Il Cane della Sposa

Ovvero
“Cosa Nascondeva il Cancello”

Nella gloria profana del ferro,
Ecco la coda nera di un cane
Appesa al cancello del conte
(Un cancello di ferro battuto).

Nasce d’improvviso il timore
Di poter guardare, e superare
Con un salto le nuvole,
Ridendo come i bambini
Più sciocchi. Arriva la sposa,
La giovane sposa del conte,
Con la veste del funerale
Stretta attorno al collo:

Splendidi lacci di seta
Stretti attorno al collo
Della sposa felice.
I miei complimenti.
Si è organizzata bene
Per questo suicidio.

Avanti, guardate di nuovo
La coda del cane sperduto
Senza la sua padroncina.
Il conte ha visto il suo corpo
Oltre il suo cancello di ferro
Di ferro battuto e sbattuto
Come i sacrifici di un rito.

Ricordo bene quel rito,
Quel suicidio ben riuscito.
Coma da bambini, ricordo
Ricordo un cane, la sposa
La sposa suicida. Ricordo?
Vestiva a lutto, per sé, solo
Per sé, con i regali più belli
Di rose e baci e diamanti
Stretti forte tra le braccia.

Erano i regali più belli
Di seta e pelliccia
Di perle e trucco e visone:
I doni si trovavano oltre
Il cancello di ferro battuto.

Dicono che nessuno,
Nessuno li ha presi:
Sono ancora lì, nascosti.
Tu puoi prenderli, se vuoi.
Non vuoi? Su, coraggio
Suona alla porta,
Tira la corda
Tira la coda
Al cane sperduto.
E’ scappato, andato
Oltre il cancello.

Era un cane con un sogno.
Un cane con un nobile sogno.
Voleva accogliere la sposa,
La sua padroncina, la sposa
Felice, suicida. La sposa
A lutto per sé, tutto per sé.
Il mondo era suo, era
Felice di questo.
Felice da morire.

Quanto era sciocca, come
Una bambina oltre le nuvole,
Come una splendida
Veste da lutto. Stretta
Stretta stretta
Attorno al collo.

Stretta.

E’ il rito più puro.
Il regalo più bello.
Come ferro battuto,
Sbattuto. Davvero
I miei complimenti
Alla sposa suicida.