Hey
now, call it a spliff because
I know that you will
oh you bite your friends like chocolate
1.
Kara sa prendersi le proprie responsabilità. Dopotutto, ha
pur sempre diciannove anni, una Kelly che ha comprato con soldi del suo
diciottesimo compleanno - e con quelli raccimolati in anni e anni di
lavoro al bar sotto casa -, un paio di tacchi con cui può
pure correre per quanto sono comodi e gli occhiali da sole. Certo, che
poi gli occhiali da sole li abbia messi per nascondere le tremende
occhiaie causate da ansia e stress pre colloquio l'ha detto soltanto ad
Ali, e adesso, stretta in un paio di jeans un po' troppo skinny e con
una pelliccia sintetica addosso che le fa decisamente troppo
caldo, avrebbe voluto urlarlo a tutto il mondo che sì,
è davvero stressata e sì, pensa davvero di non
farcela perché così magari quella stupida
signorina alla reception la finirebbe di picchiettare le unghie lunghe
sul Macbook e l'uomo bizzarro accanto a lei di fare quello strano
rumore con la bocca.
Insomma, è così tanto sbagliato pretendere un po'
di sano silenzio? Beh, Kara non è la persona adatta a
rimproverare le persone rumorose, dato che tutti con lei, dopo un po',
in qualche modo diventano pazzi. Anche Zayn, che la ama ed è
la persona più paziente del mondo.
Certo, essere nervosi ci sta, ma esserlo così tanto non
è poi così umano, se si considera checomunque l'hanno
contattata e che comunque resta
sempre una bella soddisfazione: i suoi mille articoli hanno funzionato,
e dopo tre mesi, una segretaria - probabilmente la stessa fastidiosa
con le unghie laccate - di Interview Magazine l'ha contattata per dirla
che sì, Miss
Blanche aveva preso in considerazione l'idea di assumerla come
stagista. A tempo indeterminato.
Ma stagista va comunque bene, perché avrebbe lavorato nel
giornale più in di
Londra e perché avrebbe avuto la possibilità di
andare alle feste spaziali -
o almeno, così dicevano Minnie e Louis - al Limelight, un
giorno.
«Signorina
Wright?» la fastidiosissima segretaria la risveglia
improvvisamente dal suo groviglio di pensieri e «si,
sono io!» esclama, alzandosi e fingendo un sorriso
disinteressato.
In realtà sotto quel disinteresse ci sono le notti
passate a piangere in modo nevrotico accanto a Zayn che ha un maledetto
sonno ma la stringe perché sa che Kara, soffre di ansia e
senza i suoi baci e la camomilla non riesce a dormire; ci sono le
pagine di tutti i numeri di Interview che colleziona strappate e
ricomposte malamente con lo scotch; ci sono gli occhi contenti di sua
madre, di Minnie e di Ali - e sì, in fondo un po' anche di
Louis - e lo sguardo fiero di suo padre.
Questo però, la segretaria non può saperlo, e
infatti comincia a masticare infastidita una chewingum alla fragola, in
attesa che la "signorina Wright" la seguisse.
«Questo è l'ascensore che porta al tuo piano, che
è il piano delle stagiste e di chi si occupa degli affari,
delle modelle e di revisionare gli articoli».
La segretaria, che Kara scopre chiamarsi Juli, banale e abbastanza
scontato, le sta elencando tutto quello che deve e non deve fare una
volta iniziato a lavorare: avrebbe dovuto rispondere a tutte le
telefonate per poi passarle gentilmente alla linea 4, avrebbe dovuto
fare l'inventario dei vestiti utilizzati per i servizi fotografici,
portare la colazione ogni mattina alle nove spaccate - un croissant
caldo e un caffè forte con una spolverata di cacao - a Miss
Blanche, senza farsi vedere né sentire da quest'ultima e
rispondere solo "sì" o "no" se interpellata da qualcuno.
Dopotutto non è affatto difficile - o almeno,
così Kara pensa - e magari avrà anche la
possibilità di vedere uno dei cappotti dell'ultima
collezione di Chanel che adora. Certo, si dovrà svegliare
come minimo due ore prima per cercare di non beccare la fila delle otto
da Costa, dovrà scegliere accuratamente il tacco e la borsa
da abbinare - cercando di non sembrare una barbona - e sicuramente
avrebbe visto Zayn molto di meno rispetto al solito, ma almeno ha
scelto di fare una cosa che le piace.
«Se cominci così, non ti metti affatto sotto una
buona luce» borbotta Juli, camminando - o forse, ondeggiando?
- davanti a lei.
Le mostra i diciotto bagni del piano, le quattro macchinette del
caffè che «diventeranno
presto le tue migliori amiche!», la porta fino ad una porta
bianca, un po' nascosta rispetto alle altre stanze e bussa.
«Edward, caro, sei libero?» starnazza Juli, e
quando la porta bianca si apre, facendo apparire un ragazzo alto
più di un metro e ottanta, dei meravigliosi ricci castani e
una camicia candida abbottonata a tutto punto, Kara crede di stare
sognando. E, nonostante l'espressione corrucciata, anche evidentemente
scocciata e infastidita, lei ci sta perdendo le penne dietro a quegli
occhi limpidi.
«Sai che la mia porta non è mai chiusa.
Evidentemente stavo facendo qualcosa, per tenerla com'era, non credi
Theresa?» domanda il ragazzo, passandosi una mano tra i
capelli e concedendo un'occhiata solo dopo una manciata di minuti, a
Kara, che deve avere proprio uno sguardo
interdetto «E questa chi è?».
«Kara Wright, la nuova...» tenta di dire Kara,
gesticolando vorticosamente. Tuttavia viene bloccata dopo neanche un
secondo proprio da "Edward" «Theresa, sei sicura che
sia quella giusta?».
Theresa? Eppure Kara è sicura di aver sentito pronunciare
alla fastidiosa segretaria un «sono Juli
Halliwell» con la massima sicurezza! E poi, che diavolo vuol
dire "quella giusta"? Non è mica una persona su cui avere
dei dubbi, lei! E okay che è alta solo un metro e sessanta,
che magari le sue scarpe non sono proprio autentiche Jeffrey Campbell e
che magari la sua taglia non è la 00 ma se Miss Blanche l'ha
preferita a tante altre vuol dire che qualcosa in quella testa
c'è e funziona bene!
«Sono Kara Wright, e credo che tu non mi possa giudicare solo
attraverso uno sguardo» sorride la bruna, inclinando il capo
e guardandolo dall'alto al basso. Chi è lui per dire che
Kara non è in grado di fare qualsiasi cosa? Che ne sa lui
delle sue notti in bianco a studiare parola per parola milioni di
articoli? Che ne sa lui del suo corso di giornalismo e del suo diploma
col massimo dei voti? Niente.
«E io sono Harry Styles, supervisore di articoli e stagisti,
quindi, tuo superiore».
Il modo pungente in cui pronuncia la parola "superiore" fa rimangiare
tutti i pensieri carini che Kara aveva avuto su di lui fino a dieci
minuti prima e le fa assumere un'espressione contrita; la stessa che
Zayn odia, la stessa che sua madre fa fatica a sopportare e la stessa
che mette su quando non le piace qualcuno.
Ed Harry Styles - o Edward, qualunque sia il suo vero nome - non le
piace proprio per niente.
Non
mi dilungo più di tanto perché devo andare a cena
fuori!
Nuova
fan fiction che avrà soltanto 10 capitoli. Sarà
quindi una fan fiction breve e vi avviso già che
né Kara né Harry saranno due personaggi
particolarmente facili. Per il nome del giornale e un po' l'ambient ho
preso ispirazione da The Carrie Diaries.
Vi
mando un abbraccio e vi lascio con una foto della mia Kara,
Ari
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