One day we'll meet again
One day we'll meet
again
Premessa: Per scrivere questa FF mi sono
ispirata alla musica di "Regret" dei Malice Mizer, vi consiglio di ascoltarla
durante la lettura, la trovate tranquillamente su You tube.
Mi sento solo.
Terribilmente solo.
Non avrei mai pensato di poter
soffrire così tanto.
Vorrei raggiungerti, ma so
perfettamente quanto non sia possibile.
La mia mente vaga.
Quante volte mi hai detto che le
amicizie non finiscono mai?
Quante volte mi hai detto che se
un “dopo” esiste allora prima o poi ci ritroveremo?
Quante ho volte hai detto di
sentirti quasi invincibile dall’altro dei tuoi vent’anni?
E un giorno tutto sparito.
Tutto perduto.
Urla
Un giorno di un anno fa.
Esatto è già passato un anno.
Paura
Io non riesco a perdonarmi per
esserne uscito vivo.
Non riesco a perdonarmi di averti
visto morire.
Non riesco a perdonarmi il fatto
di non averti aiutato.
L’aria fredda di novembre mi fa
rabbrividire.
La macchina inizia a girare
su se stessa, il sopra si confonde con il sotto.
Anche un anno fa pioveva a
dirotto.
Sembra che la causa
dell’incidente sia proprio la pioggia.
La macchina termina la sua
corsa dopo quelle che sembrano ore.
Arrivo a passo incerto davanti ai
cancelli del cimitero.
Mi fermo.
Sento il cuore scoppiarmi, colmo
di tristezza.
Non sono più lo stesso da
allora.
Taciturno.
Introverso.
Perennemente malinconico.
Sono semplicemente devastato.
Dolore
In lontananza vedo tre
figure.
Tutte vestite di nero.
Tutte davanti alla tua tomba.
La pioggia cade sempre più
forte.
Sistemo l’ombrello, stringo il
cappotto e mi avvio.
Io riesco ad uscire
dall’abitacolo distrutto.
Cammino lentamente, cercando tra
i miei ricordi quelli più belli.
Ricordi il giorno in cui abbiamo
firmato il contratto che ci ha cambiato la vita?
Abbiamo ballato con idioti nel
centro della sala completamente ubriachi.
Ti sento urlare
dall’abitacolo.
Ricordi il giorno in cui abbiamo iniziato
il nostro primo Tour?
Ricordi quanto eravamo
nervosi?
Tu non riuscivi a star fermo un
attimo.
Non c’è parte del mio corpo
che non soffra, ma le tue urla mi spingono ad agire.
Ricordi il giorno in cui ci siamo
resi conto che il numero delle nostre fan cresceva in tutta Europa?
La prima sera libera che abbiamo
avuto, siamo usciti a cena e tu hai offerto per tutti.
Ho una foto di quella cena ancora
nel cellulare.
Attraverso un finestrino
distrutto ti vedo.
Tendi le tue dita verso di
me.
Chiedi
aiuto.
Rabbrividisco, mentre continuo
lentamente a risalire la collinetta.
Sono venuto qua tutti i
giorni.
Per chiederti scusa.
Per farti sapere che sei sempre
nei miei pensieri.
Per redimere le mie colpe.
Per alleviare le mie
sofferenze.
In preda al panico striscio
nell’abitacolo e ti afferro per le braccia.
Nulla potrà cancellare dai miei
occhi tutto quel sangue.
Il tuo viso straziato dai
tagli.
Le lacrime che scivolano dalle
tue guance.
Ti tiro
fuori.
Capisco da solo che la
situazione è grave.
Sei pallidissimo e
tremi.
Sulla camicia bianca si sta
espandendo una macchia vermiglia.
Sono quasi arrivato, ormai
distinguo i visi delle persone davanti alla tua tomba.
Loro non c’erano quella sera.
Dio li ha risparmiati.
Dio ha voluto solo te.
Stringo i pugni intorno al manico
dell’ombrello.
Mi
guardi.
La bocca si muove, ma non ne
esce alcun suono.
Raggiungo finalmente la cima
della collina.
Sono affaticato.
L’incidente mi ha lasciato come
perenne ricordo una lieve zoppicatura alla gamba destra.
Ti stringo, cercando di
infonderti fiducia.
Le tre figure si girano a
guardarmi.
Ti parlo.
Sono serie e scure in volto.
Mi limito ad affiancarmi a loro
senza proferire parola.
Mi tieni la mano, mentre
sento che la tua stretta si fa sempre più debole.
Luminor è glaciale, solo i suoi
occhi tradiscono il suo vero stato d’animo.
Ambulanze in
lontananza.
Yu è devastato quanto me, piange
senza ritegno, spesso lo sento la notte.
Tutto quel
sangue.
Cerco di tenere accesa la
tua attenzione, ma sei sempre più debole.
Shin si è praticamente rinchiuso
nel suo silenzio e passa le giornate da solo a suonare la sua amata
batteria.
Urlo di disperazione quando
mi accorgo che hai chiuso gli occhi, quando tasto il tuo polso e mi accorgo che
non pulsa più.
Silenziosamente mi
inginocchio.
Accarezzo la tomba bianca con
dolcezza.
Mi staccano con forza dal
tuo corpo esanime.
Leggo nome, data di nascita e
morte.
Lacrime calde scorrono sul mio
viso.
Ti portano via dentro un
sacco nero.
Gli altri sono arrivati di
corsa, sono con me, piangono con me, stretti a me.
Luminor, Yu e Shin mi si
stringono intorno.
Uno dei tre mi appoggi la mano
sulla spalla.
Ci sosteniamo, nel nostro
dolore, come abbiamo sempre fatto e come sempre faremo.
“Strify, è passato un anno, noi
siamo ancora qua, ma puoi star certo che ci riconteremo di nuovo.Ti voglio bene
amico mio”
NdA: Lo sapevo che prima o poi avrei scritto qualcosa del
genere e il risultato è questo, spero vi piaccia e non instauri in voi l'istinto
di uccidermi >.<
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