Rebellion is coming

di Merope_Blackbow
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Toccava a me. Da quest'intervista dipendeva il mio futuro. Grazie all'impressione che si sarebbero fatti di me potevo vivere, oppure morire.

Salgo sul palco e rivolgo a tutti un gran sorriso.

Caesar mi aveva annunciato a tutti come “il secondo tributo del Distretto 10: Chiara Fastus!”.

Mi siedo sulla scomoda poltrona che mi era destinata.

Caesar mi rivolge un sorriso di benvenuto, poi comincia a parlare: -Tutti noi conosciamo tuo fratello Davide, era davvero un bravo ragazzo – il sorriso si affievolisce, ma poco.

Anche il mio sorriso si affievolisce, lasciando quello che sembra il suo fantasma.

-Si, era il mio eroe- rispondo e abbasso lo sguardo.

Caesar mi mette una mano sulla spalla con fare consolatorio. Rialzo la testa e lo guardo. Una scintilla di compassione negli occhi, sostituita così velocemente da uno sguardo pieno di curiosità da lasciarmi un dubbio: magari lo avevo solo immaginato.

-Be' la buona sorte era a tuo favore, non ti avevano estratto. Insomma, hai 13 anni. Avrai avuto a malapena, quante, cinque nomine?-

in quel momento odiai Capitol City come non mi era mai capitato di fare nella mia vita. Tutti lì credevano fosse tutto così facile.

-Trenta. Avevo trenta nomine, la buona sorte non era propriamente a mio favore, però non mi hanno estratto, questo è vero. Ho fatto la mia scelta in neanche 10 secondi. Dovevo farlo, per Davide. Così mi sono offerta come tributo volontario.- ero diventata seria a mano a mano che parlavo, anche se la mia rabbia si percepiva abbastanza da lasciare senza parole l'intervistatore. Feci un gran sorriso e aggiunsi con aria felice e un po' timida: -È strano dirlo, ma sono felice di averlo fatto!-

Caesar fece un gran sorriso, anche se percepivo la sua tensione.

Stava per rivolgermi un'ultima domanda, ma in quel momento sentimmo il suono che annunciava la fine dell'intervista.

Mi alzai in silenzio e portai le tre dita centrali della mano sinistra alle labbra, per poi allungarle verso il pubblico. Ecco, l'avevo fatto. Il gesto del distretto 12. Quel gesto che, all'inizio, significava ammirazione, rispetto e dire addio ad una persona cara; mentre, durante la rivolta, significava Ribellione.





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