Capitolo 1 –
La ragazza
Finalmente il giorno della
partenza era arrivato. Adele non
ce la faceva più a stare in quella triste casa di montagna,
insieme al padre
della sua migliore amica, che per la seconda volta non si era
dimostrato per
niente ospitale.
Mentre aspettavano il
“FrecciaRossa” alla stazione di
Trento, Katia iniziò nuovamente a lamentarsi -Uffa… questo
trolley mi pesa troppo, aiutami!-.
Adele chiuse la
conversazione telefonica con la mamma, per
avvisarla che tra 10 minuti sarebbero partite, e lanciò
un’occhiata divertita
all’amica più bassa di lei e più
affaticata -Hai svuotato casa di tuo padre! Ti
sto già portando i peluche e i quadri, tutte “ste
buste…-.
Katia,
sbuffando, lasciò
il trolley che cadde a terra mentre la voce annunciava
l’arrivo del treno. -Dai
su un ultimo sforzo!- le intimò Adele ridendo, erano sfinite
per lo sforzo di
portare tutti quei pesi, ma contente perché tornavano a
casa.
Una volta salite a bordo,
dopo che si era creata una fila di
passeggeri nell’attesa che le signorine si sistemassero,
Katia decise di
schiacciare un pisolino. -Che fai, dormi?- le chiese l’amica
ad alta voce di
proposito, e non avendo alcuna risposta aggiunse -No dai, giochiamo a
battaglia
navale!-. Katia girò la testa dall’altra parte
sbuffando.
-Ma
come? Dopo tutti
i ragni che ti ho dovuto ammazzare in camera, è cosi che mi
ringrazi?- Adele
scoppiò a ridere mentre la sua migliore
amica abbandonava l’idea di dormire e apriva la borsa delle
provviste.
Tirò fuori un
panino con prosciutto cotto e salsa rosa -Ok
dai prendi i quaderni e le penne…prima però
aspetta ho fame…- e lo morse
avidamente. Adele scosse la testa; le voleva bene come una sorella
nonostante
il caratteraccio.
Katia finì
avidamente il panino e iniziò a disegnare le navi
sulla carta -Sono proprio contenta di averlo lasciato con la dispensa
mezza
vuota quello stronzo- disse con gli occhi bassi.
L’amica si
fermò a guardarla -E dai non dire
cosi…è vero si
comporta sempre male, ma è sempre tuo padre…-,
Katia si infuriò, lasciò la
penna e prese il cellulare -Fammi avvisare che siamo partite
piuttosto!-.
Dopo circa due ore di
viaggio le ragazze si trovavano fuori
dall’Emilia-Romagna e Katia continuava a lamentarsi del
padre, Adele la
ascoltava come sempre e cercava di darle dei consigli.
Ad un certo punto, dopo un
istante di silenzio in cui
l’amica guardò il paesaggio oltre il finestrino,
Adele esclamò –Aspetta un
momento!-.
Katia
si concentrò su
di lei -Che hai? Stai male?-, lei rise -No… mi sono
ricordata, anzi ti ricordi
quando stavamo a Roma, per fare quel colloquio di lavoro prima che
partissimo?-.
L’amica
annuì, -Quel
manifesto del Gran teatro! Quello di Romeo e Giulietta! Ti avevo
chiesto se ti
andava di andarlo a vedere- continuò Adele.
-Ah si, si andiamoci,
quando c’è?- rispose Katia. -Dal 17 di
questo mese! Oggi è 19! Dai adoro quella storia!-
l’entusiasmo di Adele aveva
già fatto tornare il broncio all’amica che era
tornata a guardare fuori. -E chi
sono gli attori?- le chiese senza interesse, Adele ci pensò
su -Boh, sul
manifesto c’era la foto della compagnia ma non ho capito chi
fa Romeo e chi fa
Giulietta-.
Katia continuò
a chiedere -Ma la storia di cosa parla?-, la
sua amica la guardò torva -Stai scherzando vero? Shakespeare
ti dice niente?-.
Dopo un momento di risate,
Katia che aveva smesso di essere
presa in giro per la sua gaffa, sussurrò -Forse qualcosa di
letteratura
inglese…-.
Continuarono
a
parlare della tragedia delle famiglie Montecchi e Capuleti di Verona
fino a che
non arrivarono a Roma Termini.
Alla stazione le
aspettavano i genitori di Adele, quando scesero
chiesero a entrambi come mai alla partenza una settimana prima, avevano
una
valigia per ognuna, e adesso il doppio tra buste e borsoni.
Le ragazze spiegarono la
decisione di Katia di svuotare casa
del padre e quando salirono sul treno regionale che le avrebbe portate
a casa,
ne risero ancora e finalmente si riposarono un po’.
Adele parlò
ancora di Romeo e Giulietta finché
Katia dovette scendere perché era
arrivata. -Oh ricordati eh! Ama e cambia il mondo è il
titolo completo- le
disse e lei annuì -Si ho capito! Dai ci organizziamo in
settimana, ciao!-.
Si baciarono sulle guancie e Katia
scese al binario dove l’aspettavano la madre e la zia.
Quando il treno
ripartì i genitori di Adele le chiesero come
era andata la “vacanza” se si erano divertite e
com’era il clima, la ragazza
gli raccontò tutto ma ormai pensava solo ad andare a vedere
quel musical.
Trascorso
qualche
giorno, Katia le
mandò un messaggio per
saperne di più,ma lei doveva studiare, e le rispose che si
sarebbe fatta viva
appena poteva.
Una tarda mattinata verso
la fine di ottobre, Adele stava
tornando dall’università quando alla fermata della
metro lo sguardo le cadde su
un altro manifesto del musical di Romeo e Giulietta- Ama e cambia il
mondo.
Rimase
subito colpita
dal ragazzo vestito di blu raffigurato: i capelli mossi che gli
ricadevano sul
viso, i baffetti e la decorazione sulla giacca che lasciava intravedere
la
camicia bianca semiaperta. Aveva una luce sul volto che lo faceva
sembrare
biondo.
Si avvicinò
meglio e sussurrò “Questo sarà Romeo?
”, poi
guardò l’altro vestito di rosso, un tipo
dall’espressione iraconda, un guanto
alla mano destra e i capelli rasati a zero. Erano in atteggiamento
conflittuale. “Dal 17 ottobre al Gran Teatro” lesse
e realizzò di non sapere
dove fosse.
Appena tornò a
casa si precipitò al computer per informarsi.
Katia stava giocando con
Tarzan, il suo gatto tigrato,
quando le squillò il cellulare. Si alzò dal
divano e molto svogliatamente andò
a rispondere. -Oi Ade! Allora?- disse sbadigliando,
dall’altra parte la
mittente della chiamata sorrise.
- Ciao! Ho scoperto che il
Gran Teatro è a Saxa Rubra, ci si
arriva facilmente anche con i mezzi-, Katia la interruppe
–Ok. Aspetta che vedo
chi sono gli attori, mi hai proprio incuriosita- e accese il pc.
Però Adele
l’aveva preceduta -Allora Romeo è Davide Merlini,
terzo classificato a “X-factor” 2012 e lei
è Giulia Luzi…ma chi è questa
Giulia?-.
Katia cercò su
internet il sito del Gran Teatro -Come chi è?
Ha fatto i “Cesaroni” e anche “Un medico
in famiglia”- le rispose.
Adele ci pensò
un attimo- Ah si… credo di aver capito! Dai
sono carini! Quando andiamo a prendere i biglietti?-.
L’amica
cercò una data ed un orario che andasse bene per
entrambe e decisero che sarebbero andate a vedere lo spettacolo sabato
9 novembre
alle 16:00.
-Va
bene dai per i
biglietti abbiamo ancora tempo- disse infine Katia. -Si- le rispose
Adele -poi
vediamo!- e si congedarono.
La
sera Adele pensò a
come organizzare qualcosa per la festa di Halloween,visto che mancava
pochissimo al 31. Aveva da poco iniziato una lista degli invitati
quando si
rese conto che la sua mente era altrove.
Tornò al
computer e scoprì che la prima di Romeo e Giulietta
c’era stata all’arena di Verona il 2 e 3 ottobre,
ma lei ancora non sapeva chi
era il ragazzo vestito di blu sul manifesto.
Cercò i
personaggi del cast sulle pagine Facebook
e mentalmente pensò “Sarà
forse…
Mercuzio?”, trovò finalmente la pagina ufficiale
del personaggio e quando vide
la foto profilo rimase senza parole .
“E’
lui? Oddio… è
ancora più… bello! No cioè,
magnifico”, capelli lunghi mossi e biondi, un viso
d’angelo, espressione che incanta e quel blu dei suoi vestiti
che Adele
ribattezzò subito “Il Blu Mercuzio”.
Il ragazzo che era
riuscito a farle girare la testa in foto
non era lo stesso del manifesto alla stazione della metro, ovvero
Benvolio, il
cugino di Romeo.
Adele inizialmente
pensò
che i due fossero la stessa persona ma poi guardò meglio; il
ragazzo del
manifesto non era vestito di quel blu oltremare come quello che adesso
aveva di
fronte sullo schermo del pc, e non aveva quei capelli biondi, anche se
tinti e
non si chiamava Luca.
“Luca…”
pensò Adele,
Luca Giacomelli Ferrarini il nome completo. Anche il nome era perfetto
secondo
lei. Leggendo la biografia del ragazzo scoprì che aveva 30
anni, data di
nascita 20 marzo 1983, e che aveva già preso parte a diversi
musical come “Cats”,
“Happy Days” e ”Titanic, il racconto di
un sogno”.
Figlio unico del soprano
veronese Alida Ferrarini, che nel
mese di giugno, a 66 anni se ne era andata per colpa di una malattia.
“No…”
pensò la ragazza con gli occhi improvvisamente lucidi
“Ha perso la mamma da poco?” e le venne in mente
tutto il dolore che lui
dovette aver provato 4 mesi prima. Quel ragazzo cosi perfetto secondo
lei, che
non dimostrava neppure 30 anni!
-Adelaide vieni ad
aiutarmi per favore? La cena è quasi
pronta-, la voce di sua madre dalla cucina la riportò sulla
terra.
-Si
arrivo!- rispose
dopo qualche istante e si precipitò al piano inferiore, ma
mentre scendeva le
scale aveva un unico pensiero fisso: Luca.
Quel nome
l’avrebbe tormentata a lungo.
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