( Disclaimer -
L'immagine, così come i personaggi trattati nelle seguente
fiction, non mi appartiene, ma è tratta da un'artista di
DevianArt.)
L'imperatore
teneva tra le braccia un fagottino bianco, stretto a
sè con fare circospetto e geloso, quasi come se fosse uno
dei suoi stessi figli. Non avrebbe lasciato mai a nessuno di fargli del
male. Non fino a quando lui stesso fosse rimasto in vita.
Il piccolo
Italia, curioso ancor più di prima, cercava di vedere il
bambino, ma dato il divario di altezza che c'era tra lui e il sovrano,
tutti i suoi tentativi fallirono miseramente.
Vista la
delusione dipinta sul paffuto visetto della Nazione, Carolus gli
sorrise dolcemente, cosa che nessuno, tanto meno Vaticano o Italia, si
sarebbe aspettato da un uomo del suo rango, e gli chiese:'' Giovane
Italia, vorreste tenerlo in braccio?''
''
Ve...
si, mi piacerebbe tanto!'' esclamò subito il bambino,
dimenticando tutto il protocollo che suo zio aveva cercato di
impartirgli con tanto impegno e fatica. Sapeva che l'anziano
rappresentante del Vaticano, proprio dietro di lui, era arrossito, a
metà tra l'ira e l'imbarazzo, ma non gli
interessava. La sua attenzione, dopotutto, era tutta per quel fagottino
tra le braccia dell'imperatore franco.
'' Fate
attenzione - lo avvertì Carolus - E' molto piccolo, e
potreste non sapere come tenerlo in braccio senza fargli male.''
'' Ve... non si preoccupi! Ve...''
Italia,
nonostante l'apparenza, era molto più vecchio dello stesso
Imperatore, e anche se non aveva mai avuto l'occasione di tenere in
braccio un bambino, sarebbe stato attento, avrebbe cercato di non
fargli male.
Ma, appena lo
prese in braccio, il bambino, fino ad allora rimasto placidamente
addormentato, si svegliò.
'' Ve... scusa, scusa,
scusa. Non volevo svegliarlo, ve '' fece
spaventato l'italiano, temendo di aver fatto, involontariamente,
qualcosa di sbagliato. Adesso si che suo zio Vaticano si sarebbe
veramente arriabbiato con lui!
Tuttavia, il
sorriso che gli rivolse l'Imperatore, lo tranquillizzò. ''
Non preoccupatevi, non gli avete fatto male. Anzi, siete stato molto
attento.''
'' Ve... ma perchè
si è svegliato?''
'' Vi
avrà riconosciuto come colui che dovrà proteggere
in futuro '' fu la semplice risposta del franco, mentre il bambino
continuava a tenere i suoi occhietti fissi sull'altra Nazione. E mai
Italia aveva visto degli occhi di un blu così bello, tanto da
rivaleggiare con il colore del mare. Ah, come gli sarebbe piaciuto
riuscire a riprodurre quel colore su un quadro!
'' Ve... ciao. Io sono
Italia. Benvenuto, Sacro Romano Impero '' lo salutò
Feliciano, preferendo semplificare il nome dell'Impero appena nato,
ritenendo troppo noioso e difficile da imparare il nome in latino,
seppur sua lingua madre.
Il piccolo sembrò apprezzare il suo nuovo nome, e gli sorrise.
'' Ve... gli piaccio!'' esclamò allegro Italia, ricambiando
il sorriso sdentato dell'infante. Era l'inizio di qualcosa che avrebbe
unito le due Nazioni, nel bene e nel male, in pace e in guerra, per i
secoli a venire.
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