Titolo: ~ShY~
Autore: HopeToSave
Genere: Romantico, Erotico
Personaggi: Wanda, Ian O’Shea
Rating: Arancione
Avvertimenti: One-shot, Spoiler!
~ShY~
{Wanderer}
- Wanda, guarda!
Mi voltai lentamente, quasi pigramente, ma, per via del mio nuovo corpo ospite, così
emotivo, venni presa da un moto di entusiasmo. L’acqua! L’acqua non c’era più! Il monsone
era terminato, ma non sapevo se esserne felice oppure triste, in fondo Petali Aperti alla Luna
proveniva da Seattle, una città coperta dalle nuvole e bagnata dalla pioggia per quasi tutto l’
anno e il sole mi infastidiva.
Però non potevo non esserne felice e imbarazzata, allo stesso tempo, in quanto con la fine
del monsone, sarei andata a dormire in stanza con Ian, il mio Ian.
Sentii le guance arrossire e lo stomaco attorcigliarsi: quando ero dentro il corpo di Melanie,
non avevo mai avuto la possibilità di provare queste emozioni con Ian, solo con Jared –
sobbalzai, al pensare quel nome.
Tornai a fissare Ian, che mi aveva chiamata, mentre sorrideva. Scacciai i miei pensieri, per
quel momento.
- Hai visto, Wanda? Il monsone si è ritirato, finalmente.
Sorrisi; lo facevo spesso, da quando avevo cambiato ospite, non potevo farne a meno,
soprattutto in sua compagnia. Anche Ian ricambiò.
- Vedo. Ora… cosa si fa?
- Non so. Dovremmo chiedere a Jeb.
Forse non aveva capito i due sensi della frase, ma solo uno: cosa facciamo in ‘questo’
momento? Ma non aveva pensato al Dove si va a dormire, ora che è terminato il
monsone? Sospirai. Almeno quel discorso imbarazzante era posticipato.
Il mio cuore cominciò a battere a mille, quando percepii la grande – troppo grande, non era
così, quando ero dentro Melanie – mano di Ian, stringere la mia. Lui, naturalmente,
rise della mia reazione. Cosa c’era da ridere?! Non era colpa mia, se il corpo di Petali Aperti
alla Luna era così… timido!
- Wanda, sei così dolce…
Ma lo faceva apposta o cosa? Voleva farmi bruciare? Bruciare internamente? Perché se era
così, beh, la cosa non mi andava a genio. Sentii il caldo sulle gote, quindi cercai di coprirmi il
volto con la mano libera.
Rise di gusto e quasi ne rimasi offesa. Subito dopo mi strinse a se.
Non ero ancora abituata a quelle dimostrazioni d’affetto, a quelle dimostrazioni d’
amore, amore per me, la Viandante, il piccolo verme argentato.
Respirai il profumo di Ian e mi accoccolai sul suo petto ampio – ma davvero, era così
grande? – e lui mi accarezzò la schiena, lasciando una scia infuocata. Rabbrividii, reazione
strana, dato che il mio corpo era in fiamme.
- Bene o male? – sussurrò al mio orecchio.
Rimasi a riflettere sulle sue parole, poi mi decisi a rispondere: - Fin troppo bene.
Arrossii nuovamente, ormai era inutile, non potevo controllare la mia timidezza.
Mi allontanai da Ian, temendo di poter morire veramente di autocombustione.
- Andiamo da… Jeb.
- Certo. – mi strinse forte la mano e ci avviammo.
Jeb si trovava nell’orto. Lo trovammo piegato a terra, intento ad osservare qualcosa di
impreciso. Quando gli ci avvicinammo, io e Ian notammo che stava controllando dei massi,
franati durante il monsone.
Quando si accorse di noi, che gli eravamo alle spalle, Jeb scattò.
- Ehi, Ian! Proprio te cercavo: aiutami a spostare questi massi, sono finiti proprio in mezzo
all’orto.
- Me n’ero accorto – rise Ian, ma poi sciolse la stretta con la mia mano. Si chinò e prese uno
dei massi più piccoli senza sforzo, per portarlo poi più lontano, al di là del campo.
Mi dispiaceva vederlo… sgobbare, senza poterlo aiutare.
- Ehm… Ian, come posso… aiutarti?
Lo chiesi con un po’ di timore, non volendo sembrare… com’era quel termine? Sfacciata? No,
stupida, forse.
Sapevo benissimo che non sarei stata di nessun aiuto: il mio corpo non era allenato come
quello di Melanie, era debole, fragile. Però non potevo stare a guardare senza fare o
dire niente, quindi provai lo stesso.
Come mi aspettavo, la reazione del mio compagno – era ancora un emozione,
pensarlo – fu una sonora risata.
- Wanda! Non ci pensare neanche, sei troppo… senza offesa… fragile.
Abbassai gli occhi, imbarazzata; non mi sarei certo offesa, non avrei dovuto, ma non potei
fare a meno di rimanerci male: ero assolutamente inutile.
Sicuramente Ian aveva intuito i miei pensieri, infatti mi strinse a se. La mia reazione fu tale e
quale a quella precedente: fuoco e fiamme in tutto il corpo.
- Perdonami, Wanda, non volevo offenderti. – mi sussurrò, sinceramente dispiaciuto. In quel
momento mi sentii in colpa: Ian non doveva scusarsi, aveva ragione!
- No, ti prego, Ian, non chiedere scusa, non ce n’è bisogno!
- No, non avrei dovuto dirtelo; so che ci soffri e…
- Smettila, Ian. Davvero, non mi sono offesa, so di essere… debole.
- Ma…
- Niente ma; torna a togliere i massi. – gli sorrisi, per rincuorarlo. Mi fissò negli occhi per un
minuto che parve interminabile, poi sospirò e si allontanò da me.
Lo seguii con lo sguardo e sentii il volto diventare l’inferno, quando vidi che si toglieva la
maglietta. La vista della schiena nuda di Ian, mi provocò una fitta allo stomaco. Deglutii.
Quando si voltò, potei ammirare i suoi muscoli, così perfetti; lui era perfetto.
Osservai tutto il suo corpo, memorizzando ogni minimo dettaglio: dai capelli folti e neri, alle
pozze d’oceano che aveva per occhi, dalle labbra sottili e rosate, al naso aquilino, dalle spalle
larghe, al petto sudato…
Ero ancora persa nei miei pensieri su Ian, quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla.
Destatami dal mio sogno ad occhi aperti, incrociai lo sguardo di Melanie.
Era una sensazione strana vederla da fuori, vederla da occhi che non fossero proprio i suoi, i
miei. Esaminai per un momento la sua pelle abbronzata, paragonandola alla mia, argentea e
pallida, ricoperta di lentiggini.
Le sorrisi.
- Buonasera, Melanie.
- Ciao, Wanda. Cosa stai facendo tutta sola?
- Non sono sola: Ian è laggiù, sta aiutando Jeb a spostare dei massi franati. – le indicai i due
uomini, che in quel momento si stavano urlando contro… cioè, Jeb strepitava contro Ian, per
un qualche motivo, mentre lui se la rideva. Melanie, corrucciò le sopracciglia.
- Quello sarebbe spostare massi? – mi guardò perplessa.
Mi sfuggì una risatina; la voce di Petali Aperti alla Luna era cristallina, non ero ancora abituata
alla differenza con quella del mio ospite precedente.
- Beh, in teoria sì. Fino a poco fa lo stavano facendo.
Guardò ancora una volta Ian e Jeb, che, a quanto pareva, aveva smesso di urlare addosso
al primo.
- Mh… quanto ci vorrà ancora? Devo parlare con Jeb.
- Oh, poco, direi, hanno quasi finito.
Quasi fossi diventata una veggente, Ian e lo scorbutico zio di Melanie vennero verso di noi.
Nuovamente, la vista del petto muscoloso e sudato del mio compagno mi fece arrossire.
Una cosa che non mi sarei mai aspettata, però, era quella di immaginare quello che
fantasticai in quel momento. Ormai la mia mente andava dove voleva…
Quello a cui avevo pensato era stato il… sistema di accoppiamento umano. Però non
il classico metodo: erano stati dei pensieri… una volta Melanie aveva usato un termine…
sconci? Sì, sconci. Mi sentivo una pervertita e arrossii dalla punta dei piedi a quella dei
capelli.
- Ehi, piccola. – la voce di Jeb mi risvegliò – Ti senti bene? Sei tutta rossa…
Mentii scuotendo su e giù la testa velocemente. I miei capelli biondi sbalzarono e mi
coprirono il volto. Imbarazzata, li rimisi a posto.
Ian e Melanie risero, come se avessero capito a cosa stavo pensando fino a poco fa. O
mamma… e se…? No, impossibile.
- S-senti, Mel… non d-dovevi dire qu-qualcosa a Jeb?
- Ah, giusto! Senti, ora che il monsone è finito, come saranno suddivise le stanze?
Mer… o Santo Cielo, da quando ero così sboccata?!
Però non ci voleva proprio: perché Mel ha deciso di chiedere a Jeb proprio ‘questa’ cosa
e in ‘questo’ momento?!
Stavo per sentirmi male dall’imbarazzo. Sentivo le orecchie fumare e la testa girare.
- Beh, abbiamo quattro nuove ospiti… - mi guardò di sottecchi, probabilmente si riferiva a
me, a Sole che filtra nel Ghiaccio, anima anche lei- nel corpo di Jodi, la scomparsa compagna
di Kyle - Lacey, la vecchia ospite della mia Cercatrice, e Candy, la ex Guaritrice Alba
Melodiosa - … quindi, come abbiamo deciso prima del monsone, dato che due di esse hanno
dei legami forti… - ammiccò a Ian, a differenza della volta prima - … direi che tu, Mel, andrai
con Jared, mentre Jamie andrà con Brandt e Aaron; Kyle starà con Sole nella vecchia stanza
di Walter, Candy e Lacey andranno nella stanza che apparteneva a Wes mentre Wanda e Ian
andranno nella stanza ‘O’Shea’.
Forse me l’ero immaginato, ma mi era sembrato di vedere Ian sorridere, appena Jeb aveva
detto Wanda e Ian.
Non vi badai, cercando, piuttosto, di respirare, data la mia agitazione.
- Forza, ragazzi, andiamo in cucina, io ho fame. – Melanie e Ian risero della frase di
Jeb, ma io non ci riuscii; abbozzai, invece, un sorriso forzato.
- Jeb, io avrei bisogno di un bagno, però… - disse il mio compagno, tra le risa.
- E allora va a lavarti! Cosa me ne importa della tua igiene, io ho fame e non ho intenzione di
lavarmi, prima!
Decisi di non seguire Ian, per ovvi motivi: vederlo levarsi la maglia, lavarsi il
corpo… i suoi capelli bagnati… ecco, stava succedendo di nuovo! Scossi la testa e cercai di
concentrarmi sul fiume di parole che uscivano da Jamie.
- Oggi Sharon è stata davvero difficile! Se l’è presa con me per una cosa che non avevo
fatto, uffa! Mi toccherà sorbire tutti i suoi attacchi isterici, solo perché Candy, secondo lei,
sta troppo vicina a Doc! Era una Guaritrice, ora è un medico, ovvio che stia affianco
a Doc, cosa pretende?! E poi…
Mentre Jamie continuava a lamentarsi del comportamento di Sharon, io tentai di finire la mia
cena, ma avevo lo stomaco chiuso.
L’appetito mi passò definitivamente quando Ian arrivò in cucina, pulito e più bello del solito.
Deglutii, probabilmente per la millesima volta in tutta la giornata.
Non potevo fare a meno di pensare a quando sarei dovuta andare a dormire. Dormire…
certo, con Ian affianco; Ian, una bomba esplosiva, che non vedeva l’ora di scoppiare, di
farmi scoppiare, lo stesso Ian che amavo e che mi amava, lo stesso Ian che mi stava
facendo impazzire. Maledizione, ma perché era così… così… qual era la parola giusta? Sexy,
sì, dannatamente sexy.
Scrollai la testa, scacciando via quei pensieri imbarazzanti.
La persona sempre presente nei miei pensieri mi raggiunse con un sorriso, si sedette di
fianco a me e il contatto della sua gamba con la mia provocò una scossa elettrica.
Mi strinse la mano e mi scoccò un bacio sulla guancia. Arrossii.
- Wanda, sicura di stare bene? Non hai mangiato quasi niente… - Melanie era preoccupata
per me, lo era davvero, ma mentii comunque: non potevo di certi dire davanti a tutti qual
era il mio problema, non davanti a qualcuno in particolare.
Decisi che le avrei parlato poi, in privato.
- Sì, va tutto bene… - sospirai.
Ian mi guardò di sbieco. Non sapevo mentire, in particolare a lui.
Per tutto il tempo cercai di non guardarlo, di non incrociare i nostri sguardi, di sfiorarlo il
meno possibile – già la gamba era un problema.
Quando avevamo finito di mangiare - o almeno, Jamie, Melanie, Jared, che se n’era stato
zitto tutto il tempo, Jeb e Ian avevano mangiato, io no – la stanza era quasi praticamente
vuota. Erano rimasti solo Kyle e Sole, che stavano uscendo proprio in quel momento, mano
nella mano.
Per un secondo solo toccai il braccio di Ian e fui colpita da un ennesima scossa.
Mi alzai, spossata; non riuscivo proprio a controllare le mie emozioni.
- Ehm… Mel, puoi venire un attimo?
Lei mi guardò un istante, vide la mia tensione e il mio imbarazzo e mi sorrise. Forse aveva
capito…
Ian e Jared fecero per alzarsi e seguirci, ma Melanie, per mia fortuna, intimò loro di andare
pure nelle stanze, che io e lei dovevamo passare un ‘momento fra ragazze’.
Allontanarmi da Ian fu una sofferenza e un sollievo allo stesso tempo. Non sopportavo di
stargli lontano, ma dato che solo ultimamente non riuscivo a controllarmi, fu un bene.
Melanie mi guidò fino alla sala giochi, dove ci sedemmo in un angolo a gambe
incrociate.
- Allora, Wanda, cosa volevi dirmi?
- Ehm…
Le mie guance si tinsero di rosso. Possibile che fossi così timida?
- Allora… io avrei un… problema.
- Un problema? Di che genere?
- Ecco… io non… riesco a controllarmi…
- Controllarti?
- Sì… con… - deglutii -… Ian.
Melanie mi guardò spaesata, ma subito dopo scoppiò a ridere.
- Non riesci a controllarti in quel senso?!
- Beh, io… non… ehm…
- Cioè, spiegami, ti attrae… fisicamente? Ti vengono in mente… ‘certe cose’? – fece il
segno delle virgolette, alle ultime due parole. Io arrossii e sentii le orecchie bruciare.
- Ecco… i-io s-s-sì… - non potevo fare a meno di balbettare. Melanie rise di nuovo.
- Strano che una ragazza di 18 anni abbia ancora gli ormoni a fior di pelle!
Ormoni a fior di pelle? Cosa significava?
- Beh… ho… ho mentito: ne ho 17. E… cosa significa ‘ormoni a fior di pelle’?
Con passo leggero, entrai nella mia stanza, mia e di Ian. Cercai di non far rumore, per
cercare di non svegliarlo, ma mi accorsi solo quando mi appoggiai al materasso, che lui non
russava. Non russava?!
- Ce ne hai messo di tempo – il tono rilassato e leggermente ilare di Ian mi fece sobbalzare e
voltare di scatto: mi trovai davanti un sorriso a trentadue denti e due occhi blu,
luminosi.
- Ian! Sei ancora sveglio.
- Sì, ti ho aspettata.
- N-non dovevi…
- Ma come no? È la nostra prima notte…
Il mio cuore partì a tutto gas, come se fosse inseguito da qualcuno, cominciai a sudare e il
fuoco s’impossesso nuovamente di me. Arrossii, imbarazzatissima, timida.
Ian corrucciò le sopracciglia: - Wanda, stai bene? Sei totalmente rossa…
- C-c-certo! B-b-benissimo!
- Io non direi. Vieni qui… - mi accolse tra le sue forti braccia. La mia testa ormai stava
lavorando per conto suo: ma cosa stava immaginando?! O mio Dio…
L’abbraccio di Ian mi rilassò, nonostante tutto. Mi accoccolai sul suo petto.
- Mi… mi sento meglio, ora, grazie.
- Per te, questo ed altro.
Mi allontanai da lui, decisi di cercare di addormentarmi.
- Wanda, c’è qualcosa che devi dirmi? Non vuoi… cioè, vuoi cambiare stanza?
Cosa? Non poteva pensare quello, no! Se non gli rispondevo, gli facevo solo del male e io
non volevo vederlo soffrire, non più.
- No, Ian! Non pensarlo neanche!
- E allora… qual è il problema? È tutto il giorno che sei tra le nuvole, che sei strana.
- Io… - arrossii -… diciamo che… ho molte cose per la… testa.
La mia timidezza svanì, quando percepii di nuovo il corpo del mio compagno a contatto col
mio. Ci sdraiammo sui due materassi uniti e io mi accoccolai nuovamente sul suo petto,
quasi come un gatto.
Mi sembrava di essere Sole, che nella stanza dei giochi si rannicchiava sempre tra le braccia
del suo amico rottweiler, Kyle.
- E allora dimmi cosa ti preoccupa… - mi sussurrò all’orecchio. Rabbrividii.
- I-io… ecco, beh… ne ho parlato con Melanie e… a-a quanto p-pare ho… ho…
- Hai…?
- Gli… ormoni a fior di pelle. – nascosi il viso tra la sua spalla e il suo collo,
imbarazzatissima.
Come c’era da aspettarselo, Ian scoppiò a ridere. Sentii anche delle lacrime scendergli dagli
occhi, che arrivarono sulla mia guancia.
- In… in che senso? – ormai era piegato in due e io fui obbligata a spostarmi, quindi mi voltai,
imbarazzata e offesa.
- Beh, sì, sai.
Quando riprese il respiro regolare, o quasi – era ancora scosso da qualche singhiozzo -, si
decise a parlarmi.
- S-scusami, Wanda, ti prego. M-ma davvero, cosa intendi?
- E-ecco… io sono… attratta fisicamente… - presi un bel respiro e continuai -… da te.
Mi aspettavo un'altra risata, quindi chiusi gli occhi, ma quella non arrivò, allora li riaprii e mi
trovai a pochi centimetri dal mio viso il sorriso di Ian. A tranello, mi prese per le spalle e mi
strinse a sé. Una vampata di calore mi avvolse.
- Perché non me l’hai mai detto? - il suo respiro caldo mi solleticò la guancia, provocandomi
brividi di piacere.
- P-perché… mi vergognavo.
- Non ti devi vergognare di nulla, amore mio.
Le sue parole mi emozionarono. Ne ero certa, non esisteva umano più simile ad un’Anima
come Ian. Il mio Ian era unico.
- Ma… è imbarazzante. – abbassai lo sguardo, per non incontrare i suoi occhi blu.
- Lo so, ma con me non devi avere paura di dire niente.
Così dicendo mi baciò dolcemente sulle labbra. Le mie guance s’imporporarono e le mie
braccia si allacciarono istintivamente alle sue spalle.
Sentii le sue mani accarezzarmi la schiena, con movimenti delicati e… sensuali?
La sua lingua si soffermò sul mio labbro inferiore, come a chiedermi il permesso di entrare. Il
permesso non fu negato, naturalmente. Ora le nostre lingue si sfioravano, s’intrecciavano, s’
inseguivano. Era una sensazione nuova, sia per me che per il mio nuovo corpo, ma mi
sentivo bene. Con Ian stavo bene.
Lui fu preso da una strana fretta, forse impazienza. Non sapevo quale parola era la migliore
per descrivere il suo cambio d’umore: infatti aveva approfondito il bacio, rendendolo meno
casto e più passionale. Le sue mani erano più frettolose, mi sfioravano, mi accarezzavano, e
io ormai ero controllata dal desiderio, puro e giovane.
La mia solita timidezza ormai si era nascosta, in quel momento c’eravamo solo io e Ian.
Insieme.
Note Autrice:
Prima fic sul fantastico libro The Host, o L’Ospite.
Lo amo, questo libro, come amo Ian. Amo il libro, lui e la coppia IanWanda. Li ho adorati fin
dall’inizio, cioè, non proprio inizio, ma da quando Ian ha cominciato ad essere più gentile con
Wanda.
*Sospira* Quando ho finito il libro ho cominciato a saltellare per tutta la casa, dicendo ‘E’
finito bene, è finito bene!’ e i miei fratelli mi guardavano come se fossi un’assatanata. u.u
Beh, dal momento che se ci sarà un secondo libro, questo uscirà chissà tra quanti anni,
vi chiedo, amanti di questo fantastico libro: scrivete! Scrivete tante fanfic,
perché ho bisogno di drogarmi e ora la mia droga è The Host!
Ma parliamo di questa pessima fic: spero vi sia piaciuta, nonostante a me non sembri gran
chè, anzi… >.>
Beh, a voi la valutazione!XD
Kiss, Bea
Ps: un commentino?*-*