Note:
scrivendo questa storia ho provato tanta nostalgia
per la mia prima PenKira *^* Certo che Kirachan è proprio un
pettegolo,
Penguin l'aveva inquadrato bene già da allora. Se siete
nuovi lettori, è probabile che non capiate bene tutti i
riferimenti, la storia in questione era "I
pinguini sono perfide e astute creature" (attenzione che
è rossa). E, nulla. Buona lettura ^^
Scoop
-Trovate
quel reporter e scuoiatelo vivo!!-
L’urlo di Kidd echeggiò per tutta la nave come il
ruggito di un leone inferocito.
-Ammetterai che ve la siete anche cercata.- gli disse Killer, sempre
imperturbabile, mentre il resto degli uomini correva su e
giù per la nave, in preda all’agitazione.
Kidd stesso camminava nervosamente per la sala, con i nervi a
fior di pelle e un quotidiano straziato fra le mani che non smettevano
di agitarlo come se stringessero il collo di una gallina da fare in
brodo.
-Guarda che non me lo stavo scopando in un giardino pubblico, ma in una
stanza d’albergo.- si sentì in dovere di replicare
l’altro -E non siamo entrati a braccetto.-
Annuì, Killer, un giorno avrebbero dovuto farlo santo.
Lo sapeva che Kidd era sempre restio a far sapere al mondo quanto
intimo fosse il suo rapporto con Trafalgar Law. Era già
tanto se si gli diceva qualcosa di socievole davanti alle ciurme. E di
fronte a quel pubblico ristretto quante volte si erano baciati?
Ci pensò su.
Forse una, due volte.
-Ammettilo, Kidd. Tu ti vergogni della tua relazione con Trafalgar.-
-Senti, non me ne frega un cazzo se trapelano certe notizie, ma ti pare
che QUESTE interessino a qualcuno?-
-Se smettessi di agitarmi il giornale in faccia, forse vedrei cosa
c’è scritto.- protestò Killer, che
iniziava ad avere i nervi a fior di pelle.
-Se ti levassi quel cazzo di maschera, forse vedresti bene.- lo
rimbeccò Kidd e il suo vice alzò gli occhi al
cielo.
-E non fare quell’occhiata!-
Uno dei misteri del Capitano Kidd era come cavolo facesse a scoprirlo
sempre.
L’altro mistero era la sua ingenuità. Ma si poteva
essere più ingenui? O forse è meglio chiedersi:
si poteva essere più duri di comprendonio?
Si levò il casco integrale, la sacra maschera del
Massacratore, e si ravvivò i capelli, per poi tergersi il
sudore. Freddo. Perché a parlare con Kidd, c’era
da avere gli incubi per mesi. A volte gli sembrava di dover parlare con
un ragazzino. Gli anni di differenza con il suo migliore amico erano
pochi, ma c’erano dei momenti, come quello, in cui li sentiva
tutti!
-Kidd, anche senza quell’Absa, il mondo sa benissimo che te
la fai col dottorino dagli occhi chiari.-
-Sanno anche che tu ti fai sbattere da un pinguino masochista.-
-Cresci un po’, cazzo. Ti da fastidio che il tuo vice non si
metta problemi? Quelli li lascio agli altri.- ghignò il
biondo sfoderando una delle sue lame e leccandola con quello sguardo
folle che persino Kidd temeva. Il Massacratore non si era rammollito,
se era quello che temeva. Sbuffò, il Capitano, dopo aver
esitato un poco.
-Beh, comunque sai com’è… - riprese
Killer -I veri-
Kidd lo interruppe agitando la mano per aria.
-Lo so, lo so: “I veri uomini la prendono nel
culo”.-
Killer sgranò gli occhi.
-Come fai a- -E’ una delle pillole di Law.- il Capitano fece
un’alzata di spalle.
Il Massacratore sbuffò divertito e si accomodò
meglio sul divano.
-Già, è vero... l’avevo dimenticato.-
-Tu piuttosto, com’è che la conosci?-
-Me lo sono portato a letto.- rispose con un sorriso strafottente.
-Sì, certo.- fece Kidd, neppure prendendo in considerazione
l’idea. Killer e Law? Sì, certo e Gold Roger
girava in tutù rosa e scarpette da ballo.
-E’ stato Penguin, quando ci siamo conosciuti.-
continuò il Massacratore, con una punta di nostalgia nella
voce e un sorriso davvero dolce per essere suo.
-Tsk, altrettanto per me. Law crede che basti a convincere le persone.
Beh, credeva anche che baciando i rospi morti si trasformassero in
principi.- fece Kidd, buttandosi a sedere accanto all’amico
che rise a crepapelle.
-Principi morti?-
-Che ne so, secondo me è anche necrofilo.- rispose ridendo a
sua volta, per poi sospirare.
-A volte mi chiedo come funzioni il cervello di quei due.-
-Sembrano sempre in combutta.- gli rispose Killer, con lo stesso tono
grave.
-E’ spaventoso… Law è un mostro
pestifero.- ammise Kidd -Voglio dire, tu pensi che sia stronzo, ma
è molto peggio.-
-Penguin sembra innocuo in confronto ma è lì che
ti frega.-
E gli raccontò di quella sera in quel locale
nell’arcipelago Sabaody, quando grazie a una stupida
distorsione (stupida quanto grave) era finito nell’infermeria
dei pirati del Cuore a farsi levare le mutande da un pinguino. E la
maschera. Senza di essa fu come sentirsi nudo.
-Sembra incosciente.- disse Killer, ripensando al momento in cui
Penguin gli aveva dato un leggero colpetto all’elmo e gli
aveva detto: -Attento tu a quelle chiappette sode. Sono irresistibili
per i maniaci.-
E lui aveva assentito.
-Uno ce l’ho davanti.-
-Allora, giacché siamo in confidenza, ti
dirò… non ho fatto altro che guardartelo.-
In quel momento, quando il biondo era saltato in piedi e aveva
sguainato le lame imprigionando il collo dell’altro fra esse,
come una tenaglia, aveva davvero pensato che a quel duro avvertimento,
a quel “Vuoi morire?”, Penguin avrebbe risposto
tranquillamente che non poteva ucciderlo.
Come se lui non potesse toccarlo.
Destino volle che fosse ancora vivo.
-Io lo dicevo che era uno stupido pinguino.- ribatté Kidd
con un ghigno, poi, nervosamente, confessò anche lui una
cosa che gli premeva molto. La sua prima volta con Law, gli sembrava
giusto, dopo che Killer si era confidato con lui e poi, beh,
voleva capire come facesse l’altro ad accettarlo
così su due piedi.
Killer non fece una piega, si trattenne con tutta la sua forza di
volontà, perché vedere il suo Capitano rosso in
volto e nervoso come una scolaretta alla prima cotta lo stava facendo
morire dal ridere.
-E’ stato umiliante… - commentò il
rosso -E’ umiliante ancora.-
-Sei tu che gli dai troppa importanza. E’ normale…
e poi godi di più, sotto.-
Quello sbuffò.
-E l’orgoglio dove lo metti?-
-Lo conosci l’aforisma di Trafalgar sulle seghe mentali?-
-Sì, grazie, non ho bisogno che lo citi.- sbuffò.
Era davvero irritato e nervoso, aveva il tic alla gamba e continuava a
muoverla come se ne andasse della sua vita.
-Allora, fammi vedere quel giornale, che tanto lo so che il problema
non è solo che ogni tanto stai sotto, va’.-
Kidd strinse a sé la pagina incriminata, con un impeto di
rabbia e vergogna. Ma anche Killer sapeva essere persuasivo e
semplicemente gli porse la mano.
Ancora nulla, di solito funzionava.
-Capitano, la prego di farmi comprendere cosa l’angustia.-
tentò.
Ma nulla.
-Ok, va bene.- fece allora Killer, voltando il capo, non senza
sorridere -Allora io non ti dirò un’altra cosa su
Trafalgar che so solo io.-
Nel cervello di Kidd scattò qualcosa.
C’era un qualche segreto su Law che lui non sapeva?
Esitò, poi cedette e porse la pagina spiegazzata
all’amico, ma prima di lasciargliela impose -Prima tu.-
Killer afferrò il ritaglio, onde evitare che Kidd si
ritirasse all’ultimo, poi vuotò il sacco.
Il giorno dopo, un urlo echeggiò fra le pareti metalliche
del sottomarino dei Pirati del Cuore. Pochi secondi dopo che fu emesso,
Penguin, Shachi e Bepo si incastrarono nella porta della stanza di Law
per sapere che cosa l’avesse fatto urlare come un dannato.
Perché Law non urlava mai!!
-Capitano, cos’è successo?- esclamò
Penguin.
-Capitano!- gli fece eco Shachi.
-Captain!!!- urlò istericamente Bepo.
Law era furente, potevano vedere la sua testa fumare. Per tutta
risposta, il chirurgo afferrò Penguin e lo
trascinò nella stanza, chiudendo la porta in faccia agli
altri due.
-C-capitano?- domandò quello, resistendo alla tentazione di
raggomitolarsi in un angolino della stanza o sotto il letto. Era sicuro
che Law l’avrebbe stanato, a costo di trascinarlo per i piedi
fuori dal suo nascondiglio.
Invece di affettarlo, come temeva, Law batté la mano sul
ripiano della scrivania, dove c’erano diversi ritagli di
giornale e tutti riguardavano lui e Kidd.
-Ehm… capisco… non sarà facile ora che
la vostra relazione è diventata pubblica… - disse.
Ma la pensava come Killer: quei due lo nascondevano malissimo.
-Non è questo!! Leggi!!- esclamò istericamente
sventolandogli davanti un ritaglio in particolare. L’articolo
recitava.
-“Trafalgar 'Chirurgo della Morte’ Law:
l’innocenza dietro la maschera di morte.”- Penguin
iniziò a leggere, poi quasi scoppiò a ridere
-Davvero baciavi i rospi mor- non finì la frase,
l’occhiataccia di Law gli consigliò di cucirsi la
bocca.
-E’ davvero imperdonabile.- disse correggendosi -Insomma,
questi reporter di oggi non hanno il minimo rispetto.-
-Fai poco l’accondiscendente e continua a leggere.-
Obbedì, Penguin, e impallidì.
-Ehm… -
-Già.- ribatté quello, sconsolato, chino sulla
scrivania. -In quella stanza d’albergo non doveva esserci
nessuno, ma questo Absa come ha saputo quello che è
accaduto?-
-Dai, capitano, non è poi così grave.-
-Sa anche del mio quasi matrimonio. Ti rendi conto che potrebbe spiarci
in questo preciso momento?!-
La prospettiva era terrificante, persino Penguin rabbrividì.
-Non è possibile… com’è
potuto succedere? Come, come, come?- era seriamente sull’orlo
di una crisi di nervi ed era persino molto tentato di cantargliene
quattro al signor Massacratore e al signor Eustassya, perché
erano gli unici a sapere quelle due cose imbarazzanti su di lui. Ma
Kidd non avrebbe mai ammesso la terza cosa neppure sottotortura, lui
stesso stentava a crederci e, in effetti, era ciò che
più lo turbava.
Che il mondo sapesse pure che il glorioso culo di Eustass Kidd era suo
(e viceversa, dettagli), ma non che…
Scaraventò le carte giù dalla scrivania, con sul
viso l'espressione più omicida del suo repertorio, con la
quale fece quasi morire Penguin sul posto.
-C-comunque… sono cose che capitano…
cioè, anche io e Killer…. Ogni tanto facciamo
cilecca… -
-Tutti e due!?- ruggì sommessamente Law, come una bestia
ferita.
-…. Capitano, siete esseri umani anche voi.-
-Sono sicuro che è colpa del servizio in camera…
- borbottò Law senza ascoltarlo -E’ colpa del
pane, ne sono sicuro… e poi, chi diavolo l’ha
chiamato il servizio in camera? Maledetto cameriere, che quella mancia
se la spenda in medicine… maledette rosette, dannato pane
bianco… -
A quel punto, Penguin lasciò Law alle sue elucubrazioni
mentali sconclusionate.
Brutta bestia le cilecche…
Ad ogni modo la storia non finì lì.
Una settimana dopo, il reporter Absa(lom) tentò un servizio
estremo intrufolandosi nel bagno di Law per coglierlo di sorpresa e
scattargli foto osé che le riviste erotiche di tutto il
mondo avrebbero pagato fior di quattrini. Peccato che Kidd fosse un
amante molto geloso.
Il reporter è tuttora scomparso e i negativi dei suoi scatti
sono stati fatti sparire nel cassetto della scrivania del Capitano
Eustass Kidd. Ma questo è un segreto di cui nessuno
verrà mai a conoscenza, tantomeno Law.
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