Minerali verdi fritti alla fermata del tram

di KuroPond
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Quando si risvegliò vide Cristiano seduto al tavolo, con le gambe accavallate e con in mano una tazza di thè, in pieno stile british.

Si alzò, massaggiandosi la testa, e rimase lì a fissarlo.

-Buongiorno Caty, euh!- disse lui, sorseggiando il thè; sembrava più giovane.

-Cristiano! Cosa ci fai qui? Oh capperi, i miei minerali, sono tutti sparsi sul pavimento!-

-Di quello ce ne occuperemo dopo, Caty. Euh!- posò la tazza e corse verso di lei, la cinse fra le braccia e la baciò appassionatamente.

Quel che Caty non sapeva è che si era già svegliata pochi minuti prima, Cristiano l'aveva subito accusata della sua morta ma lei non aveva idea di quel che stava succedendo; così, quando Cristiano capì che lei aveva perso la memoria le tirò la scatola contenente i minerali in testa e preparò il suo malefico piano.

In quel momento Caty stava vivendo il sogno di milioni di ragazzine. No, non baciare un vecchio mago pazzo con la monociccellosi; solo il fatto di essere afferrate e baciate dall'uomo che si ama.

Allontanò dolcemente Cristiano e gli sorrise. Ne era certa ormai: amava lui.
Non Domilio, non Merio, ma Cristiano.

Lui ricambiò il suo sorriso con un ghigno malefico, che Caty non colse.

Quella notte la passò con il suo amato, e il giorno dopo andò in giro a raccattare i suoi vestiti per tutta la casa. L'avevano fatto in ogni stanza, solo a ripensarci le batteva forte il cuore… eh già, non pensava sarebbe ancora riuscita a giocare a Indovina Chi Cataclastic con qualcun altro!

Quando fu pronta scese le scale del suo meraviglioso condominio in decadenza e saltò in sella alla sua fidata bicicletta, sfrecciando verso la scuola dove l'attendeva la più emozionante lezione di Chimica della sua vita.

Insegnò ai suoi ragazzi come si scioglieva il sale in acqua, come si scioglieva lo zucchero e come si facevano le tagliatelle al sugo di pomodoro.

Alla fine della lezione rimase per spazzare i residui di pomodoro dal pavimento, ballando con la scopa sulle note di Let it go, lanciando azoto liquido per imitare Elsa, del cartone animato Frozen.

Aveva visto quel film una decina di volta da quando era uscito, tutte e dieci le volte insieme ai suoi gatti, con cui metteva in scena il film in un piccolo teatrino di legno, costruito per lei da un suo vecchio amante Francese.

Sfortunatamente Jamiè (così si chiamava) era dovuto partire urgentemente per assolvere ai suoi obblighi lavorativi all'interno della Tour Eiffel come spia russa. O almeno era quello che le aveva detto.

Spazio autore.

Mi rendo conto che questo capitolo è molto corto, e anche un po' noioso. Spero vi piaccia lo stesso!

Nei prossimi giorni cercherò di fare qualcos di più decente, Booyah!





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