Ghiaccio bruciato
La
neve scende copiosa da nuvole esposte al gelo della notte. I fiocchi
cadono ovunque, sono bianchi, candidi, ma alcuni si tingono di rosso
sfiorando una macchia vermiglia che si apre sul petto di una donna
adagiata a terra, senza vita con gli occhi ancora spalancati per
l’orrore che continuano a fissarmi, non è la prima
volta che vedo un volto dipinto dalla paura ma come sempre rimango a
studiarlo cercando di memorizzare i suoi tratti.
Cancello tutte le tracce e inizio a camminare fino ad arrivare in mezzo
alla folla che si dirige in tutta fretta verso la stazione, prendo
posto accanto al finestrino, mi lascio catturare dal panorama ed inizio
a pensare a tutti i ricordi che mi è impossibile dimenticare
poiché ricordo tutto, ogni dettaglio. Fa parte del mestiere
sono un killer anche se, agli occhi dei altri, sono solo un ragazzo
alto e pallido. Altri
mi conoscono come quello che dipinge cose strane, credo che a nessuno
interessino i miei soggetti: sono solo particolari che agli occhi degli
altri sono insignificanti ma che attirano la mia attenzione
perché so che aspettano di essere presi in considerazione,
non posso odiarli per questo in fondo a chi può interessare
un gatto morto, una mosca intrappolata, un orologio rotto o
semplicemente un occhio terrorizzato?
Sono
arrivato a casa e mi metto subito vicino alla finestra, armato di
colori e pennelli, chiudo gli occhi e comincio a pensare a quello che
è accaduto poco fa, inizio a vedere una donna giovane con
due grandi occhi azzurri, labbra piene a forma di cuore, il viso
circondato da capelli biondi, inizia a parlare velocemente
domandandomi il motivo del mio ritardo e io rispondo porgendole una
rosa rossa come il sangue – Mi sono fermato a prendere una
rosa bella come te.
Lei
prende la rosa, io mi avvicino e la spingo contro il muro mentre in
mano stringo un pugnale, mi abbasso per baciare un’ultima
volta le sue labbra e, contemporaneamente spingo il pugnale nel suo
petto bevendo cosi il suo ultimo respiro.
Apro
gli occhi e inizio a mescolare colori e a dipingere con rapide
pennellate, ripeto l’operazione finché non ottengo
quello che voglio: il volto della donna che ho ucciso.
Prendo
il quadro e lo porto nella stanza dove non entra mai nessuno, lo metto
insieme a tutti gli altri fissando i volti delle persone che ho amato e
che mi hanno tradito; piano piano inizio a sentire le loro voci, come
se fossero accanto a me, esco immediatamente dalla stanza chiudendo la
porta a chiave e in quello stesso istante anche i loro bisbigli cessano.
La
notte non riesco a dormire, i volti di tutte le persone che ho ucciso
continuano a girarmi in testa, hanno uno sguardo accusatorio, cercano
risposte, mi aspettano. Mi alzo dal letto e accendo una
sigaretta, cerco di rilassarmi, di non pensare a loro, ma sono spinto
dalla mia mente a ritornare in quella stanza, e cosi mi ritrovo di
nuovo a fissare quei visi terrorizzati, inizio a sentire i loro
sussurri, mi metto le mani sulle orecchie ma loro continuano a parlare,
non si capisce cosa dicono, parlano tutti insieme, stringo ancora
più fortemente le orecchia ed inizio a tirarmi i capelli ma
non funziona, mi muovo, prendo il quadro più vicino e lo
lancio dall’altra parte della stanza, faccio la stessa cosa
con gli altri ma non basta, continuano a parlarmi, a chiedermi e io
sono senza risposte per la prima volta nella vita. Quasi istintivamente
prendo la benzina e la spargo per tutta la stanza e do fuoco, io resto
fermo a guardare quei volti per un’ultima volta e a bruciare
insieme a loro.
Angolo
Autore:
Ciao
a tutti
prima
di tutto grazie per aver letto quello che ho scritto e non ho molto da
dire solo che con questa storia ho parteciapto al contest Foglie
di Ghiaccio.
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