LA MORTE E LA RINASCITA
di Fu NicoDevil
(Sottotitolo: Addio mondo, vi ho
voluto bene)
La pioggia cadeva incessantemente
sul gruppetto riunitosi nel piccolo cimitero della città, dove le esequie di Shizuru Fujino erano appena
terminate. Ebbene sì, l’ex Presidentessa della Fuka Accademy, l’HiME che durante il Carnival era
risultata essere la più spietata tra tutte, perché mossa dall’amore che provava
per una sua compagna, era stata travolta e uccisa da un pirata della strada.
Pessima morte, direte voi, forse banale, visti i pericoli che aveva dovuto affrontare, eppure, la morte ti colpisce quando
meno te lo aspetti, portandoti via nel modo più stupido e per colpa di qualcun
altro, per giunta. Shizuru Fujino
morì così, trascinata per metri e metri sull’asfalto; il ragazzo che guidava la macchina non solo era ubriaco fradicio, ma dopo averla
investita in modo non eccessivamente grave, non si era accorto che la cinghia
della borsa che Shizuru portava con sé, si era
incastrata nel paraurti posteriore e la giovane si era dimenata per più di
duecento metri nel disperato tentativo di liberarsi, per poi morire per le
gravissime ferite riportate. La ragazza era morta per una stupida, banale,
stramaledetta cinghia incastrata.
Ora, tutti
i suoi amici erano lì, radunati attorno alla sua bara che veniva calata
lentamente sottoterra. Nessuno aveva avuto il coraggio di andare in ospedale:
la ragazza non era certo morta serenamente, e guardare il suo corpo tumefatto
dai graffi e la carne strappata per via dell’asfalto non era
certo uno spettacolo da vedere. Così, il piccolo gruppetto se ne stava
immobile sotto la pioggia, aspettando di salutare la loro amica per l’ultima
volta.
Yukino era quella che proprio non riusciva a trattenere le
lacrime; forse perché era sempre stata una ragazza molto sensibile o forse
perché comunque Shizuru era
stata il suo “capo” e quindi avevano vissuto a stretto contatto per molto
tempo.
Piangeva, Yukino,
sostenuta dal forte braccio della sua amica Haruka, che a differenza sua,
pareva volesse celare il dispiacere per la perdita dell’ex Presidentessa:
perché nonostante gli screzi, le incomprensioni ed i
battibecchi avuti con lei, proprio non riusciva a odiarla totalmente, solo che
il suo temperamento forte ed aggressivo, le impediva di mostrare apertamente
anche solo una lacrima.
Poco distante dalle due, stavano
sotto la pioggia Mai, Yuuichi e Reito.
Mentre per i primi due la perdita non fu di considerevole importanza, anche se comunque avevano avuto un momento di commozione, per Reito la cosa fu difficile da digerire. Lui e Shizuru erano stati a capo del consiglio studentesco,
andavano d’accordo, chiacchieravano spesso, visto che frequentavano la stessa
università, e ogni tanto si incontravano in qualche bar per sorseggiare un tè
in tutta tranquillità.
In ogni caso, assistere al
funerale di un amico non è certo una cosa piacevole anzi, ti segna in
particolar modo per tutta la vita.
Fu così che, non appena la bara
fu calata del tutto, i ragazzi lentamente si avvicinarono alla fossa per
lanciare un fiore in segno di saluto, allontanandosi poi in silenzio, per far
sì che i becchini potessero finire il loro lavoro, dato che per volere della
famiglia la lapide era stata preparata durante la notte, pronta per essere
messa al suo posto.
Poco dopo, il gruppetto si
ritrovò nel parcheggio dove avevano lasciato le macchine.
«Sono preoccupata per Natsuki» esordì Mai. «Non è rientrata nel nostro appartamento,
stanotte. Mikoto ed io siamo
andate a cercarla nella sua vecchia stanza, ma nulla. Non risponde al telefono
e stamattina non si è presentata nemmeno al funerale.»
«Effettivamente è strano che non
sia venuta» convenne Reito. «Però posso comprendere
il suo stato d’animo, e forse è un bene lasciarla sola per un po’.»
«Non esiste che io la lasci sola, non ora» sbottò Mai, ricordandosi dell’aiuto
e del sostegno che Natsuki le aveva dato quando
durante il Carnival aveva perso Yuuichi.
Haruka annuì. «Allora forza,
andiamo tutti a cercarla, magari è tornata a casa.
Quella bubuzuke di Fujino è
stata molte cose, ma non credo le faccia piacere se
alla sua pupilla saltasse in mente di fare qualche sciocchezza per raggiungerla
e stare con lei in eterno… o forse sì?» concluse portandosi una mano sotto al
mento con fare pensoso.
«Haruka-chan!
Ti prego…» sospirò Yukino scuotendo il capo.
La ragazza alzò le mani in segno
di resa. «Va bene, va bene, andiamo da Kuga» concluse
avvicinandosi a grandi falcate verso la macchina e lasciando gli altri di
stucco come al solito.
Fu così che si avviarono al
dormitorio, ignari che la ragazza si trovasse proprio all’interno del cimitero, davanti alla
tomba, ora coperta, dell’amica.
Se ne stava immobile sotto la
pioggia, Natsuki, lasciando che l’acqua portasse via
con sé anche le lacrime che stava versando. Il suo sguardo vagava qui e lì,
posandosi di tanto in tanto sul nome dell’amica, scolpito sul freddo marmo
della lapide.
«Io non ci starei a piangerci
troppo su, la vita continua ed è inutile distruggersi in questo modo» mormorò
una voce alle sue spalle.
Natsuki
non si degnò nemmeno di voltarsi. «Shizuru mi è stata sempre vicino, è stata l’unica ad avermi dato un
supporto nel periodo peggiore della mia vita. Il minimo che possa fare per lei
è versare una lacrima. Lei… mi amava, Nao»
«Ah, sì?» rispose allora la
ragazza con fare sarcastico. «Non metto in dubbio che la bastarda abbia avuto
un gran bel paio di palle, durante il Carnival. Ha fatto fuori un sacco di gente per salvare te, forse
lasciandosi prendere un po’ troppo la mano: potrei anche accettare il fatto che
bisogna proteggere chi si ama, ma nel caso della tua amichetta direi che è
stata follia pura.»
«Senti chi parla di follia. Comunque l’ha fatto per me, no?» fece Natsuki
in tono seccato. «Perché devi perseguitarmi ovunque vada,
Nao? Ho appena perso un’amica, e stavolta non ci sarà
nessun miracolo: non potrà tornare in vita… è finita, ed io ho il diritto di
starmene da sola… lasciami stare.»
La rossa fece un passo avanti,
mettendosi di fianco alla ragazza. «L’ha fatto per te, certo…
ma la cara estinta… ti ha fatto anche altro, se non erro» continuò imperterrita, ignorando totalmente la
richiesta di Natsuki.
L’altra, dal canto suo, ebbe un
sussulto; la bocca spalancata, gli occhi sbarrati dalla sorpresa. «Nao… ma come diavolo?…» riuscì a balbettare, non avendo il
coraggio di guardarla in faccia.
«Come diavolo faccio
a sapere certe cose? Non ha importanza, moretta» le rispose lei facendo
spallucce. «In ogni caso so tutto, ed è per questo che mi permetto di dire che la tua amichetta era una gran carogna. Può averti
salvata in nome dell’amore che provava per te, e questo potrei
anche accettarlo… ma ciò che ti ha fatto dopo, ha cancellato ogni “buona”
azione fatta nei tuoi confronti. Mi spiace, ma infilarsi nel tuo letto per
spupazzarti ben bene mentre non eri conscia e senza nemmeno chiederti il
permesso… direi che è tutto tranne che amore… perché
non mi risulta che tu in quel periodo la ricambiassi, no? E nemmeno una persona
meschina come me, sarebbe capace di far suo l’oggetto dei desideri sapendo di
non essere ricambiata.»
«MA
SENTI DA CHE PULPITO!» sbottò allora Natsuki
voltandosi di scatto, le gote rosse per l’imbarazzo. «Non eri tu che ti
divertivi a prendere in giro il prossimo? Come puoi solo immaginare cosa
significhi amare una persona, eh!? Cosa ne sai del
rapporto che avevamo io e Shizuru? Devo ricordarti
che durante il Carnival è stata lei la mia MIP?»
«Ma non
prenderti e prendermi per i fondelli» rispose tranquillamente Nao, ghignando. «E’ stata la tua MIP perché le volevi bene
come amica, niente di più. L’hai detto tu stessa poco fa: “è
stata colei che mi ha aiutata nel momento peggiore”. Un’amica, solo questo. O
la povera piccola Natsuki si è innamorata di Shizuru? Sarebbe una cosa proprio struggente, ora che è
morta, sai? Degna della miglior opera tragica… ma allo
stesso tempo molto divertente. Il classico romanzetto rosa della serie “mi sono
accorta di amarti dopo averti persa”» concluse la
ragazza restando immobile, pronta ad incassare uno schiaffo o addirittura un
destro in pieno volto.
In effetti, il primo impulso di Natsuki fu quello di prenderla a pugni…
ma la mano destra, pronta a colpirla, si fermò a mezz’aria, scivolando
subito dopo nuovamente sul fianco. «No» mormorò guardandola.
«No cosa, di grazia?» incalzò la
rossa imperterrita.
«No, non l’amo, non l’ho mai
amata. O meglio… ciò che sento non è il tipo di amore
che avrebbe voluto lei… e ciò che sentiva lei, non è il tipo di amore che avrei
voluto io. Non perché era una donna, sia chiaro, credo che
l’amore sia un sentimento universale… solo che… lascia stare, Nao. Sei venuta qui solo per dirmi cattiverie.»
«Io non ne sarei tanto sicura. E
comunque l’amore può essere dimostrato in molti modi, cara la mia Natsuki. Anche restandosene in
silenzio a guardare la persona che si ama, distruggersi e piangere per la morte
di una donna che non si merita nessuna delle sue lacrime» concluse Nao allontanandosi, non prima di aver guardato l’altra
intensamente, con occhi diversi dal solito: per una volta non aveva fatto
trasparire quel maledetto sguardo da presa per i fondelli.
Furono quegli occhi, accompagnati
da quelle precise parole che lasciarono Natsuki
immobile e stupita allo stesso tempo; il cuore a batterle nel petto in modo
anomalo.
Il primo pensiero che le balenò
in testa, dopo aver riconnesso i neuroni fu uno solo, ma lo reputò impossibile,
fuori da ogni logica dato che Nao
non faceva altro che trattarla male in continuazione… e, a dire il vero, il
sentimento era ricambiato, visto che non riuscivano a stare tranquille a
chiacchierare per cinque minuti di fila senza litigare o fare commenti al
vetriolo. Eppure, ultimamente la rossina era stata la
sua ombra in varie occasioni e, senza che se ne rendesse conto, si erano
avvicinate. Litigavano, è vero, ma Nao
trascorreva molto tempo nell’appartamento che Natsuki
divideva con Mai e Mikoto con la scusa di aiutare
quest’ultima a fare i compiti e, anzi, l’ultima volta era rimasta anche a
dormire da loro. Non ci aveva mai fatto caso, forse
perché il novanta per cento del tempo lo spendevano a litigare, ma Nao era cambiata… i suoi occhi erano cambiati: spietati,
freddi e impassibili prima… tristi e malinconici ora. Possibile che Nao soffrisse in silenzio? Possibile che l’odio che Nao provava per lei, si fosse tramutato in amore? Possibile
che la ragazza usasse Mikoto come scusa per
trascorrere del tempo con lei?
Tentò, dunque, di scacciare quel “fastidioso”
pensiero che le era venuto in testa, sperando che
sparisse da un momento all’altro… e invece? Invece si ritrovò
ad accasciarsi al suolo in ginocchio, stringendo con forza l’erba che faceva da
contorno alla fossa dov’era stata seppellita Shizuru.
Era crollata, Natsuki, sotto il peso di tante
emozioni, non sapendo più che fare o cosa pensare. La perdita della sua amica
l’aveva devastata… e Nao, quella stramaledetta, oltre
ad averla scombussolata non poco per quell’ultima frase e con il suo
comportamento ambiguo, le aveva anche ricordato delle cose che avrebbe
preferito di gran lunga dimenticare.
«PERCHE’
MI HAI FATTO QUESTO, SHIZURU?!» urlò allora con quanto
fiato aveva in gola, iniziando ad avere brividi di freddo, dato che la pioggia
continuava a cadere incessantemente. «Perché non mi hai confessato i tuoi
sentimenti invece di comportarti in quel modo?! Avremmo
potuto parlarne… avresti potuto aspettare le mie decisioni. Avrei avuto modo di
prendere in considerazione per davvero il fatto di poter stare con te… forse sarei riuscita ad amarti… ma tu… tu hai distrutto in pochi
giorni tutto l’affetto che provavo per te, quello stesso sentimento che avrebbe
potuto trasformarsi in amore da un momento all’altro. Hai avuto il coraggio di
difendermi, ma non sei stata capace di parlarmi dei tuoi sentimenti. Ho
preferito cancellare ciò che mi hai fatto, sai? Mi sono imposta di non
pensarci, ho provato in tutti i modi di ricordarmi dell’aiuto che mi hai dato, della cara amica che sei stata… ed è stato grazie
al mio volerti bene, che sono riuscita a considerarti la mia MIP. Detesto
ammetterlo, ma Nao ha ragione. Io ti ho amata solo
come amica, niente di più, e forse la colpa è anche tua. Se il tuo
comportamento fosse stato diverso, più maturo, forse adesso sarei felice con te
al mio fianco. Ma il tipo di amore che mi hai
dimostrato, mi ha trafitto il cuore. Avrei preferito mille volte sentirmi dire “Ti sembrerà assurdo, ma ti amo, Natsuki… so che non è facile né pretendo una risposta… ma preferisco rischiare e sapere se potresti
ricambiarmi”, che essere trattata in quel modo, usata come un giocattolo
per placare i tuoi istinti. Ti ho sempre
voluto bene, Shizuru… non ti dimenticherò mai, e in
condizioni diverse sarei riuscita anche a ricambiare il tuo amore, ma sei stata
capace di farmi tanto male e forse non te ne sei nemmeno resa
conto. Non serve solo proteggere la persona che si ama… bisogna anche
rispettarla, cosa che non hai fatto. E ora? Ora mi
rimane solo una lapide su cui urlare tutto ciò che ho dentro. Forse ho sbagliato
a non parlarti prima, e di questo me ne pento perché sei stata comunque l’unica persona a restarmi vicino. Avrei dovuto
dirti tutto e mi rendo conto che è troppo tardi, che i
morti non sentono le parole dei vivi. Resterai per sempre nel mio cuore, Shizuru, come l’amica che ho perduto e non come l’amore
della mia vita, perché, mi dispiace, ma non è questo il
sentimento che mi lega a te. Quindi, andrò avanti per la mia strada, com’è
giusto che sia» concluse allora Natsuki, lasciandosi
andare ad un pianto disperato; non si sentiva così sola da quando era morta sua
madre.
Ma in
realtà non era sola, quella stessa figura dai capelli rossi che l’aveva
lasciata poco prima, era rimasta nei paraggi, poggiata con la schiena contro un
albero… il viso rigato dalle lacrime, il cuore stranamente leggero. E fu proprio quella figura che, con passo felpato, si portò
nuovamente alle sue spalle, abbracciandola teneramente da dietro. Nao affondò il viso nei capelli corvini di lei,
stringendola con dolcezza. «La strada da percorrere è lunga,
sai? E camminare da soli è difficile. Certo, ci
sono Mai e gli altri che ti vogliono immensamente bene… e forse non ti sei
accorta che ci sono anche io. All’ombra di Shizuru,
ci sono sempre stata io, ma tu non hai mai avuto modo di vedermi e non sai
quante volte l’ho invidiata… non sai com’è stato
difficile amarti nell’ombra, in tutti questi mesi, Natsuki.
Non sai con quale morte nel cuore, ti vedevo andare a casa sua, convinta
che lei ricevesse tutto l’amore che
hai dentro.»
«Nao…» soffiò la moretta sbalordita da quella
dichiarazione.
«Per una volta, Natsuki, per una sola volta vorrei
parlarti con il mio vero Io... Ok, va bene, sono una
bastarda cronica, e prima sono stata meschina e insensibile. La numero uno per
cattiveria, modestamente, e credo che anche uno dello stampo di Nagi potrebbe avere la mia statua nel suo salotto: sono
l’idolo dei bastardi. Ma ora, voglio dirti tutto ciò
che sento, sinceramente» continuò la rossa tenendo ben salda la presa attorno
alla vita di Natsuki. «Lo so che prima mi hai odiata per quello che ti ho detto, e non hai torto. Purtroppo
è stata l’unica soluzione che mi è venuta in mente per farti aprire gli occhi e
per farti affrontare - seppur indirettamente - colei
che ha sbandierato ai quattro venti di amarti e che invece si è approfittata di
te non tenendo conto dei tuoi sentimenti.
Ti chiedo perdono, se per colpa
mia hai ricordato quel periodo doloroso, ma è stato necessario per entrambe: mi
hai tolto un bel peso dallo stomaco poiché ero
fermamente convinta che ti avrei persa da un momento all’altro, perché magari
un giorno avresti deciso di trasferirti da lei per amarvi senza troppe
complicazioni.
Sai Natsuki,
è merito tuo se sono cambiata così. Quando durante il Carnival
mia madre, la mia MIP,
è scomparsa… tu sei rimasta al mio fianco, nonostante io abbia tentato tante
volte di farti del male. Hai detto che fondamentalmente
io e te siamo uguali, ma mentre tu hai avuto Shizuru
accanto, quindi un’amica su cui contare, io non ho fatto altro che isolarmi
dagli altri. Nonostante Mikoto
fosse mia compagna di classe, per un periodo ho provato solo a sfruttarla per la
sua abilità. Non volevo avere amici, non volevo avere
nessuno a cui affezionarmi. Poi? Dopo il Carnival ho
ripensato alle tue parole… e allora… lentamente ho cercato un contatto. Avrei
voluto che fossi tu, la mia prima amica, ma eri sempre impegnata, ed ogni volta
che tentavo di avvicinarmi a te, Shizuru ti ha sempre trascinata via. Così ho fatto amicizia con Mikoto, per davvero, stavolta, e di conseguenza spesso ho
trascorso giornate intere nel vostro appartamento. A furia di stare in tua
compagnia, ho iniziato a volerti molto bene… sentimento che poi si è evoluto
col passare dei mesi. Non te ne sei mai resa conto
perché non ti ho mai dato modo di pensare una cosa simile, anzi, probabilmente
hai sempre pensato che ti odiassi; invece sei riuscita a entrare nella mia
anima. A me è sempre bastato averti vicina: non ti ho mai chiesto niente, né
tantomeno fatto capire certe cose, ho preferito il silenzio perché volevo stare
con te… volevo affianco solo la tua presenza, anche se
credevo che amassi Shizuru» confessò Nao, mentre l’altra singhiozzava non poco.
«E comunque
sono convinta che questo sfogo abbia giovato anche te: ti sei tolta un macigno
dal cuore. Sei una ragazza molto forte, Natsuki. Non
so quante persone sarebbero riuscite a tenersi in
piedi dopo quello che hai passato.
Ti chiedo perdono perché ti amo
davvero, e sono una gran carogna a dirtelo proprio ora. Sarò sincera fino in
fondo, con te, Natsuki, non voglio
fingere, non ora, anche se probabilmente non mi crederai. Ti amo, e quindi ti
confesso che la speranza nel mio cuore, quella che un giorno staremo
insieme, non morirà mai; eppure so che solo il tempo ci dirà se ha qualcosa in
serbo per noi. Ma nonostante la mia speranza, non voglio nulla da te, permettimi di starti semplicemente vicino, soprattutto adesso
che ne hai bisogno. Per la prima volta nella mia vita, ho tanta fiducia nel
futuro, ma allo stesso tempo non pretendo nulla, non voglio nemmeno sapere se
provi un briciolo d’affetto per me, né altro. Ti chiedo solo una cosa: lascia
che cammini al tuo fianco, ora mi basta solo starti vicino ed aiutarti» concluse la rossa aspettando un cenno di risposta.
Natsuki
dal canto suo, era rimasta pietrificata e senza parole. Quell’abbraccio così
caldo che le stava regalando Nao, per un momento le
aveva fatto dimenticare tutto: le batoste prese, la morte
di sua madre, il senso si solitudine, ciò che le aveva fatto Shizuru e la morte di quest’ultima.
Non sapeva cosa dirle, ma sentiva
che per il momento aveva bisogno di un contatto umano: sentiva freddo… e non era certo dovuto ai vestiti bagnati dalla pioggia. Quel
freddo, veniva direttamente dal suo cuore e solo quelle braccia che ora la
stavano stringendo, erano state in grado di portare un poco di calore nella sua
anima.
Non ricevendo risposta, Nao iniziò ad allentare la presa, ma fu fermata poco dopo
dalla stessa Natsuki, che aveva poggiato le mani
sulle sue. «Non andare via…»
La rossa accennò un sorriso e
riprese ad abbracciarla in silenzio. Restarono così, strette l’un l’altra sotto la pioggia per un tempo indefinito.
Ciò che successe dopo, non c’è dato sapere. Come sia finita
la storia dopo questo episodio nessuno lo sa… Una cosa
è certa, da quel momento due anime non sarebbero state mai più sole.
Fine…
Sì, la mia fine ^O^… è stato bello conoscerti e volerti bene Shaina, davvero. Ma credo che dopo questa,
la mia vita è appesa a un filo… anzi, più che altro sarà la mia testa ad essere
appesa sul caminetto della sala riunioni del club ShizNat,
poco ma sicuro.
Dunque,
mi rendo perfettamente conto che Nao è un “tantino”
OOC, nel finale, ma detto onestamente, non sappiamo come potrebbe comportarsi
da “innamorata”.
In ogni caso, un ringraziamento
speciale va alla mia unica e sola beta, Shainareth, e
un saluto particolare va ad Atlantislux e Hinata-chan: questa fic è per voi tre XDDD
Alla prossima… uhm, forse…
NicoDevil