A love Device
Hayate
sospirò, guardando quella ragazzina che stava nel suo
letto. Riusciva a ritornare all’aspetto di quando aveva
tredici anni, per ora,
ma non riusciva a fare nulla di più. La mora non era mai
stata una lolicon, ma
le andava bene così. Si chinò a darle un bacio
sulla guancia, facendola girare
e aprire gli occhi. “Non stavi dormendo?” Rise e Hayate
si accorse quanto le fosse mancata
quella risata.
“Certo,
credici. Avevi molte faccende da sbrigare?” Annuì,
prima di stendersi accanto a lei. Ormai, il loro unico tipo di discorso
riguardava il lavoro, e raramente parlavano di altro. Al contrario di
Reinforce, lei aveva mantenuto tutte le sue memorie, ma non lo nominava
mai.
Hayate
la strinse a se, accarezzandole i capelli grigi. Le
piaceva stare così, tenerla tra le braccia teneramente
mentre cedeva alla morsa
di Morfeo. Ma a quanto sembrava, quella sera Dearche voleva parlare.
“Hayate,
mi puoi togliere una curiosità?” la ragazza le
dava
le spalle e così non poteva vedere se aveva annuito e fu
costretta a
rispondere. “Certo.”
“Sei
stata con qualcun’altra dopo
l’incidente?” – il Device
non si riferiva mai alla propria morte con quel termine, e la chiamava
sempre
‘incidente’. Quella frase ebbe su Hayate lo stesso
effetto di una secchiata di
acqua gelida, facendole passare il sonno.
“Perché
me lo chiedi?” le chiese, mettendosi a sedere.
“Curiosità,
e non mi hai ancora risposto.” Dearche rimase
stesa ed Hayate non riusciva a vederla in viso, ma sapeva che aveva
l’espressione seria e imperturbabile che ultimamente aveva
sempre.
“No,
non ho avuto un’altra relazione dopo che sei morta.
Diciamo che si fa carriera in fretta quando per sette anni si pensa
solo al
proprio lavoro.” – Al contrario del frammento di
Linker Core di Reinforce,
quello di Dearche ci aveva messo anni prima di creare un Unison Device.
A
volte, pensandoci, Hayate si arrabbiava, ma non poteva lamentarsi
troppo.
“…ok”
a quella risposta la mora alzò gli occhi al cielo.
“perché ti preoccupi tanto? Hai paura che un
giorno torni e mi trovi a letto con
qualcuna?” Quando non ricevette nessuna risposta
capì di aver fatto centro, e
sorrise divertita, trattenendosi dal ridere.
“Davvero
ci hai
pensato? Diamine, sicura di stare bene, Dearche?” Lo schiaffo
arrivò senza
preavviso, e Hayate si massaggiò la guancia.
“Certo che l’ho pensato, idiota!
Mi tratti come se fossi tua figlia, non la tua ragazza! Cosa dovrei
pensare
scusa?! E poi, ho visto quell'idiota venire da te e
così...” i suoi occhi erano lucidi, segno che stava per
piangere e Hayate la
strinse a se. “Okay, hai ragione. Forse sono stata un
po’ fredda.”
“togli
il forse. Lo sei stata e basta.” Hayate rise, prima
che Dearche la zittisse con un bacio. “Hayate, ti voglio. E
non provare ad
inventare scuse, perché ricordo ancora come lanciare un
Excalibur.” Il suo
sguardo era così sicuro di se che fece sorridere la mora,
che si limitò ad
annuire, prima di ribaciarla. "Ti amo..." mormorò tra i baci la
ragazza.
"Anche io, idiota..."
Quando
Reinforce Zwei andò a svegliarle, la mattina
successiva, trovò i vestiti di Hayate a terra, vicino al
letto, e le due che dormivano
abbracciate e serene, coperte solo dal lenzuolo. Sospirando, il device
guardò l’orario,
decidendo di farle dormire un altro po’, immaginando che
avevano avuto una
lunga nottata.
Ed ecco un altra fan fict - breve- che va ad aggiungersi alla serie
creata da "mi dispiace" e "non posso amarti". E' ambientata qualche
settimana dopo che Vivio si confessa ad Hayate e viene rifiutata xD
Spero che non ci siano errori grammaticali o
ortografici. Alla prossima!
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