Momentum never be the same again
Questa fanfic mi è venuta in mente mentre leggevo il
testo di Momentum di Ayumi Hamasaki. Bellatrix e Sirius sono il mio
pairing preferito, ovviamente mi sono presa una piccola licenza poetica
e quindi nella mia storia avranno la stessa età. E' la mia prima
fanfic quindi spero che me la commentiate per darmi qualche
suggerimento. I capitoli saranno tutti abbastanza brevi, in fondo, si
tratta soltanto di alcuni momenti presi dalla loro storia.
Ho messo come rating arancione in previsione dei prossimi capitoli, in
cui non so assolutamente cosa potrebbero combinare questi due insieme ;)
Bellatrix e Sirius purtroppo non sono miei ma appartengono a
J.K.Rowling, che aveva a disposizione una così bella coppia e
non l'ha sfruttata -__-"
MOMENTUM
- Never be the same again -
"L'averti incontrato è stato il mio primo miracolo.
Mi ricordo quel giorno
in cui noi, troppo infantili e incoscienti,
camminavamo ridendo e tenendoci stretti."
Undici anni quando tutto iniziò, un'età in cui è
ancora concesso essere bambini ignari e spensierati, bambini felici. Ma
a loro due no. Loro non hanno potuto permettersi questo lusso. A undici
anni il loro destino era ormai segnato. Bellatrix e Sirius Black. A
undici anni sono andati ad Hogwarts. Salirono sull'Espresso insieme,
tenendosi per mano, impauriti, ma allo stesso tempo impazienti di
intraprendere questa nuova avventura. L'ennesima vissuta insieme. Dopo
aver cercato uno scopartimento vuoto, trascorsero il lungo viaggio
seduti vicini, solo loro due. A loro non importava degli altri,
volevano solo stare insieme. Era ormai sera quando arrivarono alla
stazione di Hogsmeade. Mentre i ragazzi più grandi si avviarono
verso le carrozze che li avrebbero condotti a scuola, loro del primo
anno furono radunati dall'uomo più grande che avessero mai
visto, Hagrid. Egli li fece salire sulla barca verso il castello.
Bellatrix e Sirius guardavano con gli occhi sgranati dallo stupore la
bellezza di ciò che si stagliava loro davanti. Le luci di
Hogwarts si facevano largo tra la nebbia. Bellatrix rabbrividì
per il freddo e Sirius, da perfetto gentiluomo, la attirò piano
sotto il suo mantello, per riscaldarla. Erano teneri e innocenti,
legati da quel sentimento così puro sin dalla nascita. Scesi
dalle barche, entrarono nel castello e si fermarono davanti ad un
enorme portone in attesa, dove poco dopo, una donna alta dall'aria
austera si presentò come Minerva McGrannit, professoressa di
Trasfigurazione. Li fece entrare nella Sala Grande, dove gli altri
studenti attendevano già seduti ai loro rispettivi tavoli. La
cerimonia dello Smistamento era una tradizione di Hogwarts, ogni
studente del primo anno si doveva sedere su uno sgabello al centro
della sala, indossare un vecchio cappello logoro chiamato Cappello
Parlante, che avrebbe deciso dove il ragazzo o la ragazza avrebbe
passato i successivi sette anni di scuola. Bellatrix e Sirius
continuavano a tenersi per mano, percorsero la Sala osservando il
soffitto incantato, che richiamava il cielo fuori. Quella notte, il
soffitto era pieno di stelle, come erano pieni di stelle gli occhi di
Bellatrix, mentre guardava il tavolo dei Serpeverde. "Sirius, ci pensi?
Tra pochi minuti saremo lì con loro!" sussurrò eccitata
al cugino, che sorrise stringendole la mano. Ma tutti i loro sogni e le
loro speranze si infransero su quello sgabello e sotto quel cappello
consunto. "Black, Bellatrix" chiamò la professoressa McGranitt.
La bimba si sedette leggermente timorosa e lasciò che il grosso
cappello le calasse sugli occhi scuri e sui capelli corvini. Il
Cappello Parlante non impiegò molto a decidere dove assegnarla.
Bellatrix, nonostante avesse solo undici anni, era già testarda,
ambiziosa, orgogliosa e fiera come solo una Black può essere.
"Serpeverde!" urlò il taglio nella stoffa del cappello.
Bellatrix scese dallo sgabello raggiante e corse al tavolo
verde-argento, per unirsi ai suoi nuovi compagni di Casa. Lasciò
uno spazio vuoto vicino a lei, lo spazio destinato a suo cugino, a
colui che più volte aveva affermato di voler sposare. Era lo
spazio riservato a Sirius, sulla panca, nella sua vita e nel suo cuore.
"Black, Sirius" annunciò la McGrannit. Sirius si
posizionò sullo sgabello tenendo lo sguardo fisso su sua cugina,
che fremeva d'impazienza, gli occhi che le brillavano. Quegli occhi
così simili ai suoi, quegli occhi in cui amava perdersi, in cui
ci si era specchiato centinaia di volte. Questa volta l'attesa fu
lunga. Non sapeva, Sirius, che avrebbe potuto chiedere al Cappello di
mandarlo in quel posto vicino a Bellatrix, non sapeva che il suo
destino sarebbe cambiato proprio in quel momento. Il Cappello
aprì la bocca e in quel momento Bellatrix si spostò
ancora un pochino per accogliere di lì a pochi secondi il suo
adorato cuginetto, il suo fidanzatino. Ma rimase paralizzata dal suono
che uscì dal pezzo di stoffa calato sulla testa di Sirius.
"Grifondoro!" Dal tavolo giallo-oro partì un forte applauso,
mentre a Sirius toglievano il cappello dalla testa e lo invitavano a
raggiungere i suoi compagni. Titubante si avviò al tavolo. Da
dove era seduto poteva vedere Bellatrix che lo fissava con rabbia,
tristezza, delusione e disgusto. Sirius in quel momento capì che
loro due non sarebbero più stati gli stessi, che la loro
innocenza era ormai perduta. Bellatrix lo fissava e in quegli occhi lui
vide tutto il suo dolore. Bellatrix aveva solo undici anni, ma sapeva
cosa significasse un Black smistato a Grifondoro. Sirius non era
più il suo amato cuginetto, non era più colui che avrebbe
voluto sposare. Ormai era diventato solo uno sporco Grifondoro da
schiacciare con la sua crudeltà Serpeverde. Uno sporco
Grifondoro come tutti gli altri.
"Bella, ti prego, fermati!" urlò Sirius uscendo dalla Sala
Grande dopo cena, mentre afferrava sua cugina per un polso. Lo sguardo
di lei lo lasciò gelato. Uno sguardo che aveva visto in
Bellatrix solo quando si rivolgeva agli elfi domestici. Mai avrebbe
pensato di vedersi rivolto uno sguardo simile.
"Lasciami" sibilò Bellatrix. Poi si girò e scomparve insieme ai suoi compagni di Casa nel lungo corridoio.
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