Me and You

di Moonlight818
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I
 
 
Ho visto l’inferno ed è bianco, bianco come la neve
 
Lui la guardò negli occhi:-lasciami andare, non possiamo salvarci tutti e due- sorrise, un sorriso pallido che si confondeva con il bianco abbagliante della montagna; un paio di occhi smeraldo si fissarono in quelli dell’uomo e lo trapassarono come due spilli di ghiaccio:-no- disse risoluta, e come a conferma rafforzò la presa sulla mano di lui, facendo scricchiolare il ghiaccio nel quale era piantato il chiodo, il sole tiepido di aprile brillava sopra di loro, riflettendosi sul ghiaccio.
Il fianco le faceva male e un livido violaceo si estendeva dall’orecchio alla spalla sinistra, dove aveva picchiato quando il moschettone di lui si era rotto e il contraccolpo le aveva  fatto perdere l’equilibrio mandandola contro la parete. Ora erano appesi in uno strapiombo sulla parete Sud a 6.200 metri, lei era riuscita ad afferrare l’uomo poco prima che il chiodo che aveva piantato si rompesse facendolo precipitare,mentre il loro sherpa era sceso al campo base per trovare aiuto. :-cosa ti è venuto in mente di scalare il K2 eh, non ti bastava vederlo in televisione? Se proprio volevi vedere il Karakorum, potevamo scalare l’Everest che è più facile!- disse ella cercando di allentare la tensione, ma l’altro non sorrise.
Il clima rigido e il vento avevano reso dure le corde che sfregavano contro la roccia rischiando di sfilacciarsi ad ogni movimento dei due.
Faticava  a respirare a causa dell’aria rarefatta:-ti prego, non mollare adesso okey? Sono sicura che verranno a prenderci...- -no, non verranno.. l’unico modo che  abbiamo per non cadere tutti e due è che tu mi lasci.- nuvolette di vapore si congelavano davanti ai loro occhi ogni volta che parlavano.
La ragazza si sentiva la testa intontita a causa della mancanza di ossigeno, ancora una volta rafforzò la presa, ingoiando le lacrime e ignorando il groppo che le si era formato in gola. L’uomo chiuse gli occhi, respirò piano, li riaprì e li fissò in quelli di lei – mi dispiace, ti voglio bene e te ne vorrò sempre- lei lo guardò, prima senza capire, poi spaventata – no- urlò, troppo tardi l’uomo si era lasciato cadere nel vuoto slacciandosi il guanto che le rimase in mano:- no,papà, no- il suo urlò venne trascinato via dal vento e le lacrime le cadevano bollenti lungo il mento, per poi ricadere ghiacciate nel vuoto, stringendo convulsivamente il guanto termico, l’unica cosa che le era rimasta dell’uomo che l’aveva cresciuta.
 
 
 nota: breve intro... giusto per far sapere un po' la soria della nostra protagonista.
 
 
 




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