Breve premessa:
il titolo è dato dal fatto che, se non ricordo male, i
gladiatori, dopo il decimo incontro, potevano ottenere la
libertà e scegliere se continuare nell'ars gladiatoria come
professionisti, oppure diventare insegnanti nelle scuole gladiatorie.
Premetto che non ricordo più la fonte e soprattutto
non ricordo se tale pratica fosse valida per tutti i periodi o magari
solo a partire da un determinato momento. Spero di non aver fatto
troppi errori cronologici, non me lo perdonerei.
Sperando che la storia vi piaccia e ringraziando chiunque
avrà voglia di leggerla, auguro a tutti buona lettura e,
come sempre, non esitate a farmi sapere se c'è qualcosa che
non va.
La libertà del decimo incontro
Titolo: la
libertà del decimo incontro
Fandom: sfida dei duecento prompt
Prompt: 168.
Gladiatore
Fandom:
originale (storico)
Raiting:
giallo
Tipologia:
one-shot
Parole: 868
Uri,
vinciri, verberari,
ferroque necari.
(Petronius
Satyricon 117)
Gli applausi e le
grida di una folla estatica a pochi metri sopra di loro rimbombavano
nei
cunicoli sotterranei. I ventilatores
dovevano aver concluso la loro esibizione e ora la folla chiamava a
gran voce i
veri protagonisti di quella giornata.
Lucius era seduto
su una panca in legno e si stava avvolgendo delle bende attorno alle
caviglie.
Uno schiavo gli si avvicinò tenendo le protezioni metalliche
e lo aiutò ad
indossarle.
“Non dovreste
combattere, la ferita non si è ancora del tutto
rimarginata.” sussurrò tra se
lo schiavo, abbassando
il capo verso il
giovane gladiatore. Era molto più alto e più
robusto di lui e in un confronto
corpo a corpo avrebbe di sicuro avuto la meglio, se quello che aveva
davanti
non fosse stato uno dei migliori gladiatori degli ultimi tempi.
“Sei forse
preoccupato per me, Tullius?”
Lo schiavo
sollevò la testa sorpreso, nessun gladiatore si era mai
ricordato il suo nome. Lui
era solo uno servitore, uno dei tanti che aiutava quei campioni ad
indossare l’armatura,
gli curava le ferite, sistemava i loro giacigli.
Lui era quello
che rimaneva.
Loro quelli che
cadevano nella polvere, con il torace dilaniato dalla spada mentre alto
si
levava il grido della folla a rendere onore al vincitore e al vinto.
Non si concedeva
il lusso di affezionarsi a uno di loro, talmente effimera era la loro
vita.
“Oggi è il mio
decimo incontro.” Continuò il gladiatore.
“Se gli dei mi assistono, potrei
ottenere la libertà.”
Si alzò in tutta
la sua statura, infilò il pugio
nel
fodero che portava legato alla cintura e sorridente tese la mano allo
schiavo
per farsi dare il tridente e la rete.
Tullius fece una
smorfia di disapprovazione, dopo anni ancora non comprendeva
l’entusiasmo di
lanciarsi in mezzo ad un’arena per farsi infilzare come un
cinghiale il giorno
della caccia.
“Prega che gli
dei mi assistano, amico mio, e se
sopravviverò
ad oggi e otterrò la libertà giuro, su Giove
tonante e su Marte vendicatore,
che ti assumerò alle miei dipendenze.”
Asserì il giovane con voce solenne,
sollevando il tridente.
“Pensa
a ritornare tutto intero, amico mio.”
pensò lo schiavo mentre guardava Lucius incamminarsi
verso l’uscita, accolto dagli applausi della folla che
scandiva il suo nome.
***
Tullius aveva
osservato lo svolgersi del combattimento da una piccola ferritoia posta
ai
piedi delle gradinate. Era stato uno scontro acceso e violento, delle
quattro
coppie solo due erano ancora in piedi e si fronteggiavano con le armi
scarlatte
e gli scudi rilucenti alla luce del sole.
Vide il trace
scartare di lato, schivando un
affondo da parte del suo avversario, un mirmillone
agile di gambe. La spada tagliò l’aria ma
mancò il gladiatore che ora si
trovava in una posizione vantaggiosa rispetto al mirmillone;
parò un secondo colpo alzando lo scudo rotondo e si
preparò a vibrare il colpo fatale.
La lama ricurva
della spada affondò nel fianco del rivale passandolo da
parte a parte; il trace
sollevò vittorioso la spada e lo scudo, mentre il mirmillone crollava a terra, inerme.
Lo schiavo
rivolse la sua attenzione alla coppia rimasta.
Lucius era in
piedi a pochi metri da lui, si muoveva agile sulle gambe e girava
attorno all’avversario
cercando il momento migliore per colpire.
La polvere che
sollevava ad ogni passo si era mescolata al sudore che gli colava sul
viso, ingrigendo
gli la barba e impiastricciando i capelli.
Lo vide agitare
in aria la rete e lanciarla in avanti, ma il secutor
la schivò all’ultimo momento abbassandosi e quella
gli
passò a pochi centimetri sopra la testa. Doveva essere molto
giovane a
giudicare dalla statura e dalla struttura fisica, ma negli occhi
brillava il
fuoco dello scontro. Si rialzò in piedi appena in tempo per
parare con lo scudo
un affondo del tridente, deviandolo di lato e si preparò a
vibrare un fendente
al lato scoperto del rivale.
Lucius fece un
balzò indietro schivando il
colpo
mortale e la lama cozzò contro il parabraccio, poi si
riportò in posizione
frontale impugnando più saldamente il tridente.
Retiarius e secutor
si giravano attorno, studiandosi come due fiere poco prima del balzo,
finchè
uno dei due non si mosse, deciso a porre fine a quell’attesa.
Lucius abbassò il
tridente e caricò, con un balzo si fece davanti
all’avversario e senza
lasciarli tempo di reazione, lo affondò nella coscia.
Muscoli e tendini si
lacerarono e il gladiatore si piegò su se stesso, mentre un
rivolo scarlatto
scendeva lungo la gamba muscolosa, inzuppando la polvere.
Il colore
cominciò a sparire dalle guance accaldate del lottatore. Con
le ultime forze
rimaste si gettò sullo scudo con tutto il suo peso spezzando
l’asta del
tridente, strinse il gladio nella destra e vibrò il colpo.
Lucius sentì la
lama penetrargli la carne dell’addome, lasciò la
presa dal tridente e si
premette le mani sulla ferita, poi con un rantolo si
accasciò a terra. Non era
quella la libertà che aveva sperato di ottenere.
Gli spalti
rimbombarono dell’urlo della folla, che fino a quel momento
aveva seguito il
combattimento trattenendo il fiato.
Tullius
osservò il gladiatore crollare a
terra, il sangue mescolarsi alla polvere e la speranza di una vita
diversa
sparire come il soffio vitale che sfuggiva dalle labbra del giovane retiarius.
Mosaico con un Retiarius (sx) e un secutor
(dx)
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