Ha
un'idea tutta sua sull'indulgenza
Raido
inclina la testa di lato. Non è che stia tentando di capire
cosa hanno davanti, sta solo cercando di liberarsi la visuale
dall'ingombro del braccio di Genma, che può anche essere
rumoroso e fastidioso ma almeno finora rispettava i suoi spazi. “Ti
dico che non è un'oca.” “Be', allora è
un'anatra!” “Potrebbe essere Uchiha...” Aoba si
blocca e si rivolge cautamente a Raido, anche se quello non lo sta
minimamente considerando. “Sapete, quello più
piccolo.” Kakashi sospira e lui si volta a guardarlo con
l'aria di chi si è accorto di averlo accanto solo in quel
momento. “Non è Sas'ke,” dice il copia ninja,
“Andiamo, è giallo! Ma non è nemmeno un'oca o
un'anatra.” Tenzo esplode in un verso indignato, mentre
Genma ride a bocca piena. “E quel becco, allora?”
abbaia il Capitano, infilando la mano nel sacchetto delle patatine di
Aoba mentre con l'altra indica davanti a sé. “Quale
becco? Sei tu il becco!” “Dai, ruotalo di ottanta
gradi...” “Dai, no.” Raido è rimasto
con la testa inclinata e quando se ne accorge, invece di tornare
dritto, inclina la testa ancora di più, ma non gli basta
nemmeno quello e si sposta leggermente di lato. Mette la mano sulla
pietra e si sorregge per piegarsi con tutto il corpo. “Secondo
me è un fiore...” borbotta, tornando dritto. “Ma
va'... Solo tu potevi dire una cosa del genere senza sembrare
gay.” Tenzo sbuffa e Aoba per poco non lo imita perché
Genma sta bocciando ogni forma conosciuta, da quando sono lì. “Va
bene,” sospira, allargando le braccia, “diccelo tu
cos'è!” “Che cazzo ne so?” Quattro
voci salgono in volume e veemenza e al tokujo arriva persino una
patatina in testa. “Non sono Ibiki, non ho urgenza di
entrare nella testa di un ragazzino per scoprirne le turbe mentali e
non ho idea del perché un ragazzino senza turbe dovrebbe
dipingere qualcosa sulla fronte del terzo Hokage!” “È
Naruto.” Il palazzo su cui stanno è il più
alto dopo la torre dell'Hokage e loro sono seduti proprio di fronte
alla montagna monumentale per la pausa pranzo; per un momento gli
unici rumori sono quelli che fa il vento e gli uccelli nei
dintorni. Almeno tre di loro sono sul punto di dire al copia ninja
che il suo allievo tornerà e che non deve preoccuparsi perché
è con Jiraiya sama, ma Genma è più veloce e,
anche se all'inizio sospira e basta, rompe quella concentrazione che
ci voleva agli altri per aprire bocca. “Be',” dice,
facendo vagare lo sguardo sulla montagna per poi fissare un punto
preciso, come se bastasse per indicarlo agli altri, “speriamo
che quella sia una nuova evoluzione del rasengan perché se
Iruka vede un cazzo così grande sulla guancia del Sandaime lo
sentiranno urlare anche a Kiri.” Improvvisamente tutti
inclinano la testa di lato, cosa per cui Raido si scopre
particolarmente allenato. “Ugh,” dice Aoba, passando
le patatine a Kakashi, “pensavo fosse un fagiolo.” “Io
credevo fosse lo stagno...” “Sì, con il culo
dell'anatra grosso il doppio?” “È un bambino,
magari le proporzioni non avevano tutta questa importanza!” “Alla
sua età Kakashi uccideva da anni.” “Questo non
significa che non facesse disegni con il cielo in cima al foglio e le
case più piccole delle persone!” “Nessuno
sarebbe mai andato in missione con lui se avesse avuto le percezioni
di un moccioso...” La voce di Iruka non è sempre
alta, spesso ha soltanto uno strano bordo tagliente che minaccia di
fare danno, ma al tempo stesso dà l'occasione di cavartela
rimediando o semplicemente smettendo di fare quel che
fai. “Konohamaru,” dice il chuunin, tirandosi a sedere
dopo essere stato sulla testa del terzo Hokage a sonnecchiare. Il
ragazzino, che sta pulendo la roccia una trentina di metri sotto,
alza il volto nella sua direzione anche se non può vederlo e
si pulisce la fronte con il braccio, senza mollare la grossa spazzola
che ha in mano. “Tra poco avrai un grosso aiuto,” gli
comunica Iruka. La pausa pranzo è finita da un pezzo, in
effetti, e hanno tutti un gran da fare. Raido e Genma hanno il loro
turno alla torre, Kakashi farfuglia di una sfida con Gai e Tenzo è
già scomparso in una nuvola di fumo. Aoba rimane lì
un attimo, con la mano ancora nel pacchetto di patatine, e anche da
lontano può vedere lo sguardo del chuunin assottigliarsi su di
sé. “Non guardarlo negli occhi,” bisbiglia
Kakashi, da qualche parte alle sue spalle. Lui si schiarisce la
gola, inclina la testa di lato e si porta una patatina alle
labbra. “Quello è un rasengan, vero?” chiede
all'insegnante. Iruka annuisce. “Per questo non ha in
mano uno spazzolino da denti.”
Questa
raccolta farà parte di una serie... Buahahahahahah, non
saprete mai che pairing ci sono solo leggendo questa; l'ho scelta
apposta! Sappiate che per il momento sono ferma con le due long:
ogni tanto ci scribacchio ancora qualcosa, ma non riesco a vedere
dove io stessa volevo andare a parare. Nonostante questo non le ho
abbandonate, solo per il momento sono concentrata su altri personaggi
e diverse situazioni. Mi scuso *si inchina* con chi ancora spera di
vedere un aggiornamento e spero di poter riprendere presto. Le
altre due serie, quella ItaShika e quella NaruHina non sono
assolutamente ferme. Come ho detto per il momento mi concentro su
altro, ma ho roba da inserire sia di qui che di là, nella
cartella “cantiere”. Rido ogni volta che lo scrivo. XD
Nali,
sono in r i t a r d o! E non sono Kakashi quindi l'effetto fashion
(?) è andato a puttane, però ti faccio ancora
tantissimi auguri e spero che possa ispirarti un pochino con il tuo
magnifico Iruka. La raccolta è tutta incentrata su di lui, ma
anche su altri strani soggetti come quelli qui descritti. Una roba
oscena.
Auguri,
Nali! Chu! <3
I
personaggi e i luoghi e i laghi appartengono a Kishicoso e nessuno ci
lucra sopra a parte lui.
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