Eileen, prologo
Eileen
I giorni erano monotoni, quasi le stesse scene li riempivano,
e nella testa di Eileen un unico pensiero viaggiava solitario ma pesante.
Sarebbe mai riuscita a trovare qualcuno che riuscisse a scavarle nel profondo
comprendendo le sue paure e il suo punto di vista riguardo, in poche parole, la
vita? Data la sua diciamo tenera età, dato che non superava i diciotto, l’insicurezza
faceva parte di lei, e questo forse perché le esperienze che normalmente
qualunque essere umano affronta, non le aveva ancora vissute tutte e del tutto. Aveva
sempre pensato di non essere del tutto felice, di non riuscire a godersi al
cento per cento i momenti che dovevano essere vissuti pienamente, di dover
avere per forza delle risposte quando quelle risposte le aveva continuamente
sotto la punta del suo naso a patata. Ma alla fin fine era semplicemente una
ragazza a cui piaceva conoscere il perché delle cose, partire ed arrivare ad un
punto di fine. Le piaceva anche ascoltare. Godere di una visuale perfetta nel
momento in cui la persona con cui parlava le raccontava una situazione
imbarazzante che le era successa, osservare i movimenti dolci o bruschi
provocati dal discorso affrontato, guardare i lineamenti del viso che mutavano
a seconda di ciò che veniva esposto e magari anche i termini che uscivano
ripetitivi dalle labbra di colei/colui che le si trovava difronte. A volte pensava “ fortuna che posso
vedere” e si rimproverava del fatto che non mettesse gli occhiali, causa della
sua miopia. E poi, prendeva una seggiola, la sua preferita, quella con lo
schienale robusto e comodo, e si accoccolava in essa nella terrazza con una
coperta rosso sangue ad ammirare ciò che i suoi occhi, per sua fortuna,
potevano mirare in diversi modi a seconda di che cosa le si presentava davanti
e in che momento della giornata. A volte non si sentiva sola in mezzo ad una
moltitudine di persone come era ormai noto dire, ma si sentiva leggermente
vuota d’animo, monotona nella sua monotonia e noiosa, abnormemente noiosa.
Desiderava far parte di “qualcosa ad alto rischio di pericolo” a volte, invece
di passare il sabato sera sui social network o nel suo letto a pensare cosa le
riservasse la vita. Al posto di pensare, avrebbe potuto concentrare le sue
energie nella pratica, ma subito dopo si demoralizzava pensando “ma chi me lo fa
fare.”. Ecco, questo, fino ad ora, era stato il suo concetto di vita, finchè un
appunto sabato sera vide una notifica nella barra delle amicizie del suo
fedele, fino ad un certo punto, facebook.
Piacere di conoscervi. Questa e' la mia prima storia dopo tanto tempo, ed è più che altro una sfida per me.
Son curiosa di vedere cosa può uscirne fuori, e spero che questo inizio, me ne rendo conto, molto corto ma
pur sempre un prologo, sia stato di vostro gradimento. Tramite vostri commenti mi renderò conto se come
storia può andare avanti/stare in piedi, e niente...spero di poter postare il primo capitolo il prima possibile.
Grazie di aver perso del tempo magari prezioso per "Eileen", spero di non aver fatto troppi errori di
distrazione che evidentemente non vedo, e..alla prossima!
Erica.
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