Amarti non è mica così strano

di EriLia
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Ed eccola li vicino al mio fianco,seduta,che guarda il libro.rimango girato per guardarla , lei alza lo sguardo e si gira,mi guarda negli occhi sorridendo
. -che belli i tuoi occhi- dissi guardandoli
. -grazie- rispose arrossendo -come mai ti sei trasferito qui?-
-mio padre ha ottenuto un posto di lavoro qui-
-da dove vieni?- -da Roma-dissi. Mi dispiaceva abbandonare tutto ciò a cui tenevo:amici,ricordi o semplicemente i miei cugini,zie ma era un 'offerta a cui non potevamo rifiutare e poi l'America non è tanto male...
-che bella Roma....vorrei visitarla un giorno- disse con occhi sognanti
. -già... tu sei di qui?-
-no,la mia famiglia viveva in Alaska quando ero piccola e quando sono venuti qui in vacanza hanno deciso di starci e poi ripartire un giorno-
-ah ok ...ti ricordi dell'Alaska?-
-si ho dei ricordi sfocati sui i miei familiari e del posto-
Suonò la campanella e mi accorsi che era già passata un'ora. -bene ora c'è...-stavo per guardare l'orario ma lei mi precede-
- c'è ginnastica-
-grazie,non ti dispiace se vengo con te è che non mi ricordo la strada- lei sorrise -
-ok- c'incamminammo verso la palestra parlando del programma di ginnastica ovvero una scusa in più per parlarle e sentire la sua voce.
-ok siamo arrivati tu devi andare lì- disse indicando la porta -ci vediamo a lezione-
-ok ciao- sorrido e vado verso la porta e mi preparo.


Entro in palesta ed eccola lì che parlava con la sua migliore amica Elena,si girò verso di me e sorrise. salutò Elena che, probabilmente era stata chiamata dalla prof, e si diresse verso di me.
-ciao- ricambiai il saluto e ci dirigemmo vicino alla prof che nel frattempo aveva chiamato anche noi.
-allora vi dividerete in gruppi di 2 e ogni gruppo deve fare gli esercizi che assegnerò-disse alla classe. -voi due-disse indicandoci -dovete fare palleggi- e se ne andò.
Seguì lei a prendere i palloni a incominciammo a giocare,ogni tanto lei mi tirava la palla in faccia e io gliela tiravo nelle braccia attento a non farci male
. Ridevamo e scherzavamo e sembrava che ci conoscessimo da sempre,con lei le ore volavano come la mia concentrazione in classe.
Suonò di nuovo la campanella e mi andai a cambiare e per mia grande sorpresa c era lei ad aspettarmi
-non posso permettermi che tu sparisca caro signorino Smith- ridemmo e andammo in classe.





NOTE DELLE AUTRICI:
Finalmente siamo riuscite ad aggiornare,la scuola non ci ha permesso di vederci anche e viviamo porta a porta.
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto,
Ciao e alla prossima

 
Erika & Giulia




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