Quando
Musa
arrivò nell'atrio della scuola, tutti gli sguardi erano
puntati su
di lei.
Non
si era mai sentita
più in imbarazzo con le sue amiche.
Non
si immaginava tutto
questo stupore e preoccupazione.
“Ma
dove eri finita?
Eravamo così preoccupate!”, disse Stella
mettendosi le mani
sui fianchi.
“Sei
sparita e ad un
certo punto ci siamo accorti che non c'eri più”,
continuò Tecna.
Poi
si avvicino a lei e
sussurrò:”Dì un po', dov'eri
finita?”.
Così
vicina e con
quell'espressione sul viso, sembrava quasi minacciosa.
Guardò
Riven
per qualche secondo, poi si
giustificò:”Ero...ehm...in bagno!”,
disse con l'aria più convinta che poté.
Poi
cominciarono ad
incamminarsi e Musa sperò con tutto il
suo cuore che il
discorso fosse finito lì.
Fu
attenta a tenersi a
debita distanza dal suo ex-ragazzo per tutta la
durata della
passeggiata, quando, dopo circa un quarto d'ora, Aisha
si
avvicinò a lei: la osservò per qualche minuto, ma
vedendo che la
fata non si curava della sua presenza, cominciò a parlare.
“Musa...”,
sussurrò, mettendole una mano su una spalla.
“Avete
chiarito?”,
aggiunse.
La
ragazza rimase in
silenzio, guardando a terra con aria indifferente.
“Ok,
non avete
chiarito”, terminò Aisha convinta.
“Mi
ha lasciato”,
mormorò Musa con un fil di voce.
Con
la coda degli
occhi, la fata vide la ragazza fermarsi per qualche minuto, per poi
riprendere velocità e raggiungerla nuovamente.
“Ti
ha lasciato?”,
disse Aisha sottovoce.
“Ti
ha lasciato?”,
ripeté incredula.
Poi,
vedendo che Musa
continuava a camminare incurante di lei, si zittì e
camminò al suo
fianco in silenzio.
Dopo
circa un'ora di
cammino, si fermarono in un vasto prato verde illuminato dalla luce
del sole.
Tutti
si sedettero uno
accanto all'altro, quasi in cerchio, tranne Musa e Riven,
che andarono agli estremi.
Musa
vide il
ragazzo stendersi sull'erba fresca, poi si sedette a sua volta
all'ombra di un albero e osservò gli altri.
I
loro occhi
traboccavano d'amore.
Le
faceva piacere
vedere tutti così felici. Ma, a causa di questo, non poteva
fare
altro che sentirsi ancora più vuota per ciò che
era accaduto.
Poi
osservò Aisha,
e capì come poteva sentirsi.
Ogni
tanto i loro
sguardi si incrociavano complici, ma non accadde nient'altro.
Poi
la ragazza si
ricordò improvvisamente del diario, e toccò la
tasca per sentire se
ci fosse ancora.
Per
fortuna non l'aveva
perso, ma avrebbe atteso la sera per leggerlo.
Non
era il caso di
aprirlo davanti a tutti, e soprattutto non davanti a lui.
Appoggiò
la testa alla
corteccia dell'albero e chiuse gli occhi.
Sentiva
quella
sensazione di vuoto allo stomaco diradarsi sempre di più.
Ora
quel che provava
non era più tristezza. Ma non era nemmeno sollievo.
Semplicemente,
non
sentiva nulla.
Era
vuota. La sua mente
era vuota, la sua testa era vuota.
Si
era svuotata nel
giro di qualche giorno, per spegnersi completamente in quella stanza.
Prese
in mano il
piccolo biglietto e rilesse attentamente le sue parole.
Ma
invece di cercare di
comprenderne il significato, esaminò attentamente la grafia
di
Riven.
Era
tremolante in
alcuni tratti, e sicuramente non molto elegante.
Ma
aveva qualcosa che
l'affascinava moltissimo.
Forse
era soltanto il
fatto che appartenesse a lui. Non lo sapeva.
L'arrivo
di un
messaggio la risvegliò dai suoi pensieri.
Mise
via in fretta il
piccolo biglietto, prese il cellulare e lo lesse avidamente.
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Perché
prima non
arrivavi? Dov'eri finita?
Lo
osservò per qualche
secondo: vide che si era spostato, ed ora era seduto sotto l'ombra di
un albero, proprio come lei. Poi scelse l'opzione
“rispondi” e
cominciò a scrivere.
From:
Musa
To:Riven
[No
subject]
Ero
in bagno, l'ho
già detto.
E
poi non mi pare
che siano più affari tuoi.
Premette
“invia” e
il suo sguardo cadde dritto su di lui, ancora.
Notò
che stavolta la
stava guardando.
Poi
l'arrivo di un
messaggio la obbligò a distogliere lo sguardo.
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Anche
se non sei più
la mia fidanzata non significa che io non debba sapere dove fossi.
E
poi non
raccontarmi balle, lo so che non eri in bagno.
Lo
osservò di nuovo
con aria di sfida e ricominciò a scrivere.
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
Se
lo sai allora
perché me lo chiedi?
Premette
“invia” e
lo osservò con espressione soddisfatta: stava diventando una
vera e
propria competizione.
Poi
distolse lo sguardo
quando la risposta arrivò.
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Perché
eri nella
mia stanza. Cosa hai fatto nella mia
stanza?
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
Chi
ti ha detto che
sono rimasta lì? E poi non è solo la tua stanza!
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Musa,
non fare
l'ingenua, non sei mai stata nella mia stanza e non dirmi che la
tentazione di curiosare non ti è venuta!
Lo
osservò nuovamente con irritazione. Adesso si stava
veramente
arrabbiando.
Non
erano affari suoi! Non più!
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
Tu
se fossi nella
mia stanza non guarderesti in giro?
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Io
non ho avuto
neanche il tempo di guardare la tua stanza la prima ed unica volta
che ci sono entrato.
E
poi non è solo la
tua stanza!
Musa
lo osservò
ancora, con uno sguardo di fuoco.
Poi
si apprestò a
rispondere.
From:
Musa
A:
Riven
[No
subject]
Ti
ho fatto una
domanda, nel caso non te ne fossi accorto. E tu non mi hai risposto.
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Ti
ho risposto, nel
caso non te ne fossi accorta, ragazzina.
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
Perché
stiamo
messaggiando se mi hai lasciato, ragazzino?
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Perché
voglio
sapere dov'eri quando ti stavamo cercando.
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
Stavamo?
Tu eri con
me!
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Io
me ne sono andato
prima di te, te ne sei già dimenticata?
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
No,
mi ricordo! Mi
ricordo tutto perfettamente! E mi ricordo anche come ho guardato bene
la nostra foto sul tuo comodino!
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
La
nostra foto?
Allora avevo ragione, sei rimasta lì! Sono venuto bene,
vero? ;)
Il
suo sarcasmo non
lo abbandona mai, pensò Musa.
Avrebbe
voluto
rispondergli che non era il caso di fare il simpatico, non adesso.
Pure
la faccina!,
pensò irritata.
Avrebbe
veramente
voluto scrivergli che doveva smetterla, che lo odiava, per tutto
quanto.
Anche
per il fatto che
le stava mandato dei messaggi idioti.
Ma
ciò che venne fuori
dal suo cuore, fu tutt'altro.
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
Tu
sei
bellissimo...è per questo che ho fatto l'amore con te.
Perché
ti amo e tu
non lo capisci.
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Certo
che lo capisco
invece...ma forse siamo troppo diversi.
Una
storia non può
durare a lungo in questo modo...per questo ti ho lasciata.
From:
Musa
To:
Riven
[No
subject]
In
questo modo?
Quale modo? Io non ti ho mentito, Riven!
From:
Riven
To:
Musa
[No
subject]
Forse
non questa
volta.
Ma
le persone non si
amano a metà, Musa.
Musa
rilesse più
volte quella frase, inizialmente per capire cosa c'entrasse con il
discorso, poi per capire se l'avesse veramente scritta lui.
Lo
guardò, stanca ed
esasperata, poi si alzò e si allontanò sotto lo
sguardo attonito di
tutti.
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