ReMoRsE…
“Light Yagami…
Allora non mi ero sbagliato però…”
Cammino, cammino. Cammino e non
so nemmeno dove vado.
In questo momento non m’importa.
Del resto, non m’importa proprio di niente.
Potrebbero essere sulle mie
tracce. Ormai Near si è accorto che io sono Kira e Mello non sarà lontano da
scoprirlo.
Guardo avanti, cercando di darmi
un po’ di contegno: la testa, incassata nelle spalle, la schiena un po’ curva,
i capelli spettinati. Che ne è rimasto di Light Yagami? Cosa resta di quello
studente modello, di quel ragazzo perfetto?
Se l’è portato via lui.
Distrattamente rimango a guardare
una formica correre dietro ad un’altra. La raggiunge, o quasi, ma quella
inseguita si tuffa in un piccolo foro del pavimento. La cacciatrice resta un
po’ a guardare, poi si volta. Ed ecco che la preda salta fuori, diventa
predatrice e la uccide.
Un groppo mi sale in gola, non mi
sono nemmeno accorto di essere trasalito. Proprio così, come me, come lui.
E’ successo tutto in un attimo e
se n’è andato. Per sempre.
---
Guardo la persona che mi sta
davanti. Non credevo che sarebbe giunto fino a questo.
- Light Yagami? -
Il mio nemico si alza, mi viene
incontro. I suoi occhi sono grandi, quasi liquidi, emotivi. Non avrei mai
immaginato che gli occhi di Kira fossero così.
Qualcosa è cambiato?
- Near… -
Non so perché l’ho fatto entrare
e mi sono mostrato apertamente in volto. Ma sento che ora non mi farà del male.
Altrimenti sarebbe la fine.
- Light Yagami o meglio… Kira…
Cosa vuoi? -
Alza lo sguardo che era scivolato
lentamente a terra e vi scorgo un turbamento e un profondo sgomento. Mi fa
quasi paura la sua… umanità. Ora è in piedi, ma è spettinato, malvestito. Non
mi sembra affatto il pericoloso criminale che sta cambiando il mondo.
Pare fuori dalla realtà, perso
nei suoi pensieri, nei suoi ricordi. Solo dopo alcuni secondi si accorge della
domanda.
Una lacrima scende sulla sua
guancia.
- Near… -
E’ la seconda volta che pronuncia
il mio nome, quasi come una supplica. Mi spaventa davvero, ora.
- Elle, lui… - freme, un brivido
lo percorre interamente. – Lui – riprende, con voce rotta – c-com’era? -
Spalanco gli occhi. L’ho fatto
poche volte nella mia vita.
- Elle? -
- Sì… - sussurra.
Perché non accontentarlo? In
fondo, non può valere nulla ciò che ora gli dirò.
- Era infallibile. Capiva tutto in breve tempo. Non aveva
paura di nulla, se non di non riuscire a portare a termine qualcosa che aveva
promesso. Era un esempio da seguire. Forse era un po’ particolare, ma amava la
giustizia. Ha commesso un solo errore nella sua vita: ha sottovalutato il
potere di Kira. -
Faccio una pausa e sospiro. Lui trattiene il respiro.
- E se non riesci a completare il puzzle, non vali niente…
Sei solo un perdente. -
Silenzio. Ma un silenzio pieno di interrogativi e di
attimi nascosti, ma non dimenticati.
- Elle, lui… l’hai mai conosciuto? Di persona? -
Non mi aspettavo questa domanda. Ma cosa gli interessa
davvero?
Lo guardo dritto negli occhi, ma non trovo niente che
possa far pensare ad una trappola. E io non ho mai sbagliato.
- Sì, una volta ci siamo parlati. -
Kira trema, ormai non riesce più a contenersi.
- C-credi c-che… sarebbe stato contento di vedere che hai
ucciso Kira? -
Cosa? Cosa sta dicendo?
- Penso che avrebbe preferito fermarlo lui di persona, ma
non l’avrebbe mai ucciso. -
Un altro silenzio. Questa volta sento che sta prendendo
una decisione.
- Uccidimi. -
Lo ha pronunciato lento, deciso, fermo.
- Io non ti ucciderò, Kira. -
- ALLORA LO FARò IO STESSO! -
Le lacrime gli bagnano il volto, arrivano al mento e
cadono sul pavimento. Mi prende per il collo della maglia, mi scuote.
Cos’è questo, cos’è?
Rimorso.
- Ti prego… - ha perso forza, ora sussurra, le mani che
stringono i suoi capelli, con tanta forza che potrebbe strapparli – Uccidimi,
per favore. -
Si getta in ginocchio, singhiozza.
- Io… Non l’ho nemmeno ucciso con le mie mani! Capisci? Ho
lasciato che altri facessero il lavoro sporco per me… E quando è morto l’ho
guardato e… - singhiozza, quasi si strozza – GLI HO SORRISO IN FACCIA!
- Solo ora, solo ora capisco… Che invece gli volevo bene!
– spalanca gli occhi, probabilmente non crede a ciò che sta dicendo – Forse…
Forse lo amavo… -
Il viso, rivolto a terra fino ad adesso, si alza di scatto
a me.
- Io… - sussurra – Lo amavo? -
Gli occhi aperti, pieni di lacrime, increduli. Sembrano
quelli di un bambino di fronte ad uno schiaffo senza preavviso.
Silenzio. Ora ha capito. E ha deciso.
Chiude gli occhi. Trema. Sospira.
- Uccidimi… - la voce roca, dolce, piena di… amore? –
Uccidimi come avrebbe fatto lui… -
Lui non l’avrebbe fatto.
Ma io sì.
E’ la cosa giusta.
Legge il consenso nel mio sguardo vuoto. Mi porge il
quaderno.
- Fallo. -
Prendo la biro, la mano mi trema leggermente.
Scrivo.
40…39…38
10…9…
---
- Ryuzaki… -
Il suo viso inonda il mio campo visivo, lo copre
interamente.
Sono a terra, la guancia contro il pavimento, ma non sento
freddo. Il suo calore mi confonde.
- Giusto. Light non è Kira. Perché se fosse Kira per me
sarebbe un bel guaio. Perché Light… E’ il mio primo amico. -
- Anch’io ti considero un buon amico, Ryuzaki. L’università
non è più la stessa da quando non ci sei. Dobbiamo di nuovo giocare a tennis. -
- Già, dobbiamo assolutamente rifarlo. -
- Ryuzaki… Noi… - rantolo – non abbiamo più giocato… -
Una lacrima mi scende.
Lui sorride. E’ la prima volta che sorride davvero.
Con il fiato corto, mi sporgo verso di lui.
- Sono stanco di questo… -
Serio, mi avvicino al suo viso. E’ steso vicino a me, mi
tende una mano che afferro.
- Posso venire? -
Annuisce.
- Grazie… -
Chiudo gli occhi, felice.
Grazie Ryuzaki.
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Chiudo il quaderno e fisso Light Yagami.
E’ steso a terra, stravolto.
Sorride.
Lo lascio da solo, so che non è più qui.
---
Light Yagami
Muore di arresto cardiaco, dopo aver visto per l’ultima
volta colui a cui ha davvero voluto bene.
FiNe