Subete o arigatō, okāsan.

di tsumetai
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Subete o arigatō, okāsan.

《Tre anni.》

La bambina, risvegliatasi dal suo sonno a causa di un rumore, simile a quello di una serratura che si apre e si chiude, si diresse verso l'ingresso, ancora assonnata e con gli occhi impastati dal, appunto, sonno.
Stroppicciandosi gli occhi e acquistando un po' di lucidità a quell'ora della notte, vide davanti alla porta d'ingresso, in piedi, la figura di sua madre: Aki.
Quest'ultima lavorava da mattina a notte, mai lamentandosi della sua stanchezza, se, naturalmente, provava questa sensazione. Era difficile dirlo: non mostrava nessun segno di stanchezza o fatica.
Accorgendosi della presenza della bambina, si voltò e le sorrise, uno di quei sorrisi che solo la Kino poteva regalare a sua figlia.
Era riuscita a mantenere se stessa e la figlia, Ai, da sola, senza nessun aiuto, cosa di cui pochi ne sono capaci.

 《Cinque anni.》

«Ti odio, mamma!» le parole della bambina furono seguite dal tonfo della porta, che si era chiusa sbattendo violentemente contro la serratura.
Era avvenuto un litigio tra madre e figlia, per un motivo assai banale.
Ai, un minuto prima di andarsene, vide dipinto sul volto della madre un'espressione triste, che non dimenticherà facilmente.
La bambina corse lontano da casa, al parco, dove, sedendosi e dondolandosi su un'altalena, rifletté sul comportamento con cui aveva trattato Aki. A poco a poco, si stava pentendo del suo atteggiamento nei suoi confronti, soprattutto ricordandosi della sua espressione.
La sera, quando la mora tornò a casa, aprendo la serratura della porta, il profumo familiare della sua cena preferita la avvolse, e la fece catapultare subito in cucina, dove consumò il suo piatto, sotto gli occhi materni della Kino, che le sorrideva dolcemente.

 《Diciotto anni.》

Senza neanche accorgersene, Ai era diventata più grande di Aki, ora più bassa e fragile di lei.
La figlia, divenuta col tempo una bella ragazza, con un futuro splendente davanti a lei, si chiedeva se, ora, sarebbe stata lei a proteggere la madre e, soprattutto, se ne sarebbe stata capace.
Quest'ultima, con il volto cosparso da leggere rughe per l'età, era sempre lì, accanto alla ragazza ormai diciottenne, regalandole sempre parole di conforto in caso si sentisse triste o giù di morale e, quando questa le disse dei suoi sogni, non espresse nessun opinione, le mise semplicemente una mano sulla schiena di Ai, con un sorriso. Sembrava volesse dire: «Se questi sono i tuoi progetti, portali a termine. Coraggio, io credo in te.»

 《Una settimana dopo.》

Ai aveva comprato un mazzo di rose bianche, con qualche giglio del medesimo colore sparsi qua e là, i preferiti di sua madre.
Correva per le strade di Inazuma-cho, verso casa sua, per far visita alla madre, dato che da un paio di giorni aveva cominciato a vivere da sola e procurarsi il necessario lavorando part-time.
Appena arrivò davanti al cancello di casa, fece un profondo respiro, ed entrando, vide la madre mentre stava annafiando i fiori del giardino.
«Buon compleanno, mamma» disse sorridendo alla Kino, che si era voltata, sorpresa dalla visita della figlia, ma allo stesso tempo felice. Prese in mano quel mazzo di rose e gigli, sorridendo di rimando alla mora. Probabilmente, quel mazzo di fiori, accompagnato dal dolce sorriso della figlia, era il miglior regalo che potesse ricevere.

~~~
«Grazie per avermi messa al mondo, mamma.
Sono felice di essere nata come tua figlia.»


 【c'era una volta, un sentimento chiamato felicità...】

... hola. (?) qua _shiawase, ex _hikari, ex caramellah. (??)
non so perché l'ho pubblicata ora.
le mie intenzioni erano quelle di pubblicarla per la festa della mamma, ma vbb.
avevo l'ispirazione. BD
ciao. (?)


_shiawase.~




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