Incubo di metallo
Il male del vivere
Capitolo 1 : incubo di metallo
Il locale era buio ed umido, pregno di un odore dolciastro e acre
emanato con ogni probabilità dalla muffa che , ricoprendo
parzialmente le pareti della sala, marciva lentamente.
Le pareti erano incrostate di sporcizia e avevano assunto, a causa della forte umidità, un malsano colorito verdognolo.
Ma tutto ciò David non poteva saperlo, poichè
l'oscurità era talmente densa da risultare quasi opprimente e
soffocante.
Rannicchiato nell'angolo in cui si era destato, il giovane uomo non era
ancora riuscito a trovare il coraggio di reagire a tutto ciò che
gli era capitato.
Forse che sia da biasimare? David non sapeva cosa fosse successo, non
sapeva dove fosse capitato ma soprattutto non sapeva perchè la
vita gli avesse riservato questo scherzo.
Dunque, cos'altro poteva fare? La sua mente razionale era giunta alla
considerazione più ovvia : probabilmente era stato rapito da
individui senza scrupoli per chissà quale turpe fine.
I suoi genitori non erano ricchi! A che pro rapire uno studente
universitario se una richiesta di riscatto era da considerare a priori
fuori discussione?
" Però sei in buona salute." Sussurrò maliziosa una voce nella sua testa, manifestazione del suo subconscio " Il traffico di organi non è da escludere."
-- La paura uccide la mente -- Sussurrò David a bassa voce,
imponendosi di non prestare attenzione alla sua fervida e cruda
immaginazione. Doveva fare qualcosa, ma cosa?
Chiunque avrebbe detto che quel 25enne dal fisico atletico e dai tratti
severi ed affilati aveva perso ogni speranza. In verità la sua
mente acuta stava già analizzando ogni possibile soluzione ed
eventualità.
Fu così che notò il dettaglio più ovvio e
inquietante che fino a quel momento gli era completamente sfuggito :
non era stato legato.
Solo uno sciocco rapirebbe qualcuno dimenticandosi di legarlo! Una simile azione sfuggirebbe da qualsiasi comune logica umana!
E fu allora, mentre il giovane era preda di tali pensieri, che ciò accadde.
Una figura comparve nel mezzo della saletta, una sagoma vagamente indistinta e lattiginosa che pareva brillare di luce propria.
Era una bambina vestita di blu, con quella che appariva essere una
divisa scolastica. Gli occhi profondi e penetranti , neri come i suoi
capelli corvini, si posarono solo per un breve istante sul giovane
uomo.
A David parve quasi che la bocca del fantasma si fosse schiusa
lievemente in un gesto di pura e onesta sorpresa, ma probabilmente era
solo la sua immaginazione.
Scostando lo sguardo dall'uomo, la bambina si voltò e camminò lentamente nella direzione opposta.
-- Aspetta! -- Esclamò David, senza sortire alcun effetto -- Chi sei? Dove sono? Cosa stà succedendo?--
David si alzò celermente e compì alcuni passi verso la
bambina, ma lo stupore arrestò quell'incedere dettato dalla
speranza.
La bambina era sparita nel nulla! E non solo, alla sua scomparsa
quattro candele si erano illuminate di loro spontanea volontà.
Queste erano disposte ai lati di quello che pareva essere un altare di
legno finemente decorato. L'odore di incenso si mischiava a quello
della cera bruciata, creando l'impressione di trovarsi in una chiesa.
Tuttavia, il giovane non si sentì affatto confortato! La bestemmia permeava quel luogo!
Arretrando, il giovane notò con orrore due cose : la prima era
l'idolo raffigurato sopra l'altare. Una creatura immonda, un demonio
alato con quella che pareva essere una testa di capra ed il corpo
antropomorfo distorto in una contorta immagine di un angelo caduto.
La seconda cosa che notò fu che del liquido rosso stava
filtrando dal pavimento, formando a lettere cubitali la scritta " S A M A E L ".
Chinandosi, David toccò con una leggera esitazione quello strano
inchiostro rosso. Era caldo al tatto, denso e emanante un odore
vagamente metallico. Sangue?
-- Sangue?-- Mormorò scioccato il giovane, pulendosi in fretta e furia la mano sui suoi jeans.
Voltando il capo a destra e a manca, David prese accuratamente nota dei
dettagli di quel luogo sconsacrato. Una stanza piccola, apparentemente
senza uscita salvo che per un buco scavato in una delle pareti.
Desideroso di allontanarsi al più presto, non ci pensò due volte ad addentrarsi attraverso quella fessura ignota.
-- Dove diamine sono capitato? E quella scritta... cosa significa Samael?--
Non avesse mai pronunciato quel nome! Il suono di una sirena
squarciò il silenzio, un rumore acuto e stridente che costrinse
David a tapparsi le orecchie con una smorfia di dolore.
E intanto l'altare prese fuoco di sua spontanea volontà,
incominciando a bruciare come una pira funebre. E la terrà
tremò, mentre con crescente incredulità e orrore David
notò che il mondo pareva plasmarsi di sua spontanea
volontà, ingoiato voracemente da un incubo spaventoso dal quale
non ci sarebbe stato risveglio.
Il pavimento di cemento si
sgretolò, lasciando spazio a una lunga grata metallica
arrugginita e squarciata in alcuni tratti che si aprivano su di un
oscuro abisso infinito. Lo stesso destino toccò al soffitto e
alle pareti : il tanfo del sangue fresco che decorava le grate , quasi
fosse un nefasto arazzo, era tanto opprimente quanto insopportabile.
Corpi erano legati saldamente alle pareti con del filo metallico :
cadaveri che parevano essere stati prima squartati e impiccati, poi
appesi alle pareti come trofei o sanguinarie decorazioni di dubbio
gusto.
Ma definirli cadaveri non era corretto : alcuni fissavano l'eterno con
espressione vacua , la bocca digrignata in una smoria di estrema
sofferenza. Altri invece non parevano affatto morti.
David poteva giurare che uno di quei corpi aveva voltato il capo in
maniera impercettibile nella sua direzione! O era forse preda della
paranoia?
E cos'era quel suono che aveva appena avvertito? Parava un rumore
prodotto da unghie intente a grattare febbrilmente il metallo.
Una cosa era certa : David non aveva intenzione di avvicinarsi a quei
corpi. Intuiva che se lo avrebbe fatto questo luogo sarebbe diventato
la sua tomba.
Doveva allontanarsi al più presto, e la fessura verso l'ignoto
era la sua unica alternativa. Non voleva restare solo tra questi
cadaveri : avvertiva di non essere affatto al sicuro.
La stanza si era fatta improvvisamente piccola, claustrofobica e
minacciosa : l'immaginazione gioca spesso brutti scherzi ma a volte
l'istinto ci azzecca.
Troppe cose non quadravano, ma soprattutto : era solo la sua
impressione o il filo metallico che costringeva i cadaveri alle pareti
non era così stretto e saldo come all'apparenza poteva sembrare?
Ma preso dal timore e dalla smania di allontanarsi da quel luogo, non
si accorse di essersi avvicinato ad uno degli squarci del pavimento
metallico.
Si accorse però del tocco viscido del tentacolo che, emerso dal
buco, in completo silenzio si era avvolto attorno alla caviglia del
giovane.
Oramai però era tardi! L'appendice diede uno strattone , facendo
cadere il giovane in terra. Poi cominciò a tirare, desiderosa di
trascinare la preda nell'oscuro abisso in cui risiedono gli incubi
celati nei recessi dell'animo umano.
Aggrappandosi spasmodicamente alla grata metallica, David reagì
d'istinto scalciando in maniera furiosa : ma non ottenne alcun
risultato. Si stancò e basta.
Se avesse prestato attenzione, avrebbe notato che ora tutti i volti dei
cadaveri erano voltati verso di lui, un ghigno malizioso e folle sui
loro volti lacerati e cerei come la morte.
David, al limite delle forze, digrignò i denti in un gesto di
rabbia impotente. Non voleva, non poteva morire così! Si
rifiutava di cedere finchè qualcuno non gli avesse spiegato cosa
stesse capitando!
E il destino parve ascoltarlo, poichè infine il tentacolo parve
stancarsi e lasciò la presa. Evidentemente si aspettava una
preda meno combattiva, un boccone più facile.
Ma in realtà non era così : David si era appena rimesso
in piedi che alcuni dei cadaveri in fondo alla sala iniziarono a
sussultare silenziosamente, mentre il filo che li legava cadeva in
terra con discrezione.
Chiunque fosse dietro a tutto ciò non aveva abbandonato l'idea
di catturare la preda, aveva solo deciso di cambiare l'approcio!
Senza voltarsi indietro David corse lungo la sala e si infilò
nella fessura, mentre dietro di sè pareva essersi destato
l'inferno stesso.
-- Non c'è fuga, non c'è vita...solo morte!-- Esclamò rauca e maliziosa una voce alle sue spalle : e contro il suo buonsenso David si voltò.
E vide che tutti i cadaveri della sala erano riuniti all'imboccatura
della fessura, ma non parevano desiderosi di inseguire il giovane uomo.
Si limitavano a sorridere , un sorriso freddo e colmo di scherno.
-- Muori. Crepa. Soffri. -- Sussurrarono prima di recedere, inghiottiti nell'oscurità.
Ma ciò che turbò David nel profondo fu il loro volto :
mentre pronunciavano quelle ultime parole infatti il loro viso era
mutato in quello dei bulli che ai tempi del liceo gli avevano reso la
vita un inferno.
-- Dio-- Sussurrò David, arretrando -- Perchè! Sono anni che tento di dimenticare il passato!--
David tirò un pugno colmo d'ira e disperazione alla parete
metallica. -- Allora è proprio vero : non c'è fuga , il
passato ti raggiungerà sempre.--
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Com'è? Bello, brutto...recensite mi raccomando. Mi piacerebbe
ricevere una critica costruttiva, o semplicemente il vostro parere
sulla storia.
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