Quando meno te lo aspetti.

di _Carillon_
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~~Passammo il resto della giornata a fantasticare su quell'incontro.

Ero agitatissima come se di li a poco, avessi dovuto incrociare i suoi occhi color nocciola e la sua pelle color cioccolato.
Sembrava tutto pronto, senza ostacoli. Come due innamorati che si incontrano dopo tanto.
Solo che questa volta,ero io l'unica innamorata.
Non dissi niente a mia madre quella sera. Nn ero pronta a sentire la sua decisione, a sentire il suo discorso sulla responsabilità e sull'inutilità dei desideri.

Tra la separazione con mio padre, la morte di mio zio e il suo lavoro  non avrei certo potuto avere una buona notizia. Così tornai a casa in silenzio, mi accompagnarono i genitori di Ludovica, li salutai e la guardai speranzosa.
Entrata in casa salutai mia madre, risposi evasivamente alle sue domande e mi fiondai in camera. Mi buttai di peso sul letto e alzando gli occhi al soffitto ascoltai della musica.
Restai l'intera notte sveglia, come tutte le altre. Mi sentivo male è vero, ma a tratti sorridevo. Come se ogni mio male, ogni mia paura dovesse svanire.
Il giorno dopo andai a scuola.Angela confessò di essere felice per me ,m convinse a chiedere a mia madre il permesso di andare.
Negli intervalli tra una lezione e l'altra uscivo dall'aula e guardavo quella di Ludovica sperando di intravedere anche solo un ciuffo di capelli di Alex. Che stupida che sono. Mi innamoro sempre della persona sbagliata. Il fatto è che sono 2 anni che provo a dimenticarlo e proprio non riesco. Adoro le sue lentiggini sparse sul viso, i suoi occhi verdi e soprattutto i suoi capelli rossi. Ma la cosa che non riuscivo a dimenticare era il suo sorriso. adorabile.
Suonata la campanella dell'ultima ora mi alzai dalla sedia ormai diventata calda per le troppe ore seduta, salutai la professoressa e dando occhiate non rassicuranti alle mie compagne che come al solito mi squadravano da testa ai piedi, uscii.
Tra la folla di persone nel corridoio, riuscii a distinguere la cartella color verdemela di Ludovica. Mi feci largo tra tanti e le andai vicino.
-Ooh" dissi toccandole una spalla, guardando nel frattempo una mia compagna che mi strattonava.
"Heii" Disse lei. "Com'è andata oggi? Io sono stata tutto il tempo affacciata alla finestra, mancavano tutti i professori! Ho provato a chiamarti, ma visto che sei sorda ho rinunciato" Disse ridendo.
"E' andata bene,se non fosse per quelle troie.." Guardai le mie compagne. "Oggi sono decisa a parlare con mia madre!Non può dirmi di no, chissà quando ricapita che il mio idolo viene  in Italia!" Dissi sorridendo.
Dopo di chè, la salutai e tornai a casa a piedi.
Arrivata sulla porta, bussai il campanello, presi un forte respiro e cercai di calmarmi. Non avevo un buon rapporto con mia madre, per questo ero così agitata.
"Ben tornata" disse lei aprendo velocemente la porta.
Entrai e buttai stremata la cartella per terra. La vidi molto indaffarata tra la cucina e le solite bollette da pagare, quindi decisi che sarebbe stato meglio parlare dopo pranzo. Sapevo che anche oggi mene sarei andata sconfitta, avevo paura di lei, la temevo, ricordo ancora quando da piccola venivo picchiata dal suo compagno. E lei restava lì, a guardarmi immobile.
Dopo averla vista tornare con mio padre, ho pensato "Il peggio è finito" senza rendermi conto che era solo iniziato.
Ma questa volta no, non volevo arrendermi. Restai un attimo infinito,seduta sul mio morbido materasso a pensare sul dafarsi.
Avrei dovuto aspettare? Avrei dovuto parlarle? Era troppo importante per me quest'occasione. Lanciai un occhiata sul display del cellulare che s'illuminava ad intermittenza per un messaggio.
"Mia madre ha detto di si! Cavolo Sara posso venire! Tu gliel'hai chiesto? Daiii" mi scrisse Ludovica.
Mi alzai e camminai senza voltarmi nel corridoio diretta in cucina.
"Mamma." Dissi varcando la porta della stanza. "Dimmi " Disse lei, abbassando il calore dei fornelli e levandosi i guanti rossi che le regalò mio padre, tanti anni fa. Si voltò e asciugandosi il sudore dalla fronte con la mano, mi guardo con fare interrogativo.
"Cosa c'è?" Mi disse, invogliandomi a continuare.
"Io.."




 





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