Ogni tanto la sera le venivano quei pensieri. Bernadette Rostenkowski che all’esterno poteva sembrare tranquilla e spensierata aveva un problema, un problema che sembrava irrisolvibile: non riusciva mai a farsi ascoltare. Quando era appena una ragazza e doveva prendersi cura dei fratellini più piccoli, questi finivano sempre per sopraffarla e quando voleva farsi notare a scuola, c’era sempre la bulla di turno a infastidirla. Negli anni aveva trovato una sorta di soluzione: quando non riusciva più a sopportare di essere ignorata, infatti, alzava la voce, beh più che alzare la voce urlava. Adesso aveva un marito e degli amici eppure ogni tanto continuava a sentire il bisogno di urlare a tutti la propria opinione, quando accadeva, il mondo sembrava fermarsi e tutti erano sbalorditi: nemmeno Sheldon riusciva a capire come tali acuti potessero provenire da una persona tanto piccola e dolce. A Bernadette, poi, strillare non piaceva tanto e in più aveva paura di diventare come sua suocera... Era seduta sul letto quando si pose per l’ennesima volta il problema “è meglio urlare o essere ignorati?” ci pensava molto eppure non riusciva a trovare una risposta. Howard nel frattempo era arrivato in casa e vedendola così pensierosa capì che doveva esserci qualcosa che non andava.
-Non preoccuparti piccola- le disse avvicinandosi -sarai sempre la mia dolce Bernie.-.
Bernadette sorrise: aveva trovato qualcuno capace di ascoltarla anche quando non parlava. |