Nick Grimshaw è
rimasto lo stesso; è
da ormai dieci anni che ha smesso di lavorare alla radio, che ha
lasciato perdere il mondo dello spettacolo e ha deciso di dedicarsi
alla vita privata. Sta con un ragazzo, si chiama Matthew, è
un tipo
con un carattere davvero simile al suo e vanno veramente d'accordo.
Quest'oggi,
però, Matthew è rimasto a
casa; ha la febbre, e da bravo fidanzato Nick è uscito da
solo di
casa a fare la spesa. Forse, a dirla tutta, dovrebbe pensare
più a
sposarsi che ad avere una semplice relazione, ma ha sempre odiato i
legami troppo forti.
C'è solo un
ragazzo che ha voluto
davvero, nella sua vita; Harry Styles, all'epoca vent'anni, capelli
ricci e fossette sul viso. Perdutamente innamorato di Louis Tomlinson
anche dopo la loro rottura. Quando l'ha lasciato dopo solo un anno,
tornando dall'amore della sua vita, Nick avrebbe dovuto saperlo che
era solo una seconda scelta.
Ma ha fatto male lo stesso.
Forse è stato
questo, che gliel'ha
portato via; se ignora il fatto che Harry e Louis non siano
umanamente separabili, naturalmente. È stato il non volersi
impegnare, il non dare mai tutto, il conservare sempre qualche parte
di sé per tenerla stretta, sicura, nascosta, protetta, dalla
costante paura di non essere abbastanza.
Ha saputo che si sono
sposati, ha visto
le foto su tutti i giornali, sui siti di gossip, sui social networks.
Harry era vestito di bianco, bello come sempre, felice quanto Louis.
Nick ha alzato gli occhi al cielo; davvero, bianco?
Non
avrebbe mai smesso di stupirsi della mancata virilità di
quel
ragazzo.
Nick sbuffa fra
sé e sé. Harry
avrebbe fatto di tutto per Louis, ma lui? Alla fine dei conti, lui
non avrebbe fatto niente. Niente per nessuno. Nemmeno per Harry.
A volte capita che, quando
si pensa
intensamente ad una persona, questa appaia improvvisamente proprio
davanti ai tuoi occhi. E, assurdamente, è quello che succede
a Nick
mentre riempie il carrello di medicinali.
Quasi sobbalza, quando si
ritrova
davanti agli occhi gli stessi occhi di Harry, ma...c'è
qualcosa di
completamente diverso.
Per cominciare, Harry
è truccato, ha
la matita e il rimmel ad abbellirgli gli occhi verdi. Non ci sono
davvero dubbi che quel viso appartenga a lui, perché le
labbra, le
guance e gli occhi sono davvero i suoi; non mancano nemmeno le
fossette, quando si rivolge a lui con un sorriso caloroso.
Ma ha i capelli lunghi,
ricci come
sempre, che gli arrivano fin sotto le spalle e gli incorniciano
perfettamente il viso in un taglio da donna. Nick non fa in tempo a
pensare, perché Harry “Nick!” esclama,
coprendosi subito dopo la
bocca come se avesse fatto qualcosa di sbagliato o poco educato, ma
scoppiando subito dopo a ridere e abbracciandolo stretto.
Nick non può
crederci; contro il suo
corpo sente delle forme delicate, ma piene, esattamente quelle che
avrebbe una ragazza.
Ricambia intontito
l'abbraccio, e
quando Harry si allontana da lui non può che esaminare
attentamente
il suo corpo; indossa dei jeans, che gli fasciano le gambe sottili, e
una camicia leggera che gli avvolge le curve...femminili. Allora non
si era affatto sbagliato.
“Come
stai?” trilla Harry -ma Nick
non è più tanto sicuro che si tratti davvero di
lui.
“Be-bene”
risponde in un soffio,
senza riuscire a staccare gli occhi da quella nuova persona che ha
davanti, e senza nemmeno riuscire a capacitarsi di quanto deve essere
accaduto.
Il colpo finale arriva nel
momento
stesso in cui si sentono i passi frettolosi di qualcuno avvicinarsi;
è una bambina con i capelli ricci e scuri, la pelle chiara,
che si
avvicina ad Harry e “mamma” lo chiama,
piagnucolando.
Nick potrebbe morire
sedutastante.
“Mamma”
ripete la bambina,
avvicinandosi alle gambe lunghe di Harry e tirandogli un lembo della
camicia. “Papà continua a nascondermi
Boo!”
Harry lancia a Nick
un'occhiata di
scuse, prima di prendere la bambina in braccio e sorriderle
rassicurante. Le asciuga le lacrime sulle guance, dandole poi un
piccolo bacio sulla punta del naso.
“Oh, amore, lo
sai che papà fa
sempre così. Ti presento Nick” cambia argomento,
tornando a
guardarlo, “un amico di mamma.”
La bambina esita un
secondo, come
ricordandosi di cosa deve fare, poi tende una manina paffuta;
“ciao”
mormora, tirando su col naso, “io sono Lizzie.”
Nick le prende la mano e la
stringe, e
compie il grandissimo errore di guardarla negli occhi; sono grandi e
azzurri, tendono ad andare leggermente verso il basso, e oh,
non è difficile intuire da chi ne abbia ereditato il colore
e la
forma.
“Hai visto?
È bravissima!”
commenta Harry, entusiasta, e Nick può solo immaginare cosa
debba
provare nell'accertarsi di quelle piccole vittorie, come debba essere
bello avere un figlio ed educarlo, crescerlo, stargli sempre accanto.
Lizzie si nasconde
nell'incavo del suo
collo, scostandosi un momento solo per spostargli i capelli lunghi e
ricci da lì perché non le diano fastidio. Harry
inizia a cullarla,
come facendola ondeggiare di poco per tranquillizzarla.
“È tua
figlia?” ostenta Nick,
fissando la bambina con un'espressione semi sconvolta, di certo poco
carina. Harry, però, annuisce sorridendo, senza scomporsi.
“Tua
tua?” specifica, cercando di fargli capire
cosa intenda.
“Mia mia”
conferma Harry,
con una risata leggera, ingentilita rispetto a quella che Nick
è
abituato a sentire. “Tenuta in grembo da me in
persona.”
Nick fa del suo meglio per
non
irrigidirsi, ma probabilmente la cosa non deve funzionare,
perché
Harry lo guarda comprensivo. “So che è
strano” afferma,
tranquillo, “ma è da tanto che ho fatto
l'operazione. Sette anni.”
Parla a voce più
bassa, è ovvio che
voglia ancora tenere nascosto qualcosa a Lizzie; di certo le
racconterà tutto quando sarà più
grande. “Entrambi volevamo un
bambino” racconta Harry, dimenticandosi di specificare a chi
si
riferisce, “ma sognavamo che fosse solo nostro, invece di
ricorrere
all'adozione. E così” scrolla le spalle, adesso
molto meno larghe,
con naturalezza, “eccomi qui.”
Accarezza i capelli ricci
della sua
bambina, e immediatamente un sorriso dolce, materno, si fa spazio
sulle sue labbra; “eccoci qui,
anzi” si corregge, ed ha
uno sguardo così tenero negli occhi che, improvvisamente,
Nick pensa
che sia giusto così. Che non importa se Harry sia stato un
maschio,
che se è felice lui allora è tutto a posto.
“E poi,
diciamocelo, sei sempre stato
un po' donna” riesce addirittura a scherzare, scoppiando a
ridere.
Poi guarda Lizzie: “quanti anni ha?” domanda,
incuriosito.
“Liz, tesoro, fai
vedere a Nick
quanti anni hai” la incita Harry, alzando di poco la spalla
su cui
la bambina ha posato la testa. Lei si risolleva ed esibisce tre dita;
Harry le lancia uno sguardo poco convinto, e lei si concentra e
mostra un altro dito.
“Quattro”
afferma poi, con un
sorriso sdentato con tanto di fossette sulle guance.
“Dio,
Harry” Nick sorride con lei,
“ti somiglia così tanto. E, spero di non
sbagliarmi, ma somiglia
anche a-”
“Amore! Amore,
dove sei?”
E, davvero, come potrebbe
ora Nick
avere dubbi? C'è solo un pazzo che potrebbe urlare nel bel
mezzo di
un centro commerciale -con quel marcato accento di Doncaster, poi.
Naturalmente, si riferisce
a Louis
Tomlinson. Lo stesso Louis Tomlinson che, spuntando dal nulla,
affianca Harry posandogli una mano sui fianchi stretti, con un
atteggiamento protettivo che evidentemente non ha mai lasciato; anzi,
ora che Nick ci fa caso, i fianchi di Harry sono invece leggermente
più rotondi, evidentemente per permettere le gravidanze.
Inizialmente Louis non fa
caso a lui,
si limita a posare un bacio sulla guancia di Harry e ad avvicinarsi
poi alla piccola Lizzie, mostrandole un coniglio di peluche e
ridacchiando tra sé e sé. La bambina sgrana gli
occhi azzurri
identici a quelli dell'uomo davanti a lei, si sporge dalla spalla di
Harry e “Boo!” strilla, tendendo le braccia per
afferrare quello
che dev'essere il suo peluche preferito. Louis ride, soddisfatto, e
glielo lascia prendere.
“Devi smettere di
portarmi via Boo,
papà” dichiara Lizzie, con tono severo,
“Boo è triste quando
non sto con lui.”
“Non dovrebbe
essere un orsetto?”
si intromette Nick, confuso. Solo allora Louis si accorge della sua
presenza.
“Gli orsetti sono
poco originali”
ribatte la bambina, con aria di superiorità. Nick
è quasi divertito
dal modo in cui la sua personalità cambi quando
c'è Louis intorno;
quasi, per l'appunto. Quell'idiota ha contagiato
anche sua
figlia con le sue ossessioni megalonime.
Louis lancia uno sguardo
veloce, ma
preoccupato, a Harry; Nick ne è sicuro, che teme che glielo
porterà
via di nuovo, al pari di come lui ha appena fatto con il coniglietto
Boo per sua figlia. Imprime meglio la forma dei polpastrelli nel
fianco di Harry, e Nick la nota: una fede fa capolino sul suo
anulare, e anche Harry ne ha una nello stesso posto.
“Lou, ti
ricorderai di-”
“Nick”
si affretta a completare la
frase Louis al posto suo, tendendogli una mano. Lui e Lizzie hanno lo
stesso sguardo diffidente negli occhi, sua figlia deve aver preso
proprio da lui, oppure quello di fidarsi poco di Nick dev'essere un
qualcosa di tipico tra i Tomlinson. Nick rifiuta la sua mano,
rispondendo con un sorriso quasi sincero; “non fare l'idiota,
Tomlinson” chiarisce, “non sono venuto qui per
rubarti Harry di
nuovo. Ci siamo incontrati per caso.”
“Mamma”
Lizzie li interrompe,
guardando incuriosita Nick, “è già la
settima volta che qualcuno
ti chiama Harry.”
“Oh, le hai
contate?” ridacchia
Louis. Lizzie annuisce convinta, mostrando anche le dita come
conferma; se ne dimentica una, ma il concetto resta quello e Louis
ride ancora tra sé e sé.
Harry alza gli occhi al
cielo, però
non smette di sorridere nemmeno per un secondo. “D'ora in poi
dovrai ricordarti di me come Harriet, Nick” spiega, non senza
un
certo orgoglio, “Harriet Tomlinson.”
Nick vorrebbe fare a pezzi
il sorriso
soddisfatto che si disegna sulle labbra di Louis, ma per non
traumatizzare Lizzie decide di lasciare perdere.
“Quindi, come
vedi, noi ci siamo
sposati e abbiamo una bambina” commenta Louis, e Nick non
può che
constatare che sia rimasto sempre lo stesso stronzo, “tu hai
combinato qualcosa di altrettanto buono nella vita?”
Nick accenna al suo
carrello della
spesa, storcendo il naso per il fastidio mentre Harry- Harriet
lancia un'occhiata di rimprovero a suo marito. “Sono le
medicine
per il mio ragazzo” racconta, “lui si è
preso la febbre. Stiamo
insieme da tre anni, pensiamo di sposarci a breve e di
adottare.”
Non è vero; ma
deve nascondere in
qualche modo il pensiero che, seppure più giovani di lui,
Harry e
Louis abbiano già creato una famiglia tutta loro e abbiano
davanti
un bellissimo futuro.
“Buona fortuna,
allora” augura
candidamente Louis, e Nick non capisce bene a cosa si riferisce, ma
“grazie” bofonchia, prima di vedere il sorriso
dell'uomo
allargarsi.
“Per il tuo
ragazzo, intendo”
specifica genuinamente, e se non ci fosse Harry Nick deciderebbe
probabilmente di fregarsene dei possibili traumi di Lizzie di
picchiare selvaggiamente suo padre.
“Dai, Louis,
smettila” sospira
Harry, roteando gli occhi. Lizzie agita i piedi, richiamando su di
sé
l'attenzione; “voglio scendere” si lamenta, prima
che lui la
rimetta a terra.
La bambina comincia a
correre, sparendo
dietro il reparto giocattoli. “Non correre!” le
raccomanda Harry,
ma è già lontana e Louis sorride tra
sé e sé, sapendo che
comunque correrà lo stesso.
“Quindi”
Nick si schiarisce la
voce, sollevato dall'assenza della bambina, “non sei proprio
cambiato, Louis. Pensa, ti vorrei spaccare la faccia come il primo
giorno che ti ho visto.”
Si affretta ad aggiungere,
prima che
Louis replichi, stavolta con tono gentile, “anche tu, Harry,
sei lo
stesso. Solo, beh, con qualcosa di
diverso.”
“Oh, sul
serio” sorride Harry,
scuotendo la testa, “dimentica quel nome. Ormai nessuno mi
chiama
più così.”
“Davvero?”
domanda Nick, stupito.
“Beh, tranne lui, qualche volta” si corregge Harry,
facendo cenno
a Louis, che annuisce con un sorriso irritante.
“Quando
facciamo l'amore” spiega, e Harry arrossisce come da copione,
“sai,
nella foga del momento...”
Nick sta quasi per
invidiarlo, ma
rabbrividisce subito dopo; “per me tu sarai sempre attraente,
Haz”
commenta, schifato, “ma il pensiero di farlo con una donna mi
fa
venire da vomitare.”
Harry scoppia a ridere;
“questo non è
un problema per Louis” risponde, divertito. In effetti, ora
che ci
pensa, qualche volta Harry gli aveva accennato che Louis fosse
bisessuale.
“Quindi lui
è il padre naturale?”
chiede, e la genetica non gli è mai parsa così
interessante.
“Naturalissimo”
ride Louis.
“Parto cesario,
però” racconta
Harry, "altrimenti sarebbe stato troppo pericoloso". Sembra che si aspetti già tutte quelle domande, tanto
da
conoscerle prima ancora che vengano poste; di certo si è
già
ritrovato a spiegare agli amici più stretti, o a quelli che
lo
erano, quanto è accaduto.
Nick annuisce, lancia
subito dopo
un'occhiata al proprio orologio da polso. “Si è
fatto tardi”
commenta, “Matt sarà agonizzante.”
Harry ridacchia e
“vi auguro tanta
felicità, Nick” sorride, sincero, prima di
stringerlo di nuovo in
un abbraccio.
Lizzie torna correndo dai
genitori,
rallentando il passo un attimo prima che sua madre
si volti
verso di lei. “Mamma, papà” domanda, con
un sorriso innocente,
“di là c'è una bambola bellissima.
Piace anche a Boo. Potete
comprarcela? Per favooore!” li prega, facendo gli occhioni
dolci.
Louis annuisce e la solleva
da terra
come se non pesasse nulla, facendola sedere sulle proprie spalle,
tenendola dalle caviglie. “Sono un gigante!”
esclama la bambina,
sentendosi altissima. “Sono più alta di te,
Nick!” commenta, con
un'espressione soddisfatta in volto.
“Potresti
schiacciarlo, Liz”
aggiunge Louis, e Nick fa di nuovo affidamento sul suo autocontrollo
per non rispondere nei modi più maleducati che conosce.
“A presto,
allora” augura soltanto,
facendo come per andarsene. Ma Lizzie lo ferma chiamando il suo nome
a gran voce.
“Lo sai che mamma
aspetta un
fratellino?” annuncia, con un sorriso entusiasta sul viso e
gli
occhi azzurri che brillano. “Non lo dire a nessuno,
perché lo
sappiamo da poco” prosegue sottovoce, “pensa che
papà e mamma
non me lo volevano dire. Ma io li ho sentiti parlarne e dire proprio
così! E io lo so che sarà un fratellino: Boo me
lo ha detto! Un
fratellino, un fratellino!” strilla la bambina, agitandosi
sulle
spalle di Louis, che la tiene al sicuro in una presa ferma nonostante
i suoi movimenti.
Nick solleva le
sopracciglia,
chiedendosi se stia scherzando, ma quando abbassa gli occhi sul
ventre di Harry si accorge, effettivamente, di un piccolo
rigonfiamento. “Solo da un mese e mezzo” conferma Harry,
un sorriso tanto timido quanto felice sul viso, gli occhi che
splendono di felicità.
“Tanti auguri,
allora!” sorride
Nick, e stavolta è un sorriso completamente sincero, rivolto
anche a
Louis. Vedendo Harry così contento, non può che
esserlo anche lui.
“Posso fare la
damigella al tuo
matrimonio?” li ignora Lizzie. “Posso aiutarti a
scegliere il
vestito? Posso vedere con chi ti sposi? Posso scegliere il nome di
tuo figlio? Posso-”
“Ehi, frena,
principessa!” scoppia
a ridere Louis, interrompendola.
“Non sono una
principessa!” si
dimena Lizzie, imbronciandosi. “Sono una super eroina! Sono
Super
Lizzie!”
Lancia il suo peluche a
terra, prima di
portarsi teatralmente le mani sulla bocca a forma di cuore.
“Oh,
no! Super Mamma” si rivolge ad Harry, che ride tra
sé e sé, “Boo
è in pericolo! Super Papà, salviamolo!”
“Ma certo! E
Super Nick ci darà una
mano! Vero, Super Nick?”
Louis lo fissa, in attesa,
con un
sorriso complice; Nick stenta a credere che con quel gesto gli stia
offrendo una tregua, ma accetta lo stesso l'offerta perché,
in
fondo, Louis sembra un padre perfetto. Si china a raccogliere Boo da
terra e lo porge alla bambina, che lo stringe forte al petto prima di
venire sgridata da Harry: “sarà sporco,
adesso” le spiega lui
con pazienza, “a casa gli facciamo il bagno, ma adesso non
tenertelo così addosso.”
Lizzie, per ripicca, lo
abbraccia
ancora di più. “A Boo non piace il bagno! L'acqua
gli entra nelle
orecchie!”
“Allora butteremo
nella vasca sia te
che lui!” minaccia scherzosamente Louis. Anzi, in
realtà è
serissimo, Harry lo sa già e sorride alzando gli occhi al
cielo.
Nick si accorge di essere
di troppo;
quella che ha davanti a sé è una perfetta
famiglia felice, e lui
non c'entra niente.
“Beh, vi
saluto” sorride, “ancora
tanti auguri. Ci vediamo” dice, prima di allontanarsi mentre
Lizzie
agita la manina e gli sorride, con lo stesso sorriso di Harry e le
fossette più in vista sulle guance.
Questa sera, quando Nick
tornerà a
casa, farà a Matthew una proposta di matrimonio;
perché, stavolta,
anche lui è pronto ad amare con ogni più piccola
parte di sé.
E, come hanno fatto Louis e
Harry, a
cambiare tutto.
Sì,
piacere, sono la pazza. ♥
So
benissimo -o almeno, credo- che tutto ciò che ho scritto in
questa
storia è sostanzialmente impossibile; ma chi se ne frega,
è una ff
e spero tanto che vi sia piaciuta. ♥
(Anche
se senza un motivo preciso, è dedicata a Caroline,
perché le voglio tanto bene ed è la dolcezza!)
Quindi,
uhm, basta. Se vi va di leggerla, qui la mia long
Larry, qui il mio twitter
e qui il mio ask
.
Spero
di avervi strappato un sorriso, a presto! ☺
Seele
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