In una domenica assolata viaggiavano, lungo una strada di periferia,
quattro elefanti in una Cinquecento.
Dopo aver incontrato due galline sul ciglio della strada che facevano
l'autostop per andare in centro non dovrei più lasciarmi
sorprendere da nulla, ma quella volta rimasi davvero a bocca
aperta.
Ero fermo sul ciglio della strada, con la testa sprofondata nel cofano
della macchina e imprecavo sonoramente: senza alcun preavviso la mia
auto si era fermata, e da oltre un'ora combattevo contro il motore...
ovviamente senza risultati.
Poi sentii il rumore di una macchina che si faceva sempre
più vicina e una poderosa voce nasale.
VOCE SCONOSCIUTA:
Ha mica bisogno d'aiuto?
NARRATORE
(sollevando di scatto la testa e dando una violenta testata al cofano): Ahia!
Sì, la mia macchina non par...
Mi bloccai, assolutamente sgomento. Di fronte a me c'era una
Cinquecento rosa shocking e, dentro, quattro elefanti
che mi guardavano, in attesa.
Era ovvio che fossi a dir poco sbigottito da ciò che vedevo:
voglio dire, chi mai andrebbe in giro su un'automobile rosa shocking?
L'elefante al volante (all'anagrafe ELE) barrì spazientito,
mentre quello al posto del passeggero (nome di battesimo: FANTE)
osservava con educata curiosità la mia espressione. A mia
volta, osservai con la coda dell'occhio il mio riflesso nello
specchietto: occhi sgranati, bocca spalancata così da
permettere un comodo accesso alle mosche, sguardo vitreo. Il tutto
corredato da una serie di balbettii incomprensibili a qualsiasi essere
senziente e non.
FANTE: Scusi
dicevo, ha mica bisogno d'aiuto?
NARRATORE
(recuperando un po' di dignità e chiudendo finalmente la
bocca):
Sì ecco, la macchina. Non parte.
ELE:
È riuscito a capire qual è il problema?
NARRATORE:
Probabilmente riguarda il motore. Non so che fare.
La mia affermazione venne accolta con la paziente esasperazione
generata solitamente dai bambini un po' tonti. I due elefanti seduti
sul sedile posteriore (due gemelli: GRI e GIO) intervennero
contemporaneamente.
GRI e GIO:
Chiamare un carro attrezzi no?
NARRATORE
(dopo essersi riavuto dallo stordimento causato dal pachidermico dolby
surround):
Il mio cellulare ha la batteria scarica.
ELE (alzando
gli occhi al cielo):
Un disastro d'uomo.
FANTE: Le
giornate storte capitano a tutti. Se vuole posso chiamare io.
NARRATORE:
Gliene sarei grato.
Fante estrasse uno smartphone ultimo modello, digitò
rapidamente il numero del soccorso stradale con la proboscide e
avviò la chiamata. Qualche minuto più tardi,
riattaccò.
FANTE: Mi
spiace doverglielo dire, ma pare che per oggi le sue sfortune non siano
ancora finite: il carro attrezzi non potrà arrivare prima
dell'ora di cena.
(Il Narratore alza gli occhi al cielo e comincia ad imprecare contro il
complotto che l'Universo ha chiaramente ordito ai suoi danni, il tutto
sotto gli sguardi increduli, impietositi e un po' diffidenti dei
quattro elefanti. Il Narratore conclude la sua tirata con un urlo di
frustrazione)
ELE
(ingranando la prima):
Be', a questo punto non c'è più nulla
che possiamo fare. Felici d'averla aiutata...
(Fante dà una gomitata a Ele. I due si guardano malissimo
per qualche lungo istante, poi Fante riporta la propria attenzione sul
Narratore)
FANTE: Se il
carro attrezzi non arriverà prima di sera e nessuno
può venire a prenderla, è inutile che resti qui.
Chiuda la propria auto e salga!
NARRATORE
(guardando dubbioso la Cinquecento, piena fino all'orlo): Ci staremo?
ELE:
È omologata per quattro, ma se ci stringiamo un po'
riusciamo a farci stare anche lei.
(Gri si sposta verso il finestrino di sinistra, Gio verso quello di
destra. Fante scende e il Narratore sale a bordo, strizzandosi nello
spazio libero tra i due gemelli. La macchina parte)
Fui davvero stupito nel constatare che, in effetti, c'era posto anche
per me dentro quella Cinquecento.
NARRATORE
(piacevolmente sorpreso):
Però! Non avrei mai creduto che sarei riuscito a entrare...
voglio dire, quando vi ho visti mi sono chiesto come facevate a stare
tutti e quattro qui dentro!
(Ele, Fante, Gri e Gio si voltano verso il Narratore, senza parole)
ELE: Non
è ovvio? Ci stiamo comodamente...
GRI e GIO:
...due davanti e due dietro!
Di nuovo, lo stupore mi aveva giocato un brutto tiro. Gri e Gio avevano
ragione: in un'auto omologata per quattro, in che altro modo quattro
elefanti ci sarebbero potuti entrare, se non due davanti e due dietro?
La suddivisione dei posti era obbligata!
NARRATORE:
Avete ragione, non ci avevo pensato...
ELE
(sottovoce, ironico, scansando il gomito di Fante): Perché
la cosa non mi sorprende?
NARRATORE
(proseguendo nella sua considerazione, ignaro dell'ironia di Ele): ...ma a questo
punto mi chiedo: che ci fanno quattro elefanti in una Cinquecento rosa
shocking la domenica a mezzogiorno?
ELE
(stavolta a voce alta e palesemente sarcastico): E chi non se lo
chiede? D'altra parte è una delle grandi domande della vita!
(Il Narratore tace come se avesse ricevuto uno schiaffo. Fante tira un
gran colpo di proboscide sulla nuca di Ele e porge le proprie scuse al
passeggero)
FANTE:
Perdoni mio fratello, è un idiota. Da piccolo è
caduto dal filo della ragnatela!
NARRATORE:
Non mi dite che la storia degli elefanti che si dondolano sul filo di
una ragnatela... è vera!
ELE:
Perché non dovrebbe esserlo? A tutti piace l'altalena!
NARRATORE:
Ma io intendevo... sì, insomma... vi regge?
ELE (in tono
di profonda offesa):
Cosa vorrebbe insinuare? Che pesiamo troppo? (Stizzito) Io sono un
finto grasso!
GRI e GIO
(sottovoce, al Narratore):
Se lo ripete da vent'anni. È dall'83 che cerca invano di
entrare in una taglia 44!
(Il resto del viaggio - fortunatamente breve - scorre in silenzio,
senza ulteriori intoppi o fraintendimenti. Alla fine Ele parcheggia in
prossimità dell'ingresso di un parco naturale poco fuori
Roma. Ele e Fante scendono dall'auto, aprono il bagagliaio e iniziano a
tirarne fuori cestini e coperte. Gri e Gio accorrono, prendendo la loro
parte di bagagli)
NARRATORE
(cercando di tenere tre cestini e due coperte contemporaneamente): Aiut... Che
succede?!
ELE
(trattenendo una risata):
È la risposta alla sua domanda!
NARRATORE
(sempre più confuso e carico di pesi): Cioè?
GRI: Prima
ci ha chiesto...
GIO: ...cosa
fanno quattro elefanti...
GRI: ...in
una Cinquecento rosa shocking...
GIO: ...la
domenica...
GRI: ...a
mezzogiorno...
GIO: ...e la
risposta è...
ELE, FANTE, GRI e GIO
(in coro, sorridendo):
Vanno a fare un picnic!
Lo ammetto, a quello non avevo proprio pensato, anche se vedendo la
meta del viaggio e il carico del portabagagli, avrei dovuto avere
almeno qualche sospetto. E poi avevano ragione: in una domenica bella e
assolata come quella, che c'è di meglio di un bel picnic?
La giornata fu più divertente di quanto si fosse prospettata
al mattino. Erano le sette di sera quando Ele, Fante, Gri e Gio mi
lasciarono di nuovo alla mia auto, appena in tempo per l'arrivo del
carro attrezzi.
Date retta a me: se come è successo a me vi
capiterà di incontrare quattro elefanti su una Cinquecento,
non state a farvi domande stupide come "Come fanno quattro elefanti a
stare in una Cinquecento" o "Perché
quattro elefanti stanno in una Cinquecento?". Le risposte sono sempre
le più scontate.
Quattro elefanti stanno
facilmente in una Cinquecento: due davanti e due dietro.
E ci stanno
perché vanno a fare un picnic.
Invece di rendervi ridicoli chiedendoglielo, pensate piuttosto a
scroccare loro un passaggio e un invito: si mangia bene e, soprattutto,
le porzioni sono abbondanti. Chissà come mai. |