La prima volta di Alexy...

di D per Dolcetta
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Cos’è D per Dolcetta?
Siamo sei dolcette, tutte attive nel fandom di Dolce flirt e abbiamo deciso un po’ per gioco, un po’ per sfida, di scegliere un tema comune e da lì sviluppare sei fanfic tutte diverse.
Con “La prima volta di Alexy...” inauguriamo così questo nostro progetto! Buona lettura!  





La prima volta di Alexy... ad un concerto!

Autrice: Euphoria__
Titolo: Can't take my eyes off you

 




Can't take my eyes off you

 
 
È una tortura vederlo lì su quel palco. Così sicuro di sé, mentre la sua voce riempie ogni angolo del locale e ogni parte di te.
Perché hai accettato?
È così difficile dire di no?
È così difficile dirgli di no?
Lysandre è il tuo tallone d’Achille. Lo è sempre stato.
Dal primo momento in cui hai varcato le soglie di quella nuova scuola.
Ti ritrovi a sorridere pensando che non è neanche il tuo tipo. Hai sempre avuto un debole per gli uomini dalla carnagione ambrata, con occhi e capelli scuri. Allora che cos’è che vedi di speciale in lui?
C’è così tanto che ti piace di quel ragazzo che a volte pensi sia impossibile apprezzare a tal punto una persona. Amare ogni suoi piccolo difetto, ogni sua piccola cicatrice.
Ricordi la prima volta in cui ti ha sorriso. Tu stavi facendo il giullare, come al solito, volevi vederlo ridere, un privilegio che concedeva a pochi.
Lui ti ha guardato imbarazzato, ha scosso la testa rassegnato e poi era comparso: quel sorriso tanto agognato si era materializzato sul suo viso, illuminando ogni altra cosa.
Come sei sentimentale questa sera e pensare che è il luogo meno adatto per certi pensieri. Gli assoli di Castiel ti fracassano le orecchie e la ragazzina bionda accanto a te non ha fatto altro che urlare il nome di Lysandre privandoti di ogni possibilità di goderti quel concerto. La gente ti spinge di qua e di là e tutto ciò che vorresti fare è sederti da qualche parte ad aspettare che il tuo cuore smetta di battere così forte.
È davvero una tortura.
Finalmente ti decidi. Ti fai largo tra la folla con spintoni più o meno gentili e raggiungi il retro del locale, conosci il proprietario e non ha ti ha mai fatto storie. Ti congratulerai con la band più tardi.
La luce al neon del retrobottega ti fa male agli occhi, gli strizzi più volte prima di arrenderti a quella fastidiosa sensazione. Ti sdrai senza delicatezza su un divanetto buttando a terra scatoloni vuoti. Senti le pareti tremare al martellare delle casse, la tua testa comincia a pulsare allo stesso ritmo. Ti senti intontito. Il tuo primo concerto non sta andando per niente bene, forse non fanno per te.
Menti a te stesso, ben consapevole della vera ragione per cui ti sei rifugiato in quell’asettica stanza bianca.
Il ronzio delle lampade si mischia alla voce di Lysandre che arriva alla tue orecchie sempre più debole. Perché deve essere così bravo? Ti fa stare male, ti tortura, ma è una tortura a cui ti sottoporresti ogni singolo giorno pur di sentire qualcosa, qualsiasi cosa. 
Non riesci a smettere di fissare quelle due strisce di luce e, quando chiudi gli occhi, migliaia di colori esplodono davanti a te nelle forme più disparate.
“Andrà tutto bene, Alexy” sussurri a te stesso prima che ogni suono scompaia e con lui ogni tua preoccupazione.
“Alexy? Alexy che ci fai qui?”
Senti una delicata pressione sulla spalla, apri gli occhi spalancando la bocca in un grande sbadiglio.
Subito la figura di Lysandre prende forma davanti al tuo naso, scatti in piedi e Castiel, di cui hai ora notato la presenza, ridacchia divertito.
“Siamo così noiosi?” ti chiede il rosso frugando nella tasca alla ricerca di un accendino, la sigaretta già tra le labbra. Indossa una maglietta completamente fradicia di sudore, così come i suoi capelli che sono stati legati in una cosa disordinata.
“Stavo riposando gli occhi” menti sorridendo sarcastico.
Castiel alza un sopracciglio poco convinto della tua piccola bugia e si dirige verso la porta.
“Amico, russavi alla grande” imita il saluto militare ed esce a placare la sua sete di nicotina.
“Io non russo!” Castiel è sordo alla tue proteste e tutto ciò che ricevi è la porta sbattuta in faccia “Io non russo, vero?”
Ti volti verso Lysandre. Pessima, pessima mossa. Il ragazzo si sta asciugando il sudore dal viso con un asciugamano. Un gesto del tutto innocente. Non per te.
Infondo perché non dovrebbe essere il tuo tipo? In quel preciso momento non riesci a trovargli un singolo difetto. Ogni sua goccia di sudore ti sembra perfetta. Ne osservi una in particolare, nata sulla tempia sinistra. Scivola sin fino alle labbra, prima di interrompere la sua corsa in quel morbido panno bianco.
Senti il cuore cominciare la sua corsa, accelera sempre, sempre di più.
“Non preoccuparti Alexy. Castiel scherza, come al solito”
Ti sorride e quel sorriso su quel volto esausto ti sembra la cosa più bella del mondo.
Lo vedi che è stravolto e subito ti senti in colpa per la dormita fatta prima. Decidi di lasciarlo solo, probabilmente è quello che vuole.
“Ci becchiamo a scuola, Lys. Grazie per l’invito”
Hai già la mano sulla maniglia quando il ragazzo ti ferma.
“Alexy, stai bene?” rimani immobile, il volto ancora rivolto verso la porta. Fai un bel respiro prima di sorridere plasticamente e voltarti mostrando la tua espressione più serena, nonché quella più fabbricata.
“Alla grande, perché?”
Lysandre è serissimo, preoccupato quasi e il tuo falso sorriso per un momento vacilla sotto quello sguardo.
“Ti ho visto andartene durante il concerto, non era di tuo gradimento?”
Non sai bene come rispondere. Sia perché hai dubbi sul significato del termine gradimento, che sei sicuro non avere mai sentito usare, e perché non ti aspettavi una tale domanda. Tra quella folla urlante, tra le decine di ragazze che gridavano il suo nome, lui ha notato te?
“Scherzi? Siete bravissimi” ti affretti a rispondere “E tu sei spettacolare”.
Non realizzi subito quello che hai detto. Ci metti qualche secondo. Lysandre ti guardò sorpreso, apre la bocca per rispondere, ma la chiude subito dopo. Serri le labbra e ti dai mentalmente del cretino. Appena arrivi a casa ti riprometti di sigillarti la bocca con la super colla.
“Tu e Castiel siete spettacolari” ripari alla gaffe cercando di suonare il più credibile possibile.
“Grazie, lo apprezzo molto” Lysandre è gentile, come al solito. Le sue risposte non sono mai sbilanciate. È il contrario di te e forse è per questo che ti piace tanto. Lui non parla a vanvera e non agisce di impulso. Le sue parole sono sempre così ben calibrate.
Cade un silenzio imbarazzante. Hai come l’impressione lui voglia dirti qualcos’altro, o forse è semplicemente quello che speri.
Ti schiarisci la voce e il tuo disagio non fa altro che aumentare. Ti gratti la testa alla ricerca delle parole giuste e indietreggi verso la porta.
Una voce femminile rompe il silenzio facendovi sobbalzare entrambi.
“Lysandre! Dove sei, tesoro mio?”
Il cantante spalanca gli occhi sorpreso, non sembra molto felice.
“Nina…” sussurra quel nome con una tale esasperazione nella voce che anche tu ti rendi conto questa Nina non sia a lui visita gradita.
“Non ne posso più” sussurra a se stesso prima di cominciare a camminare avanti e indietro per la stanza.
La voce della ragazza si fa sempre più vicina. Senti una porta in corridoio aprirsi e subito richiudersi. Si sta avvicinando e per un attimo ti senti protagonista di un film dell’orrore.
Ti chiedi che aspetto possa avere questa fantomatica Nina: l’immagine di una ragazza di novanta chili alta due metri, stranamente somigliante a Boris, si fa largo prepotente nella tua testa. Rabbrividisci al pensiero.
Sei praticamente incollato alla porta e una parte di te non vorrebbe far altro che abbassare quella maniglia e scappare.
Raccogli il coraggio per congedarti. Tanto lui non sembra prestarti più attenzione. Fai per aprire bocca quando il nome del ragazzo aleggia per un’ultima volta nella stanza e ti ritrovi spiaccicato al pavimento.
“Lysandre! Finalmente ti ho trovato” una ragazzina bionda, la stessa che si trovava accanto a te durante il concerto, ti ha praticamente buttato a terra spalancando con una tale forza la porta che ti sorprendi come quella sia ancora attaccata ai cardini. Una forza non umanamente attribuibile ad una ragazza delle sue dimensione.
Alzi lo sguardo spaventato verso di lei. Strano come una ragazzina con codini e calze a righe possa fare così paura. Rimpiangi quasi la cugina di Boris alta due metri.
Ti alzi veloce e ti ritrovi al fianco di Lysandre. Non dovresti essere intimorito da una bambina che ti arriva a malapena alle spalle, ma c’è un non so che di diabolico nel suo sguardo.
“Eccoti qui, tesoro mio” quella piccola creatura malefica corre verso Lysandre e subito gli cinge la vita.
Senti una rabbia sconosciuta montarti dentro e uno spillo trafiggerti il petto.
“Nina, lasciami. Te ne prego” Lysandre alza le mani in aria, in segno di resa, ma la ragazza non lascia la presa.
“Amore, non sei contento di vedermi?”
È in quel momento che Lysandre ti lancia una richiesta di aiuto. Ti guarda con lo sguardo più bastonato che tu gli abbia mai visto addosso. Ti sta supplicando di aiutarlo e tu non puoi tirarti indietro.
Ti viene in mente un solo modo per allontanarla definitivamente da lui. A pensarci, non è poi una così grande idea, ma non te ne vengono altre e non puoi lasciarlo in balia di quel piccolo demonio.
Gli fai l’occhiolino in cerca del suo consenso e al suo impercettibile cenno di assenso dai inizio alle danze.
“Non penso noi due ci conosciamo” esclami spingendo delicatamente la ragazza lontano dal suo amato e sorridendole falso.
“Non mi interessa” la sua risposta ti fa andare su tutte le furie e per un attimo hai la tentazione di buttarla fuori dalla stanza a calci.
Scuoti la testa per eliminare tale immagine e ti concentri sul piano che la tua testolina ha elaborato.
“Io penso invece ti interessi” la guardi con sguardo di sfida e con un braccio cingi la vita di Lysandre che stranamente non si ritrae. Il tuo cuore ritorna a battere e tu puoi trarre un respiro di sollievo. Ogni cellula del tuo corpo sta ballando la samba in questo momento. Non eri mai stato così vicino a lui e non c’è altro posto in cui vorresti essere.
“Io sono Alexy, il ragazzo di Lysandre, molto piacere” tendi la mano verso la ragazza che ora ti guarda sconvolta.
“Non è vero!” urla oltraggiata puntando i piedi a terra e incrociando le braccia testarda.
“E invece sì!” le rispondi a tono, consapevole di quanto infantile sia diventata quella conversazione, ma per niente intenzionato a dargliela vinta.
“E invece no!”
“Sì!”
“No!”
“Sì!”
“No!”
Stai per sputarle addosso l’ennesimo “sì” quando Lysandre ti volta e ogni parola ti muore dentro.
Le labbra del ragazzo premono forti contro le tue, rimani immobile per una frazione di secondo, prima di dischiuderle automaticamente. Gli occhi prima spalancati per la sorpresa che si chiudono per assaporare il sapore di quella pelle che per così tanto tempo hai desiderato.
È una piccola, innocente messa in scena. Nulla di più. O forse no…
La lingua di Lysandre cerca timida la tua, ma una volta trovata non la lascia più andare.
Senti la presa sulla tua vita farsi più salda e gli porti inavvertitamente le mani tra i capelli bagnati, li stringi, li tiri, li arruffi tra le tue dita. Non state fingendo, un bacio così bello non può che essere reale.
Il suo profumo ti invade i sensi e senti le ginocchia tremare. La felicità che hai in petto è però trattenuta da quella scomoda verità che continui a ripetermi: è tutta finzione. Nina vi sta guardando e quel bacio è indirizzato solo a lei.
Il tuo cuore sta già soffrendo. Le tue labbra sono ancora incatenate alle sue e il tuo cuore già sanguina. Appoggi una mano sul suo petto e con grande sforzo lo allontani lento da te.
“Penso possa bastare” sussurri con voce roca cercando di ignorare l’imbarazzante formicolio che senti al basso ventre.
Ti volti alla ricerca di Nina, ma lei non è più lì. Se ne è andata e tu eri troppo preso dal bacio per rendertene conto.
“Nina ora non ti darà più fastidio” cerchi di suonare il più vivace possibile, anche se dentro ti senti morire.
Lysandre si passa una mano tra i capelli, apre la bocca per chiuderla subito dopo. È in difficoltà e ti fa male vederlo così. Ti senti così in imbarazzo, che diavolo ti è saltato in mente?
“Lys scusa, io non avrei dovuto…”
“Alexy, io non l’ho fatto per Nina”
Che cosa ha detto? Sei sicuro di aver capito male. Lysandre non riesce neanche a chiederti di prestargli una penna in modo così diretto.
Sai non aggiungerà altro, non è un tipo loquace. Cerchi di analizzare quella frase in tutte le sue sfumature, ma non sei lucido abbastanza per farlo e nella tua testa quelle poche parole hanno assunto un significato ben preciso.
Sei sempre stato deciso ed è il momento giusto per sfruttare questa tua qualità. Siete andati troppo oltre per tornare indietro e fare finta di niente.
“O la va, o la spacca” ti avvicini a lui, quasi ti butti tra le sue braccia, gli prendi il viso tra le mani e senza lasciargli altro tempo lo baci.
Quel nuovo bacio era proprio quello che il tuo corpo attendeva e forse anche il corpo di Lysandre. Senti i muscoli del suo corpo distendersi, le sue mani farsi più coraggiose e il suo respiro affannarsi ignorando la disperata richiesta d’ossigeno, incapace di abbandonarti e rompere quel contatto.
Ti allontani lento, morsicandogli dolce il labbro inferiore. La sua bocca già ti manca.
“È il mio primo concerto” sussurri a mo’ di scusa a pochi centimetri dal suo viso.
“Spero sia il primo di una lunga serie” ti sorride sereno come non lo avevi mai visto e in cuor tuo ti prometti di conservare questo ricordo per sempre.
Forse ti sei sbagliato. Forse, dopotutto, i concerti fanno per te.


 




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