the paradise that you are WSEO
Dedico a te questa storia,
che sei la mia anima e il mio
respiro,
sperando che un giorno troverai
una persona come Luke
a salvarti da tutti i mali di
questo mondo.
E la dedico un po' anche a me,
sperando di trovare, un giorno,
una persona che riesca a
salvarmi da me stessa.
WE SAVE EACH OTHER
°giovedì
20°
"Luke Hemmings" dico, e lo
sento sorridere anche nel buio.
Sono seduta sulle sue gambe,
siamo nel letto, la sua schiena è appoggiata al muro.
"Mmm" mugola, invitandomi a
proseguire.
"Luke Robert Hemmings"
stavolta la mia voce è più seria e anche lui se
ne accorge.
Ho un po' di paura a
chiedergli ciò che voglio chiedergli, ho paura della sua
reazione.
"Qual è il tuo
segreto?" sussurro, premendo la mia fronte sulla sua.
Lui respira affannosamente,
anche se cerca di non farlo notare.
Probabilmente ha chiuso gli
occhi, e mi tiene stretta sui fianchi.
"I-Io..." balbetta.
Non l'ho mai sentito
balbettare prima.
"Luke, non serve che tu me lo
dica ora, se non ti senti di dirlo. Aspetterò tutto il tempo
che c'è da aspettare. Voglio soltanto cercare di capire
perchè sei così, non che ci sia qualcosa di
sbagliato, ma voglio capire perchè delle volte ti
è così difficile relazionarti con le persone,
perchè sei così timido. A guardarti nessuno lo
direbbe. Io voglio aiutarti, ma devi decidere tu quando dirmelo, quando
hai voglia tu, quando te lo senti.
Tutti abbiamo un segreto, il
mio già lo sai; so come ci si sente, ti capisco Luke, non
devi preoccuparti con me. Non è facile, ma da qualcuno
bisogna farsi aiutare.
Aspetterò." gli
parlo dolcemente, accarezzandogli il viso.
Lui, dopo aver assorbito
quelle parole, mi bacia a stampo e mi sussurra un "Ti amo piccola".
Ha delle belle labbra, anche
con quell'annellino intorno, forse da un tocco speciale. Mi piace
sentirle curvarsi in un sorriso sulle mie.
"Dovremmo dormire" gli dico
ridacchiando.
"Io non ho sonno" dichiara lui.
"Nemmeno io. Che facciamo?"
"Guardiamo un film"
"Va bene"
"Tu cosa vorresti fare?"
"A me va bene qualsiasi cosa,
se la facciamo assieme"
Sorride ancora e mi bacia, io
ricambio, finchè non si alza - con me in braccio - e scende
le scale.
La luce, nonostante fosse
debole, fa male agli occhi per il contrasto del buio di poco prima;
quindi nascondo il viso nell'incavo del suo collo, e lo sento muoversi
come se gli avessi fatto il solletico.
Si siede sul divano tenendomi
sempre sulle sue gambe, e prende il telecomando per fare una carrellata
dei film.
Io lo guardo, anche se
più che altro sembra che stia cercando di scavargli un buco
nella guancia con gli occhi, ma è così bello.
Non ho mai visto una persona
come lui, che al primo impatto non ha nulla di innocente, anzi sembra
un 'bad boy', se così possiamo dire, ma basta restare
qualche secondo a guardarlo, a guardare quegli occhi che sembrano
l'oceano, per vedere comè realmente.
La dolcezza, la
determinazione, il coraggio e l'innocenza.
Sono queste le cose che mi
vengono in mente guardandolo, che direi se qualcuno mi chiedesse di
descriverlo.
Persa nei miei pensieri non mi
sono nemmeno accorta che anche lui mi sta guardando e, quando mi
risveglio da quella trance, vedo i suoi occhi che mi
guardano; lo vedo sorridere, non posso far a meno ricambiare e di
abbracciarlo forte.
E' proprio vero che Luke
Hemmings dà gli abbracci migliori.
Scosto un po' la testa per
riuscire a baciarlo, ma lui si scansa.
"Perchè non mi vuoi
baciare?" dico un po' sconvolta e contraria.
"Perchè se mi
abituerò ai tuoi baci sarà la fine" dice
sorridendo maliziosamente.
"Oh, lo so che sarà
la fine" ribatto, prendendogli il viso con le mani e riuscendo a
baciarlo.
[ . . . ]
Il film stava per finire e noi
eravamo accoccolati sul divano, con due tazze di the fumanti in mano e
la copertina di pile sopra.
"Ma gli altri stanno sempre
fuori?" gli chiesi guardandolo, non vedendo ancora Ashton, Calum e
Michael.
"Vai a sapere te cosa fanno"
"Non credo di voler venire a
conoscenza di questa cosa, veramente"
"Che facciamo domani,
cioè oggi pomeriggio?" domandò lui,
accarezzandomi i capelli.
"Usciamo"
"Quando devi tornare a casa?"
"Vediamo, ormai è
giovedì, quindi domani" risposi tristemente.
"Di già?" fece il
labbruccio.
"Preferirei mille volte
rimanere qui a Londra con te Luke, ma devo tornare a scuola, purtroppo".
"Mhmh" mugugnò
rassegnato.
"Comunque ci vediamo a inizio
marzo, alle vacanze di carnevale, è sempre una settimana"
"Sì. Ora andiamo a
dormire", così dicendo spense il televisore e mi prese la
mano, guidandomi fino al piano di sopra, dove ci buttammo sul letto e
ci addormentammo coccolandoci.
[ . . . ]
"Piccola sei pronta?"
urlò Luke dal salotto.
Probabilmente è
già mezz'ora che mi aspetta.
"Un secondo!" gli risposi
sempre urlando, dalla sua camera, mentre mi infilavo le scarpe cercando
di tenere l'equilibrio.
Scendo di corsa le scale
qualche minuto più tardi, cercando il giubbotto e la sciarpa.
Mi giro a guardare il ragazzo
appoggiato alla parete di fianco alla porta e sorrido nell'ammirarlo.
Indossa jeans neri attillati,
con la giacca college; porta un cappello nero, da cui ha lasciato fuori
solo il ciuffo. Sorride, con un sorriso che normalmente ti fa venir
voglia di prendere a sberle quella persona, ma che in lui completa solo
l'aspetto già perfetto.
E poi aveva quell'annellino
nero, che era un qualcosa di troppo attraente.
"Che cos'hai ora?" chiese
quasi sconsolato.
"Nulla, è che ho un
bel moroso" dissi, avvicinandomi per abbracciarlo; appoggio il mento
sul suo petto, guardandolo.
Lui si abbassò e mi
baciò, per poi prendermi la mano ed uscire.
C'era un leggero venticello,
ma non di quelli freddi freddi di febbraio, e le nuvole sembravano aver
lasciato spazio a qualche raggio di sole.
Ci incamminammo verso il
parco, chiaccherando del più e del meno, spintonandoci ogni
tanto se uno faceva una battuttina sull'altro.
Arrivati all'entrata dell'Hyde
Park decidiamo di perccorrere il sentiero principale, fino ad arrivare
al piccolo lago dall'altro lato.
Luke passò il
braccio sulle mie spalle e io gli strinsi la mano che penzolava con la
mia.
C'erano anche altre coppiette
che camminavano come noi, e anche gruppi di ragazzi che correvano e
schiamazzavano, oppure qualche nonno con i nipotini.
Caminammo in silenzio per un
po', strinendoci l'una all'altro, guardando le persone che ci
camminavano attorno e ammirando la maestosità del parco,
finchè Luke non si decise a parlare.
"Cosa facciamo quest'estate?"
domandò senza guardarmi, come se fosse imbarazzato.
"Facciamo?" domandai io di
risposta, giusto per stuzzicarlo, e perchè in effetti non ci
avevo ancora pensato; non a cosa avrei fatto con lui, perlomeno.
"Annie... io e te, cos'altro
volevi che intendessi!?" rispose guardandomi e gesticolando con la mano.
"Boh, è che non ci
avevo pensato a dire il vero. Avevo pensato che tu fossi occupato con i
ragazzi, a registrare o magari in tour da qualche parte"
"E ciò significa
che tu non possa venire con noi, o che non possiamo passare un po' di
tempo assieme? Non essere ridicola. Sai che anche ai ragazzi farebbe
piacere che tu fossi con noi" disse in tono brusco. Poi, vedeno la mai
espressione, aggiunse: "Non sei un peso piccola, non preoccuparti. A me
farebbe molto piacere se tu venissi in Australia, o qui a Londra o
d'ovunque saremo.
E mi piacerebbe anche venire a
trovarti in Italia; potresti farmela conoscere un po', e magari
potremmo visitare qualche città. Non so, è
un'idea" e così dicendo mi baciò la guancia.
"Sarebbe molto carino da parte
tua venire in Italia per visitare qualche città, davvero"
risposi eccitata dall'idea, con la scena già proiettata
nella mente di noi due a Roma, mentre gli racconto della Cappella
Sistina e lui sta col naso all'insù ad ammirare i dipinti; o
magari a Verona, la città dell'amore, mentre io sono
affacciata al balcone di Giulietta e lui sotto fa il deficiente
cercando di imitare Romeo.
"Perchè ho come la
sensazione che tu ti sia già fatta dei filmini mentali e
abbia già cominciato ad organizzare il tutto?" Luke, con la
sua voce armoniosa, mi riportò con i piedi per terra.
"Perchè
è vero - cerca di imitare risata maligna - vedrai, ti
porterò in un sacco di posti meravigliosi!
E poi sarei molto contenta di
venire in Australia. Potremmo andare a surfare tutti i giorni;
però poi dovrai farmi vedere anche tu delle
città, e..." parlavo con foga, quando fui bloccata da un
bacio, un altro e un altro ancora.
"Non avevo intenzione di
fonderti anche gli ultimi neuroni rimasti vivi, piccola, io avevo
soltanto chiesto cosa facciamo quest'estate" nel mentre lo diceva,
sembrava trattenere le risate.
"Bhe, ci divertiamo e stiamo
assieme" risposi, baciandolo nuovamente.
"Bene, vedo che ci siamo messi
d'accordo" mi baciò "e ora continuiamo la nostra
passeggiata, altrimenti non ci arriveremo mai a quel lago" disse,
passandomi un braccio dietro la schiena e prendendomi il fianco.
[ . . . ]
Camminammo parecchio, e quando
arrivammo in prossimità del lago, il sole
cominciò a tramontare; così prendemmo due
frittelle riempite di nutella e ci sedemmo su una panchina vicino alla
riva. Restammo lì, appoggiati l'una all'altra, a guardare
quella palla rosso fuoco che si nascondeva dietro gli alberi.
"Penso che domani
farò finta di averti rapita" disse ad un certo punto Luke.
"Amore, te l'ho già
detto, devo tornare a casa. Ho anche cercato di convincere mio
papà a farmi rimanere almeno fino a sabato, ma è
stato irremovibile.
Mi dispiace tanto. E'
difficile vivere distanti, lo so, ma..."
"Non devi preoccuparti, io ti
amo Annie e non mi interessa se veniamo da due luoghi che sono uno
all'opposto dell'altro"
"Luke, giuro che se non perdi
quest'abitudine di interrompermi mentre parlo, te la faccio perdere io,
ma in un modo poco gentile!" gli dissi puntandogli un dito contro; "E'
fastidioso, davvero!" e così dicendo incrociai le braccia al
petto e mi girai dandogli le spalle, facendo l'offesa.
Luke si mise a ridere di
gusto, per poi abbracciarmi da dietro e lasciandomi alcuni baci sul
collo.
"Ok, non lo faccio
più, prometto".
"Però... potrei
esser interessato a conoscere questo modo poco gentile di cui parlavi"
dicendolo aveva riappoggiato la schiena alla panchina e aveva messo un
braccio sul bordo, con la mano appoggiata al mio fianco.
Mi girai per guardarlo
malissimo e lui sorrise maliziosamente, muovendo le soppraciglia.
Gli tirai una pacca sul fianco
e gli dissi: "Sei un coglione Hemmings. Non intendevo nulla di quello a
cui stai pensando tu".
"Oh, immaginavo, in fin dei
conti tu sei una piccola bambina innocente, non pensi mai male, no, no"
si avvicinò e mi baciò cingendomi la schiena.
"Appunto, non puoi dubitare di
me" dissi ridendo sulle sue labbra "e non sono una bambina",
puntualizzai.
"Sei la mia bambina, che
è diverso", e rise vedendo la mia espressione contrariata.
La serata passò nel
migliore dei modi.
Ci eravamo uniti a Michael,
Calum e Ashton; andammo a mangiare in un pub e ridemmo un sacco.
Tornammo poi a casa, facendo
una specie di immenso pigiama-party, giocando alla play e facendoci
scherzi a vicenda fino a notte inoltrata, quando crollammo sui divani,
o sul pavimento -, a seconda delle preferenze.
"Buona notte Annie"
canticchiarono i coro.
Scoppiai a ridere e
"Buonanotte 5 Seconds of Summer" dissi.
°venerdì°
"Hai preso tutto quanto?" mi
chiese Ashton affaciandosi alla porta del bagno.
"Si, mi manca mettere alcune
cose nella valigia" risposi scansandolo ed entrando in camera di Luke
per sistemare le ultime cose.
Poco dopo entrò
Michael facendo finta di piangere e mentre io lo guardavo sconvolta, mi
abbracciò.
"Non puoi andartene di
già, non è giusto - finto singhiozzò -
mi mancherai, non andartene, non abbandonarci. Abbiamo bisogno di una
donna che si prenda cura di noi in questa casa" a questo punto scoppiai
a ridere e, baciandolo sulla guancia, gli dissi che se mi avesse
lasciato finire di sistemare i bagagli lo avrei riabbracciato.
"Okay" e così
dicendo si sedette sulla punta del letto e mi guardò,
aspettando come un bambino piccolo.
Quando dopo poco tornai ad
abbracciarlo, si unì anche Calum, e dovetti sopportare due
'uomini' che si lamentarono e singhiozzarono nelle mie orecchie.
"Non è che scappo
per sempre, eh!" dissi quando decisero che era abbastanza.
"Anche perchè in
quel caso ti verremo a prendere noi, e ti legheremo a qualcosa che ci
porteremo sempre dietro" esclamò Ash mentre portava di sotto
la valigia e il borsone, per caricarle in macchina, e io lo seguii
sulle scale.
In salotto trovai Luke seduto
sul bracciolo del divano che guardava le immagini del televisore un po'
distrattamente e, quando mi vide, mi sorrise, allungando la mano per
prendere la mia e tirarmi verso di lui.
"Noi aspettiamo fuori"
annunciarono gli altri tre ragazzi, e si chiusero la porta alle spalle.
Mi sedetti sulla gamba
sinistra del biondo e lo abbracciai, cingendogli il collo.
"Mi mancherai piccola" disse
nell'incavo del mio collo.
"Anche tu Luke; cerca di
scrivermi più che puoi. E magari ogni tanto skyppiamo anche,
visto che non c'è molta differenza di orario;
Per il momento".
"Certo" e mi baciò
dolcemente, chiedendo accesso alla mia bocca, e lasciando che le nostre
lingue si intrecciassero, come se non volessero separarsi
più.
"Ora andiamo"
sussurò quando ci staccammo per riprendere fiato.
Io annuii leggermente, e poi
uscimmo, dimenticandoci la TV accesa.
[ . . . ]
"Mi mancherai piccola" disse
Ashton abbracciandomi.
Avevano appena chiamato il mio
volo, e stavo salutando i ragazzi prima di salire nell'aereo che mi
avrebbe riportato a casa.
"Anche tu Ash" risposi
scoccangoli un bacio sulla guancia, e stringendolo più forte
che potevo.
Avevo già salutato
Michael e Calum, e mi mancava solo Luke, che in quel momento tornava
dalla toilette.
Lo raggiunsi a metà
strada, in modo che fossimo un po' appartati dagli altri ragazzi, e lo
abbracciai di slancio.
"Devo andare amore" gli dissi
dopo poco.
"Okay, chiamami quando arrivi"
si raccomandò.
"Daccordo. Ti amo" sussurrai
alzandomi sulle punte dei piedi per baciarlo.
"Anche io ti amo" disse
stringendomi più forte.
"Ora vai".
Gli sorrisi per poi tornare
dagli altri a prendere la borsa, mentre lui si avvicinò
lentamente.
Prima di entrare nel tubo che
era stato collegato all'aereo mi girai per salutarlo con la mano, e
loro ricambiarono, sorridendo.
Ringrazio infinitamente Veins
per il meraviglioso banner che ha creato C;
- Come with me.
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