Loki; occhi di fuoco.

di Lady Atena
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Galhad si fermò, sorrise gentilmente accennando un inchino.
“Per me è un onore abbiate deciso di visitare le mie terre, Potente Loki”.
Loki alzò il mento socchiudendo gli occhi, lasciò andare il mantello di pelo bianco e guardò Merlino accanto al cavaliere; sorrise mellifluo piegando il capo di lato.
“Suppongo che per il vostro mago non sia lo stesso, Perfetto Cavaliere” disse.
Merlino strinse gli occhi facendo inspessire le rughe che gli segnavano il volto; fece mezzo passo avanti sporgendo la schiena verso l'alto.
“Siete libero di andare dove volete, finché non recate alcun danno” assicurò, con tono duro.
Loki accentuò il sorriso, si portò una mano al petto sfiorandosi la cotta di maglia dorata.
“Non ho intenzione di nuocere a nessuno, Merlino il Magnifico”.
Strofinò la mano contro la catena d'oro che teneva il mantello, la abbassò facendola strusciare contro la cotta di maglia fino alla cintura e lasciò ricadere il braccio. S'ingigantì superando Merlino di tre volte, abbassò il capo mostrando il volto dalla pelle tesa e ringhiò.
“Consegnatemi la strega” ruggì.
Galhad sgranò gli occhi, portò la mano all'elsa della spada e Merlino gli strinse il polso.
“Periresti prima ancora di sfoderarla” disse, con tono calmo.
Galhad strinse le labbra, inspirò profondamente tendendo le spalle ed espirò socchiudendo gli occhi.
“A Merlino spetta la tutela della strega”.
Loki si ridusse, tornando alto una testa più dei due; socchiuse gli occhi piegando il capo di lato e lo mosse su e giù.
“Capisco, ovviamente. Il Perfetto Cavaliere non nuocerebbe mai una dama, nemmeno a una strega”.
Sospirò, alzò la testa e fece un passo avanti; i due indietreggiarono e Loki sogghignò compiaciuto addolcendo l'espressione del volto scarno.
“Però io ho bisogno della strega. Abbandonerò Everworld, questo mondo condannato, insieme a chiunque voglia venire con me. Per farlo, però, occorre la strega”.
Galhad scosse il capo, strinse l'elsa della spada.
“Non vogliamo dissidi, Potente Loki. La strega resterà con Merlino”.
Merlino s'irrigidì, si morse il labbro guardando Loki. Loki strinse i pugni, dai lati delle labbra divampò un fuoco che gli avvolse tutto il volto facendo spiccare gli occhi azzurri.
“Come osate!” urlò.
Le iridi presero a loro volta fuoco, rotearono facendo guizzare le fiamme e Loki si ingigantì di due volte.
“La strega è mia! Io le ho fatto attraversare la barriera e a me spetta!” gridò.
Merlino si mise davanti Galhad, strinse gli occhi riducendoli a due fessure e tese la schiena.
“Non hai alcun diritto su di lei! Non ti appartiene, Loki!” strillò.
Le fiamme che circondavano il volto di Loki guizzarono, si ritirarono e lui si rimpicciolì nuovamente. Sorrise, socchiuse gli occhi e piegò il capo.
“Molto bene. Accetterò l'ospitalità che mi offrite, e ne discuteremo al banchetto” disse.
Galhad allentò la presa dall'elsa della spada.
“Non eravamo pronti al vostro arrivo, non avrete ciò che merita una divinità”.
Loki sogghignò, guardò Merlino e accentuò l'espressione.
“Non credete mai di capire gli dèi, mortali” disse.





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