Un tuffo in profondità

di Zodiac
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Il sole si accingeva a tramontare, lasciando, abbandonate tra fine strisce di nuvole, lievi pennellate rosate. Come sarebbero sopravvissute ora che stava per andarsene la loro sorgente luminosa, la loro fonte di felicità?
Il buio se ne sarebbe impossessato.

Legolas fissava smarrito lo spettacolo di colori e luci che danzava davanti ai suoi occhi.
Aveva sempre avuto la vista più sviluppata dei suoi colleghi Elfi, lui.

E non è del tutto un bene.
Vedere ciò che gli altri non possono notare.

Si trovava al centro di uno spiazzo che dominava il paesaggio di fronte alla reggia del padre, circondato da alta, fitta e rigogliosa vegetazione. Un buon odore proveniva da lì, quasi inebriante.
Un lieve suono di passi svegliò Legolas dallo stato quasi incosciente e mistico in cui era entrato: gli sembrò per un attimo di vivere in un dolce sogno.

Tauriel si stava avvicinando sempre più, finchè comparì alle sue spalle interrompendo i suoi pensieri.
Legolas non ebbe bisogno di voltarsi verso la nuova arrivata, sapeva perfettamente di chi si trattasse.

<< Tauriel, cosa ti conduce qui? >> esordì l’Elfo con voce calorosa, ancora volto verso il tramonto.
Sembrava un tutt’uno con esso.

<< Come… Come sapevi che fossi… io? >> Chiese l’Elfa Silvana stupita.

<< Ho avvertito all’improvviso, nelle profondità, un tuffo.
Era la felicità che si immergeva nel mio cuore. Portandolo alla deriva >> Rispose lui, con calma.

<< Ogni creatura sa riconoscere la propria fonte di felicità.
E’ questa la nostra unica debolezza >> disse infine, chiudendo per un attimo gli occhi in cerca della risposta dell’Elfa.
In quel momento, infatti, l’unica cosa che non desiderava… era vedere più di quanto avrebbe voluto.

Tauriel, come se Legolas avesse appena scoccato una delle sue penetranti e taglienti frecce, si posizionò accanto a lui.
Nessun eco rispose al tuffo, nel fondo dell’acqua.

Entrambi, sopraffatti, ammirarono l’oscurità invadere il campo rosato del sole.







 




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