendo.
Io sorrido di rimando e le allungo la mano presentandomi. "Hilary" dico stringendole la mano. "Sono un'amica di Justin" aggiungo poi, titubante sulla parola 'amica'.
"Io sono Pattie" dice sorridendo, per poi lasciarmi la mano ed entrare in casa. "Venite, entrate" dice da dentro.
Justin fa passare prima me, per poi chiudere la porta alle sue spalle.

Un salotto molto accogliente mi appare davanti. Noto qualche giocattolo sparso qua e là

"Scusate il disordine" si affretta a dire Pattie, raccogliendo i giochi e mettendoli via.
"Dove sono?" chiede Justin alla madre.
"Sono usciti poco fa con Jeremy, sono andata alla gelateria quà all'angolo" dice per poi sedersi su una poltroncina di pelle bianca. "Accomodatevi pure" dice indicando il piccolo divanetto di fronte alla poltroncina.
Justin annuisce per poi sedersi, seguito da me.
"Sei la ragazza che ospita Justin, vero?" mi chiede.
"Si" dico annuendo.
"Sei molto carina" mi dice continuando a sorridere.
"Grazie" dico imbarazzata, abbassando il viso.
"Lei è la nipote di Kenny" spiega Justin a Pattie.
"Oh, pensavo fosse la figlia." dice stupita.
"No, mamma" le dice lanciandole uno sguardo strano. Pattie annuisce e cambia discorso.
"Allora, come mai qui?" ci chiede.
"Volevo farti conoscere Hilary" dice facendo spallucce.
Lei annuisce. "Volete rimanere a mangiare?" ci chiede poi.
"No, mamma. La strada per il ritorno non è molto corta e Kenny non sa che Hilary ora è qui. Dobbiamo essere a casa entro le 2pm"
Pattie sgrana gli occhi. "Non mi dire che le hai fatto saltare la scuola?!" chiede.
Justin fa spallucce. "Non crolla il mondo, se salta un giorno"
"Perdonalo. Non è la prima volta che mi porta una ragazza a casa, precedentemente 'sequestrata' da scuola" mi dice, mimando le virgolette sulla parola 'sequestrata'.
"Non si preoccupi, non fa niente. Recupererò" dico facendo spalluce. 
Pattie annuisce poi si alza dal divano. "Volete che vi faccia qualcosa?" ci chiede.
"Io voglio un bicchiere d'acqua" dice Justin.
"Io non voglio niente, grazie" le dico.
Appena Pattie esce dalla sala mi giro verso Justin. "Allora non sono l'unica che si è sopportata circa due ore di viaggio" dico con ironia.
"Prima di te ho solo portato un'altra ragazza, per più volte" dice cercando di scusarsi.
"Non fa niente. Non mi importa" dico abbassando la testa.

Sono un pò delusa. Insomma, pensavo che ero la prima che portava dalla madre. Un'altra illusione. Non so nemmeno perchè faccio questi pensieri stupidi, perchè mi aspetto sempre di essere una sua priorità. 

Sento la porta aprirsi e dopo pochi secondi entrano in sala un'uomo con due bambini: un maschietto e una femminuccia.

"Justin!" esclama l'uomo con un'espressione sorpresa in viso, posando a terra il bambino che aveva in braccio che subito si attacca alla gamba di Justin.
"Ciao, papà" dice abbracciandolo, per poi sedersi di nuovo, facendo sedere i due bambini in braccio a lui. "Ciao piccoli, come state?" chiedo loro con un sorriso stampato in viso.
"Bene" rispondono i due bambini in coro.
"Piacere, Jeremy" dice il padre di Justin, tendendomi una mano.
"Hilary" rispondo a mia volta strignendo la sua mano.
"Sei la sua ragazza?" mi chiede Jeremy.
"No" mi affretto a rispondere. "Sono solo un'amica" dico poi sedendomi.
"Loro sono Jaxon e Jazmin" mi dice Justin indicando i due bambini.
"Jazzy" lo corregge la bambina, guardandolo male. "Io ho 4 anni" mi dice Jazzy sedendosi sul divano accanto a me. Io le sorrido. "Tu quanti anni hai" mi chiede poi.
"Ne ho 18" dico continuando a sorriderle. E' davvero bella e assomiglia a Justin.
"Mio fratello ne ha 2. Ma non sa parlare ancora bene." mi spiega poi, indicando Jaxon.
Io annuisco, non sapendo cosa dire.
"Tu stai con Justin, vero? Siete molto carini insieme" mi dice sorridendo.
"Oh, no. Io e Justin non stiamo insieme. Siamo solo amici" le dico accarezzandole i capelli biondi. 
"Bhe dovete stare comunque insieme, siete belli" dice.
"Jazzy, adesso basta, dai" la rimprovera Jeremy.
Lei mette per un attimo il broncio e poi mi prende la mano. "Venite" dice prendendo anche la mano di Justin e tirandoci. Justin posa Jaxon sul divano e prende la mano di Jazzy seguendola, così come faccio io. Ci porta di sopra ed apre una camera che si rivela tutta rosa con un letto simile a quello delle principesse.
"Questa è camera mia" dice tutta contenta Jazzy, saltando sul letto.
"Hai un letto come quello delle principesse" le dico sorridendo.
"Si, perchè io sono una principessa" dice vantandosi, saltando sul letto. Poi ci prende ancora per mano e si dirige verso uno specchio enorme in un angolo della sua cameretta.
"Guardate. Sembriamo una famiglia" dice sorridendo, guardando i nostri riflessi nello specchio.
Justin ridacchia guardandomi. "Non ha tutti i torti" mi sussurra all'orecchio.
Io gli tiro una leggera sberla sul braccia, guardandolo male.
Jazzy si gira verso di noi e ci riprende le mani, ma stavolta non si muove da dov'è. Ci avvicina le mani e fa in modo che si intreccino tra di loro, poi si sposta accanto a Justin, facendo in modo che il suo riflesso non ci sia più nello specchio.
"Ecco, così è molto meglio" dice guardandoci. "Guardatevi, siete bellissimi insieme." dice sorridendo.

Abbasso lo sguardo sulle nostre mani. Sono intrecciate fra loro. Il calore della sua mano mi riscalda tutto il corpo ed una strana sensazione lo invade. Sento la sua mano che stringe leggermente la mia ed alzo lo sguardo posandolo sul suo. Mi sta guardando con un sorriso dolce che coinvolge anche gli occhi. 
Abbasso di nuovo lo sguardo sulle nostre mani e lentamente sciolgo l'intreccio.

"Non stiamo insieme, Jazzy" dico girandomi verso di lei, ormai seduta sul suo letto con un libro di favole sulle gambe.
"Ma tu sei una principessa, lui è un principe, dovete stare insieme per forza" dice chiudendo il libro e posandolo sul letto, guardandomi.
"Non sono una principessa Jazzy. Tu lo sei" le dico accarezzandole la testa.
"Siamo tutte e due delle principesse" dice sorridendo, prendendomi la mano.
"Ma io non sono la principessa di Justin" dico facendo spallucce.
"Lo diventerai" dice scappando dalla cameretta, scendendo al piano di sotto.

Cerco di seguirla ma la mano di Justin mi prende un braccio, fermandomi.

"Cosa c'è?" chiedo staccandomi dalla sua presa.
"Potresti diventare la mia principessa" dice sorridendo.

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-SPAZIO AUTRICE-
Ammazzatemi, vi capirò.
Scusate davvero il ritardo, ma è venuta a stare da me il mio ragazzo per una ventina di giorni e volevo stare con lui in questi momenti rari (si, ho una relazione a distanza).
Vi chiedo scusa per il ritardo e per gli (eventuali) errori che potrebbero essermi sfuggiti.
Ringrazio le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente e ringrazio anche le ragazze che seguono la storia, che l'hanno messa nei preferiti e nelle ricordate. 
Sarei molto felice di sapere cosa ne pensate del capitolo.
Il prossimo lo metto a 4 recensioni (promesso)

Vi amo,
Sere <3




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