Poison

di La Mutaforma
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Poison


C’è sempre qualcosa che valga la pena cercare, nelle strade come il deserto, la notte.
Nelle ombre dei gatti che si inseguono, e i passi lontani di qualcuno che torna a casa.
Sotto le luci di negozi chiusi.
Cammino senza fretta, senza paura. Sento le onde del mare in inverno da lontano, e un gabbiano traccia il suo percorso falciando l’aria densa di sospiri con le ali.
Stringo l’ombrello tra le dita, e vado avanti.
C’è qualcosa che va cercato. Sta aspettando che io lo trovi.
 
Giungo sull’uscio di una casa che non mi aspetta.
Ma ormai abbiamo mangiato tutti i nostri rimpianti. Come i bambini prendono la minestra, abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo ingoiato. Stretto tra i denti, masticato, senza mai assaporare, abbiamo ingoiato.  
Ci abbiamo bevuto sopra.
Chissà cos’hai messo nel bicchiere.
 
Sto morendo.
Era un dolce veleno.
Ogni giorno, a goccia a goccia. Ci colava sulle labbra insieme alla pioggia, ai baci superflui, per giustificare il silenzio.
Tutto d’un sorso ha un sapore più dolce, sai?
 
Era un dolce veleno.
Come l’avevi chiamato?
Sull’etichetta si legge “gioia disciolta”.
 
Ah. Scaduto.
Ma l’abbiamo trovato. 




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